A propositi di "cicciottelle" e altri titoli strani , la Nazione del 9 agosto apriva l'articolo di prima pagina con "il giorno dei tiratori scelti" a proposito delle medaglie olimpiche di Campriani e Pellielo.
Tassi, a pagina 2 dell'inserto QS Sport, iniziava il suo articolo con "cecchini inesorabili" ; per fortuna nella stessa pagina c'era anche l'articolo di Turrini ben fatto ed equilibrato.
Mi sono chiesto per l'ennesima volta se sia possibile accettare ulteriormente titoli come : "tiratori scelti" , "cecchini" cui ora si aggiunge anche "sniper" quando si scrive sullo sport del tiro a segno.
senza dimenticare che , attualmente, stiamo celebrando vittorie olimpiche e non i risultati di un addestramento militare.
Quando ci lamentiamo che il nostro sport è, nel migliore dei casi, frainteso dovremmo indagare sulla causa principale di questa poca appetibilità del nostro sport.
A parer mio, il problema è nella scarsa dimestichezza che i giornalisti hanno con il nostro sport ed usando quelle parole ci arrecano grossi danni di immagine e denotano anche poca fantasia
.
"Tiratori scelti" , "cecchini" e "sniper" sono termini militari o paramilitari che sono molto ma molto lontani dalla natura e dalle caratteristiche peculiari del nostro sport.
Da "cecchino" , e simili, ai danni procurabili ad un essere umano il passo è breve: dall'arma che può uccidere alla pericolosità il passo è ancora più breve e conduce direttamente alla vulgata popolare che il tiro a segno è considerato uno sport pericoloso (quando va bene) o che incita alla delinquanza (quando va male).
Perchè l'UITS non affronta questo problema alla base , magari anche protestando come hanno fatto i nostri cugini del tiro con l'arco ?