ci sarebbe da augurarsi che o si semplifichi (e non ci credo) la vita ai TSN oppure che si richiedano maggiori regole ai campi privati... fermo restando che in assoluto non ho nulla contro i campi di tiro privati ci terrei a mettere a confronto servizi e costi degli uni e degli altri.
nella mia personale esperienza, parlo della mia provincia, i campi di tiro privati (tav e/o tiro a segno) da sempre hanno vita dura, aprono per poi chiudere e poi riaprire e poi richiudere per il solito annoso problema... le entrate non coprono le spese, se riescono a rimanere aperti è perché sono parte integrante di azienda faunistico venatoria.
Spieghiamoci meglio, alle spese di un campo di tiro privato spesso si aggiungono i compensi di coloro che svolgono servizio di custodi, cassieri e direttori di tiro (spesso le funzioni sono riconducibili a una persona sola), perché un campo di tiro altrimenti non può aprire o funzionare, quindi chi si prenderebbe un onere del genere (con responsabilità civili e penali incluse) a titolo gratuito?!? oltretutto dovendo sacrificare come minimo TUTTI i fine settimana???
Ma non è finita, un campo di tiro privato paga sempre (poco o tanto che sia) un affitto al padrone del terreno, sostiene comunque dei costi di manutenzione ordinaria (assicurazioni, pulizia, smaltimento rifiuti ed energia elettrica) oltre agli oneri straordinari ed imprevedibili.
Fatto sta che alla fine non è poi così semplice mandare a avanti la baracca.
Acquisire la possibilità di rilasciare i certificati di maneggio e/o gli attestati di frequenza, significa certamente avere più entrate ma anche più spese: le linee vanno comunque impegnate, probabilmente diviene necessario aprire altre giornate oltre il sabato e la domenica (per gli obbligati), di conseguenza occorrerà più di un direttore di tiro e anche qualche istruttore, perché comunque un certificato, in quanto tale, presuppone anche un'assunzione di responsabilità e, nonostante ciò avvenga anche in qualche TSN, la cosa non può essere trattata con superficialità per evitare un falso in atto pubblico.
Maggior apertura e maggior frequenza espongono a maggior produzione di "inquinamento" da rumore, maggior rischio di eventuali colpi vaganti... soprattutto se a sparare non sono esperti tiravolisti, cacciatori e tiratori di tiro dinamico e/o operativo, ma i novizi o gli obbligati (chi assiste alle prove pratiche di maneggio e/o all'addestramento degli obbligati, ha certamente capito cosa intendo).
Va da se che anche un campo di tiro/poligono privato anche se non glielo imponesse la legge, per non incorrere a chiusure forzate dalla questura per le più disparate denunce, è praticamente obbligato a dotarsi di sicurezze passive (stalli di tiro, tettoie, quinte e muri di contenimento).
Maggiore affluenza e rilascio di certificati significa anche disporre di un numero adeguato di armi da concedere in comodato temporaneo sulle linee di tiro, oltre al relativo munizionamento.
Ai campi di tiro privati, di solito accedono utenti già in possesso di titoli di polizia, autonomi per quanto riguarda armi e munizioni. Andrebbe quindi normato l'aspetto di potere avere in deposito un certo quantitativo di munizioni da cedere a privati con relativo registro di carico e scarico, per le armi sarebbe sufficiente che uno o più direttori di tiro mettano a disposizione le proprie (la vedo dura), oppure si intestino armi idonee allo scopo comprate con i fondi dell'ente/associazione che gestisce il campo di tiro... e giù nuovi costi e oneri...
Nelle considerazioni dell'On. Napoli, si fa cenno che sarebbe fuori luogo concedere a un tiravolista l'abilitazione presso un TSN che tiro a volo non fa... però l'On. Napoli per dovere di correttezza e onestà intellettuale dovrebbe anche considerare che il certificato di idoneità al maneggio non certifica nessuna abilità sportiva, bensì le nozioni di base (legislative e tecnico-pratiche). Con il maneggio non si insegna a fare 10 bensì si dovrebbe cercare di far capire cosa si ha in mano e come funziona.
Personalmente potrei avere a mia volta qualche dubbio che tale certificato possa essere rilasciato in un campo di tiro a volo con il solo fucile ad anima liscia caricato a pallini... ricordiamoci che che quel certificato abilità all'acquisto e detenzione di qualunque arma comune, da caccia e/o sportiva... lunga e corta...
Avendo visto invece come si opera sui campi di tiro dinamico, di dubbi ne ho meno, la disciplina e il rigore di norma applicati in quei luoghi (intendo quelli affiliati FITDS) è esemplare e inevitabile mancando spesso le protezioni passive tipiche di un TSN. Inoltre i frequentatori di campi FITDS sono spesso operatori di forze dell'ordine e/o PS. Allo stesso tempo però, in ragione dell'assenza di una sicurezza implicita prima di mettere in mano un'arma vera a un novizio forse è meglio "avviarlo", "iniziarlo" con una replica soft-air.
Comunque, adeguarsi per un privato che vuole arrivare a erogare certificati è certamente prima una spesa mentre una sezione TSN non ha nulla a ci adempiere se non la DT-P2 (mannaggia!!!) e ora il certificato di prevenzione incendi...
Forse la liberalizzazione della certificazione può essere un toccasana per spazzare via qualche orticello dove maneggi e attestati vengono prodotti con disinvolta facilità pur di far cassa, e l'occasione per sezioni TSN già strutturate, organizzate e serie di mettere al centro dell'attenzione l'utente e non il servizio (fino ad ora esclusivo) per poter sopportare la concorrenza privata, e perché no l'occasione di stabilire sinergie con realtà private per offrire un servizio a 360°, a tutto vantaggio di qualità e sicurezza.
non tutto il male vien per nuocere... di certo se le sezioni TSN intendono restare coi gomiti sul davanzale, oppure continare a seguire il pifferaio magico non possono che soccombere... amen