Trovato su tiro Pratico
SPARARE IN CAMPAGNA II
UN ANNO DOPO
Ne avevamo parlato e ne hanno parlato un poco tutti. Non è più un segreto per nessuno, nel 2008 finalmente associarsi in un gruppo sportivo di tiratori e sparare in un campo privato in aperta campagna non è più un utopia ma una realtà alla portata di tutti.
La falsa dipatita dell'Unione Italiana di Tiro a Segno dovrebbe aver accellerato, in tutti coloro che covavano l'idea di crearsi un club di tiro tutto personale, la presa di contatti con altri amici amanti dello stesso sport per fondare senza indugio una società di tiro e un campo di tiro con annessi e connessi.
Se pensiamo solo a quanto era utopistico solo 10 o 15 anni or sono arrivare con poche mosse alla realizzazione di tutto ciò, ci fa capire che al di la delle sempre maggiori restrizioni sulle armi che aleggiano anche nel nostro Paese, in verità la raggiunta libertà su questo tema a fatto si che anche nel mondo del tiro, finalmente, il libero commercio abbia permesso il sorgere di società che forniscono a costo concorrenziale un posto dove poter sparare in piena sicurezza senza doversi "svenare" per 100 colpi in calibro nove o quaranta o trentotto....
Ma quali sono le aspettative dei tiratori che frequentano un campo di tiro o un poligono e quali dovrebbero essere i comportamenti delle società per garantirsi un ricco successo di affiliati ? Certo non possiamo fare questa domanda ad un dirigente dell'UITS, la risposta sarebbe scontata, tantomeno la si può fare a chi, a tutt'oggi non è riuscito nell'intento. Cosi investiamo di questo il fondatore di Tiropratico.com che nei primi anni '80 prese in mano le redini della sez. di Sanremo del TSN e da un deficit di oltre 50 milioni di lire di quei tempi, lascio la sezione nel 1996 con in cassa utili per oltre 20 milioni di lire. Un vero successo dettato da esperienza e volontà di dedicarsi sempre e solo all'interesse del tiratore prima che a quello della società o della "cassa". Ma sentiamo dalle sue parole come dovrebbe essere gestita una società di tiro: D "cosa arricchisce di soci una società di tiro ?" B "il campo di tiro o il poligono può essere il più brutto mai visto, ma se coloro che lo gestiscono sono persone esperte e capaci nel loro campo, se conoscono bene lo sport e ciò che ne fa parte, se sono affabili, gentili, disponibili, se non abbiamo dei "Rambo" come spesso si vedono in alcune società , se sono capaci ti mantenere l'attività nei limiti della piena sicurezza sempre con un sorriso e mai fare i "poliziotti" dal muso duro, i tiratori potrebbero sentirsi parte di essi, non sentirsi, voglio dire, degli intrusi che devono pagare, sparare e togliere il fastidio"
D "chi sono i Rambo ?" B " in molte sezioni di tiro tra i direttori c'è qualcuno che vuole strafare, credendo che il direttore sia uno status simbol e che a lui tutto possa e debba essere dovuto, che la sua parola sia sacra per poi scoprire che questi elementi di poco conto spesso non sono capaci di sbloccare un arma inceppata; questo non solo li rende ridicoli, in poco tempo diventano gli zimbelli degli altri tiratori, trascinando in questo "gorgo" anche gli altri direttori e l'intera società che permette a questi individui di sminuire la reale responsabilità dei direttori di tiro. Una sola cosa non si potrà mai contestare all'UITS e a i loro vecchi istruttori, il modo in cui insegnarono a noi come a nostra volda dovevamo insegnare ai giovani tiratori e come con estrema semplicità e umiltà , dovevamo affrontare con loro le problematiche del tiro. Un istruttore è un amico, che con il tempo ti fa fare quel benedetto centro e quando lo fai, lui, è più contento di te che lo hai fatto, lo è perchè sa che il suo lavoro è stato perfetto come il tuo tiro."
D "come si dovrebbe gestire un poligono perchè sia concorrenziale rispetto agli altri ?" B "Innanzi tutto si dovrebbe fare passare il dovere di cassa in secondo piano, spellare i tiratori con tessere dal costo esorbitante non porta alle società il denaro creduto, il denaro entra dalla frequenza del singolo tiratore, meglio una tessera da 10 euro e 1000 giornate di frequesnza che una sola tessera da 1000 euro e poi solo poche giornate trascorse dal tiratore al poligono. Ma anche la spesa giornaliera per l'uso delle linee non dovrebbe mai pesare sulle tasche dei tiratori, per esperienza sappiamo che se un tiratore (facendo un ipotesi) ha 10 euro e le deve spendere per il tiro, se una sessione di tiro gli costa proprio 10 euro verrà una sola volta per poi rimanere diverso tempo latitante. Se il costo della linea invece, è solo di 5 euro, lo stesso tiratore verrà sicuramente molte più volte e a lungo andare avrà spesso più di quello che si aspettava, ma diluito, non pesando sulle sue tasche, si sarà divertito molto di più, probabilmente porterà altri amici e le prove garantiscono un entrata di cassa maggiore nel tempo. Esiste una gestione sezionale che ritengo stupida e da persone che con lo sport non hanno nulla a che vedere, l'idea che si fa sempre più strada e che vede aumentare sensibilmente i prezzi, per far si che a frequentare i poligoni siano solo quelle persone dal tenore di vita sufficientemente elevato da potersi permettere un tale salasso. Un ottimo sistema per eliminare i "poveretti" che con uno stipendio da operaio devono fare i conti non solo con la busta paga.
D "consigli per le sezioni Italiane ?" B "smettere subito con l'imporre ogni tipo di tesseramento o corso non richiesto e spesso cosi inutile da apparire anche al più distratto tiratore un sopruso duro da mandare giù, ciò mette già di malumore il socio e fa capire a cosa mira la società prima che all'interesse dei tiratori. I corsi dovrebbero essere liberi, preparati su misura dei tiratori e sulle loro richieste. Non si può certo obbligare ad un corso di tiro chi di tiro ne fa già uno sport da decenni, lo si può e lo si deve organizzare per coloro che hanno difficoltà ad apprendere le tecniche più evolute, per quelli che hanno particolari esigenze ma le sezioni devono metterli a disposizione e non imporli. Lo sport del tiro in realtà possiamo dividerlo in due essenziali branche ben distinte: la prima è quella degli amatori (anche l'unione prevede la tessera "amatoriale") che ogni fine settimana scaricano la nevrosi del lavoro sul proprio bersaglio, questo è un aspetto naturale di ogni sport, c'è chi tira un calcio al pallone, chi si butta con il deltaplano e al termine torna a casa soddisfatto e rilassato; la seconda è quella degli sportivi veri e propri che inseguono ogni settimana il punteggio più alto o la somma dei centri più alta. In ogni sezione di tiro esistono da sempre queste due facce dello sportivo, ogni sezione vive grazie a entrambe ma per esperienza posso assicurare che si fa a meno della seconda ma non della prima, i cosidetti "amatori" sono il reale sostegno delle sezioni, sono spesso quelli che affittano armi, cuffie, occhiali, ecc. che spesso tornano a sparare il sabato e poi anche la domenica (solo se i prezzi lo permettono), cosa che non fanno i professionisti (non si forza mai oltre il braccio, il tiro e la precisione ne risente quindi sarebbe inutile). Cosi i tanto osannati tiratori sportivi (i vecchi tiratori con tessera blu) non sono più importanti dei "poveri" tiratori spesso senza arma e senza storia ma che alla sezione portano sempre buon denaro. Prenderli per il "c...ollo" li allontana spesso dai poligoni, se invece nei poligoni trovano divertimento e calore sono proprio loro a far crescere le sezioni di tiro, genitori che portano i loro figli, uomini le loro signore, gli amici e cosi via in una catena importante per la crescita della società di tiro.
D " le sezioni sono allora tutte cosi ?" B "fortunatamente no, ci sono in Italia moltissime sezioni di tiro, spesso in zone sconosciute, che offrono ad ogni iscritto sostegno da quando inizia a quando finisce la sessione di tiro, i costi contenuti le rendono appetibili per ogni tasca di sportivo, la gentilezza e la simpatia attrae ogni giorno nuovi iscritti ed è questa la vera ricchezza che fa delle società sportive serie, un passaporto di onestà che dovrebbe essere preso ad esempio dalle altre. Spero di evere presto riscontri a queste mie dichiarazioni per poter segnalare quelle società oneste prossimamente su questo sito.
Lasciamo cosi Bruno sperando di aver lanciato quel benedetto sasso nello stagno che spesso serve a muovere quelle coscienze sopite che credono ancora nei fantasmi del passato. Le società hanno comunque diritto di replica, ognuno verra pubblicato senza indugio dal nostro sito.
Sergio S.
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