Le recenti Olimpiadi hanno dimostrato ancora una volta la nostra dolorosa inferiorità. E nessuno se ne accorge e cerca rimedi.
Né valgono a consolarci gli ormai abituali successi nel tiro a volo e nel tiro con l’ arco, frutto piuttosto di una scuola e vanto di una limitata categoria di specialisti anziché della solita fortuna.
Dalla prima Olimpiade di Atene del 1896 a quella di Pechino del 2008 i nostri “ori” sono stati soltanto 2…..Non vi sembrano un po’ pochini? Il tiro a segno, sport che fino a qualche anno addietro, era il culto e l’ amore di pochi, venne poi conquistando le masse col fascino passionale delle sue gare. Ma gli organi dirigenti non dettero mai al tiro lo sviluppo e l’ importanza, cosa che accade invece in altre nazioni, che esso veniva continuamente assumendo per il crescente favore dei nostri giovani. Nel tiro manca quella scuola che in tanti sport ha fatto e fa la differenza. Non solo, manca l’ approccio che il nostro sport dovrebbe avere con i giovani, approccio che dovrebbe avvenire soprattutto nelle scuole di stato e non.
“LO SPORT DEL TIRO” NELLA SCUOLA
Specialmente nella scuola mancò, e manca tuttora, quell’ “indirizzo” alla pratica del tiro che potrebbe richiamare i giovani a quelle prove che danno saldezza di nervi e alta capacità di concentrazione, doti che , come l’ educazione spirituale ed intellettuale, salvo lievi modificazioni, rimarranno inalterate per la vita.
I campioni del domani verranno scovati solo facendo divulgazione nelle scuole: non basta che il figlio del tiratore che ha tanto entusiasmo da rubare dal suo tempo libero una fetta per allenarsi, emulando il padre, si affacci all’ agonismo cercando disperatamente di mettersi in luce magari per qualche posticino in squadra nel nostro campionato nazionale. Peccato, pensate quanto è vasta la platea di ragazzi su cui operare.
Si dovrebbero vincere molte difficoltà, è vero; si dovrebbe soprattutto urtare contro le ostili prevenzioni di vecchi o giovani invecchiati innanzi tempo. Direte: molte Sezioni svolgono attività esplorative già da molto tempo. E’ vero, ma spesso queste belle iniziative lasciano il tempo che trovano. Mi spiego. Molte sezioni organizzano leve di tiro ma, inevitabilmente, qualche ragazzino che mostra un qualche talento, per mancanza di idonei istruttori, brucia questa capacità miseramente nel giro di qualche anno.
“LA SCUOLA” NELLO SPORT DEL TIRO
Venendo a proposte concrete, bisognerebbe organizzare una vera scuola nello sport del tiro dove le sezioni “cittadine” rappresenterebbero, sotto ceri aspetti, il percorso ” elementari-medie” mentre la fase “liceo” dovrebbe essere affidata ad un team “regionale “maggiormente specializzato di istruttori. E “università”? Direte voi. Questa è la nota dolente… Mancando personale altamente specializzato, perché non affidarsi a docenti stranieri che però dovrebbero lavorare su elementi già “maturi” per il tiro. Solo così, a mio avviso, crescerebbero tra noi generazioni di tiratori meravigliosi che potrebbero portare i colori italiani alla vittoria nelle competizioni che contano.
Ho cercato di essere il più sintetico possibile ma l’ argomento suggerisce tante problematiche tra cui l’ argomento “tiratore di stato” sul quale mi ripropongo di scrivere in seguito.
Arrivederci a settembre Carlo Amato