Scusate se mi ripeto, ma noto un accavallarsi di regole e regolamenti, per cercare di rendere il più oggettivo possibile la valutazione del tecnico, cadendo poi nel classico vizio italiano dello scarica barile.
Io sono per una burocrazia snella e per dare la parola agli usufruitori del servizio.
La mia proposta, simile alla precedente, è questa:
- L'unione dovrebbe imporre una sola cosa alle sezioni, ovvero: "Le sezioni di tiro a segno sono tenute ad esporre nella propria bacheca sociale l'elenco completo dei tecnici disponibili inscritti alla sezione, con relativo curriculum (composto da palmares come atleta, palamares come allenatore e titoli in possesso"). Ovviamente spetterà all'atleta, se maggiorenne, o al genitore dell'altleta, se minorenne, di scegliere il proprio allenatore, eliminando così ogni intermediario giudicatore, ed evitando protezioni dannose o vincoli ingombranti.
- L'Unione dovrebbe poi organizzare un corso nazionale per tecnici (eliminando la divisione di 1°, 2° livello ecc.) in cui siano insegnate le basi dell'insegnamento del tiro (comprendenti note di tecnica, di fisica, di fisiologia, di psicologia, di sicurezza nei poligoni, ecc.). Il possesso di questo titolo permetterà l'inserimento nell'albo dei tecnici. Inoltre a chi non in possesso di questo titolo dovrebbe essere vietato l'insegnamento categoricamente.
- L'Unione o i Comitati Regionali durante la loro attività possono organizzare stage monotematici (di psicologia, di tecnica, ecc.), alla fine dei quali vengono rilasciati attestati da inserire nel curriculum dei tecnici.
Fine
Lasciamo agli atleti la possibilità di decidere, poichè non c'è niente di più brutto dell'essere costretti ad essere allenati da qualcuno, solo perchè si appartiene ad una determinata categoria che la sezione ha affidato ad incompententi (ed io ne so qualcosa!).