http://www.tiropratico.com/doc/doc-38.htmASSOARMIERI, ANPAM, CONARMI, CNCN
CI SIAMO ROTTI!!!:
Finalmente allo scoperto; sulle riviste di settore appaiono le sprime dichiarazioni delle "grandi firme" del mercato armiero Italiano in riferimento al decreto di luglio, un vero guazzabuglio di dichiarazioni qualche volta scontate che fanno capire l'interesse armiero in che direzione sta andando. L'unanime affermazione è che il decreto è un successo.
Alla faccia del successo e meno male, perchè se fosse stato un insuccesso non sappiamo proprio cosa ci saremmo dovuti aspettare. Ma se di successo si deve parlare, per essere assolutamente positivi come ci viene sempre richiesto, questo è assai limitato. Ad esempio i caricatori che ora non sono più una parte d'arma, ne più ne meno come era diversi anni addietro, nulla di nuovo quindi, che nelle armi si devono usare caricatori catalogati per le stesse, che i caricatori da mitragliatrice sono parte d'arma da guerra ma cosa peggiore e non risolta, che anche su un campo di tiro non si possano usare caricatori maggiorati, cioè che contengano più colpi di quelli catalogati per l'arma. (e ricordate che da tempo si catalogano solo armi a non più di 5 colpi). Accidenti che successo !! o insuccesso. E che dire delle munizioni per armi corte, esse possono essere detenute in numero non superiore a 200 unità, peccato che non ci sia un elenco delle munizioni per arma corta che pur utilizzabili in armi lunghe e a caccia, siano sempre e assolutamente considerate per arma corta. Che fine farà il .44 magnum ? che negli USA viene prodotto in due versioni, "pistol" e "rifle" ma in Europa una scatola "rifle" è introvabile. Come spiegare al Giudice che quelle .44 magnum usate nel nostro Ruger da caccia sono per fucile e quindi detenibili in numero superiore. Non ci esprimiamo poi sulle ricaricate.
Certo sarà da ora più semplice esportare il 9 parabellum ma a noi semplici tiratori cosa comporta ? Niente, perchè se andavi all'estero il 9x19 lo sparavi senza bisogno di portartelo da casa, ma non certo per le industrie che fanno capo ad anpam.
Da oggi sulle denunce saranno solo depennati i caricatori che spariranno dagli elenchi ma non le vecchie spade o le baionette, eppure entrando in qualsiasi ferramenta si possono comprare oggetti da taglio ben più pericolosi.
Qui vogliamo fare una precisazione, i nostri attacchi (cosi sono stati ritenuti) alle associazioni di categoria, hanno sempre riscosso attenzione tra i tiratori e un coro di dissensi tra chi lavora e collabora con queste associazioni, produttori e commercianti, ritenendo ingiusti questi attacchi perchè le associazioni lavoravano a favore dei tiratori e non contro. In vero non abbiamo mai detto che anpam, conarmi e gli altri remano contro ma esse poco fanno per il mondo dello sport del tiro e a prova di ciò basta leggere gli statuti delle stesse: (statuto anpam) lo statuto dell'anpam riporta quanto segue:
SCOPI
a) tutelare le attività delle imprese associate sul piano legislativo, economico generale e produttivo, con particolare riguardo ai soggetti istituzionali cui sono affidate le scelte di politica industriale del settore e verso i quali va svolta un'azione di stimolo e di proposta;
b) rappresentare le imprese associate nei rapporti con le istituzioni e le pubbliche amministrazioni, con le organizzazioni economiche, culturali, politiche, sindacali e sociali e con ogni altra componente della società in campo nazionale, comunitario ed internazionale;
c) provvedere all'informazione ed alla consulenza degli associati relativamente ai problemi generali del settore, al fine di perseguire la comune finalità di progresso e di sviluppo;
d) provvedere all'organizzazione di eventi di formazione diretti alle imprese associate e al loro personale, relativamente ad aspetti tecnici, normativi e commerciali riguardanti il settore produttivo;
e) tutelare le attività delle imprese aderenti sul piano economico e sindacale, anche stipulando accordi di carattere generale, sia a livello nazionale che comunitario, nonché su espressa delega, contratti collettivi di lavoro; assicurare la definizione delle direttive per la stipula dei contratti collettivi nazionali di lavoro;
f) organizzare ricerche e studi, dibattiti e convegni su temi economici e sociali e di interesse del settore, con particolare riferimento agli interessi di carattere generale delle settore delle armi, delle munizioni e degli esplosivi civili, e all'analisi della domanda e dell'offerta nel mercato italiano, nell'Unione europea e nei mercati esteri;
g) adempiere a tutti i compiti che, nei limiti del presente statuto, vengano di volta in volta deliberati dall'assemblea dei soci, e compiere tutti quegli atti ed attività che appaiono rispondenti al raggiungimento del fine sociale di tutela e difesa degli interessi delle imprese associate........
(statuto conarmi): scopi ...
Ogni attività di promozione, comunicazione e lobbying per la difesa degli interessi del settore;
l'organizzazione di fiere, mostre, esposizioni, rassegne, convegni per la valorizzazione del settore armiero e la partecipazione a fiere, mostre, esposizioni, rassegne e congressi sia in Italia che in altri paesi dell'UE e extra-UE;
l'organizzazione di attività di formazione per gli addetti alle imprese del settore;
l'attività di approvvigionamento delle materie prime occorrenti alle imprese del settore.
........"tutelare le attività (lobbyng) delle imprese associate e compiere tutti quegli atti ed attività che appaiono rispondenti al raggiungimento del fine sociale di tutela e difesa degli interessi delle imprese associate", ci si chiede a spese di chi. Eppure, cari tiratori (perchè è ai tiratori che noi ci rivolgiamo, a quell'ultimo anello della catena che è l'utilizzatore), è in queste mani che abbiamo messo tutto il futuro. Ma non possiamo essere solo critici perchè ultimamente il Dott. Perrotti, Presidente dell'anpam ha fatto accenno a un importante fattore che mina il funzionamento dello sport e del commercio di armi e munizioni in Italia e che noi da anni andiamo rimarcando in queste pagine: "il deficit comunicativo" lo ha battezzato, cioè la disparità di trattamenti che le varie questure riservano agli sportivi e non sparsi sul territorio dello stesso Stato tanto da rendere vietato a Udine quello che è permesso a Salerno, un incapacità di comunicare e interpretare allo stesso modo, da nord a sud leggi e circolari e non solo ciò coinvolge dirigenti dell'amministrazione statale ma anche giudici. Colpo centrato ma vedremo se verrà veramente portato a termine. Intanto alle riunioni mancano e sono mancate le associazioni coinvolte maggiormente, quelle sportive, insomma sempre le ultime. Chiamate in causa dalle norme, colpite per prime ma mai interpellate sul da farsi, eppure sono loro quelle che pagano e quelle che fanno girare il commercio. Le associazioni di settore sembrano però più propense ai mercati Europei che a quelli interni tanto da vedere superficialmente i problemi dei tiratori (e come da statuto) occuparsi essenzialmente di quelli dei produttori.
Del resto (ed ora le critiche ai tiratori) i tiratori sono "quella sporca dozzina" che hanno negli ultimi decenni del '900 raccolto qualcosa in più di ciò che poteva permettersi il tiratore degli anno '70, quando esisteva solo il tiro a segno e con la paura di perdere quel qualcosa conquistato, tace, si nasconde e aspetta che passi; cosi a fisat si rivolge solo se è nei "casini", con l'acqua alla gola, altrimenti lascia passare e spesso subisce pensando che poi, forse, poteva andare peggio. Non conosciamo ad oggi il numero degli iscritti alla fisat ma "a naso" non sono certo quelle migliaia che ci vorrebbero perchè questa associazione possa fare la voce grossa e Ministero e questure lo sanno, permettendosi quello che è sotto gli occhi di tutti.
La nostra voce non appare sulle riviste di settore, pubblicare una critica contro chi paga pagine di pubblicità non fa bene; Armi Magazine (una a caso) ha 224 pagine, di cui 32 interamente di pubblicità e 37 a mezza o un quarto di pagina, oltre 60 pagine contenenti pubblicità pagata da associati assoarmieri o anpam. Non ci dispiace, possiamo in assoluto rimanere al di fuori della disputa a guardare e criticare senza interesse nel farlo ma semplicemente guardando con gli occhi del tiratore (ultimo) che subisce le decisioni o le scelte degli altri.
Peccato che il tiro sta diventando uno sport per pochi come è già successo ad altri, fino a che a farlo sarà solo chi potrà permetterselo.
Tiropratico.com