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Che botta ragazzi!


6 Novembre 2025

Ultimo aggiornamento: 8:37 del 6 Novembre

A chi è in mano il rilascio del porto d’armi in Italia? Il caos dell’Unione Tiro a segno: tra commissari, riforme mancate ed elezioni saltate
di Lorenzo Vendemiale

Una funzione così delicata è affidata all'UITS, un misto tra un ente pubblico e una federazione sportiva. Commissariata da mesi, il reggente aveva annullato le elezioni in attesa di una riforma strutturale, ma una sentenza del Tar ha appena stabilito che bisogna tornare al voto.
A chi è in mano il rilascio del porto d’armi in Italia? Il caos dell’Unione Tiro a segno: tra commissari, riforme mancate ed elezioni saltate.
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Un’istituzione con una natura giuridica ibrida (metà ente pubblico, metà federazione sportiva) e una funzione così delicata (l’addestramento e il rilascio delle certificazioni per l’utilizzo delle armi), che proprio non trova pace. L’Unione Italiana Tiro a segno è di nuovo nel caos: commissariata da mesi, il reggente aveva annullato le elezioni in attesa di una riforma strutturale, ma una sentenza del Tar ha appena stabilito che la decisione è illegittima e bisogna tornare al voto.

La storia recente dell’UITS è piuttosto travagliata, come dimostra il fatto che ha avuto – per ragioni differenti – tre commissari diversi negli ultimi sette anni: Francesco Soro (oggi potente direttore generale dell’Economia al Ministero di Giorgetti), il colonnello Igino Rugiero e quello attuale, Walter De Giusti, che è anche segretario generale.

Poi ci sono gli scandali e i casi di cronaca che hanno accompagnato negli anni le sezioni di tiro affiliate all’ente: l’ultimo, il più clamoroso, nel 2022, il tragico pluriomicidio di Fidene, con un’arma trafugata dal poligono di Tor di Quinto. Tanto per dare il segno del ruolo cruciale che svolge ma anche delle difficoltà.


La scelta della nuova governance, che dovrebbe riformare l’ente e traghettarlo verso una nuova fase, è una telenevola che è andata avanti per mesi a cavallo tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025: sembrava conclusa e invece adesso viene riaperta dai giudici. L’ex presidente, l’avvocato Costantino Vespasiano, facendo leva sul ritardo da parte del Ministero nell’approvazione dello statuto, aveva tergiversato a lungo nella convocazione delle elezioni. I maligni dicono per paura di non essere rieletto: alle urne ci sarebbero stati tre candidati (Vespasiano, appunto, l’ex commissario Rugiero e la campionessa Valentina Turisini, unica donna ct della nazionale maschile), e in un voto così incerto poteva succedere di tutto.

Oltretutto, Vespasiano, che come già raccontato dal Fatto aveva cercato in passato un modo per ricevere lo stipendio, negatogli in quanto pensionato dalla Legge Madia, per effetto della stessa legge rischiava di essere candidabile ma non nominabile una seconda volta.

Con l’appoggio di Malagò, puntava a fare il commissario. Così, quando il Ministero aveva dato il via libera in extremis e le elezioni erano state convocate nei termini di legge, l’ente era stato comunque commissariato perché i precedenti organi erano scaduti e non più prorogabili. Solo che per guidarlo non era stato scelto l’ex presidente Vespasiano, ma il segretario generale De Giusti, che poi aveva deciso di annullare le elezioni, mai più riconvocate. Quella scelta ora viene bocciata dal Tar.


L’UITS ha dei problemi evidenti. È ente pubblico ma anche Federazione Sportiva: questa doppia natura fa sì che un buon 25% delle sezioni affiliate non svolga attività agonistica, non ha alcun tesserato, eppure goda dei benefici fiscali delle associazioni sportive, e partecipi all’elezione del presidente che è di fatto un funzionario pubblico.

Poi l’operato di quest’ultimo ricade sui ministri, responsabili per un ente che però è diretto da qualcuno che loro non possono nominare. D’altra parte il presidente deve pensare pure a mandare gli atleti alle Olimpiadi (dove da Campriani in giù ci siamo tolti tante soddisfazioni).

Sono tutte contraddizioni che prima o poi dovrebbero essere risolte, così come quella dell’esclusività di formazione, addestramento e rilascio del porto d’armi, che probabilmente andrà tolta all’UITS e rimessa ad un nuovo organismo, sotto il diretto controllo di Interni e Difesa.


Magari sarebbe stato meglio tornare al voto solo una volta sciolti questi nodi. Per farlo, però, serve una riforma strutturale, che passa dalla modifica dello statuto ma anche delle leggi statali, e potrebbe richiedere mesi, se non anni.

Il commissario non è stato nominato per questo, non può rimanere in carica in attesa di una riforma che non si sa se, quando e come si farà, senza un pezzo che lo autorizzi. Per questo, secondo i giudici, l’atto di revoca dell’assemblea “oltre che adottato in violazione di legge, risulta affetto anche da eccesso di potere”.

Non c’è un motivo reale che impedisca di votare, e la scelta del commissario è presa “in contrasto con le finalità del mandato attribuito (il cui incarico era temporalmente circoscritto) nonché per perseguire un obiettivo non realizzabile, poiché la dedotta incompatibilità tra le norme statati e l’ordinamento sportivo richiederebbe una modifica delle prime”. Risultato: salvo ricorsi e ulteriori ribaltoni, l’Unione Tiro a segno tornerà alle urne, probabilmente a inizio 2026 (prima bisogna almeno approvare i bilanci che negli ultimi mesi erano stati messi in sospeso per l’assenza dei revisori). Avrà presto un nuovo presidente, i vecchi problemi resteranno.

X: @lVendemiale
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Oggi è il grande giorno, il D-DAY dell'udienza al TAR Lazio in cui si discuterà dell'annullamento delle elezioni da parte del

Commissario straordinario ex Segretario Generale.

I TSN dove si pratica la nuova specialità Olimpica del tutti contro tutto si trasformeranno in RING per la Boxe.

Ed anche su questo i Commissario straordinario è pronto perchè nel frattempo è diventato SG della Federazione Boxe.


 


Che figuraccia che ha fatto il commissario.

Adesso potrà solo rifarsi al Consiglio di Stato se ne avrà il coraggio con il 50% delle probabilità.

Fa meraviglia il fatto che lui, avendo competenze amministrative, ma perdonatemi se inizio a nutrire qualche perplessità, è stato fermamente ed indiscutibilmente sanzionato dal

TAR Lazio per eccesso di potere.

Adesso ci saranno problemi per i costi, se sostenuti, dell'assemblea annullata?

Ci saranno problemi per il suo stipendio da commissario?

Ci saranno problemi per l'incarico/stipendio a segretario generale della Boxe che si cumula a quello di commissario UITS?

Chissà come andrà a finire!

Certo che la strada è tutta in salita, oltre che per il commissario, anche per i ricorrenti vittoriosi di "Pirrica interpretazione danzante".

Se l'ex segretario UITS ora commissario proporrà riscorso al CDS potrebbe passare abbondantemente un altro anno prima della sentenza e per le elezioni .....Buonanotte!

La morale è: "mentre i ricchi fanno la guerra sono i poveri a morire".

Alternativamente Il commissario avrà bisogno di un salvacondotto con l'opposizione.

Ahimè ci sono più opposizioni in UITS e l'accordo con una parte di esse non è detto risolva tutti i problemi.








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Oggi è il grande giorno, il D-DAY dell'udienza al TAR Lazio in cui si discuterà dell'annullamento delle elezioni da parte del

Commissario straordinario ex Segretario Generale.

I TSN dove si pratica la nuova specialità Olimpica del tutti contro tutto si trasformeranno in RING per la Boxe.

Ed anche su questo i Commissario straordinario è pronto perchè nel frattempo è diventato SG della Federazione Boxe.


 
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Immagine e media - Discussione, idee e proposte / Re:ASSEMBLEA GENERALE ESC
« Ultimo post da VENDETTA il Ottobre 26, 2025, 07:51:08 am »
https://esc-shooting.org/news/read/european-shooting-confederation-general-assembly-elects-alexander-ratner-as-president-in-yerevan-1105

Riconfermato il Presidente uscente della ESC ma leggete cosa dice chi l'ha sfidato (traducete la pagina dal Finlandese all'Italiano):

https://www.lansi-savo.fi/urheilu/8949751


Questa non era la fine - questo era l'inizio"

All'inizio dell'incontro, l'attuale leadership del CES ha annunciato che l'oligarca russo Vladimir Lisin è l'unico sponsor del sindacato.

"In seguito, Ratner ha detto che Lisin prometterà 200 000 euro a ciascun sindacato membro, un totale di 23 milioni di euro di finanziamenti per il prossimo mandato.

Questo era un prezzo per loro. Sfortunatamente, la maggioranza ha scelto i soldi, ma sempre più persone credono che il futuro degli sport di tiro europei appartenga ai

valori, e non è disponibile per l'acquisto, dà poche speranze, ha detto Nissinen.

"Continuerò a lavorare a nome del CES trasparente, etico e indipendente. Questa non era la fine – questo era l’inizio.

Anne Laurila, direttore esecutivo della Federazione finlandese dello sport di tiro, è stata sorpresa dalle promesse finanziarie aperte.

"Il rappresentante tedesco ha chiesto se Ratner vede qualche problema etico con tali promesse. Non ho visto, Laurila ha aperto nel comunicato stampa.


Laurila aveva chiesto a Ratner chi avrebbe guidato il sindacato se fosse stato eletto, Ratner o sponsor Lisi.




Leggendo l'articolo così come tradotto lascia una certa amarezza perché la sfidante sconfitta è come se avesse dato degli accattoni a chi ha votato RATNER.
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Non dice assolutamente nulla.
E' la fantasia di chi legge (ascolta) che gli attribuisce (attribuirà) un senso secondo le proprie necessità o desideri!
E' uno dei più vecchi giochi della "comunicazione", fare in modo che sia la fantasia dell'auditorio a comprendere (immaginare) ciò che mai s'è detto!
Vale per le menti elementari che non comprendono (ne mai lo potranno fare) per stupidità od interessi.
Se fossimo in medicina si tratterebbe di accanimento terapeutico su un paziente che dovrebbe essere lasciato andare al suo destino, e poi rifondato con altre teste e pensieri (difficilissimo perché la stessa "patologia" dovrebbe creare una "cosa sana", e ciò è impossibile).
Mai capito quali tra questi due dannati comportamenti sia il prevalente.
Vedremo...
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L’impegno di Tagliacozzo per recuperare un rapporto di fiducia con l’utenza
Un modo di agire che sembra controcorrente ma che in effetti cerca di evolversi rispondendo al cambiamento

Il mio impegno si è concentrato negli ultimi anni nella definizione di modelli operativi capaci di scardinare la farraginosità di una burocrazia antagonista dell’efficienza, per stabilire parametri non solo di efficienza ma anche di approccio “umanizzato” e umanizzante finalizzato al recupero di un rapporto di fiducia con l’utenza. Ma non basta. Nessun paradigma gestionale può dirsi effettivo e applicabile se non può essere sottoposto a dispositivi di misurazione fondati su un corredo di KPI quanto più possibili oggettivi che conduca a documenti di rendicontazione attendibili e non superficiali. Un assesment di multi-utilità che comprenda precisi riferimenti a standard e obiettivi di impatto ambientale, sociale e di governance capaci di attribuire anche ad organizzazioni medie e piccole, come nel caso della multiservizi che mi onoro di guidare da qualche anno, un rating di affidabilità adeguato alla partecipazione di bandi e gare dove sempre più certi requisiti sono divenuti essenziali.   

https://www.youtube.com/watch?v=BopajnSkVNk
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L’impegno di Tagliacozzo per recuperare un rapporto di fiducia con l’utenza
Un modo di agire che sembra controcorrente ma che in effetti cerca di evolversi rispondendo al cambiamento

Il mio impegno si è concentrato negli ultimi anni nella definizione di modelli operativi capaci di scardinare la farraginosità di una burocrazia antagonista dell’efficienza, per stabilire parametri non solo di efficienza ma anche di approccio “umanizzato” e umanizzante finalizzato al recupero di un rapporto di fiducia con l’utenza. Ma non basta. Nessun paradigma gestionale può dirsi effettivo e applicabile se non può essere sottoposto a dispositivi di misurazione fondati su un corredo di KPI quanto più possibili oggettivi che conduca a documenti di rendicontazione attendibili e non superficiali. Un assesment di multi-utilità che comprenda precisi riferimenti a standard e obiettivi di impatto ambientale, sociale e di governance capaci di attribuire anche ad organizzazioni medie e piccole, come nel caso della multiservizi che mi onoro di guidare da qualche anno, un rating di affidabilità adeguato alla partecipazione di bandi e gare dove sempre più certi requisiti sono divenuti essenziali.   
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Discutiamo di... tutto / Re:CONI - RIFORMA GIUSTIZIA SPORTIVA
« Ultimo post da diamante il Agosto 03, 2025, 08:31:24 am »
BERRUTO_M@CAMERA.IT


Sopra la mail dell'On.Le Berruto per segnalazioni in ordine alla "IN" giustizia sportiva subita.
Ciao
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Discutiamo di... tutto / Re:CONI - RIFORMA GIUSTIZIA SPORTIVA
« Ultimo post da VENDETTA il Agosto 01, 2025, 09:04:10 am »
https://www.italiaoggi.it/settori/sport/la-giustizia-sportiva-italiana-sul-banco-degli-imputati-berruto-il-sistema-e-sfuggito-dalle-mani-nyqyjdwz?refresh_cens&fbclid=IwY2xjawL36vhleHRuA2FlbQIxMQABHnchwd5UMn6znXXFIID2QHOXzqIVBBwLRDMWEmcG8Ba8SytF0yuE1V3jvn4J_aem_4z5lXeM1UVt_FlZY6tr8yA?refresh_cens


Articolo molto interessante!

Il deputato dice di avere un indirizzo mail su cui poter inviare le segnalazioni della Mala Giustizia Sportiva.



La giustizia sportiva italiana sul banco degli imputati. Berruto: «il sistema è sfuggito dalle mani»
Il deputato del Pd ed ex ct della nazionale di pallavolo ha depositato alla Camera la richiesta di un’indagine conoscitiva sulla giustizia sportiva. «Modello usato come clava per demolire gli avversari». Il governo pronto a rilanciare con un tavolo tecnico

di Michele Damiani29/07/2025

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La giustizia sportiva italiana non funziona. Il sistema «è sfuggito dalle mani e dagli obiettivi originari» e «con enorme spreco di risorse» viene sempre più spesso usato «come clava per demolire gli avversari delle governance federali in fantomatici tribunali dove i giudici vengono scelti e nominati da chi dovrebbe essere giudicato». A pensarlo (e non solo lui) è Mauro Berruto, deputato del Pd ed ex ct della nazionale di pallavolo, che sulla base di queste motivazioni ha deciso di depositare in ufficio di presidenza della 7^ commissione della Camera una richiesta di indagine conoscitiva sulla giustizia sportiva. Un’iniziativa che non è piaciuta ad alcuni rappresentanti di vertice dello sport, in particolare ai presidenti delle federazioni di calcio e basket, che hanno avuto parole critiche nei confronti di Berruto. ItaliaOggi lo ha intervistato per capire come si è arrivati a questo punto e quali saranno i prossimi passi, con il governo che pare intenzionato ad aprire un tavolo di lavoro sull’argomento.

Il tavolo tecnico sulla giustizia sportiva

«Non so se sia una coincidenza», le parole del deputato Pd, «ma pare proprio che l’esecutivo sia intenzionato a far partire un tavolo tecnico con il Coni sulla giustizia sportiva. Non solo sarei contento di un istituto del genere, ma rilancio ancora di più l’esigenza di un’indagine che, con i suoi lavori, permetterebbe al tavolo di avere un quadro preciso della situazione. Spero solo, però, che le due cose non siano alternative, altrimenti le tempistiche della decisione sarebbero almeno sospette. Ma non voglio pensar male».

L’elefante nella stanza

A prescindere dalle mosse del governo, l’iniziativa di Berruto va avanti: «parlo a prova di smentita: chi frequenta il mondo dello sport sa che esistono dozzine e dozzine di situazioni al limite sul fronte della giustizia sportiva, spesso usata come clava per fare fuori i propri avversari. Una giustizia che riguarda lotte di potere, magari per impedire a qualcuno di candidarsi a posizioni federali. Ci troviamo tanti atleti, dirigenti, tecnici ecc che hanno smesso di fare attività per motivazioni del genere. Quest’anno abbiamo avuto un numero record di candidati al Coni; su 8 partecipanti alle elezioni, 5 di essi – quelli che sapevano di non poter essere eletti – hanno sollevato il problema in assemblea. Non si può più ignorare l’elefante nella stanza».

L’imparzialità dei giudici

Una delle problematiche principali riguarda l’imparzialità dei giudici: «chi viene giudicato nomina i giudici nel mondo parallelo della giustizia sportiva italiana. Il controllore non può essere controllato da chi deve controllare». Di conseguenza, lo strumento «viene spesso utilizzato per regolare rapporti di potere, per impedire candidature o spingerne altre. Un contesto proprio di tutte le federazioni, soprattutto quelle più piccole, che hanno meno clamore mediatico».

Come funziona all’estero

Tra le priorità dell’indagine anche quella di analizzare il sistema proprio di altri paesi: «ho sottolineato ripetutamente che nella richiesta di indagine è presente anche il confronto con quanto succede all’estero. Esistono modelli simili a quello italiano, come in Germania, modelli molto diversi, come in Francia, o vie di mezzo, come in Spagna. Credo sia normale confrontarsi e capire cosa succede nel resto d’Europa».

Già trenta casi segnalati

A prescindere dalla scelta della presidenza della 7^ commissione (che ha l’ultima parola sull’eventuale avvio dell’indagine) una sorta di raccolta dati è già partita: «ho lanciato una provocazione», spiega Berruto, «chiedendo a chi ha subito casi personali di “malagiustizia sportiva” di segnalarmeli. Ho già ricevuto una trentina di dossier da 7-8 federazioni diverse. Metto a disposizione la mia casella mail per chiunque abbia voglia di inviarmi un caso limite. Oltre alle segnalazioni, devo dire che ho ricevuto centinaia di messaggi di sostegno, che mi invitavano ad andare avanti».

Le reazioni del mondo dello sport

Sostegno che, però, non arriva anche dai vertici dello sport italiano. Il presidente della Figc (calcio) Gabriele Gravina, ad esempio, ha risposto poco dopo l’annuncio della presentazione dell’indagine: «Non so a chi faccia riferimento l’onorevole Berruto, tuttavia, rappresentando una Federazione affiliata al Coni, mi sento di rispondere che questa ripetuta delegittimazione degli organi della giustizia sportiva non è accettabile. Se Berruto è a conoscenza di fatti gravi, come quelli a cui fa riferimento, li denunci alla Procura della Repubblica, facendo nomi e cognomi. Per il bene dello sport, è tempo di assunzioni di responsabilità, non di processi sommari», le parole di Gravina. A stretto giro è arrivata anche la risposta del presidente della Fip (pallacanestro) Gianni Petrucci: «Sono partiti col toglierci il controllo delle società professionistiche, da un po’ ci siamo accorti che, nonostante i risultati, l’organizzazione dello sport italiano è tutta sbagliata… Ora ci tolgano anche la giustizia sportiva e gli arbitri, così saremo al completo. Ci lascino però almeno il diritto di parola».

La rinuncia del generale dei Carabinieri

Giudizi che, però, non preoccupano Berruto: «mi piace citare il generale dei Carabinieri Enrico Cataldi, chiamato da Giovanni Malagò al Coni per cercare di riformare la giustizia sportiva. Un’impresa alla quale ha rinunciato, viste le difficoltà incontrate». Queste le parole di Cataldi nel 2018: «non ci sono le condizioni per restare ... la giustizia è e deve restare cosa delle federazioni e nessuno super partes deve poter metterci il naso. Ho passato la vita a lottare cercando di fare giustizia e seguendo casi difficilissimi, ora mi rendo conto che nello sport l'impresa è superiore alle mie forze».

I prossimi passi

L’indagine, nel caso si tenesse, prevede la convocazione di una ventina di soggetti «dal ministro per lo sport ai vertici federali, fino ai casi di malagiustizia», spiega ancora Berruto. «Dobbiamo capire bene se davvero esista un problema e di che entità sia. Negli anni sono emerse radiazioni per motivazioni assurde, una giungla dove c’è assegnazione diretta del ruolo del giudice, magari anche in situazioni di conflitti di interesse che diventano quasi imbarazzanti. Un sistema che magari poteva avere un senso 40 anni fa, ma che oggi è almeno da analizzare e da revisionare. Il mio obiettivo», conclude Berruto, «è che la terzietà sia incrollabile. Se ci riusciamo, sarebbe un grosso passo avanti».
Michele Damiani
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