Autore Topic: Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi (art.6 L.110/75)  (Letto 5795 volte)

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Offline gunny

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Re:Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi (art.6 L.110/75)
« Risposta #10 il: Maggio 21, 2011, 23:20:03 pm »
di quale conquista stiamo parlando?  ???
ce nè stata una? quando?

perdonami Mimmo, ma mi deve essere sfuggita, forse ero distratto, oppure è probabile che io non abbia capito nulla...  8)
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a brusa suta l' Susa

Offline mimmo

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Re:Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi (art.6 L.110/75)
« Risposta #11 il: Giugno 05, 2011, 08:41:32 am »
Ecco i problemi a nominare gente che non è appassionata d'armi, non sono tiratori etc.etc.

http://www.tiropratico.com/fisat/Commissione_Consultiva.pdf
« Ultima modifica: Giugno 05, 2011, 08:44:12 am da mimmo »

Offline mimmo

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Re:Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi (art.6 L.110/75)
« Risposta #12 il: Luglio 26, 2011, 23:15:53 pm »
http://www.armietiro.it/pedersoli-risponde-alle-accuse-fisat-armi-3865

Pedersoli risponde alle accuse Fisat
 
Il presidente del Consorzio armaioli italiani, Pierangelo Pedersoli, ha diramato un comunicato, che riceviamo e pubblichiamo, in risposta alle accuse rivoltegli dalla Fisat. Ecco il testo integrale del suo intervento, che è comunque possibile stampare in formato pdf cliccando sull'allegato in fondo alla pagina.
 
È semplicemente vergognoso che l'associazione FISAT, avendo avuto direttamente o indirettamente accesso agli atti della riunione della Commissione Consultiva per le Armi del 23-24 Marzo 2011, avendo ottenuto uno stralcio del verbale, e basandosi su una mia breve dichiarazione rilasciata ad Armi e Tiro, per di più mal interpretata dallo stesso giornalista, in cui dimostravo dubbi circa una decisione della Commissione stessa, abbia intrapreso una campagna denigratoria nei confronti miei e del Consorzio Armaioli Italiani (non Consorzio Armieri Nazionale!!), fornendo interpretazioni del tutto personali e decisamente diverse dalla realtà e inducendo un buon numero di utenti, sicuramente in buona fede, ad inviare mail di protesta, copia l’una dell'altra, in cui tra parole offensive, emergeva un’assoluta non conoscenza di quanto realmente accaduto. FISAT, non solo non si è attenuta ai fatti, ma ha voluto cercare dei colpevoli proprio tra coloro che hanno sempre lavorato, gratuitamente, nell'interesse del mondo armiero difendendo i diritti di cacciatori e tiratori, tutti! Accedere agli atti ed ottenere uno stralcio del verbale significa anche avere la responsabilità di leggerlo ed interpretarlo in modo corretto, cosa che evidentemente FISAT non ha fatto, o perlomeno non ha fatto con onestà intellettuale, sicuramente convinta da chi ha solo un proprio interesse da difendere . Ha preso gli unici nomi citati nello stralcio e li ha criminalizzati. Uno stralcio di verbale non sempre rappresenta la completezza degli interventi del verbale, ed anche lo stesso verbale non sempre cita nomi ed interventi, per cui l'aver attribuito al sottoscritto e al Consorzio, ma anche ad altro componente della Commissione, il sig. Tanfoglio, una mancanza di difesa di alcune tipologie di armi è assolutamente falso e puro sciacallaggio. Innanzitutto perché il sig. Tanfoglio era assente, e quindi mi risulta improbabile un suo coinvolgimento e, per quanto mi riguarda, perché i miei interventi sono sempre a favore del comparto tutto. Anche quanto riportato da un altro componente della Commissione, premesso che in un paese democratico tutti devono essere nelle condizioni di esprimere una loro opinione, non necessariamente deve essere condiviso, e difatti non lo è stato, da parte di alcuni, tra cui il sottoscritto . Tutto ciò risulta anche dallo stralcio di verbale, non solo dal verbale integrale ancor più esplicativo, ove viene evidenziato come la Commissione, su uno degli argomenti tanto a cuore a FISAT, OVVERO LE ARMI SIMIL MILITARI, abbia preso una decisione ma NON ALL'UNANIMITA', mentre per quanto concerne il problema della potenzialità non mi risulta sia stata presa alcuna decisione, tant'è che si parla sempre di una lunga e complessa discussione e di opinioni diversificate: evidentemente la maggioranza ha ritenuto necessaria un’ulteriore valutazione ed è stato creato un sottogruppo per un approfondimento del caso. Ma ancora, il dare colpa ai produttori nazionali è assolutamente scorretto, soprattutto da parte di un’ associazione, la FISAT, che pensavo dovesse difendere tutte le tipologie di armi e non solo alcune di importazione!! La leggerezza di FISAT, e di chi l'ha spinta a prendere posizione contro i fabbricanti nazionali dicendo assurdità su forme di protezionismo assolutamente inesistenti e creando un’acredine del tutto ingiustificata nei nostri confronti, è di aver attribuito ai soli nomi che conosceva colpe che assolutamente non hanno. Gli stessi componenti ministeriali della Commissione sono rimasti esterrefatti nell'apprendere di un attacco nei confronti di uno dei veri e pochi difensori di tutto il settore armiero, dimostrato da centinaia di verbali. A proposito, anche il sottoscritto era presente in uno solo dei due giorni della Commissione come dimostrato dalle firme di presenza!! Le mail che abbiamo ricevuto dimostrano che questa operazione ha avuto una sola regia di chi DIMENTICA che esistono regole, DIMENTICA che la Commissione è solo CONSULTIVA e non deliberante, DIMENTICA che le battaglie si fanno con onestà intellettuale e cercando sinergie, non cercando solo di dividere nella speranza di accrescere la propria presenza, DIMENTICA che le leggi, belle o brutte, si rispettano! È doveroso cercare di cambiarle, se necessario, ma fino a quando questo non si verifica bisogna rispettarle! Non si banalizza con le leggi: dare l'impressione che “pochi centimetri di canna“, più o meno rispetto a quanto previsto nell'istanza di catalogazione (pur essendo io d'accordo sulla mancanza di incremento della potenzialità dell'arma), non siano importanti può creare i presupposti affinché un tiratore o un cacciatore commettano, inconsapevolmente, una trasgressione con conseguenze penali. Ebbene il compito dei rappresentanti delle categorie in Commissione è anche quello di salvaguardare l'utilizzatore finale il quale, talvolta, senza colpa, potrebbe trovarsi coinvolto in problemi creati da coloro che lo precedono nella catena della distribuzione e della produzione. Se questo è un errore allora hanno ragione tutti coloro che hanno inviato le mail e con loro la FISAT e i suoi suggeritori.


Offline mimmo

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Re:Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi (art.6 L.110/75)
« Risposta #13 il: Settembre 02, 2011, 07:19:18 am »
La congiura del silenzio

Le reazioni alla nostra campagna si susseguono.
Armi e Tiro sul suo sito (www.armietiro.it) pubblica la risposta del Presidente del CONARMI alle “accuse” di FISAT.
E’ interessante vedere che Armi e Tiro dopo averci bandito dalla carta stampata (FISAT non ce la trovate più sulla rivista) ora pubblica la difesa di Pedersoli senza aver mai pubblicato “l’accusa” di FISAT (come le chiamano loro).
Ora, si deve chiarire che FISAT NON ACCUSA nessuno ma si é limitata a riportare dei fatti ed eventi da cui si desumono delle ovvie conclusioni che nessuno riesce a smentire; perché ci siamo presi di “facinorosi” di “diffamatori”, di “esaltati” persino di “fallosi” ma nessuno ad oggi ha mai osato dire che siamo bugiardi o falsari (di atti che al massimo han detto che sono “parziali”)...
Sarà anche che i documenti siano parziali ma sono lì, rimane da chiarire perché e per come dal 23 e 24 Marzo NESSUNO DEI RAPPRESENTANTI DEL SETTORE HA DETTO NULLA.
Sembra di rivedere la storia del decreto Legge 204/2010; veniamo a sapere che sarà una legge capestro (anche la direttiva é pro armi) contattiamo tutti e tutti ci dicono di star fermi che é tutto sotto controllo; ci viene in mano la bozza vediamo che sarebbe stata un’ecatombe e riusciamo - dopo un’estate di passione - a farla modificare, almeno per quanto possibile.
Sarà ancora una volta un caso ma nella bozza c’erano il 9 para solo export  e la liberalizzazione dei caricatori “non più parte d’arma”, TUTTO IL RESTO UN MASSACRO CON AVVISO AI PARENTI (un contentino alla sinistra), POLIGONI CON LICENZA DEL QUESTORE, LICENZA PER LA RICARICA (previo corso UITS) ecc. ecc.
Tornando al problema in causa; se io vado in rappresentanza del settore (non lo dico io lo dice la Legge 110/75 che vanno in rappresentanza “del settore” e non di sé stessi) e in una riunione salta fuori che da oggi non si catalogano più certi tipi di armi IL MINIMO CHE POSSO FARE APPENA ESCO, DOPO ESSERMI BATTUTO ALLA MORTE, E‘ AVVISARE “IL SETTORE” E DIRGLI “mi sono battuto alla morte ma proprio non ce l’ho fatta e da oggi certe armi non si catalogano più”. Altro che riservatezza, riservatezza su che cosa su ciò che vi arriva addosso ?
INVECE NESSUNO LO HA FATTO.
Se non voglio avvisare il settore, avviso almeno i miei associati tra cui ci sono tanti che vivono proprio importando le armi che da oggi saranno vietate.
Invece niente; che certe armi da oggi sono vietate lo apprendiamo a fine maggio quando arrivano le prime risposte a domande di catalogazione ferme da 24 mesi. In quattro mesi rischio di fallire se ho 30 modelli in corso di catalogazione e sono fermi all’estero in attesa della Commissione.
E non lo fa solo il CONARMI, lo fa anche ASSOARMIERI che non avvisa nessuno, lo fa anche ANPAM ed il CNCN.
Poi si lamentano su Armi e Tiro non pensando che da vent’anni c’e’ la legge sulla trasparenza della Pubblica Amministrazione e quando vai in rappresentanza di un settore e quindi ciò che dici e fai ha ricadute sulla vita di terzi non c’e’ privacy che tenga e la pubblica amministrazione deve cacciarlo. E quindi ciò che fai porta delle responsabilità, altro che diffamazione.
Quando a settembre impugneremo le circolari - é una promessa - come credete che si difenderà il funzionario dell’Area Armi ed Esplosivi se non con un “ma a me lo ha detto la Commissione che ha votato all’unanimità, ecco qui il verbale” ?
La Commissione é solo Consultiva ma le cose che dice (come quella della penna tagliacarte arma propria, mamma mia o è un’arma propria o è una penna tagliacarte)  costituiscono il fondamento di ogni atto, proprio perché con votazioni all’unanimità “copre le spalle” (ossia la responsabilità civile) del pubblico ufficiale autoritario. Che dice certe cose perché gliele ha avvallate la Commissione.
Per quanto ci si arrampichi sugli specchi non c’e‘ un’altra spiegazione, altro che minacce di querela (negli USA la chiamano querela-bavaglio, la facciano se credono poi vediamo come va a finire).
Concludiamo con un ultimo commento alla risposta del Dr. Pedersoli; girare la frittata non serve a molto, noi le armi le proteggiamo davvero TUTTE cominciando proprio da quelle che non protegge nessuno.
Quelle che producete voi sembrano avere già molti angeli custodi, sai che strilli se avessero vietato le avancariche?
E’ ora invece di fare un po’ di trasparenza e se il prezzo da pagare sarà difendersi da una querela lo pagheremo sorridendo. Almeno nessuno potrà dire che non abbiamo fatto niente o, peggio, che abbiamo fatto dei patti con gli antiarmi.
 
Prime reazioni alla campagna di lettere:

risponde una grande Ditta che fabbrica pistole (e qualche fucilino), con risposte tutte uguali:

Egr. Sig.....
Le Aziende italiane produttrici di armi e munizioni sportive sono sempre pienamente interessate allo sviluppo dell’intero settore delle attività del tiro sportivo-venatorio, e non sono in alcun modo partecipi di accordi nascosti con il Ministero dell’Interno o disponibili in tal senso. L’ANPAM, Associazione di categoria che le rappresenta, è impegnata da sempre in un rapporto continuo con le autorità politiche e amministrative al fine di fornire elementi conoscitivi, dati e informazioni necessari a evitare norme e interpretazioni inutilmente restrittive, che non hanno alcuna ricaduta positiva sulla pubblica sicurezza. Ciò tuttavia nella massima trasparenza e con la consapevolezza della necessaria distinzione dei ruoli. La invitiamo pertanto a non tener conto di campagne denigratorie, e a non trarre affrettate conclusioni sulla base di informazioni parziali e strumentali."
Cordiali saluti.
Neanche una parola su come sia stato possibile che abbiano votato contro le armi simil militari (anche se non le producono) nel silenzio totale e senza che abbiano ritenuto di dare uno straccio di spiegazione.
Inoltre le nostre campagne saranno anche denigratorie parziali e strumentali ma Il verbale integrale sta qui (Verbale riunione commissione 23-24 maggio.pdf )
http://www.campagnafisat.it/www.campagnafisat.it/Archivio_notizie/Voci/2011/7/27_Prime_reazioni_alla_campagna_di_lettere_files/Verbale%20riunione%20commissione%2023-24%20maggio.pdf
  e nessuno ha osato dire che sia falso:
Qualcuno in pubblico ci ha anche dato di facinorosi (ma non di bugiardi perché i documenti sono qui e parlano chiaro), sempre ammesso che sappia cosa vuol dire.
Ma il meglio arriva adesso.... arriva una delle risposte di un’azienda iscritta al Consorzio Armieri Bresciani (non possiamo dirvi quale é perché la email non é arrivata a noi).
Roba da non credere che si commenta da sola e dimostra ancora una volta cosa succede quando si lascia un settore in mano agli interessi di pochi.
Da rammentare che chi gli aveva scritto, aveva solo chiesto di fare qualcosa verso il suo presidente per evitare queste cose:

SONO ASSOLUTAMENTE CONTENTO E MI CONGRATULO CON IL MIO PRESIDENTE DOTT. PEDERSOLI PER NON AVER DATO MODO DI CATALOGARE ARMI SIMIL MILITARI . IO ! RITENGO DISGUSTOSO ED ESPRIMO TUTTO IL MIO SDEGNO NELL'APPRENDERE CHE CI SONO PERSONE CHE SI DIVERTONO A GIOCARE CON ARMI MILITARI O SIMIL MILITARI . LO RITENGO ANCHE UN GRAVE DANNO D'IMMAGINE ED ECONIMICO IN QUANTO SPESSO LA GENTE CONFONDE LE MIE ARMI , QUELLE SPORTIVE , CON QUELLE SCHIFEZZE SPORCHE DI SANGUE CHE SONO LE ARMI MILITARI ! ARMI MILITARI , SIMIL MILITARI O EX ORDINANZA IN QUALCHE MODO RIEVOCANO E IN QUALCHE MODO CELEBRANO QUALCHE GUERRA PASSATA O PRESENTE , E LA GUERRA E' UNA COSA SERIA .SE LE PIACE , SE VI PIACE COSI TANTO MANEGGIARE ARMI DA GUERRA , PERCHE NON ANDATE UN PAIO DI MESI IN AFGANISTAN ? COSI PROVATE , VEDETE A COSA SERVONO LE VOSTRE TANTO AMATE ARMI , E MAGARI VI DIVERTITE ANCHE UN PO . POI AL RITORNO NE RIPARLIAMO . LE DO UN CONSIGLIO : ANDATE A GIOCARE A SCACCHI ...... NATURALMENTE PARLO SOLO ED SCLUSIVAMENTE A NOME MIO .
 
CORDIALMENTE

Meno male che parla solo per lui. C’e’ solo da sperare che quando ha risposto fosse ubriaco......
A parte le scemenze, tradisce il pensiero che sembra imperante in quella valle: SICCOME NON LO FABBRICO IO A ME CHE ME NE FREGA ?
SAPETE COME REGOLARVI QUANDO COMPERATE UN PRODOTTO. Noi un giorno andremo a giocare a scacchi ma sicuro ci va anche lui, perché le armi le vogliono vietare tutte, anche le aria compressa, anche le avancarica (anche quelle che fa lui).

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Re:Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi (art.6 L.110/75)
« Risposta #14 il: Settembre 02, 2011, 13:12:09 pm »
VIGLIACCHI  e IPOCRITI sono quegli imprenditori che per primi ricattano gli editori facendo leva sulla presenza pubblicitaria, allorquando riviste e i giornalisti, svolgendo il proprio lavoro ovvero fare "informazione", danno spazio anche ai "panni sporchi"

Ma è così che funziona in Italia, vedasi l'annosa questione sul controllo dell'informazione tra  Berlusconi-De Benedetti.

Nel nostro piccolo con la vicenda "black rifle" dimostra che l'informazione è in mano a chi ha i soldi... l'importante è esserne consapevoli, così almeno sappiamo che non possiamo accontentarci di una sola fonte e dell'unica versione dei fatti pubblicata, quidi l'informazione necesità sempre di completamento, ma ciò richiede tempo e sforzi non sempre alla portata del "cittadino comune", l'utente finale, il consumatore.

Anche ammettendo che FISAT possa aver "esagerato" nei modi o nei toni, i fatti (il verbale) sono  abbastanza eloquenti e da appassionato e potenziale interessato, provo disgusto nel modo in cui si cerca di girare questa frittata.

Credo che un velo pietoso non sia sufficente per le risposte riportate di alcune aziende, roba da matti!!! Anche la reazione del Dott. Pedersoli mi pare poco equilibrata, non mi aspettavo una reazione simile... lascia spazio a ipotesi di coda di paglia.

E' probabilmente e purtroppo l'ennesimo caso di interesse privato in faccende pubbliche, come i verbali e la gestione di certi Enti Pubblici (o presunti tali), i lavori parlamentari sulla legge 204, ecc...
L'amministrazion pubblica DEVE essere trasparente, DEVE essere di dominio pubblico, perchè i cittadini DEVONO rendersi conto di ciò che chi li dovrebbe rappresentare effettivamente fanno.

Solo grazie alla tenacia e competenza di alcuni soggetti, in prima fila FISAT, è stato possibile evitare l'ecatombe con la legge 204, ormai è storia, vogliamo nasconderci dietro un filo d'erba?!?

Ma i cittadini non sono stupiti (non del tutto) e quando poi si accorgono di essere stati "gabbati" poi arriva la "contestazione" pubblica, come in questo caso.

Ma quanto tempo e quante risorse sperperiamo per l'interesse o gli errori di pochi? quale il danno per la collettività e per le attività produttive?

La crisi complessiva è anche favorita da questa incapacità di gestire razionalmente e con equilibrio l'interesse pubblico, purtroppo questa incapacità è oggettivamente trasversale e caratterizza l'"Italian Style" (dare il minimo "sprecando" il massimo)
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a brusa suta l' Susa

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Re:Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi (art.6 L.110/75)
« Risposta #15 il: Settembre 10, 2012, 19:51:55 pm »
Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi (art.6 L.110/75)
 Egregi Presidenti,
con grande soddisfazione e una punta di orgoglio Vi annuncio che, grazie alla mia tenacia nell’intrattenere importanti relazioni istituzionali, la UITS, dopo decenni di tentativi, è riuscita ad avere un proprio rappresentante presso l’importantissima Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi del Ministero dell’Interno.
Il progetto di politica istituzionale messo in piedi in questi anni, l’affidamento che siamo riusciti a costruire e che attualmente godiamo presso le istituzioni ha permesso questo splendido risultato.
E’ un altro importante passo che il tiro a segno ha fatto nella direzione di essere considerato un valido, professionale ed affidabile interlocutore.
Non posso dimenticare che se la UITS può presentarsi così ed ottenere questi risultati è perché giornalmente, le Sezioni TSN che Voi rappresentate ed i Vostri validi collaboratori svolgono seriamente il loro compito.
Viva il tiro a segno italiano.
Cordiali saluti.
Il Presidente
Obrist Ing. Ernfried

LEGGE 18 aprile 1975 , n. 110
Norme  integrative  della  disciplina  vigente per il controllo delle
armi, delle munizioni e degli esplosivi.

________________________________________

                               Art. 6.
     Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi

  ((E'  istituita,  presso  il Ministero dell'interno, la commissione
consultiva  centrale  delle  armi.  La  commissione  si compone di un
presidente,  di due rappresentanti del Ministero dell'interno, di cui
uno della Polizia di Stato, di due del Ministero della difesa, di cui
uno   dell'Arma  dei  carabinieri,  di  cinque  del  Ministero  della
industria,  del  commercio  e  dell'artigianato,  di  cui  quattro in
rappresentanza  dei  settori  economici  interessati, su designazioni
plurime  delle associazioni di categoria piu' rappresentative, di uno
del  Ministero del commercio con l'estero, di due del Ministero delle
finanze,  di  cui uno della direzione generale delle dogane e l'altro
del  Corpo  della  guardia  di  finanza,  di  tre  esperti in materia
balistica  e  di  un  esperto  in  armi  antiche,  artistiche, rare o
comunque di importanza storica)).
  Le  mansioni  di segretario sono esercitate da un funzionario della
direzione generale della pubblica sicurezza.
  Il  presidente  e  i componenti della commissione sono nominati con
decreto  del  Ministro  per l'interno, durano in carica cinque anni e
possono essere riconfermati.
  Per ciascun componente effettivo e' nominato un supplente.
  In  caso di assenza o di impedimento del presidente, ne esercita le
funzioni il componente effettivo annualmente delegato dal presidente;
in  caso  di  assenza  o  di impedimento dei componenti effettivi, ne
fanno le veci i supplenti.
  ((La  commissione  esprime  parere obbligatorio sulla catalogazione
delle  armi  prodotte  o  importate  nello  Stato,  accertando che le
stesse,  anche  per  le  loro  caratteristiche,  non  rientrino nelle
categorie  contemplate nel precedente articolo 1, nonche' su tutte le
questioni di carattere generale e normativo relativo alle armi e alle
misure   di  sicurezza  per  quanto  concerne  la  fabbricazione,  la
riparazione,  il deposito, la custodia, il commercio, l'importazione,
l'esportazione,   la  detenzione,  la  raccolta,  la  collezione,  il
trasporto e l'uso delle armi)).

La legge da quanto mi pare di capire non prevede un rappresentante della nostra federazione.
La news mi sembra una bella bufala solo per far intendere un potere che arriva a determinare le scelte delle istituzioni.
Bahhh! :-\ :-\

http://www.armietiro.it/ringraziare-monti-armi-4612

Lo scorso 3 settembre 2012 si è riunita, per l’ultima volta, la Commissione consultiva centrale per il controllo sulle armi, istituita dall’articolo 6 della legge 110 del 1975. La “famigerata” Commissione, che ha dispensato negli anni i propri pareri (spesso discutibili, in particolare dal 2004) sulle “catalogazioni” e su questioni, sia tecniche sia giuridiche, relative alle armi e agli esplosivi, è stata cancellata dai tagli della cosiddetta “spending review” del governo Monti, che ha soppresso tutti gli organi consultivi.

La legge 7 agosto 2012, numero 135 (conversione del decreto 6 luglio numero 95), appunto, all’articolo 12, comma 20 (Gazzetta Ufficiale numero 189 del 14 agosto 2012), recita:

“A decorrere dalla data di scadenza degli organismi collegiali operanti presso le pubbliche amministrazioni, in regime di proroga ai sensi dell'articolo 68, comma 2, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le attività svolte dagli organismi stessi sono definitivamente trasferite ai competenti uffici delle amministrazioni nell'ambito delle quali operano. (Restano fermi, senza oneri per la finanza pubblica, gli osservatori nazionali di cui all'articolo 11 della legge 7 dicembre 2000, n. 383, e all'articolo 12 della legge 11 agosto 1991, n. 266, l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza di cui all'articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 103, nonché il Comitato nazionale di parità e la Rete nazionale delle consigliere e dei consiglieri di parità di cui, rispettivamente, all'articolo 8 ed all'articolo 19 del decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198. A decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, ai componenti dei suddetti organismi collegiali non spetta alcun emolumento o indennità.)”.

Pierluigi Borgioni, per anni alla Divisione armi del ministero e al catalogo, ha dichiarato nel suo sito di Long range Italia: “Certamente non molti rimpiangeranno l’operato di questo alto consesso, che negli anni ha spesso assunto decisioni alquanto discutibili, evidenziando anche poca coerenza. Ora, tuttavia, non ci sarà più nessuno che nelle stanze del Ministero abbia una pur minima conoscenza di come è fatta e come funziona un’arma da fuoco, e questo non so se potrà essere un bene per il settore. Nella Commissione, infatti, sedevano illustri esponenti del mondo armiero, la cui competenza tecnica non può essere minimamente messa in discussione, e ai quali voglio esprimere il mio personale ringraziamento per i tanti anni passati insieme e le tante nozioni che da loro ho avuto modo di apprendere. Le strane decisioni qualche volta assunte erano frutto di complessi compromessi o imposte dall’alto, ma l’apporto della Commissione ha portato anche alla pubblicazione di circolari ministeriali di grande rilievo, quale, ad esempio, quella che, nel 1998, riconobbe alla licenza di porto di fucile uso tiro a volo, piena valenza come titolo di acquisto e trasporto per tutte le armi, e non solo per quelle a canna liscia, come indicato nella legge del 1969 con cui la licenza era stata introdotta, per non parlare di tutti quei casi in cui fu l’intervento della Cccca a scongiurare l’adozione di provvedimenti eccessivamente restrittivi e dannosi per l’intero settore. Che nessuno di noi la rimpiangerà è certo, ma che si sia lasciato un vuoto difficile da colmare è un dato di fatto”.

Anche qualche produttore, come Pierangelo Pedersoli, si è detto preoccupato del futuro e del passaggio di molte competenze direttamente al ministero. Ricordiamo che l’ultima commissione era formata da questi esperti di nomina ministeriale e delle roganizzazioni di categoria:

Presidente: Mario Licciardello

In rappresentanza del ministero dell’Interno: Paola Mureddu (supplente Domenico Parisi) e Maria Paravati (Mario Gagliardi);

In rappresentanza del ministero della Difesa: Benigno Riso (Andrea Candian); per l’arma dei carabinieri Donato D’Orsi (Claudio Ferraro);

In rappresentanza del ministero per lo Sviluppo economico: Antonio Girlando (Sveva Raimonda Tecca), Pietro Maria Paolucci (Marzia Conti);

Anpam: Marco Vignaroli (Benelli) (Mauro Silvis), Bortolo Tanfoglio (Alessandro Tamburini);

Confcommercio: Edgardo Fegro (Massimo Moroni Frinchillucci);

Consorzio armaioli italiani: Pierangelo Pedersoli (Luca Rizzini);

In rappresentanza del ministero dell’Economia e delle finanze: per l’agenzia delle dogane Stefano Solitano (Giuliano Della Penna), per la guardia di finanza Alfonso Amaturo (Gianfranco Parisi);

In qualità di esperti: Federico Boffi (Giuseppe Galletta), Manlio Averna (Alberto Bassano), Riccardo Mariani (Emilio Galeazzi);

In qualità di esperto in armi antiche, artistiche, rare e d’importanza storica: Glauco Angeletti (Rosaria Valazzi).


In quanto a lungimiranza il sig.Mimmo ne aveva sicuramente più del Presidente.

Talmente era importante questa commissione che l'hanno tolta di mezzo.

Hanno accontentato il Presidente federale, per sua ammissione, dopo decenni di tentativi da parte sua ma solo quando

avevano già deciso che sarebbe sparita.