Repubblica.it
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2011/02/08/news/strage_familiare_fatti_gravissimi_ma_i_magistrati_hanno_fatto_il_loro_dovere-12215088/CRONACA
Strage familiare, la pistola
rubata al poligono di tiro
Marcello Pistone un'ora prima di uccidere la moglie, il figlio di due anni e se stesso, ha noleggiato al poligono di tiro un'arma. Dopo essersi esercitato ha consegnato una beretta giocattolo e si è tenuto quella vera. Del furto, fin troppo facile, ci si è accorti solo ieri. Intanto il presidente del Tribunale Scutellari spiega com'è stato possibile che nonostante le denunce e i procedimenti in corso per violenza e stalking l'uomo sia stato rimesso in libertà
La pistola, una beretta calibro 7.65, con cui Marcello Pistone due giorni fa ha ucciso la moglie Ihlam Azounid e il figlio Rashid è stata rubata il giorno stesso della tragedia al poligono di tiro di via Agucchi, un furto fin troppo facile, studiato nei dettagli e messo in atto circa un'ora prima della tragedia.
LEGGI Strage in famiglia
GUARDA Il luogo del delitto
Pistone si era iscritto alla sezione bolognese del tiro a segno nazionale (Tns) il 28 gennaio. Dopo aver fatto 3 esercitazioni, il 6 febbraio si è presentato in linea di tiro, ha preso l'arma e due scatole di cartucce. Dopo aver sparato ha finto di averle esaurite, ma ne ha tenute alcune per sè, e ha restituito, al posto dell'arma vera, una pistola giocattolo. Della sostituzione al poligono ci si è accorti solo ieri, forse proprio quando la tragedia, e il nome del suo autore, era stata riportata dai mezzi di informazione. Ora le indagini della squadra mobile proseguono sotto il profilo penale e amministrativo, ma è ipotizzabile che all'orizzonte si profili per i responsabili una denuncia per omessa custodia dell'arma.
Intanto dal presidente del Tribunale di Bologna arriva una difesa ai magistrati che si sono occupati del rapporto conflittuale fra Marcello Pistone e la ex moglie Ilham Azounid, passato per denunce e controdenunce e sfociato nella strage. ''Sono fatti che destano sconcerto per la sequenza di inaudita gravità, ma ciascun magistrato ha fatto integralmente il suo dovere''. Per due volte la procura aveva richiesto l'arresto di Pistone e in entrambi i casi i giudici respinsero la richiesta, motivatamente.
Per quanto riguarda l'arresto più recente, quello del 21 ottobre scorso (per stalking) per Scutellari il giudice ''non poteva fare altro''. Il pm Stefano Orsi aveva deciso per l'arresto, chiedendo la convalida e la custodia in carcere. Ma quel giorno in tribunale mancò la querela della donna per l'episodio. ''E purtroppo è la condizione necessaria per la procedibilita'' ha spiegato il presidente. Scutellari ha aggiunto che il giudice monocratico in direttissima può giudicare solo il fatto in esame quindi, mancando la querela e valutando che quel giorno lo stalking era stato tutto sommato soft (non c'era stata violenza), il giudice non concesse la custodia in carcere ma decise per il divieto per Pistone di avvicinarsi alla moglie. ''Se avesse saputo dei fatti precedenti avrebbe potuto fare un ragionamento diverso in merito alla custodia - ha aggiunto - ma tecnicamente non poteva saperlo''. A carico di Pistone c'era infatti solo un vecchio precedente penale.
Quanto, appunto, ai fatti pregressi con la compagna, per Scutellari fu corretto anche il comportamento del gip che negò la custodia cautelare in carcere per l'inchiesta aperta del 2009, che vedeva Pistone accusato di violenza sessuale, calunnia, maltrattamenti in famiglia, violenza privata e lesioni personali ai danni della moglie. Per il Gip, i maltrattamenti non potevano essere reiterati visto che i due non vivevano più insieme da mesi.
(08 febbraio 2011)