Autore Topic: Esplosione in poligono a Pordenone  (Letto 19547 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline diamante

  • Utente Certificato
  • Azzurro
  • *
  • Post: 2685
Re:Esplosione in poligono a Pordenone
« Risposta #60 il: Novembre 29, 2011, 13:25:34 pm »
Esplosione al poligono, via al processo
Tre anni fa vi furono un morto e tre feriti. Depositati altri documenti: il presidente vuole patteggiare

Prima udienza, ieri mattina, davanti al giudice monocratico del tribunale di Pordenone Roberta Bolzoni, del processo relativo allo scoppio con incendio al poligono di tiro di Pordenone, avvenuto il pomeriggio del primo novembre di tre anni fa. Nell’incidente perse la vita dopo due mesi di agonia l’imprenditore Fernando Toffolo, 50enne di Fontanafredda e provocò ustioni gravi ad altre tre persone: Ettore Mei, 62 anni, di Pordenone, direttore del tiro a segno, Liano Grizzo, 47enne di Montereale Valcellina, e Daniele Moras, 41enne di Sacile. Per quella vicenda sono stati rinviati a giudizio il generale Antonio Carrabba, 63enne residente a Roveredo in Piano, presidente della struttura, difeso dagli avvocati Paolo Dell’Agnolo e Remo Anzovino, e il direttore della struttura, lo stesso Mei, assistito dall’avvocato Arnaldo De Vito.
I difensori di Carrabba ieri hanno depositato una nuova memoria e reiterato la richiesta di patteggiamento. Il pubblico ministero, in udienza preliminare, non aveva prestato il suo consenso (la proposta era di sei mesi di reclusione, pena sospesa) e pertanto il giudice per l’udienza preliminare aveva proceduto col rinvio a giudizio; ieri il pm Annita Sorti si è riservata di valutare ulteriori circostanze emerse. La stessa procura, peraltro, ha depositato altri atti, che permettono di riaprire i termini per riavanzare istanze di riti alternativi, patteggiamento compreso. Le ipotesi accusatorie per Carrabba sono di lesioni gravi, omicidio colposo e incendio.
Proseguirà il dibattimento, invece, Ettore Mei, accusato di lesioni gravi e omicidio colposo. Dall’ultima integrazione istruttoria, infatti, emergerebbero elementi utili a scagionarlo da qualsiasi responsabilità.
Era stata una perizia in sede di incidente probatorio a ricostruire la dinamica dell’incidente. Secondo il documento, a firma di Romano Schiavi e Francesco Machi, all’interno del poligono venivano esplosi migliaia di colpi che lasciavano a terra e nelle pareti residui di polvere incombusta. Da un’arma è dunque uscito un lapillo che, cadendo a terra, sarebbe entrato in contatto con la polvere incombusta, generando un incendio. Inizialmente i tiratori hanno provato a spegnerlo calpestando le fiamme. A questo punto, devono aver alzato la rete dietro la quale venivano gettati i bozzoli dei colpi esplosi, ma anche questa era piena di residui incombusti e si sarebbe generata una fiamma ancora più ampia e alta. Aprendo la porta per uscire e mettersi in salvo, o per un blocco dell’impianto di aerazione, nel poligono è entrato ossigeno che ha provocato una mega vampata che ha raggiunto i tiratori.
____________________________________________________________________________________________________

Ciao

Offline pierpu

  • Utente Certificato
  • Maestro
  • *
  • Post: 287
Re:Esplosione in poligono a Pordenone
« Risposta #61 il: Novembre 29, 2011, 16:54:57 pm »
Esplosione al poligono, via al processo
..da un’arma è dunque uscito un lapillo …
 
Più che un’arma un vulcano
Istruttore 1° livello Istituzionale,  MASTER  e Formatore Istituzionale UITS.

Offline diamante

  • Utente Certificato
  • Azzurro
  • *
  • Post: 2685
Re:Esplosione in poligono a Pordenone
« Risposta #62 il: Novembre 29, 2011, 22:53:21 pm »
Hai ragione Pierpu, i lapilli escono dal vulcano.
Ma l'ortolano, è sempre i Presidente di turno, i cetrioli pur coltivandoli vanno sempre al mittente. ;D
Ciao

Offline Valerio

  • Avancarica
  • Azzurro
  • ***
  • Post: 742
Alti come pini, forti come torri, uniti come catene.
Tasi e Tira

Offline Ricky

  • Utente Certificato
  • Azzurro
  • *
  • Post: 593
Re:Esplosione in poligono a Pordenone
« Risposta #64 il: Dicembre 16, 2011, 16:39:18 pm »
Leggendo e rileggendo le cose a volte vengono in mente delle considerazioni: si deve sempre imparare dagli errori e fare in modo che certe situazioni non abbiano più a ripetersi, e che quindi nel Documento di Valutazione dei Rischi eventualmente presente in poligono occorre indicare che uno dei rischi sempre presenti è il fuoco, e che quindi come Prevenzione occorre prevedere delle azioni che azzerino l'eventuale presenza di polvere incombusta e che i materiali impiegati abbiano adeguata Classe di Fuoco. Come azione di Intervento, invece, occorre prevedere che affianco al Direttore di Tiro sia sempre presente un estintore di idonea capacità, e che lo stesso Direttore, o qualunque altra persona di cui sia sempre certa la presenza, abbia la capacità di impiegarlo. Ogni incendio nasce con un focolaio di piccola entità, facilmente sopprimibile con un estintore (o altro mezzo efficace) con un'azione che è detta di Primo Intervento, prima che le temperature si innalzino e dopo di che il relativo controllo richiede azioni di maggior portata. Nel caso occorre procedere all'evaquazione e alla messa in sicurezza del sito assicurandosi che all'interno non sia rimasta alcuna persona.

Offline diamante

  • Utente Certificato
  • Azzurro
  • *
  • Post: 2685
Re:Esplosione in poligono a Pordenone
« Risposta #65 il: Dicembre 18, 2011, 18:17:49 pm »
Articolo da il giornale "Il Gazzettino":


Venerdì 16 Dicembre 2011,
 
Sei mesi di reclusione convertiti in una pena pecuniaria di 6.840 euro, a cui si aggiungono mille euro per le spese di costituzione di parte civile sostenute da Liano Grizzo, uno dei tre ustionati nell’incendio scoppiato il 1. novembre del 2008 al Poligono di via Tiro a Segno e costato la vita al cinquantenne Fernando Toffolo di Fontanafredda. Il patteggiamento era stato concordato con il pm Annita Sorti dalla difesa del generale Antonio Carrabba, 64 anni, imputato in qualità di presidente dell’associazione per ipotesi omissive che hanno portato alla triplice accusa di omicidio colposo, lesioni e incendio. Ieri pomeriggio l’istanza ha avuto il sigillo del giudice monocratico Roberta Bolzoni. Gli avvocati Paolo Dell’Agnolo e Remo Anzovino, partendo da un anno di reclusione, hanno ottenuto le attenuanti generiche, l’applicazione del cumulo giuridico e lo sconto di un terzo della pena per il rito.
      L’istanza di patteggiamento è stata presentata in dibattimento, contestualmente a una memoria scritta, dopo che il pm aveva chiesto a un maresciallo dei carabinieri atti di indagine integrativi, successivi al rinvio a giudizio. È la prima sentenza pronunciata dal Tribunale di Pordenone sulla tragedia di via Tiro a Segno. Resta in piedi la posizione del direttore di tiro, Ettore Mei, 63 anni. Anche lui risponde di concorso in omicidio colposo e lesioni. Ieri il suo legale - Arnaldo De Vito - e lo stesso pm erano disposti a discutere il processo. Rinunciando all’istruttoria. Ma il giudice ha preferito spogliarsi del fascicolo, in quanto aveva già avuto modo di leggere atti e memorie in esso contenute. Si torna in aula il 10 gennaio. Con un altro giudice. La difesa, che in questi tre anni si è sempre battuta per dimostrare l’estraneità di Mei, ha ottenuto l’acquisizione del fascicolo del pm. Significa che chiederà il giudizio del direttore di tiro senza istruttoria dibattimentale. Una scelta rafforzata da perizie favorevoli a Mei, secondo le quali non avrebbe avuto responsabilità nell’incendio, ma si sarebbe limitato a seguire i compiti che gli spettavano in qualità di direttore di tiro.
      Intanto la prima sentenza sarà utilizzata in sede civile. La moglie di Grizzo e le altre vittime dell’incendio hanno instaurato una causa. Dopo tre anni non hanno ancora ottenuto un euro di risarcimento, come conferma l’avvocato Giancarlo Rizzieri. Il processo si terrà a Trieste. È stato citato il ministero della Difesa, a cui spettava il compito di rilasciare autorizzazioni e agibilità del Poligono. Chiamati in causa anche lo stesso generale Carrabba, l’Unione italiana Tiro a segno e l’associazione di Pordenone. Dopo un palleggiamento di responsabilità, le assicurazioni si sono costituite.
      © riproduzione riservata

Ciao
 

Offline coccinellabella

  • 2° Classe
  • **
  • Post: 72
Re:Esplosione in poligono a Pordenone
« Risposta #66 il: Dicembre 19, 2011, 17:43:03 pm »
certo però quanta solerzia quando si tratta di tiro a segno, quando ti ammazza un ubriaco che magari è recidivo lo rimettano in circolazione in men che non si dica.....

Offline VENDETTA

  • Staff Redazione
  • Azzurro
  • *
  • Post: 2034
Re:Esplosione in poligono a Pordenone
« Risposta #67 il: Luglio 23, 2017, 07:50:20 am »
http://messaggeroveneto.gelocal.it/pordenone/cronaca/2017/07/22/news/nove-anni-dopo-le-ustioni-arriva-la-beffa-1.15643523

Esplosione al tiro a segno: nove anni dopo le ustioni arriva la beffa
Pordenone, nel 2008 un morto e tre feriti. Il risarcimento di quasi 4 milioni resta sulle carta e, anzi, le vittime devono pure pagare
di Piero Tallandini
22 luglio 2017

PORDENONE. Era un placido pomeriggio di un giorno di festa quel 1º novembre 2008 quando una violenta esplosione, e il successivo incendio, scatenarono l’inferno nel poligono della Comina.
Il bilancio fu di un morto, Fernando Toffolo, 50enne di Vigonovo, che lasciò la moglie Elisabetta e un figlio disabile, e di tre persone gravemente ustionate: il direttore del tiro a segno Ettore Mei, pordenonese, Liano Grizzo, di Montereale e il sacilese Daniele Moras.
Una tragedia che a quasi nove anni di distanza assume ora anche i connotati della beffa per le vittime e i loro familiari in seguito alla sentenza del Tribunale di Trieste sulla causa civile.

Maxi-risarcimenti agli ustionati e ai parenti per un totale di quasi 4 milioni considerando interessi e rivalutazione, ma gli unici riconosciuti responsabili sono il presidente del tiro a segno Antonio Carrabba e lo stesso Tsn (Tiro a segno nazionale, sezione di Pordenone).

«Entrambi – spiega l’avvocato Arnaldo De Vito, legale e portavoce delle vittime – sono certamente non in grado di pagare i danneggiati, il Tsn non è neppure proprietario del poligono che è bene demaniale, del Ministero della Difesa.
Non solo. L’assicurazione del poligono, Allianz spa, aveva un massimale di appena 500 mila euro che il tribunale ha ridotto a 305 mila perché all’atto della stipula del contratto di assicurazione il Tsn aveva dichiarato un numero di linee di tiro inferiore».
«Le vittime e i parenti, devono “dividersi” il misero bottino di 305 mila euro – sottolinea – con il risultato che non riusciranno neppure a fare fronte alle elevate spese legali sostenute in sede penale e civile». Ma le amarezze non sono finite.
Il Tribunale ha respinto le domande di risarcimento nei confronti del Ministero, dell’Uits (Unione italiana tiro a segno) e dell’assicurazione Unipolsai, e ha condannato le vittime alla rifusione delle spese legali a ciascuna parte: in totale oltre 120 mila euro.
Gli avvocati, De Vito per Mei, Alberto De Zan per gli eredi di Toffolo, Giancarlo Rizzieri per Grizzo, Elena Benedetti per Moras, si sono riuniti nello studio di De Vito per decidere una linea comune di fronte a una decisione definita «davvero inaccettabile».

Hanno deciso di impugnare la sentenza con l’obiettivo di far riconoscere le responsabilità dell’Uits e del Ministero della Difesa, proprietario del Poligono, «il quale – afferma De Vito – ha per anni omesso ogni vigilanza e controllo, consentendo che si sparasse in assenza di agibilità e nella palese violazione degli standard di sicurezza».

Quanto alla decisione di assolvere il Ministero i legali delle vittime evidenziano che lo stesso Tribunale in un passaggio della motivazione cita la norma in base alla quale «l’esecuzione tecnica dei lavori relativi all’impianto, sistemazione e manutenzione dei campi di tiro è affidata al Ministero della guerra (direzione generale del genio militare)».
In sede penale la perizia aveva stabilito che le cause della tragedia erano riconducibili a carenze nella progettazione del poligono, che non rispondeva agli standard di sicurezza previsti dalla normativa, e che aveva determinato un abnorme accumulo di polveri incombuste nello stand da 15 metri.

Era inoltre emerso che il poligono non aveva ottenuto l’agibilità da parte del Ministero della Difesa, proprietario della struttura che ha come principale fine istituzionale l’addestramento delle forze militari e della polizia.

Il procedimento penale si era concluso nel 2011 con il patteggiamento di Carrabba per il quale erano stati ipotizzati i reati di omicidio colposo, lesioni gravi e incendio: 6.840 euro di multa con il pm che aveva prestato il consenso dopo che la difesa (avvocati Paolo Dell’Agnolo e Remo Anzovino) aveva depositato una memoria che sollevava da responsabilità sull’incidente il generale. Nel giugno 2012 assolto con formula piena lo stesso

Ettore Mei.
Era a quel punto cominciata la causa civile, non solo contro Carrabba e il Tsn, ma anche contro l’Uits, ritenuta responsabile per omissione di controllo, e il Ministero, responsabile di manutenzione e sicurezza.

Offline armageddon

  • Maestro
  • ****
  • Post: 447
Re:Esplosione in poligono a Pordenone
« Risposta #68 il: Luglio 23, 2017, 11:39:39 am »
ma come si vantano di vigilare e assegnare agibilità e quando c'è da pagare non hanno responsabilità,che furbacchioni

Offline gunny

  • MegaBoss
  • Azzurro
  • *****
  • Post: 3002
    • Alpinisusa.IT
Re:Esplosione in poligono a Pordenone
« Risposta #69 il: Luglio 23, 2017, 18:13:47 pm »
è sempre la solita storia: "è comodo fare i froci con il culo degli altri..."
--------------------------
a brusa suta l' Susa