Autore Topic: CONI - CHI E' CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO  (Letto 2364 volte)

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Offline mimmo

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CONI - CHI E' CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO
« il: Agosto 25, 2011, 17:41:27 pm »
http://www.coni.it/?dettaglio_news_&no_cache=1&tx_ttnews[tt_news]=10367&cHash=f7b77aa36a

25/08/2011

CONI: Comunicato Stampa

Il Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Giovanni Petrucci, ha incontrato questa mattina al Foro Italico il Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Giancarlo Abete.

Abete ha relazionato Petrucci sugli sviluppi delle ultime vicende legate alla firma del contratto collettivo per i calciatori di serie A.

Il CONI, nell’esprimere apprezzamento per l’operato del Presidente Abete nel suo ruolo di costante mediazione tra le parti, condanna apertamente i toni esasperati che hanno caratterizzato l’intera questione e manifesta il più profondo rammarico per l’evolversi di una situazione che è divenuta nel tempo incomprensibile e insostenibile.

Incomprensibile perché, in questa diatriba, il CONI è fortemente preoccupato per il disagio e lo sconcerto che il rinvio della prima giornata di campionato creerà nell’opinione pubblica, negli sportivi e nei fruitori del fenomeno calcio, troppo spesso accantonati e dimenticati da chi invece dovrebbe dimostrare nei loro confronti rispetto e considerazione, nonché negli organi di comunicazione, alcuni dei quali garantiscono allo stesso sistema ingenti risorse.

Insostenibile perché, se da una parte appare evidente e socialmente riconosciuto che il concetto di solidarietà sia un principio etico-sociologico individuale e non trasferibile o delegabile a terzi, dall’altra non si può non sottolineare che oramai tra le componenti del calcio italiano tutti i dibattiti, legittimi e democraticamente riconosciuti, non riescano più ad esprimere una sintesi condivisa ma sono costantemente condizionati di volta in volta da voci di singoli che generano confusione e provocano l’incapacità di trovare soluzioni unitarie.

Le regole dello sport sono sovrannazionali e tutti, dirigenti, tecnici e atleti, hanno il sacrosanto dovere di rispettarle. Nessuna disciplina sportiva né i suoi rappresentanti possono ritenersi moralmente e gerarchicamente superiori ad un’altra. Il mondo dello sport, per definizione, è disponibile ad accettare convivenze e mediazioni ma respinge – e continuerà a respingere – ricatti e prevaricazioni che non intimoriscono chi ha per legge l’autorità di disciplina, regolazione e gestione delle attività sportive in Italia.

Alla luce di queste considerazioni, il CONI ritiene che chi oggi antepone gli interessi esclusivamente personalistici a quelli della collettività, unica vera entità danneggiata da posizioni conflittuali, non sia assolutamente in sintonia con la situazione nel Paese e pertanto si assume la responsabilità di tutte le misure che dovessero ai vari livelli essere necessarie per porre fine a questa incresciosa vicenda.

Roma, 25 agosto 2011

 

Offline diamante

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Re:CONI - CHI E' CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO
« Risposta #1 il: Agosto 25, 2011, 17:49:46 pm »
mi sa che domenica che non si gioca.

Ciao
 

Offline mimmo

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Re:CONI - CHI E' CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO
« Risposta #2 il: Agosto 25, 2011, 18:13:09 pm »
Il CONI, nell’esprimere apprezzamento per l’operato del Presidente Abete nel suo ruolo di costante mediazione tra le parti, condanna apertamente i toni esasperati che hanno caratterizzato l’intera questione e manifesta il più profondo rammarico per l’evolversi di una situazione che è divenuta nel tempo incomprensibile e insostenibile.

Il Coni dopo l'eliminazione dell'Italia ai mondiali doveva invitare Abete a dimettersi, una nazione che ha il calcio come sport nazionale ed una federazione che non vince almeno le olimpiadi è meglio che chiuda battenti.
 :-[ :-[

Incomprensibile perché, in questa diatriba, il CONI è fortemente preoccupato per il disagio e lo sconcerto che il rinvio della prima giornata di campionato creerà nell’opinione pubblica, negli sportivi e nei fruitori del fenomeno calcio, troppo spesso accantonati e dimenticati da chi invece dovrebbe dimostrare nei loro confronti rispetto e considerazione, nonché negli organi di comunicazione, alcuni dei quali garantiscono allo stesso sistema ingenti risorse.


Questa è affermazione netta che tutti ci magnano con lo sport e chi ci smena sono i tifosi.
Il Coni dovrebbe preoccuparsi di morigerare il Calcio Mercato con quei milioni di euro che sembrano noccioline.

Insostenibile perché, se da una parte appare evidente e socialmente riconosciuto che il concetto di solidarietà sia un principio etico-sociologico individuale e non trasferibile o delegabile a terzi, dall’altra non si può non sottolineare che oramai tra le componenti del calcio italiano tutti i dibattiti, legittimi e democraticamente riconosciuti, non riescano più ad esprimere una sintesi condivisa ma sono costantemente condizionati di volta in volta da voci di singoli che generano confusione e provocano l’incapacità di trovare soluzioni unitarie.

Le regole che non sono al passo con i tempi non fanno presa con le società quotate in borsa quindi o si cambiano o addirittura si crea un modello condiviso dove non girano troppi soldi.

Le regole dello sport sono sovrannazionali e tutti, dirigenti, tecnici e atleti, hanno il sacrosanto dovere di rispettarle. Nessuna disciplina sportiva né i suoi rappresentanti possono ritenersi moralmente e gerarchicamente superiori ad un’altra. Il mondo dello sport, per definizione, è disponibile ad accettare convivenze e mediazioni ma respinge – e continuerà a respingere – ricatti e prevaricazioni che non intimoriscono chi ha per legge l’autorità di disciplina, regolazione e gestione delle attività sportive in Italia.

Certo avere regole sovranazionali fa comodo, com'è comodo applicarle discrezionalmente, il vero problema è che le società calcistiche hanno tantissimi soldi e possono armare le guerre che vogliono e pur d'ottenere "Giustizia" sono disposte a pagare di più a tecnici del diritto sportivo che stanno al soldo dei potenti.
Il Coni e le sue federazioni sono forti con i deboli e deboli con i forti.

Alla luce di queste considerazioni, il CONI ritiene che chi oggi antepone gli interessi esclusivamente personalistici a quelli della collettività, unica vera entità danneggiata da posizioni conflittuali, non sia assolutamente in sintonia con la situazione nel Paese e pertanto si assume la responsabilità di tutte le misure che dovessero ai vari livelli essere necessarie per porre fine a questa incresciosa vicenda.

Anche i dirigenti federali con i loro compensi stratosferici e le federazioni sportive in genere con le spese faraoniche, che grazie al Tar Lazio si sono fatte escludere dall'elenco Istat per non assoggettarsi ai tagli sembra non siano assolutamente in sintonia con la "Situazione del Paese".
Ma la paurà qual'è:
"Pane e giochi ed il popolo non si lamenta".
Siamo arrivati al punto che il popolo s'incazzerà perchè si stringe la cinghia ed il divertimento non è garantito (partite di pallone) !
Ciao

http://www.youtube.com/watch?v=oy_4pvBDNxU&feature=fvsr
« Ultima modifica: Agosto 25, 2011, 18:14:45 pm da mimmo »

Offline mimmo

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Re:CONI - CHI E' CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO
« Risposta #3 il: Agosto 26, 2011, 14:43:39 pm »
http://www.iamnaples.it/index.php?task=news&idcat=1&id=17658

Il Mattino - Mediazione fallita, la serie A vicina allo sciopero
RASSEGNA STAMPA - 26/08/11 - 11:02
ROMA. Anche l'ultima mediazione è fallita. Lo sciopero (oppure lo slittamento della prima giornata di campionato di serie A) è servito. A nulla è valsa la proposta lanciata in extremis dal presidente Abete che riguardava l'accantonamento di un fondo interno alla federazione di 20 milioni di euro per il triennio 2011-2013, destinato unicamente a garantire la Lega di A di fronte ad eventuali contenziosi sul contributo di solidarietà. Il presidente Beretta nemmeno l'ha presa in considerazione - «La proposta di Abete non conta per noi» - e anzi ha rilanciato: «Se l'Aic non proclama lo sciopero, le squadre convocheranno i calciatori». Sarà accontentato in mattinata, quando la Figc - a meno di clamorosi colpi di scena notturni - certificherà con un comunicato il fallimento delle trattative e il conseguente rinvio della serie A. Nonostante il flop, la mediazione della Federazione ha avuto almeno il merito di far capire che il tanto declamato articolo 7 (quello dei fuorirosa) è da sempre un falso problema, preso dalle società come un pretesto per ottenere maggiori garanzie a livello economico.
Un no, quello della Lega di A, che oltre ad irritare Abete, dà molto fastidio anche al presidente del Coni, Petrucci, che proprio ieri si era incontrato con il numero uno della Figc, ricevendo garanzie sul fatto che il fondo di garanzia sarebbe arrivato esclusivamente da risorse interne, non incidendo così sui contributi alle altre componenti della federazione.
Proprio il Coni ha poi diffuso un comunicato in cui definisce «incomprensibile e insostenibile la situazione che si è creata», rimarcando come «il mondo dello sport, per definizione, è disponibile ad accettare convivenze e mediazioni ma respinge ricatti e prevaricazioni che non intimoriscono chi ha per legge l'autorità di disciplina, regolazione e gestione delle attività sportive in Italia». Alla fine i più colpiti sono i tifosi, privati della loro passione, anche se i più arrabbiati, oltre a Coni e Figc, sembrano essere le tv a pagamento. A nulla è valso l'appello di Sky che si era augurata come la querelle potesse essere ricomposta in extremis.
Mentre in Spagna viene revocato lo sciopero della Liga, in Italia viene deciso lo stop che Tommasi (neo presidente dell'Assocalciatori) si è affrettato a definire «legittimo». Ha aggiunto l'ex centrocampista della Roma, due mesi fa diventato il successore dello storico fondatore dell'Aic, l'avvocato Sergio Campana: «Non so se si tratti di un attacco al presidente Abete, di sicuro c'è stata molta mancanza di rispetto verso la federazione». Il diretto interessato nega: «Un attacco a me? Non penso sia così e semmai lo fosse, il prezzo da pagare sarebbe troppo alto». Intanto è già costato lo slittamento della prima giornata di campionato. Oggi arriverà la comunicazione ufficiale della Federcalcio, si tratterà del secondo sciopero del calcio.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.

Offline elnegher

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Re:CONI - CHI E' CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO
« Risposta #4 il: Agosto 26, 2011, 17:12:08 pm »
Io li manderei ad arare la terra ..... dalla parte di chi tira l'aratro ed il conducente lo fornirei di un buon legno di corniolo ben oliato ..... mi meraviglio che ancora ci sia gente che guardi stì quattro "furbi " non fanno un cavolo e guadagnano milioni di € più la pubblicità .
  Con questo caldo vedo operai lavorare sopra il manto stradale bollente a fare le striscie o a asfaltare penso a queste persone ..... che tutto gli è permesso .
 SE ci sono uomini che ci tengono al rispetto quest'anno cancellerei il calcio e il prossimo anno a metà stipendio nè riparleremo.

Offline diamante

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Re:CONI - CHI E' CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO
« Risposta #5 il: Agosto 26, 2011, 19:00:24 pm »
A nulla è valsa la proposta lanciata in extremis dal presidente Abete che riguardava l'accantonamento di un fondo interno alla federazione di 20 milioni di euro per il triennio 2011-2013, destinato unicamente a garantire la Lega di A di fronte ad eventuali contenziosi sul contributo di solidarietà.

Che schifo!
Alla faccia di chi per arrivare alla fine del mese fa i salti mortali.
Ciao

Offline gunny

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Re:CONI - CHI E' CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO
« Risposta #6 il: Agosto 26, 2011, 20:18:20 pm »
al pensiero mi viene il vomito... è inconcepibile, ma in Italia tutto può accadere.  >:(
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a brusa suta l' Susa

Offline mimmo

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Re:CONI - CHI E' CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO
« Risposta #7 il: Agosto 26, 2011, 23:23:11 pm »
Io li manderei ad arare la terra ..... dalla parte di chi tira l'aratro ed il conducente lo fornirei di un buon legno di corniolo ben oliato ..... mi meraviglio che ancora ci sia gente che guardi stì quattro "furbi " non fanno un cavolo e guadagnano milioni di € più la pubblicità .
  Con questo caldo vedo operai lavorare sopra il manto stradale bollente a fare le striscie o a asfaltare penso a queste persone ..... che tutto gli è permesso .
 SE ci sono uomini che ci tengono al rispetto quest'anno cancellerei il calcio e il prossimo anno a metà stipendio nè riparleremo.

E' il sistena sport che non va.
Cosa fanno i presidenti di federazione, compreso il nostro, per meritarsi più di 13.000 euri al mese rinborso spese a parte?
« Ultima modifica: Agosto 26, 2011, 23:24:21 pm da mimmo »

Offline elnegher

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Re:CONI - CHI E' CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO
« Risposta #8 il: Agosto 27, 2011, 15:02:44 pm »
Non è il sistema Sport è che si sono lasciati prendere la mano dagli sportivi professionisti pagati dalle varie F.F.O.O. e F.F.A.A. abbiamo migliaia di buoni sportivi che lavorano, anche con lavori usuranti, che sparano molto bene se facessero quel "LAVORO" di sportivi in divisa forse !? potrebbero essere di interesse Olimpico poi non parliamo quando lasciato l'attrezzo mirano alla sedia sempre più grande e comoda ..???? vedremo fra un anno che si metterà in lizza per prendere la borsa annuale del presidente ..sì e quasi certo ci sarà anche una donna in corsa allo scranno della presidenza.

Offline mimmo

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Re:CONI - CHI E' CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO
« Risposta #9 il: Agosto 28, 2011, 18:26:30 pm »
http://www.calciopro.com/regole/sciopero-calciatori-punti-discordia/

Ieri vi abbiamo dato notizia dell’ufficialità dello sciopero che i calciatori, tramite l’associazione che li rappresenta, hanno indetto per i giorni 25 e 26 settembre, in concomitanza con la quinta giornata di campionato. Le motivazioni dello sciopero però sono rimaste sconosciute ai più, dato che si parlava solo di “nuovo regime contrattuale”, le cui clausole probabilmente nemmeno i calciatori stessi conoscono. E allora Calciopro è andato ad indagare. Dopo il salto vediamo cosa prevede il contratto della discordia tra Aic e Lega di serie A.
1.   Contratto flessibile con introiti legati ai risultati. L’Aic lo vuole flessibile solo al 50%, la Lega di serie A lo vuole per intero, compresa l’automatica riduzione degli stipendi in caso di retrocessione in serie B;
2.   Professionalità al 100%. Secondo la Lega il calciatore deve fare solo il calciatore, per l’Aic è libero di svolgere un’altra professione durante il tempo libero;
3.   Il comportamento dev’essere rigido ed eticamente irreprensibile per la Lega anche fuori dall’orario di gioco o allenamento, mentre per l’Aic i calciatori devono essere liberi di fare quello che vogliono durante il tempo libero;
4.   Le terapie fisiche devono rimanere circoscritte allo staff del club per la Lega, mentre per l’Aic i calciatori possono farsi curare da chi vogliono (come già avviene con gli specialisti come Martens che cura i più grandi campioni di qualsiasi club);
5.   Le sanzioni per la Lega devono essere pagate dal club in modo automatico, per l’Aic invece bisogna sempre rimettersi alla decisione del collegio arbitrale. Inoltre l’Aic vuole avere mano libera nelle sanzioni ai propri calciatori, svincolandole dall’ingaggio (attualmente non si può superare il 30% dello stipendio);
6.   Il presidente del collegio arbitrale dev’essere scelto esternamente dalla Lega; tramite sorteggio interno dall’Aic;
7.   Per la Lega un allenatore può allenare una squadra in due gruppi distinti, per l’Aic i calciatori devono invece stare tutti uniti;
8.   Il punto più dibattuto è l’ultimo, quello dei trasferimenti. Per la Lega un calciatore non può rifiutare il trasferimento ad un club dello stesso livello di quello in cui si trova attualmente e che gli garantisca lo stesso stipendio, se il suo club di appartenenza si accorda per la vendita del cartellino. In caso di rifiuto, il contratto si intende rescisso automaticamente con una multa da pagare da parte del calciatore che ammonta al 50% del suo stipendio. L’Aic si oppone totalmente a quest’iniziativa.
Secondo il presidente del Coni Petrucci è molto pericoloso scioperare in questo modo, senza possibilità di risoluzione consensuale della questione, perché togliere il calcio agli italiani può generare rabbia e “accendere i toni”. Sarà, ma intanto trovare un accordo totale su tutti gli otto punti in due settimane sembra davvero impossibile, e dunque dobbiamo prepararci a passare il fine settimana del 25 e 26 senza calcio.