CONCENTRICA - Forum di attualità e notizie sul Tiro a Segno (TSN - UITS)
Quattro amici al bar => Discutiamo di... tutto => Topic aperto da: mimmo - Aprile 21, 2011, 13:06:03 pm
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Giovedì 21 Aprile 2011 11:30
CONI: PAGNOZZI E PANCALLI PROBABILI SUCCESSORI DI PETRUCCI Scritto da Ugi
Palazzo H (AGENPARL) - Roma, 21 apr - “Hanno convissuto ai vertici del Coni per anni e sembra che il Presidente Giovanni Petrucci abbia dato il placet per la sua successione". Lo dichiara una fonte ben informata del Coni.
“Le ipotesi sono due – continua la fonte - ed interscambiabili. La prima: l'attuale segretario generale Coni Raffaele Pagnozzi prenderebbe il posto di Petrucci, con il vicepresidente Coni e presidente del Comitato Paralimpico, Luca Pancalli, a ricoprire il ruolo di segretario. La seconda ipotesi: Pancalli designato alla poltrona di presidente, ma in questo caso bisognerebbe convincere Pagnozzi, col quale ha stretto un saldo rapporto, a proseguire il suo lavoro per un altro quadriennio. Le elezioni saranno nel 2013 dopo i Giochi Olimpici di Londra e questo fa sì che per i corridoi del Palazzo H e dai presidenti federali ogni spiffero venga al momento prontamente tappato”.
“Naturalmente - prosegue la fonte - le ipotesi relative alla successione di Petrucci, che viene dato pronto a candidarsi tra le fila dell'Udc, sono variegate. La poltrona di governatore dello sport italiano, neanche a dirlo, stuzzica l'appetito di molti. Soprattutto di chi ha qualche conto in sospeso con gli attuali dirigenti. Per esempio, dopo le bacchettate di Petrucci sulla questione doping, potrebbe dar vita ad una fronda di opposizione all'attuale triumvirato il presidente della Federciclismo Renato Di Rocco, che ha escluso una sua candidatura, ma che, con ogni probabilità, non disdegnerebbe una sua elezione come segretario generale, così come l'onorevole Paolo Barelli (Federnuoto)”.
Alle scorse elezioni fu Franco Chimenti, presidente della Federgolf, a sfidare con una cordata di presidenti Gianni Petrucci. Una battaglia persa che difficilmente vorrà ripetere. Molto dipenderà dal numero e dai nomi dei candidati che si presenteranno.
Chi invece potrebbe ambire alla guida del Palazzo H, se appoggiato da una larga maggioranza, è Giovanni Malagò, presidente del Circolo Canottieri Aniene e membro di Giunta Coni. Il suo è un nome ricorrente e assai spendibile quando si parla di candidature. Dopo aver presieduto il comitato dei Mondiali di nuoto del 2009, era stato accostato senza risultati anche al Comitato Roma 2020. E' competente ed ha le conoscenze giuste nei salotti del potere.
Un altro nome per il govenro del Coni è quello dell'attuale presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, anch'egli membro di Giunta. La federazione che presiede è però difficile da assegnare, visto il peso che ricopre all'interno del mondo sportivo italiano. Tra le opzioni che impazzano nel "Coni-mercato" c'è anche quella che vorrebbe Abete in capo al Coni e Petrucci passare al governo del calcio. Fantapolitica? Forse. Diciamo che è un'ipotesi da non scartare, ma di difficile percorrenza.
Sicuramente nei prossimi mesi usciranno nuove voci e nuovi nomi spendibili sul mercato della politica sportiva. Basta attendere.
L'unico dato certo in questo momento - ricordiamoci che siamo nell'anno preolimpico e che le Federazioni aspettano con ansia di sapere quale sarà il budget messo a loro disposizione per concludere il quadriennio - è che nessuno è pronto puntare ufficialmente un centesimo di euro su chicchessia. Il rischio che il cavallo vincente si tramuti in una scommessa persa è troppo grande. La paura di farsi terra bruciata intorno è elevata, anche se in maniera sotterranea, tra incontri, incroci di sguardi e pacche sulle spalle, i primi accordi sono già stati allacciati.
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Gazzetta dello Sport
16 aprile 2011
Petrucci decide Pagnozzi l' erede
La notizia è che Gianni Petrucci ha sciolto la riserva. Nel segno della continuità Coni, il «suo» candidato alla successione, quando nel 2013 dovrà passare la mano, è Lello Pagnozzi. Non vi aspettate naturalmente dichiarazioni di voto a breve, che quelle servono per bruciare le persone. Ma c' è silenzio e silenzio: fino a qualche mese fa, quello di Petrucci era imperscrutabile. Oggi la situazione è cambiata: il gioco di squadra tra i due funziona come non mai, e sull' argomento è stata fatta nelle ultime settimane chiarezza assoluta. Al punto, forse, da individuare anche il nome del prossimo segretario generale del Coni: Luca Pancalli, da molto tempo legato a Pagnozzi da un patto di reciprocità. E' anche per questo che al Coni, quando hanno letto alcuni passaggi dell' intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport dal presidente della Federciclismo Renato Di Rocco dopo la dura presa di posizione di Petrucci su doping & ciclo, hanno preso cappello. Fuoco e fiamme, giovedì, nella telefonata tra Pagnozzi e Di Rocco. Sotto processo due affermazioni, quella in cui si dichiara vittima «delle manovre che si stanno definendo per il rinnovo delle cariche del Coni» e quella relativa a Collinelli, il tecnico della pista che viene da una squalifica per doping («Pagnozzi sapeva tutto»). Una telefonata senza lieto fine, altri tempi quelli in cui si potevano vedere Pagnozzi e Di Rocco correre a braccetto sulle piste ciclabili dei Lungotevere. Ieri Petrucci, nell' attaccare Di Rocco senza mai nominarlo, gli ha attribuito interpretazioni «fuorvianti e inopportune» finalizzate a «distogliere l' attenzione» dal problema ciclismo. Sul quale, ed è questo l' unico motivo dei j' accuse Coni, diluvia e continuerà a diluviare a cura di Procure della Repubblica e organismi investigativi sovrannazionali. Certo è che il fallo di reazione di Di Rocco, che smentisce sue presunte velleità elettorali anche se c' è chi gli attribuisce una voglia (perlomeno) di segreteria generale del Coni, lo iscrive d' autorità tra gli oppositori conclamati degli attuali vertici del Foro Italico. Dove trova la compagnia, e forse anche un buon feeling, con il senatore Paolo Barelli (federnuoto) e il professor Fabio Picozzi (presidente federmedici mondiale ed ex membro di Giunta). Gli amici di Petrucci e Pagnozzi? Molti li trovate dentro la neonata Commissione sport per tutti. La lunga corsa verso il 2013 è appena cominciata.
Palombo Ruggiero
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http://www.ilmessaggero.it/sport/altrisport/coni_malag_sfida_pagnozzi_nella_corsa_alla_presidenza/notizie/210009.shtml
Coni, Malagò sfida Pagnozzi
nella corsa alla presidenza
Giovanni Malagò
ROMA - «Penso di aver maturato una esperienza che può aiutare a supportare il mondo dello sport italiano e per questo annuncio ufficialmente la mia candidatura alla presidenza del Coni».Giovanni Malagò esce allo scoperto e a 4 giorni dal via dei Giochi di Londra ufficializza ÿla sua candidatura alla poltrona più importante dello sport azzurro. Il presidente del Circolo Canottieri Aniene, al momento, è quindi l'avversario numero uno del segretario del Coni, Raffaele Pagnozzi, anche lui candidato per il dopo-Petrucci.
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Sinceramente avrei preferito un Pietro Mennea (Olimpionico - ex Senatore) o un Gianni Rivera (ex Calciatore-ex deputato) come candidati alla Presidenza del Coni.
Ciao
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http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Altri_Sport/Olimpiadi/16-02-2013/malago-attacca-pagnozzi-non-mi-piace-due-motivi-vinco-io-9229695387.shtml
Malagò attacca Pagnozzi
"Non mi piace per due motivi, vinco io"
Milano, 16 febbraio 2013
"Fabbricini sarà il segretario del Coni. Ripristinerò il vicesegretario: Mornati"
Malagò, ieri alla Stampa ha dichiarato di essere "piuttosto sicuro di avere i 39 voti che servono" per diventare presidente del Coni. Che vuol dire quel "piuttosto sicuro"?
"Che mi fido delle persone con cui ho parlato, che ho incontrato e con cui ho varato il programma. Penso di avere quei voti. Almeno 39".
Pagnozzi fa a meno di quel "piuttosto". Lui è sicuro di vincere. Dov'è l'errore?
"I voti sono 76 ma a parole rischiano di diventare 20 di più, lo so bene. Ci sono persone che per una serie di motivi non si sono volute esporre o non hanno potuto, altre che per contro a esporsi sono state costrette. Ecco perché poi ci sono due vincitori. Presunti".
Perché è difficile trovare suoi grandi elettori "manifesti"?
"La pressione da parte del Palazzo ha creato fortissimi condizionamenti. E' la natura dell'uomo, comprensibile. Fin quando non c'è un presidente, ci sono una miriade di situazioni aperte, in particolare economiche, che regolano il rapporto tra Coni ed elettori. Far finta che questo non condizioni esternazioni o mancate esternazioni è ipocrita".
Cinque giorni alle elezioni, ultima occasione per sparare su Pagnozzi. Parli ora o mai più.
"E' contro la mia natura sparare su una persona. Ma non mi piace e non condivido alcuni incontri con gli elettori in cene in cui si sono determinati condizionamenti psicologici evidenti. Questione di stile, già caratteristica dell'era Petrucci, mosse ineleganti, sbagliate e controproducenti. Se conosco bene alcune persone, costringerle a una firma o a una dichiarazione è come averle violentate. Prometto fin d'ora che se diventerò presidente non sottoporrò mai nessuno a imposizioni. Lo sport ha bisogno di partecipazione e coraggio critico, non si va lontani con persone che dicono sempre di sì. Non condivido anche la sfera economica sui ruoli: Pagnozzi percepisce dal Coni una cospicua pensione, cui aggiunge un cospicuo stipendio da amministratore delegato di Coni Servizi, cui aggiunge ancora una indennità quale facente funzioni di direttore generale di Coni Servizi. Non va bene. Sia io che il mio segretario generale una volta al Coni intendiamo avere Coni Servizi solo come interlocutore, sono ruoli e compiti distinti".
A proposito di segretario, ci spiega il caso Pancalli?
"A luglio mi vedo con Luca Pancalli e gli parlo dei miei programmi e dell'ipotesi di un percorso comune, inclusa la fusione Coni-Cip. Luca si dice entusiasta ma aggiunge, "aspettiamo la fine dei Giochi di Londra perché sono tentato di candidarmi anche io". Rientro nel suo ufficio per chiarire, fine dei Giochi olimpici o paralimpici? Paralimpici, mi dice. Solo che 48 ore dopo proprio la Gazzetta dello Sport ufficializza l'accordo Pagnozzi-Pancalli. Lo chiamo, si dichiara mortificato ma dice che il legame di anni con Petrucci e Pagnozzi gli impedisce di fare altrimenti. Amen. Penso a un'alternativa che trovo a novembre e che ritengo eccellente: Roberto Fabbricini, la cui storia di uomo Coni ora in pensione, per 15 anni dirigente e poi direttore della Preparazione Olimpica è nota a tutti. Sono rimasto impressionato dal consenso che raccoglie, anche di chi so che non mi voterà. Non è tutto: parlando con Roberto, abbiamo condiviso l'idea di reintrodurre il ruolo, che già esisteva negli anni '70, di vicesegretario generale. Questa persona è Carlo Mornati, che unisce una grande carriera sportiva con un percorso professionale di prim'ordine all'interno del Coni".
Fabbricini-Mornati anti-Pancalli. Ma allora perché quella proposta pochi giorni fa?
"Quando Fabbricini mi ha dato l'okay ha posto tre condizioni: fare il segretario ma senza retribuzione, poiché essendo da poco in pensione, più o meno la stessa situazione di Pagnozzi, non vuole alcuna indennità; avere la benedizione di una figura fondamentale della storia dello sport italiano (ottenuta: è Mario Pescante ma Malagò non ne fa il nome, ndr); essere davvero sicuri che Luca Pancalli non fosse disponibile: "perché se Pancalli ti dicesse di sì io faccio subito un passo indietro", così mi ha detto Roberto e per questo ho dato a Luca un'ultima opportunità. Inoltre, volevo dimostrare al mondo dello sport che avevo fatto di tutto per non dividerlo. Il vero rischio è quello di spaccare in due lo sport. Anche per questo ho cercato di ipotizzare un governo molto meno romanocentrico di quello di Pagnozzi".
Sicuro di avere combattuto "a mani nude"? L'hanno vista bussare a tutte le porte della politica, altro che autonomia
"Ho parlato con tante persone, certo, anche coi politici. Ho fatto quello che fanno tutti, Pagnozzi incluso. Sarebbe comico negarlo. E tuttavia non c'è mai stato un momento come questo in cui la politica incide così poco sulle elezioni del Coni. Lo ha riconosciuto anche Petrucci".
In Giunta Coni quota tecnici ci va di sicuro Valentina Turisini, tiro a segno. Sia lei che Pagnozzi sostenete che la Turisini è "vostra". Come fate?
"La verità è una sola e Pagnozzi la conosce bene. Ho avuto per primo l'idea di coinvolgerla e poi, tipico di un certo modo di comportarsi, qualcun altro l'ha cavalcata. Oltre a Valentina sa qual è la verità il suo presidente Obrist".
Caso Marasi, la pallavolista eletta contro la quale è stato presentato ricorso per mancanza di requisiti. E' chiuso, come dicono Federpallavolo, Coni e ministro Gnudi, o no? E soprattutto, lei c'entra niente?
"Caso chiuso e per me mai esistito. Spero di diventare presidente del Coni sapendo di avere contro il voto della Marasi".
Come mai Kelum Perera, primo dei non eletti tra gli atleti, nell'accettare il verdetto delle urne, l'ha ringraziata con una mail per "l'affetto, dedizione e disponibilità con le quali i tuoi collaboratori si sono adoperati per verificare possibilità di contestazione al risultato"?
"La mail l'ho girata io alla Marasi. Perera usando la parola collaboratori si riferiva al lavoro fatto per cercare di eleggerlo. So che mi avrebbe votato".
Come è finita con l'invito a cena la sera di lunedì? Si farà?
"L'idea era di coinvolgere anche Pagnozzi in una iniziativa comune. Ha preso tempo e poi mi ha risposto per lettera che preferiva fare la cena con i suoi. Occasione mancata, abbiamo un modo diverso di approcciare le elezioni. La mia cena resta in piedi e l'invito è rivolto a tutti, senza preclusione alcuna".
Se perde, che cosa fa?
"Non ci ho proprio pensato. Da presidente della Canottieri Aniene sono in scadenza, elezioni a fine marzo".
Ultimo appello: perché devono votare lei e non Pagnozzi?
"Perché sono convinto che insieme si può costruire qualcosa di importante e nuovo per lo sport italiano. E sottolineo insieme".
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Chi l'ha cavalcata?
Ciao
http://www.youtube.com/watch?v=YxBJigeNTAw
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http://www.sporteconomy.it/Elezione+CONI%3A+Pagnozzi+avanti,+Malag%26ograve%3B+insegue..._45719_20_1.html
Elezione CONI: Pagnozzi avanti, Malagò insegue...
Nove giorni prima dell’assemblea elettiva del Coni di martedì 19 (ore 9.30 nel salone d’onore del Foro Italico) e Sporteconomy tenta di anticipare il voto per il presidente, per la Giunta Nazionale e la designazione del segretario generale. Ci siamo assunti l'onere di riempire le caselle del nuovo governo del Comitato Olimpico Nazionale, che resterà in carica fino 2016 (in proroga fino a giugno 2017). Presiederà l’assemblea il membro del Cio Franco Carraro (candidato tra l'altro del PDL in Emilia-Romagna in queste politiche).
Il nostro lavoro si è svolto ascoltando le dichiarazioni di voto (poche) e interpretando dichiarazioni e presenze a questa o a quella riunione. E' un esercizio virtuale, una simulazione e non vuole in alcun modo influenzare questo o quel "grande elettore". Sicuramente qualcuno storcerà il naso nel vedersi inserito in una lista o in un’altra. Vogliamo rispondere con una delle tante fulminanti battute di Giulio Andreotti, che del Coni è uno dei “tutori”: “A essere maliziosi si fa peccato (e si può essere smentiti) ma ci si azzecca”. Salvo, poi, in molti e in extremis saliranno sul carro del vincitore.
Il collegio elettorale è formato dai 76 componenti:
Pagnozzi: voti 45
Malagò: voti 29
Incerti: 2
GIUNTA NAZIONALE: Pagnozzi, Abete, Barelli, Binaghi, Croce, Di Rocco, Chechi, Pigozzi; De Pellegri, May; Turisini; Achini; Porqueddu; Castoldi; (membri Cio) Carraro, Cinquanta, Pescante.
Segretario generale: Pancalli.
Voti dei Presidenti delle Federazioni (45):
Pagnozzi: 27
Malagò:16
Incerti: 2
PRESIDENTE FEDERAZIONE PREFERENZA
1. Giuseppe Abbagnale FIC-canottaggio Malagò 1
2. Giancarlo Abete FIGC-calcio Pagnozzi 1
3. Riccardo Agabio FGDI-ginnastica Pagnozzi 2
4. Sabatino Aracu FIHP-pattinaggio Pagnozzi 3
5. Paolo Barelli FIN-nuoto Pagnozzi 4
6. Luigi Bianchi FITRI-triathlon Pagnozzi 5
7. Angelo Binaghi FIT-tennis Pagnozzi 6
8. Giancarlo Bolognini FISG-ghiaccio Malagò 2
9. Felice Buglione FIDASC-armi caccia Pagnozzi 7
10 Luciano Buonfiglio FICK-canoa Malagò 3
11 Maurizio Casasco FMSI-medici sport Malagò 4
12. Franco Chimenti FIG-golf Malagò 5
13. Carlo Croce FIV-vela Pagnozzi 8
14. Antonella Dallari FISE-equitazione) incerto 1
15. Angelo Sticchi Damiani ACI-auto Malagò 6
16. Luca Di Mauro FIH-hockey Pagnozzi 9
17. Renato Di Rocco FCI-ciclismo Pagnozzi 10
18. Alberto Brasca FPI-pugilato Pagnozzi 11
19. Michele Dell’Olio FISW-sci nautico Malagò 7
20. Lucio Felicita FIPM-pentathlon Pagnozzi 12
21. Riccardo Fraccari FIBS-baseball Malagò 8
22. Alfredo Gavazzi FIR-rugby Malagò 9
23. Alfio Giomi FIDAL-atletica incerto 2
24. Vincenzo Iaconianni FIM motonautica Malagò 10
25. Giuseppe Leoni AeCI-aeroclub Malagò 11
26. Carlo Magri FIPAV-pallavolo Pagnozzi 13
27. Gianni Petrucci FIP pallacanestro Pagnozzi 14
28. Alberto Miglietta FIBA-badminton Malagò 12
29. Ugo Claudio Matteoli FIPSAS-pesca Malagò 13
30. Ernfried Obrist UITS-tiro a segno Pagnozzi 15
31. Luca Pancalli CIP-paralimpici Pagnozzi 16
32. Sun Jae Park FITA-takewondo Pagnozzi 17
33. Matteo Pellicone FIJLKAM-lotta judo Pagnozzi 18
34. Francesco Purromuto FIGH-pallamano Pagnozzi 19
35. Gianfranco Ravà FICr-cronometristi Malagò 14
36. Romolo Rizzoli FIB-bocce Pagnozzi 20
37. Flavio Roda FISI-sci Pagnozzi 21
38. Luciano Rossi FITAV-tiro a volo Pagnozzi 22
39. Giorgio Scarso FIS-scherma Malagò 15
40. Mario Scarzella FITARCO Pagnozzi 23
41. Franco Sciannimanico FITeT-tennistavolo Pagnozzi 24
42. Paolo Sesti FMI motociclismo Pagnozzi 25
43 Antonio Urso FIPE-pesi Malagò 16
44. Christian Zamblera FIDS-danza Pagnozzi 26
45. Siro Zanella FIGS-squash Pagnozzi 27
Membri del Cio (3):
Pagnozzi voti: 2
Malagò voti: 1
1.Franco Carraro Pagnozzi
2.Ottavio Cinquanta Pagnozzi
3.Mario Pescante Malagò
Regionali e Provinciali CONI (6):
Pagnozzi voti 4
Malalagò voti 2
1. Gianfranco Bardelle (Nord) Pagnozzi
2. Fabio Sturani (centro) Malagò
3. Gianfranco Fara (sud) Pagnozzi
4. Franco Tomassini (prov/nord) Pagnozzi
5. Eugenio Giani (prov/centro) Malagò
6. Giuseppe Abate (prov/sud) Pagnozzi
Atleti (9):
Pagnozzi voti 5
Malagò voti 4
1.Alessia Arisi (tennistavolo) Pagnozzi
2. Antonio Rossi (canoa) Pagnozzi
3. Damiano Tommasi (calcio) Pagnozzi
4. Marco Durante (golf) Malagò
5. Josefa Idem (canoa) Malagò
6. Mara Santangelo (tennis) Pagnozzi
7. Raffaele Leonardo (canottaggio) Malagò
8. Annamaria Marasi (pallavolo)* Pagnozzi
9. Giampiero Pastore (scherma) Malagò
* ricorso requisiti
Tecnici (4) :
Pagnozzi voti 2
Malagò voti 2
1. Alessandro Campagna (pallanuoto) Pagnozzi
2. Orazio Arancio (rugby) Malagò
3. Giovammo Medugno (bridge) Malagò
4. Daniela Isetti (ciclismo) Pagnozzi
Discipline Associate (3):
Pagnozzi voti 1
Malagò voti 2
1.Andrea Mancino (biliardo) Malagò
2.Sandro Rossi (scacchi) Pagnozzi
3. Gianfranco Pagnoncelli (scacchi) Malagò
Promozione Sportiva (5):
Pagnozzi voti 4
Malagò voti 1
1. Luigi Fortuna (Csain) Malagò
2. Vincenzo Manco(Uisp) Pagnozzi
3. Bruno Molea (Aics) Pagnozzi
4. Ugo Salines (Csen) Pagnozzi
5. Luigi Musacchia (Libertas) Pagnozzi
Associazioni Benemerite (1)
Mauro Checcoli (Acc. Olimpica) Malagò
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comunque vada la sig.ra Turisini un posto ce l'avrà garantito
Malagò sostiene di essere d'accordoi con Obrist, mentre Obrist pare dichiarare di sostenere Pagnozzi... Talleyrand e von Metternich sono nulla in confronto...
Tre medaglie olimpiche debbono pur valere qualcosa sul piano politico indipendentemente dal nuovo esecutivo Coni, oltretutto visto che i contributi economici sono destinati a contrazione... ecco spiegato l'arcano
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Oggi avremo gli esiti della votazione. Servono 39 voti, non ho idea di chi la spunterà, non so se il voto sarà di scelta di uomini o sia anche politica, non so quanti voltagabbana possono esserci tra i grandi elettori.
Come dice Gunny guardiamo le cose buone, avere la Turisini in rappresentanza dei tecnici non può che fare bene a tutto il Tiro a Segno, perchè le problematiche del TaS non devono essere capite da anonimi interlocutori ma sono direttamente portate in discussione.
Non ho idea di come si muoveranno gli scenari politici nella visione dello SPORT internazionale, quanto il Parlamento vorrà spendere per (avere la probabilità di) vedere sventolare il tricolore italiano nelle manifestazioni mondiali. Anche questo è un aspetto di grandezza della nazione.
Nazione che deve poter fare conto su uomini di valore ma anche sui mezzi per permettere a questi uomini di potersi far valere.
Un caro saluto a tutti
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Giovanni Malagò è il nuovo Presidente del CONI.
Il Consiglio Nazionale lo ha eletto con 40 voti, mentre Raffaele Pagnozzi si è fermato a 35 (una scheda nulla)
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Oggi avremo gli esiti della votazione. Servono 39 voti, non ho idea di chi la spunterà, non so se il voto sarà di scelta di uomini o sia anche politica, non so quanti voltagabbana possono esserci tra i grandi elettori.
Come dice Gunny guardiamo le cose buone, avere la Turisini in rappresentanza dei tecnici non può che fare bene a tutto il Tiro a Segno, perchè le problematiche del TaS non devono essere capite da anonimi interlocutori ma sono direttamente portate in discussione.
Non ho idea di come si muoveranno gli scenari politici nella visione dello SPORT internazionale, quanto il Parlamento vorrà spendere per (avere la probabilità di) vedere sventolare il tricolore italiano nelle manifestazioni mondiali. Anche questo è un aspetto di grandezza della nazione.
Nazione che deve poter fare conto su uomini di valore ma anche sui mezzi per permettere a questi uomini di potersi far valere.
Un caro saluto a tutti
non nascondiamoci dietro i fili d'erba, a quel livello si parla solo di politica, lo spirito sportivo è marginale e ininfluente
a quel livello si decidono le strategie di come gestire e spartire i fondi erogati dallo stato tra le federazioni (i soldi dei cittadini, le nostre tasse)
avere un rappresentante UITS in giunta forse potrà portare qualche vantaggio diretto per UITS, forse qualche vantaggio per i progetti olimpici e i tiratori di interesse olimpico UITS, i vantaggi per le Sezioni sarebbero tutti da verificare data l'autoreferenzialità a cui UITS ci ha abituati, visto che negli ultimi anni ha lavorato esclusivamente per se stessa.
rimane il fatto che il nostro presidente Obrist pare si fosse dichiarato a favore di Pagnozzi, quindi proviamo a immaginarne le conseguenze politiche... se tanto mi da tanto, visto come viene punito il dissenso politico in casa UITS, il rischio è vederci "puniti" ed emarginati; non è detto che la presenza di una persona UITS in tale ambito possa essere la soluzione di tutti i mali.
Come già detto non vorrei che tale presenza sia solo il paravento per un "contentino" politico per le medaglie di Londra, non avendo o non volendo offrire altro in cambio
ai posteri l'ardua(?!?) sentenza...
ora è in corso la votazione per i componenti della giunta nazionale... dalle immagini della diretta streaming che è possibile seguire sul sito del Coni, è evidente che lo sport è governato da tanti "vecchietti"... e meno male che si parla di sport...
altra considerazione è sulle modalità di voto... come mai non utilizzano il voto elettronico???
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http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Altri_Sport/Altri/19-02-2013/coni-malago-nuovo-presidente-battuto-pagnozzi-40-voti-contro-35-9276368099.shtml
E' la carica più importante del paese...............pensavo fosse quella del Presidente della Repubblica.
Ciao
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Ha prevalso la voglia di cambiare, Pagnozzi (uomo di Petrucci) sarebbe stato anche l'erede del sistema Petrucci. Ha vinto invece un uomo al di fuori degli schemi CONI, che ha avuto la forza di mettersi in gioco, e che deve davvero aver lavorato fronte a fronte con i vari elettori per proporre un nuovo sistema, o perlomeno, nuove regole. E con convinzione. Lo sport nazionale, per le varie discipline, è prima di tutto in mano ai presidenti di federazione. Fare gruppo e fare sistema con la voglia di innovazione è quanto di meglio ci si poteva aspettare.
Gli auguri che l'organizzazione sportiva nazionale riesca ad interpretare le nuove aspettative di tanti sportivi, e che prevalga la voglia di competizione, il merito, il risultato (per chi riesce a raggiungerlo). Nello sport non è come in politica, ci sono i risultati a poter confermare di essere riusciti nel proprio intento.
Gli auguri di un efficace e proficuo lavoro.
un saluto a tutti
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Strano che la stessa voglia non sia prevalsa all'UITS.
Egr. Sig. Ricky il suo Presidente e la Turisini, salvo scontate smentite, hanno votato Pagnozzi.
Gli stessi metodi stigmatizzati da Malagò, pressioni e, aggiungo, tanti deferimenti,sono attuati dai ns. dirigenti federali.
Ora chiaramente, come al solito, saliremo tutti sul carro dei vincitori ma resta un fatto:
"L'articolo sulla gazzetta sportiva ha uno strano sapore che non è carne nè pesce".
Da uomo con i coglioni, ed auspico come presidente unico di tutte le federazioni del Tiro, il Sig. Rossi del Tiro a Volo ha detto
la sua:
"Ho votato Pagnozzi"!
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Ognuno dei votanti sa quello che ha fatto nell'urna,
a posteriori si possono fare quante dichiarazioni pubbliche di voto, senza paura di smentita,
conosco personalmente l'On.le Rossi, non è uomo che millanta nulla,
ha testimoniato fede e credito nella linea Pagnozzi (leggasi post-Petrucci), anche perchè è forte
di una fede di credito di Medaglie d'oro internazionali già frutto della linea Petrucci,
e frutto di tanti finanziamenti alla sua federazione,
ma a questo punto basterebbe la votazione palese.
Invece, per le cariche elettive è specificatamente previsto il voto segreto. Chissà quante alchimie possono essere fatte e predisposte dagli elettori, ma è anche vero che nulla è più semplice che amministrare a posteriori, senza paura di deludere e/o smentire una scelta di voto, ma in ragione di un proprio credo o con regole specifiche approvate a priori.
Il CONI gestisce la "cosa pubblica" delegata alle attività sportive, amministrare i soldi di tutti noi italiani deve essere fatto con regole certe. Il CONI finanzia così le federazioni: in ragione di cosa? Fino a ieri, in ragione di quante medaglie già vinte, e non in funzione dei possibili risultati futuri, in funzione del proprio vivaio, delle aspettative di vittoria internazionali, cose invece ben note a direttori sportivi e ai tecnici delle varie attività.
Si cambierà la linea di azione? Solo i vertici CONI appena eletti sanno come si opererà. E hanno avuto FEDE DI CREDITO da parte della maggioranza dei Presidenti di federazione.
Non si può fare un parallelo con UITS per la scelta dei relativi vertici,
se non si è scelto il voto elettronico è per non avere rischi di smentite, così è scritto e così hanno fatto,
ma una cosa è poi scrutare 76 voti e una cosa è scrutare 900 potenziali voti (3 figure per ogni sezione nel caso UITS) e con differenti pesi. Sono state scelte di vertice di cui ognuno ha la relativa responsabilità.
L'articolo sulla gazzetta è solo un report dell'accaduto, senza sostanziali giudizi, perchè non possono essere basati su nessuna ipotesi. Sono state fatte scelte di vertice, all'atto pratico ci sono vinti e vincitori, ma non ci sono opinioni contro. E' la forza delle scelte democratiche, qualcuno bisogna scegliere, la partita è stata a due, ma poteva essere a più altri attori. Occorreva avere la forza di mettersi in gioco, entrare dentro i meccanismi decisionali dello SPORT italiano dalla base fino al vertice, sconfiggere l'era Petrucci non era forse neanche pensabile, l'Amministratore Delegato dello SPORT ITALIANO fino ad ieri. E occorrerà fare scelte di BASE (i licei sportivi di recente costituzione sono un esempio) e scelte di vertice. Si inizia una nuova era? Ci sarà anche un seguito con uno sport di maggior valenza competitiva nelle università? Sullo stile anglosassone?
L'argomento di cui si tratta è solo SPORT, da solo Malagò non potrà fare nulla se non avrà la collaborazione dei Presidenti di federazione, e di tutti i Presidenti. E questo ovviamente deve per forza accadere, sia da parte di chi l'ha votato sia da parte di chi ha votato l'altro (e ripeto, non è un voto contro anche se così può apparire), perchè pur che siano Presidenti e non ATLETI, il volere bene allo sport che rappresentano credo sia indiscusso. Non credo sia solo amore per la poltrona. Lo Sport riveste un particolare aspetto della vita, per molti di noi sembra quasi non se ne possa fare a meno. E qualcuno deve avere anche la carica di vertice di rappresentanza dello sport che si pratica, nel Sistema che si è basato e organizzato con le regole che conosciamo.
un caro saluto a tutti
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Non si può fare un parallelo con UITS per la scelta dei relativi vertici, se non si è scelto il voto elettronico è per non avere rischi di smentite, così è scritto e così hanno fatto, ma una cosa è poi scrutare 76 voti e una cosa è scrutare 900 potenziali voti (3 figure per ogni sezione nel caso UITS) e con differenti pesi. Sono state scelte di vertice di cui ognuno ha la relativa responsabilità.
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Ricky,
come direbbe il "compagno Bersanov": "non mescoliamo troppo le patate che bollono perché poi diventano purea!"
la scelta infausta di UITS di adottare un sistema di voto elettronico (sarebbe bello sapere chi è stato il genio che l'ha messa sul tavolo) fa a pugni con l'essere ente pubblico, e i fatti conseguenti ne sono ampia dimostrazione, al di la dei numeri il CONI che a sua volta è ente pubblico non si è abbassato a tanto
agevolare le operazioni di scrutinio può avere un senso con il supporto della lettura elettronica e relativa verifica manuale per accelerarne i tempi e gli esisti, come del resto già fatto in passato
a Mestre nelle scorse elezioni il voto segreto non è stato garantito dal sistema messo in opera e molto probabilmente non esiste alcuna certificazione del sistema hardware/software, infatti il sistema si è impallato inesorabilmente tanto da richiedere interventi straordinari per concludere le operazioni di voto fino allo scrutinio manuale delle ricevute di voto prodotte che visto i malfunzionamenti non ne è certificabile la produzione; anche quando, le ricevute non sono schede elettorali appositamente vidimate dalla commissione elettorale, quindi a mio personale avviso si è trattato di un coacervo di tecnologia approssimativa unita a scarsa organizzazione che ha prodotto risultati di dubbia attendibilità... non è stato nemmeno predisposto un piano "B", cosa che quando si ha a che fare con la tecnologia non può mancare
i ricorsi al riguardo ci sono, vedremo se e come la procura federale gestirà la cosa e soprattutto se lo farà con la dovuta imparzialità in osservanza di leggi, statuti e regolamenti vigenti, mal che vada si scalerà fin dove possibile i gradi di giudizio magari giungendo a quelli del CONI, nel frattempo riformati da Malagò...
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a Mestre nelle scorse elezioni il voto segreto non è stato garantito dal sistema messo in opera e molto probabilmente non esiste alcuna certificazione del sistema hardware/software, infatti il sistema si è impallato inesorabilmente tanto da richiedere interventi straordinari per concludere le operazioni di voto fino allo scrutinio manuale delle ricevute di voto prodotte che visto i malfunzionamenti non ne è certificabile la produzione; anche quando, le ricevute non sono schede elettorali appositamente vidimate dalla commissione elettorale, quindi a mio personale avviso si è trattato di un coacervo di tecnologia approssimativa unita a scarsa organizzazione che ha prodotto risultati di dubbia attendibilità... non è stato nemmeno predisposto un piano "B", cosa che quando si ha a che fare con la tecnologia non può mancare
Ciao Gunny, so che sei un esperto del campo, è il tuo lavoro, come ci siamo detti anche a quattr'occhi,
non ho idea di chi abbia predisposto il sistema nè se è stata effettuata, antecedentemente, una simulazione di voto. Sarebbe bastata questa per avere una sicura garanzia di risultato, semprechè una avaria può essere sempre in agguato, con impallo del sistema. Come giustamente dici, l'elettronica si sarebbe potuta adoperare anche solo sulla lettura delle schede, come già fatto nella precedente elezione, vedremo cosa ne sortirà dall'esito del ricorso, non so se funzione anche del risultato elettorale in termini di percentuale.
non ero a Mestre, qualcuno dell'Assemblea, quando già riunita e convenuta, ossia con tutti in sala, all'apertura dei lavori, si era per caso pronunciato al riguardo prima dell'inizio delle operazioni di voto? Perchè a cosa fatta, ha poi poco senso l'opposizione, il sistema elettorale adottato lo si era accettato in partenza con l'iscrizione e la chiamata. Le recrimanazioni successive possono non avere alcun senso, nessuna significatività. Se il voto fosse stato contrario cosa si sarebbe fatto? C'è quindi molta aleatorietà di giudizio, a cose fatte cambiare e non accettare le procedure a cui si è implicitamente aderito, credo non possa essere neanche accettato da parte di una commissione inquirente. Ad ogni modo parleranno le carte, con l'attenta lettura di chi è deputato alla cosa, il mio è un giudizio esterno a tutto, qui tra amici di forum, dove ognuno di noi si sarà fatto un'idea, che resta sua e solo sua.
un caro saluto a tutti
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quando si fa una cosa che non ha previsione statutaria e al contempo regolamentata, anche se c'è di mezzo un'assemblea elettiva direi che non è il massimo...
non basta un test/simulazione per accettare un sistema di voto elettronico, occorro certificazioni riconosciute, soprattutto se ad adottare il sistema è un ente pubblico, il quale immagino debba istruire una gara d'appalto prima di effettuare una scelta
mi stupisce la superficialità con cui gli stessi presidenti di sezione si sono prestati in quell'occasione, non me ne voglia nessuno, ma qui concordo, in parte con Ricky, meglio prevenire che curare...
ma siccome l'errore c'è stato, in qualche modo qualcuno se ne deve assumere le responsabilità... stiamo a vedere...
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http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2013/02/20/848476-quante_brutte_figure_tutti_pronti_salire_carro_malago.shtml
21/02/2013 15:54 CEST - Elezioni Coni
Quante brutte figure! Ora tutti pronti a salire sul carro di Malagò
Tutte le reazioni all'elezione di Malagò
ELEZIONI CONI_ ELEZIONI CONI_ Contropiede generale. Nessun giornale aveva previsto il ribaltone di Giovanni Malagò, ma ora si sprecano titoli ed elogi per il "rinnovatore" vittorioso contro Pagnozzi che aveva dalla sua tutta la "macchina" del Coni e chi sbafava le sue cene (delle beffe) prima di tradirlo. Petrucci, sconfitto dichiarato ma non dimissionario da Coni Servizi, e il boomerang dell'"Usato sicuro" e della continuità. Le previsioni clamorosamente sballate di Binaghi e il suo concetto (rivelatore) dell' "imboscata". Ubaldo Scanagatta
Giovanni Malagò, nuovo presidente del Coni
Nemmeno quando hanno visto Giovanni Malagò presentarsi al Palazzo del Coni con le sue bellissime gemelle, Ludovica e Vittoria, qualcuno è sembrato porsi il dubbio che avrebbe potuto (dovuto?) illuminarlo: "Possibile mai che un tipo come Giovanni Malagò si porti dietro le figlie per assistere ad una propria debacle, anche se non fosse il 52 a 24 pronosticato con grande sicumera dal presidente della Federtennis Angelo Binaghi che sognava addirittura una vicepresidenza CONI? (Ipse dixit: "Vince sicuramente Pagnozzi e Malagò prende meno voti di Chimenti che nella sfida a Petrucci ne prese 24") Possibile mai che un suo noto sostenitore tutt'altro che sprovveduto come Gianni Letta si sieda in prima fila per…applaudire il duo Pagnozzi-Petrucci?"
Una lotta impari
Oggi la Gazzetta dello Sport, dopo aver scritto per mesi e fino a ieri mattina, che la vittoria di Pagnozzi era praticamente scontata, se titola l'articolo centrale "pronostico ribaltato, neo presidente in volata", titola però la "spalla", cioè l'analisi di Ruggiero Palombo con uno sfacciato "Spostati 9 voti ma i segnali c'erano".
C'erano quando? Perché non l'abbiamo mai letto prima nella sua rubrica "Palazzo di Vetro"?
Nessun giornale aveva mostrato di aver intuito qualcosa, né aveva almeno sottolineato il fatto che i due candidati combattevano ad armi impari, ingiustamente impari. Uno, Pagnozzi, aveva tutto l'apparato CONI alle spalle, l'altro no. Forse anche questa constatazione ha spinto gli elettori a votare Malagò. Continuando tutti i media a dar favorito Pagnozzi, era chiaro ed inevitabile che tutti gli elettori di Malagò preferissero starsene zitti e nascosti. Perché chi ha esperienza di queste cose sa che in Italia _ e non solo _ non si è liberi di dissentire senza pagarne poi qualche conseguenza. Perché mai gran parte dei presidenti della varie federazioni vengono di solito eletti con percentuali bulgare, spesso in assenza di qualsiasi candidato d'opposizione?
Si inventano mille laccioli, regole statutarie create a bella posta per mantenere lo status quo, si fa di tutto per scoraggiare qualsiasi tentativo di opposizione. Chi volesse farla, deve battersi contro tutta l'organizzazione dell'establishment, avere tempi e mezzi quasi illimitati.
Semplice semplice la risposta all'interrogativo di cui sopra: perché chi poi viene eletto ha un potere pressochè illimitato nell'esercizio delle sue funzioni. Un potere che aumenta tanto più quanto quel presidente riesce a restare seduto sulla sua poltrona. Il potere logora chi non ce l'ha, diceva Giulio Andreotti, e buona parte dei nostri dirigenti ha perfettamente assimilato quel concetto. Difatti cercano di restarci il più a lungo possibile. Non solo Petrucci che c'è stato 16 anni.
Il presidente può _ se vuole e soprattutto se è titolare di una federazione dai mezzi economici rilevanti…e figurarsi di un CONI _ assumere personale anche tramite società "collegate" (la CONI SERVIZI e figliastre), distribuire contributi economici assai importanti (centinaia di migliaia di euro) con una semplice delibera, incarichi di prestigio, può assegnare gare, benedire e rimborsare trasferte onerose in mille circostanze (in teoria, e in pratica, può decidere di convocare un consiglio federale anche all'estero, viaggio, vitto e alloggio pagati per tutti), attribuire onorificenze e titoli dei tipi più svariati, gestire inviti, biglietti ed omaggi senza che gli si possano mettere veri freni, come gli pare, contraddire ed annullare perfino appalti annunciati con regolari bandi di concorso: basta che chi vince non sia…simpatico al potere e zac, c'è la clausoletta che consente di liberarsi del vincitore del bando dopo aver fatto perdere un sacco di tempo, di denaro, e non di rado anche la faccia a chi per rispondere al dettato del bando ha preso impegni con decine di interlocutori.
Chi si schiera donchisciottescamente all'opposizione di una qualsiasi federazione paga solitamente il fio del proprio (incosciente) coraggio. E' il sistema perverso, e che io definrei marcio, che obbliga i "dissidenti" a "mascherarsi". Di che si sorprendono gli sconfitti di queste ultime elezioni? E i giornalisti che non l'avevano capito?
Il vento del cambiamento
Oggi c'è chi parla di svolta epocale, chi di caduta di "un piccolo muro di Berlino con il fragoroso crollo del regno sportivo di Petrucci": lo scrive il QS e non è il muretto al quale allude Angelo Binaghi e dietro al quale si sarebbero nascosti i franchi tiratori che hanno dato vita a quella che lui ha definito "un'imboscata" specificando "ha vinto una maggioranza rimasta nascosta dietro un muretto e appena ha potuto ha sparato sul candidato. Da noi in Sardegna si chiama imboscata".
E che dovevano fare, uscire allo scoperto per farsi impallinare? Per dare modo alla corrente Petrucci-Pagnozzi, così sicura dei suoi 47 voti, di organizzarsi meglio e massacrarli? Fessi sì, ma fino ad un certo punto. E non c'era alcuna voglia di congiura, ma più semplicemente il desiderio di un cambiamento. Quello che, periodicamente, ci dovrebbe essere in tutte le federazioni sportive _ come alla guida del Governo se il nostro fosse un Paese maturo polticamente _ non solo al vertice del CONI.
Quando a Malagò hanno riferito le parole di Binaghi il neo-eletto _ riferisce la Gazzetta _ ha replicato: "Questa presidenza si distinguerà per stile". Appunto.
La cosa che più dovrebbe far ragionare seriamente una persona dotata di un minimo di onestà intellettuale è che un sistema che costringe chi non la pensa come te a nascondersi, per evitare danni, provvedimenti e/o sanzioni di vario tipo, è un sistema perverso, marcio, sbagliato, da cancellare. Un sistema che non deve puzzare soprattutto dalla testa.
La cena delle beffe
Invece Binaghi, e tutto il clan degli sconfitti pietrificati, cosa fa? Si limita a non capire, ma ad esprimere parole di dura condanna nei confronti dei cosiddetti traditori, i voltagabbana, quelli che hanno dato una parola a loro _ sebbene ospiti fra un primo ed un secondo appetitosi in un ristorante chic (e caro…una vera cena delle beffe! Lì per una questione di buon gusto avrebbero potuto evitare di presentarsi…sennonchè se lo avessero fatti sarebbero stati additati come nemici) _ e poi hanno invece votato per Malagò. Almeno una dozzina di "pentiti" o di presidente o atleti sono coloro che hanno fatto promesse di voto non mantenute.
Rispetto a questa "sporca dozzina" certo più apprezzabili, perché più coraggiosi e sprezzanti del pericolo, gli altri, cioè coloro che si sono dichiarati subito a favore di Malagò, però …se il sistema non fosse marcio e non ci fosse la paura di qualche "ritorsione", non ci sarebbe bisogno di nascondersi. Vero o no?
Il problema più grosso per Giovanni Malagò nel momento in cui chiedeva i voti agli elettori _ e, attenzione, soltanto 5 presidenti federali su 45 sono cambiati con le recentissime elezioni (ma uno di quelli era Petrucci, presidente della Federbasket) _ era …non spaventarli. Si doveva convincerli a cambiare pagina con il dichiararsi riformista sì, ma _ fermo restando che ormai chi è eletto è un intoccabile per i prossimi 4 anni _ senza incrinare i loro poteri (che invece è augurabile Malagò riesca in parte a fare): a me piacerebbe tanto, ad esempio, che venisse instaurato l'obbligo di "mollare" le poltrone dopo massimo due quadrienni, senza trucchi per prolungare quella permanenza. Ma se Malagò avesse dichiarato un intento del genere sarebbe andato incontro a sconfitta sicura. E lui stesso, sarebbe disponibile ad andarsene fra 8 anni, soprattutto se Roma si candidasse davvero per le Olimpiadi del 2024?
Un bel segnale per il Paese
L'affermazione di Malagò sembra _ e dico sembra perché del doman non v'è mai certezza, non si arriva ad insediarsi in certe posizioni senza aver dovuto sottoscrivere qualche compromesso _ un bel segnale per tutto il Paese. Se si possono cambiare i vertici dello Sport, dopo anni e anni di cristallizzazione, si può cambiare anche altro. Lo pensava il sindaco di Firenze Renzi, ma non è riuscito ad abbattere la nomenclatura del suo partito. Così adesso ci ritroviamo davanti alle solite elezioni, alla solita confusione di alleanze fra partiti non abbastzana grandi da poter governare da soli (e probabilmente né Berlusconi né Monti sarebbero scesi, o saliti, in campo).
Sia chiaro che nello spiegare i motivi del successo di Malagò, e nel giustificare chi lo ha votato senza preavvertire la controparte, io non penso che Petrucci e il suo fido Pagnozzi abbiano fatto tutto male in questi anni. Di certi risultati bisogna esser loro grati, anche se hanno rappresentato una sorte di "casta dello sport" di cui credo sarebbe meglio fare a meno. Né penso che Malagò sia San Giovanni e rappresenti una vera rivoluzione. Non si può fare la rivoluzione in maniera pacifica, osservando le regole create o imposte dagli altri. Però una ventata d'aria fresca ci voleva. Che poi Malagò riesca a far miracoli in un Paese come il nostro, beh è dura, anche se l'uomo è orgoglioso, ambizioso, legittimamente vanitoso, e penso che farà di tutto per onorare il suo incarico al meglio.
Sconfitto lo "scudiere del Re"
L'idea _ fra le tante inaccettabili _ che finito un presidente dovesse essere sempre il suo segretario a succedergli era assolutamente perniciosa. Petrucci è stato presuntuoso ed ha finito per nuocere al suo delfino nello sponsorizzarlo in modo eccessivo, esagerato, insistente. E quando lo ha presentato come l'"Usato Sicuro" gli ha fatto un gran danno, un vero boomerang. Come scrive ancora Bucchioni sul QS la sensazione è stata _ estremamente fastidiosa per chi doveva votare _ "che non potendo più essere rieletto e non riuscendo per pudore a far cambiare un'altra volta lo statuto, Petrucci aveva designato come successore il fiso segretario Pagnozzi, scudiere del Re. Come dire, ci metto lui, resta tutto il mio staff, così continuo ad esserci anch'io. Ma una strategia scoperta e banale come questa al giorno d'oggi non poteva funzionare. E' successo in tanti regimi _ scrive ancora Bucchioni _ quando subentra la convinzione di essere al di là del bene e del male. Intoccabili e onnipotenti. Il segreto dell'urna ha buttato all'aria anni sofferti, alleanze patite, strategie di potere, compromessi e poltrone. Evidentemente lo sport italiano non ne poteva più. Dirigenti e atleti, finalmente uniti, hanno sentito l'esigenza di cambiare aria, di aprire la finestre del Coni dopo anni di gestione discutibile. E' prevalsa la voglia di riprendersi quella che ormai era diventata una cosa privati di Petrucci e Pagnozzi. E' una scelta di libertà e rinnovamento (se non chiediamo troppo) , nella speranza che Malagò sappia capire e cavalcare le idee e la volontà della base. Il CONI non deve essere più solo un centro di potere, ma tornare ad essere il vero motore di tutto lo sport. E per sport intendiamo il movimento vero, dove c'è volontariato e passione, non solo quello gradito per business ai grandi sponsor e a certi media che sono sempre stati la forza di Petrucci".
La scorsa estate, durante i Giochi Olimpici, ogni sera, ad ogni premiazione dei medagliati italiani a Casa Italia _ va detto e sottolineato che lo sport italiano ha sempre ottenuto un bel bottino di medaglie, a riconoscimento dei meriti del duo Petrucci-Pagnozzi con quest'ultimo che per 10 Olimpiadi è stato capo-spedizione _ Petrucci non ha fatto che promuovere il suo delfino, in maniera a mio avviso davvero eccessiva, senza alcun fair-play nei confronti di Malagò che dal 23 luglio aveva lanciato la propria candidatura. La cosa, mi accorsi, dava fastidio a parecchi. Chi riteneva che Pagnozzi fosse bravo _ e Pagnozzi è sicuramente un bravo dirigente, sia chiaro _ lo sapeva, lo conosceva dopo tanti anni, non aveva alcun bisogno di sentirselo ricordare ogni piè sospinto, quasi pretendesse di imporlo.
Le sfide di Malagò: calcio e Coni Servizi
Una carta vincente di Malagò per convincere i presidenti delle piccole federazioni a votarlo è stata quella di "discutere" la necessità di avere il calcio fra gli sport rappresentati in giunta. Poi tre rappresentati ci sono arrrivati ugualmente, ma chi è stato alle Olimpiadi _ io ne ho fatte cinque _ sa che tutte le altre federazioni non hanno simpatia per i privilegi (economici e non) di cui gode il calcio.
Resta un problema da risolvere: quello della CONI Servizi. Malagò dovrà convivere per almeno 16 mesi con Pagnozzi AD della CONI Servizi e con Petrucci presidente, in pratica l'azienda CONI, la cassaforte. Il Corriere della Sera scrive oggi: "E' una realtà difficile da digerire". Insomma Malagò è un ministro senza portafogli. "La problematica va affrontata" dice Malagò. E Petrucci: "Non vedo perché dovrei lasciare".
Il Corsera conclude il suo articolo scrivendo: "Qualcuno prima o poi, temiamo, glielo spiegherà".
E in effetti, considerato che Petrucci è il grande sconfitto di questa tornata elettorale _ lui stesso lo ha ammesso _ credo che resistere in quel ruolo non gli sarà facile. Né, forse, sarebbe neppure troppo giusto che resistesse. Ma si sa…quando sono in ballo le poltrone il primo motto è sempre quello, resistere, resistere, resistere.
Ubaldo Scanagatta
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Coni Servizi: Petrucci-Pagnozzi lasciano
Presidente e ad rimettono mandato nelle mani del ministro Grilli
ROMA, 22 FEB - Gianni Petrucci e Raffaele Pagnozzi hanno rimesso il mandato di presidente e ad della Coni Servizi Spa nelle mani del ministro dell'Economia Vittorio Grilli. La decisione e' arrivata dopo l'elezione di Giovanni Malago' alla presidenza del Coni, ''per evitare - dicono i due dirigenti - al sistema salti nel buio''. Ha rimesso il mandato anche il consigliere d'amministrazione Romolo Rizzoli. ''E' una scelta in favore del sistema, che altrimenti sarebbe andato in fibrillazione'', aggiunge Pagnozzi.
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palla al centro... ;)