Autore Topic: ENTE INUTILE - QUELLO CHE I MEDIA PENSANO DI NOI  (Letto 3374 volte)

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ENTE INUTILE - QUELLO CHE I MEDIA PENSANO DI NOI
« il: Maggio 12, 2009, 23:14:36 pm »
Vedete cos'ho trovato.
Il Corriere della Sera è uno dei giornali più letti in italia.
Ciao



http://img9.imageshack.us/my.php?image=rassegnastampa170409041.pdf
« Ultima modifica: Maggio 12, 2009, 23:39:37 pm da mimmo »

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Re: ENTE INUTILE - QUELLO CHE I MEDIA PENSANO DI NOI
« Risposta #1 il: Febbraio 02, 2010, 09:29:09 am »
corriere 31/12/2009
Gli enti inutili? Sono invincibili
Scritto da: Sergio Rizzo

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Ma la montagna è di sinistra o di destra? Quesito senza senso, se non fossimo in Italia. Dove la risposta, invece, è: dipende. Dipende da chi c' è al governo. Al tempo di Romano Prodi l' Ente italiano montagna era nella mani di un ex deputato diessino, Luigi Olivieri? Ecco che con Silvio Berlusconi il posto è stato assegnato a Massimo Romagnoli, ex parlamentare di Forza Italia. Quella nomina l' ha fatta il consiglio dei ministri due mesi fa, durante la stessa riunione nella quale veniva celebrato il salvataggio di massa di una quarantina di enti pubblici. Chi non ricorda l' operazione «taglia enti»? Nella prima sterminata legge Finanziaria del governo Prodi era prevista una generale riorganizzazione degli enti pubblici non economici. Ma c' era anche un elenco di quelli (undici) che dovevano essere comunque sciolti d' imperio. Per esempio, l' Unione tiro a segno, oppure l' Ente irriguo umbro-toscano, o ancora l' Ente opere laiche palatine pugliesi, l' istituto nazionale di beneficenza Vittorio Emanuele III, il Pio istituto elemosiniere... Scopo della sfoltita degli enti cosiddetti inutili era quello di far risparmiare un po' di quattrini alle casse dello Stato. Fu così che per un eccesso di zelo finì nell' elenco anche il famoso Ente italiano montagna, che la stessa legge finanziaria aveva fatto nascere dalle ceneri di un altro ente, l' Istituto della montagna. Errore a cui si pose presto rimedio escludendo l' Eim dalla lista e finanziandolo con 2,8 milioni di euro. Anche se il senso dell' operazione non è chiarissimo: l' ente dovrebbe gestire una specie di banca dati della montagna. Compito che potrebbero, secondo molti, svolgere più opportunamente le Regioni. Cominciò subito un tira e molla. Era chiaro che gli enti non accettavano di buon grado l' eutanasia. Ognuno di essi aveva qualche santo in paradiso e i santi, alla fine, ebbero la meglio. Finché arrivarono Giulio Tremonti, Roberto Calderoli e Renato Brunetta. E rimisero in azione le forbici. «Nessuno sa quanti sono e forse c' è stata la volontà di tenerli nascosti. Ma ora procederemo senza tentennamenti», ringhiò Calderoli. Venne stabilito che gli enti pubblici non economici con meno di 50 dipendenti sarebbero stati soppressi in tre mesi. Dalla strage si sarebbero salvati quelli giudicati espressamente «non inutili» per decreto di Calderoli e Brunetta e quelli che avessero avviato una procedura di riordino per far risparmiare dei soldi al contribuente. Il massacro veniva esteso anche agli enti di maggiori dimensioni, a patto che non avessero avviato anch' essi una riorganizzazione. La ghigliottina doveva scattare entro il 31 marzo del 2009. Scadenza via via spostata per legge fino al 31 ottobre. Nel frattempo la talpa si era messa a scavare. Prima è stata salvata l' Unione ufficiali in congedo. Quindi il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha annunciato il salvataggio dell' Unione tiro a segno. Quindi hanno tirato un sospiro di sollievo l' Istituto per l' Africa e l' oriente, l' Accademia della Crusca, la Cassa conguaglio trasporti di gas di petrolio liquefatto, l' Agenzia per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, e altri ancora. E il 28 ottobre, all' ultimo consiglio di amministrazione utile prima della fatidica scadenza del 31 ottobre, ecco che sono piovuti d' incanto sul tavolo di palazzo Chigi 39 piani di riordino. Ovvero, una specie di assicurazione sulla sopravvivenza, fra gli altri, per l' Istituto opere laiche palatine pugliesi, l' Agenzia per i giovani, l' istituto agronomico d' oltremare, la Scuola archeologica italiana di Atene, la Fondazione Guglielmo Marconi, l' Unione accademica nazionale, il Comitato per il marchio comunitario di qualità ecologica, l' Istituto Vittorio Emanuele III. A scanso di equivoci si sono messi al riparo anche alcuni enti parco, che avevano rischiato di essere cancellati con un colpo di spugna dal codice delle autonomie locali, scampandola all' ultimo istante. Ma non si sa mai. Così alla fine il consiglio dei ministri non ha potuto che prendere atto della situazione e soprassedere al decreto legge che avrebbe decretato i tagli. Al suo posto si farà una «circolare» per «consentire un' applicazione ottimale della norma cosiddetta taglia-enti». Una circolare! Particolare non trascurabile: il giro di vite sugli enti considerati inutili avrebbe far risparmiare ben 415 milioni di euro per il 2009. Il ministero dell' Economia avrebbe dovuto assegnare con suo decreto ai vari ministeri vigilanti sui diversi enti gli obiettivi di risparmio. Decreto che non ha ancora visto la luce.
Pubblicato il 31.12.09 18:16 | Permalink| Commenti(5) | Invia il post

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Re:ENTE INUTILE - QUELLO CHE I MEDIA PENSANO DI NOI
« Risposta #2 il: Marzo 19, 2010, 22:45:23 pm »
P.A.: BRUNETTA, NON RIUSCITI AD ELIMINARE ENTI INUTILI'Calderoli e io dovevamo eliminare gli enti inutili. Ma abbiamo avuto una reazione tale delle burocrazie ministeriali, per cui non siamo riusciti a farne fuori neanche uno. Adesso ci stiamo riprovando'. L'ammissione e' del ministro della funzione pubblica Renato Brunetta, intervenuto al forum della Confcommercio. - (AGI)
(12 marzo 2010 ore 19.45)

Offline diamante

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Re:ENTE INUTILE - QUELLO CHE I MEDIA PENSANO DI NOI
« Risposta #3 il: Marzo 20, 2010, 22:41:05 pm »

P.A.: BRUNETTA, NON RIUSCITI AD ELIMINARE ENTI INUTILI'...... Adesso ci stiamo riprovando'. .......

L'ammissione e' del ministro della funzione pubblica Renato Brunetta, intervenuto al forum della Confcommercio. - (AGI)
(12 marzo 2010 ore 19.45)
Speriamo che sia la volta buona e che non rimangono parole al vento.......aspettiamo. ::) ::) ::)
Ciao
« Ultima modifica: Marzo 20, 2010, 22:44:46 pm da diamante »

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Re:ENTE INUTILE - QUELLO CHE I MEDIA PENSANO DI NOI
« Risposta #4 il: Aprile 03, 2010, 14:29:57 pm »
STORIE / Ente e inutile? Sì ma solo per due mesi
di Antonello Cherchi
   
Sole 24 ore - 29 marzo 2010

Non c'è riuscita neanche la spada di Alberto da Giussano. Roberto Calderoli, ministro leghista della Semplificazione, avrebbe voluto brandirla e con un colpo secco fare fuori tutti gli enti inutili, così da riuscire dove molti altri prima di lui avevano miseramente fallito. E invece niente. I proclami di potatura del sottobosco amministrativo si sono fatti sempre meno roboanti e Calderoli, con mossa astuta, si è sfilato da quella che rischiava di essere la sua Waterloo.

E ora che dopo l'ultimo intervento normativo, avvenuto con il milleproroghe di fine 2009 (convertito in legge al termine di febbraio) si possono tirare le somme, il risultato è piuttosto desolante, anche se scontato: tutti gli enti, anche quelli che sembravano a un passo dalla ghigliottina, si sono riorganizzati e, dunque, salvati. Ma ciò che è ancora più sconcertante è che in questi ultimi due anni – da quando l'ultima operazione taglia-enti è stata avviata dalla Finanziaria per il 2008 – non si è arrivati a capire quanti e quali siano gli organismi di cui si può tranquillamente fare a meno. Ragion per cui anche la regola del "taglio per sottrazione" – chi non si è riorganizzato, automaticamente scompare – non si può applicare, perché non esiste alcun elenco su cui fare la cernita.

Tutto come prima, dunque. Sopravvivono l'Unione italiana tiro a segno, l'Unione nazionale ufficiali in congedo, l'Unione accademica nazionale, la fondazione "Il Vittoriale degli italiani" – la prima struttura a essersi riformata e una delle poche che ha scelto la strada della privatizzazione insieme all'Istituto opere laiche palatine pugliesi e all'Istituto di beneficenza «Vittorio Emanuele III» –, l'Opera nazionale per i figli degli aviatori. Per citare solo gli enti che il governo Prodi aveva inserito nell'elenco allegato alla Finanziaria per il 2008 (la legge 244/2007) e che sembrava fossero i primi a dover capitolare. E, invece, si sono riorganizzati e hanno scampato il pericolo. Insieme a loro un'altra quarantina di organismi che attraverso la riduzione delle spese, ottenuta soprattutto con la potatura dei componenti del consiglio di amministrazione e di collegi vari, hanno ottenuto il salvacondotto.

A dire il vero, un organismo è stato soppresso: è l'Ente irriguo umbro-toscano (Eiut), anch'esso inserito nell'elenco della Finanziaria. Ma è stato tagliato solo formalmente: in realtà continua a vivere e il milleproroghe gli ha concesso di rimanere sulla scena fino a novembre 2011. È strano, ma è così. Una contraddizione frutto del sovrapporsi di norme, di attendismo politico, di disattenzione del legislatore, di veti incrociati. Così come quello umbro-toscano, anche l'Ente irriguo della Puglia (Eipli) è stato graziato dal milleproroghe e ha ottenuto una dilazione dei tempi: potrà riorganizzarsi (o scomparire) entro il 31 dicembre di quest'anno. E anch'esso si trovava nell'elenco della Finanziaria.

La storia dell'Eiut è emblematica di come sia andata l'ultima operazione di taglio dei presunti orpelli amministrativi. I natali dell'ente risalgono al 1961: vede la luce come ente di bonifica "a tempo", perché la legge istitutiva già ne prevedeva la fine: dopo 30 anni, il 6 novembre 1991, sarebbe infatti dovuto scomparire. Nel frattempo, l'ente costruisce infrastrutture, gestisce dighe (attualmente sono tre, insieme a due centrali idroelettriche), si occupa della rete di trasporto dell'acqua.

A ridosso del 1991, quando l'ente dovrebbe scomparire, si inizia a delineare una sua trasformazione in spa. Per portare a termine il progetto vengono accordati altri dieci anni. Il progetto acquista ancora più vigore nel 1998, quando, sulla scia delle leggi Bassanini, si pensa di farlo diventare una spa pubblica e per accompagnare la transizione il ministro dell'Agricoltura decide di non rinnovare il cda e di nominare un commissario.

Arrivati al 2001, però, ancora non è successo niente. Si decide, pertanto, di concedere un altro anno di vita, a condizione che entro novembre 2002 l'ente indossi il nuovo vestito. Ma continua a non accadere niente, se non che nel 2002 arriva un altro commissario (tuttora in carica). E così, di anno in anno il legislatore concede nuova vita all'ente umbro-toscano, finché nel 2007 non si affaccia una nuova ipotesi: trasformarlo da ente pubblico non economico in ente pubblico economico.

«Il bilancio – spiega il direttore generale, Diego Zurli – consentiva quel passaggio: i conti di parte corrente erano, infatti, in equilibrio fin dal 2004 e la spesa era già coperta per circa il 97% da entrate proprie. Inoltre, il personale era stato più che dimezzato, perché da un organico di 50 addetti si era scesi a 21».

Nei primi mesi del 2007, però, la riorganizzazione è ancora al palo e così a luglio arriva l'ennesima proroga di un anno. A dicembre, però, irrompe la Finanziaria, che inserisce l'ente umbro-toscano nell'elenco di quelli a rischio: o ci si riforma entro giugno 2008 o si va a casa. A quel punto la riforma diventa ancora più impellente. «Francamente non so dire – aggiunge Zurli, all'ente dal '97 – con quale criterio sia stata compilata la lista della Finanziaria. Per carità, il Parlamento poteva benissimo pensare che noi, come altri organismi, fossimo inutili e, dunque, eliminarci. Il problema, almeno nel nostro caso, era però pensare a come sostituirci, visto che esercitiamo un servizio pubblico essenziale e non possiamo farci da parte senza un sostituto».

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Ma allora siamo utili solo per il riordino?

I media, invece, pensano che siamo inutili!!!!!!

Ciao

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Re:ENTE INUTILE - QUELLO CHE I MEDIA PENSANO DI NOI
« Risposta #5 il: Aprile 13, 2010, 13:25:52 pm »
Dalla trasmissione Report "RAI TRE" dell'11 aprile 2010.

Per non farvi perdere tempo, il video va visto dal minuto  50.

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-a5ee456b-daf7-4eb4-b67f-0a6071913dc9.html?p=0

Ciao

Offline mimmo

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Re:ENTE INUTILE - QUELLO CHE I MEDIA PENSANO DI NOI
« Risposta #6 il: Aprile 16, 2010, 12:25:44 pm »
Enti e istituti, le mille poltrone
che nessuno riesce a tagliare
Ci costa un miliardo il paese che vive a gettone. Nel solo 2009 il governo Berlusconi ha salvato 35 istituzioni. Le maggiori resistenze ai tagli vengono dai ministeri e dalle amministrazioni locali. E la cura dimagrante slitta
di CARMELO LOPAPA

 
La home page del sito
dell'Opera nazionale
figli degli aviatori
ROMA - C'è l'Istituto agronomico per l'oltremare col suo direttore generale, il managing director e uno staff di 47 persone. E il consiglio direttivo dell'immortale "Istituto opere laiche palatine", fondato con regio decreto del 1936 con sede a Bari, inattaccabile a dispetto dei disegni di legge di soppressione che incalzano da quattordici anni. C'è il consiglio di amministrazione con 12 componenti del "Banco nazionale prova armi da fuoco" - sorta di ente anagrafe delle armi prodotte in Italia - tutti nominati dal ministero dello Sviluppo. E il cda (tutto composto da ufficiali indicati dalla Difesa) dell'"Istituto di beneficenza Vittorio Emanuele III", fondato nel 1907 allo scopo di "esercitare funzione di assistenza a favore degli ufficiali pensionati delle Forze armate e della Guardia di Finanzia o dei loro familiari". Proprio così, beneficenza per ex ufficiali e familiari. Al suo attivo, Villa Lieta a Sanremo, complesso monumentale liberty. Otto invece i componenti cda (tutti di nomina ministeriale) che guidano la Scuola archeologica italiana di Atene, supportata da consiglio scientifico e revisori dei conti.

Professoroni e generali, burocrati e sottobosco politico, professionisti al servizio degli assessorati e uno stuolo di trombati. Esercito di "ex" qualcosa: consiglieri comunali e provinciali, deputati e senatori che hanno perso da poco o lungo tempo il terno al lotto della rielezione e finiti presto sulla giostra degli incarichi. Sempre pubblici. Spesso ministeriali. Quasi sempre legittimati da curricula inappuntabili quando non accademici. C'è insomma un'Italia che vive di gettoni o quanto meno che quel gettone lo ostenta come una medaglia. È l'Italia dei comitati, dei collegi, dei consigli. Insomma, degli organi collegiali dei quali si sconosce l'esistenza e di cui in pochi, in ogni caso, avvertono effettiva esigenza.

Bastano i gettoni, talvolta (ma non sempre) davvero spiccioli, a giustificare una foresta di sigle, enti, istituti? E perché mai guidati da una sola persona?

LA BLACK LIST
La "black list" è venuta fuori negli ultimi mesi al ministero che si è inventato Roberto Calderoli, quel dicastero alla Semplificazione che finora di poltrone "inutili" ne ha cancellate 480. Peccato che, spiegano dagli uffici, ne restino ancora circa 1.020. Salvate, sostenute, foraggiate, mantenute. Già, perché l'Italia dei comitati e dei consigli (di amministrazione, direttivi, tecnici, accademici) fino a poco tempo fa vantava 1.500 incarichi. Un terzo cancellato, gli altri due restano al loro posto. Frutto della recente operazione "taglia enti" e di una più complessiva opera di pulizia avviata nel 2001 e poi messa a punto con la Finanziaria del governo Prodi del 2007, in ultimo intensificata col decreto Calderoli. Il fatto è che, una stima approssimativa, vuole che ancora un miliardo di euro l'anno venga impegnato per il mantenimento di strutture pletoriche, comunque collegiali, destinati alla gestione di enti e istituti che in molti casi potrebbero essere cancellati o ridotti al minimo degli organici.

"L'operazione finora ha comportato l'eliminazione di 480 componenti, una razionalizzazione degli organi stessi e una contrazione della spesa strutturale delle amministrazioni vigilanti - ha spiegato il 3 febbraio scorso il ministro Calderoli rispondendo in aula a un'interrogazione dell'Italia dei valori - con un risparmio complessivo e certo che nel 2009 è stato di 415 milioni di euro". Tuttavia, è stato costretto ad ammettere il responsabile della Semplificazione, "il percorso iniziato con il nostro decreto nel 2008 non ha consentito di raggiungere i risultati sperati in termini di riduzione del numero a causa delle discutibili, ma, purtroppo, insindacabili resistenze delle amministrazioni vigilanti che hanno l'onere di dichiarare l'utilità di un ente". Dove, per amministrazioni vigilanti, si intendono non solo i soliti bistratti comuni e le province meridionali a capo di consorzi e società pubbliche locali, i famosi carrozzoni mangiasoldi, ma anche gli stessi ministeri.

Fanno capo proprio a parecchi dicasteri, infatti, le 35 tra agenzie, accademie, istituti consorzi, centri e opere e unioni e leghe e istituti che in ultimo il 31 ottobre 2009 il governo Berlusconi ha "salvato", approvandone i regolamenti di riordino. Strutture, cioè, la cui sopravvivenza è stata ritenuta necessaria. Assieme a quella di tante altre già "vistate" in precedenza. L'utilità o meno è ovviamente sindacabile, dipende dai punti di vista, e il rischio di cadere nel qualunquismo è alto, soprattutto se l'approccio è quello del profano. Ognuno però si può fare un'idea saltellando da un sito web all'altro.

AVIATORI E TIRO A SEGNO
La lista degli enti e dei loro organi collegiali salvati è lunga, al ministero della Semplificazione. Ecco l'Opera nazionale dei figli degli aviatori. Organo vigilante: il ministero della Difesa. Un consiglio di amministrazione di nove membri, presieduto dal generale Piergiorgio Crucioli e composto da altri 5 generali e tre tenenti colonnelli e poi un segretario generale e un collegio dei revisori di tre membri. Tutti nominati dal ministro della Difesa su proposta del capo di stato maggiore dell'Aeronautica militare.

L'attività? "Svolta ad esclusivo favore dei figli degli aviatori - si legge nello statuto - allo scopo di provvedere alla educazione morale, intellettuale, fisica, all'assistenza religiosa ed alle cure igieniche e sanitarie, allo scopo di prepararli ad un avvenire adeguato alle loro capacità e tendenze". Impegno che include, sia chiaro, anche la benemerita assistenza dei 320 orfani figli di militari dell'Aeronautica. Ma sarà davvero necessario un cda affollato come quello di una multinazionale?

Deve la propria sopravvivenza allo stesso ministro della Difesa Ignazio La Russa l'Unione italiana tiro a segno, riacciuffata lo scorso anno dalla fossa degli organismi da cassare. E invece rieccola, viva e vegeta, consiglio direttivo di 17 componenti, in parte gli stessi del consiglio di presidenza di 7 membri guidato (come il primo) da Obrist Ernfried, 5 revisori dei conti. Forse non a caso la pagina Internet si apre con foto del ministro La Russa in visita al Poligono di Legnano.

Dal ciclone della casta erano rimaste travolte le comunità montane con i loro consigli, poi comunque sopravvissute anche quelle. Nulla o quasi si è detto e scritto invece dell'Ente italiano della montagna, che fa capo direttamente alla Presidenza del Consiglio per coordinare le politiche dei territori montani. Prima si chiamava Istituto nazionale della montagna, ora Eim, che ha subito una piccola sforbiciata agli organi collegiali. Restano: il consiglio direttivo composto da 3 membri, un comitato scientifico anche questo di 3 componenti, come il collegio dei revisori dei conti. Governo che viene, presidente che porti. Anche nel piccolo Ente della montagna, il presidente Luigi Olivieri nominato sotto l'esecutivo di Romano Prodi è stato sostituito l'ottobre scorso dal premier Berlusconi con Massimo Romagnoli, ex parlamentare di Forza Italia.

PROMOZIONI DA NORD A SUD
Ma perché dietro ogni missione pur meritevole, con lo scopo dichiarato di tutelare un bene, fornire assistenza, promuovere qualcosa, in Italia si nasconde sempre un consiglio di amministrazione?

A Napoli gode di una sua autorevolezza l'Ente per le Ville vesuviane. Consorzio tra lo Stato, la Regione Campania, la Provincia di Napoli ed i comuni vesuviani che dal 1976 prova a tutelare al meglio i 122 immobili monumentali compresi nei territori di Napoli, San Giorgio a Cremano, Portici, Ercolano e Torre del Greco. Ma anche lì, consiglio di gestione a 5, presieduto dal professor Giuseppe Galasso, un direttore generale, tre revisori dei conti. Oltre agli otto funzionari tra ufficio amministrativo, tecnico e gestione eventi. Perfino il "Centro mondiale della poesia e della cultura - Giacomo Leopardi", con sede a Recanati sul Colle dell'Infinito, che organizza eventi con le poche risorse girate da Stato e enti pubblici è guidato da un consiglio di amministrazione di 8 componenti, presieduto da Ferdinando Foschi e con la discendente Anna Leopardi ovviamente membro di diritto.

Nella Finanziaria 2010, uno stanziamento di 407 mila euro viene destinato all'Agenzia nazionale per i giovani. Organismo che "promuove la cittadinanza attiva dei giovani, in particolare, la loro cittadinanza europea e sviluppa la solidarietà e promuove la tolleranza fra i giovani per rafforzare la coesione sociale".

Fatto sta che per realizzare la sua missione, sponsorizzata da Bruxelles, l'Ang si avvale di un team di 34 persone, presieduto da Paolo Giuseppe Di Caro (Head of the agency). Ex militante-dirigente dei giovani di An, candidato col Pdl alle ultime politiche in Sicilia, tra i primi dei non eletti, è approdato lì su indicazione governativa. Indennità lorda nel 2009: 101 mila euro. Oltre 450 mila euro l'anno per le indennità degli altri dirigenti, funzionari, collaboratori. Unica differenza, rispetto agli altri enti, la carica definita rigorosamente in inglese, che fa molto Union European: Andrea Chirico, Development and Upholding Director, Paola Trifoni, Youth in Action Programme Manager, Giovanna Perfetto e Silvia Strada, entrambe Directorate generale, e via elencando. Ma se è per questo, la medesima legge finanziaria del rigore targata Tremonti, stanzia per quest'anno 6 milioni 808 mila euro per l'Istituto nazionale per studi ed esperienze di architettura navale (Insean), otto membri nel consiglio direttivo presieduto da Giano Pisi, sette componenti del comitato scientifico. In un primo momento aveva rischiato di essere cancellato dal decreto taglia enti. Poi salvato.

I GRANDI SALVATORI
Ma chi ha salvato i consiglieri e le loro mille poltrone? Chi regge la macchina dei comitati e dei consigli e ne gestisce il potere?

Molte resistenze sono state opposte dagli enti locali, altre (non poche), come visto dai ministeri. Per comprenderlo basta scorrere l'elenco aggiornato Istat delle centinaia tra consorzi, agenzie, enti autonomi, enti parco, fondazioni e società pubbliche sparse per mezza Italia. Su quel terreno sarà difficile avventurarsi. Al ministro Calderoli è riuscito più facile cancellare 225 mila norme e darle alle fiamme in una caserma dei vigili del fuoco. Racconta Domenico Mastroianni, ispettore generale capo della Ragioneria generale dello Stato, ascoltato il 20 gennaio scorso dalla commissione Semplificazione del Senato: "Nel luglio 2009, abbiamo inviato una lettera a tutte le amministrazioni per ricevere da parte loro proposte di riordino. Ne sono arrivate poche, per cui non è stato possibile definire obiettivi mirati sulla base delle proposte delle amministrazioni". Da qui la decisione del governo di procedere d'imperio, fissando alle amministrazioni (non solo locali) obiettivi di risparmio complessivo da 415 milioni di euro, in alternativa la scure: blocco delle assunzioni, riduzioni dei trasferimenti.

"La verità - scrivono i deputati Idv Porcino, Donadi, Evangelisti, Borghesi, Favia e Cambursano in un'interrogazione di poche settimane fa - è che la scadenza del 31 marzo 2009 per i tagli è stata via via prorogata al 31 ottobre 2009 e gli obiettivi di risparmio non sono stati realmente conseguiti, molti enti inutili sono stati dichiarati utili dai medesimi componenti del governo. La riduzione della rappresentanza locale, con l'annunciato taglio di cinquantamila poltrone è stata rinviata al 2011". La mini cura dimagrante di giunte e consigli comunali e provinciali in realtà è partita per il 2010, ma solo per quelle che sono andate al rinnovo col voto amministrativo di quest'anno. Annunciando il suo programma alle Camere il 10 luglio 2008, il ministro Calderoli era più che ottimista. "Colleghi, Tolstoj sosteneva che non può esservi grandezza senza semplicità, credo che la semplificazione sia un obbligo". Due anni dopo, tutto si sta rivelando per sua stessa ammissione più difficile del previsto.
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Offline mimmo

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Re:ENTE INUTILE - QUELLO CHE I MEDIA PENSANO DI NOI
« Risposta #7 il: Aprile 16, 2010, 12:47:16 pm »
Di seguito l'interrogazione di cui parla l'articolo e la risposta........insoddisfacente!!!!!


Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00886
presentata da
GAETANO PORCINO
martedì 2 febbraio 2010, seduta n.276

PORCINO, DONADI, EVANGELISTI, BORGHESI, FAVIA e CAMBURSANO. - Al Ministro per la semplificazione normativa.- Per sapere - premesso che:
secondo i piani annunciati nel 2008 dal Ministro interrogato - e messi per iscritto nel decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008 - gli enti cosiddetti «inutili» con meno di 50 dipendenti sarebbero stati soppressi ipso iure in tre mesi, il 20 novembre 2008;

la soppressione colpiva, inoltre, anche gli enti di maggiori dimensioni, qualora non avessero provveduto, entro il 31 marzo 2009, ad un riordino;

si sarebbero salvati dalla soppressione gli enti dichiarati «non inutili» per decreto dei dicasteri per la pubblica amministrazione e l'innovazione e per la semplificazione normativa;

il taglio degli enti cosiddetti «inutili» doveva fruttare oltre 400 milioni di euro per l'anno 2009, da assegnare, con successivo decreto, ai ministeri per essere impiegati in modo migliore, in migliori servizi della pubblica amministrazione ai cittadini contribuenti, che, ad avviso degli interroganti, foraggiano le casse dello Stato;

la scadenza del 31 marzo 2009 è stata via via prorogata al 31 ottobre 2009, il decreto di assegnazione delle risorse ai ministeri non ha mai visto la luce, né gli obiettivi di risparmio sono stati conseguiti perché molti enti «inutili» sono stati dichiarati «utili» dai medesimi componenti del Governo;

la riduzione della rappresentanza politica locale, con l'annunciato taglio di cinquantamila «poltrone», all'avvio del 2009 inserita nel disegno di legge cosiddetto delle «autonomie» mai esaminato e da ultimo inserita nella legge finanziaria per il 2010, è stata rinviata al 2011 con il decreto-legge 25 gennaio 2010, n. 2, proposto dal Ministro interrogato;

per il 2010 non si provvederà alla riduzione della rappresentanza politica locale, bensì ad un taglio generalizzato dei trasferimenti ai comuni, che colpirà, ad avviso degli interroganti, i servizi ai cittadini contribuenti e non i costi della politica -:

se e come intenda provvedere per dare efficacia alle politiche di semplificazione normativa e riduzione dei costi.
(3-00886)


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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

(Iniziative per l'efficacia delle politiche di semplificazione normativa e di riduzione dei costi, con particolare riferimento alle prospettive relative alla soppressione dei cosiddetti enti «inutili» e alla riduzione della rappresentanza politica locale - n. 3-00886)

PRESIDENTE. L'onorevole Porcino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00886, concernente iniziative per l'efficacia delle politiche di semplificazione normativa e di riduzione dei costi, con particolare riferimento alle prospettive relative alla soppressione dei cosiddetti enti «inutili» e alla riduzione della rappresentanza politica locale (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, secondo i piani annunciati nel 2008 - e messi per iscritto nel decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008 - gli enti cosiddetti «inutili» con meno di 50 dipendenti sarebbero stati soppressi ipso iure in tre mesi, il 20 novembre 2008.
La soppressione - come lei sa - colpiva anche gli enti di maggiori dimensioni, qualora non avessero provveduto, entro il 31 marzo 2009, ad un riordino. Si sarebbero salvati dalla soppressione gli enti dichiarati «non inutili».

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GAETANO PORCINO. Il taglio degli enti cosiddetti «inutili» doveva fruttare oltre 400 milioni di euro per l'anno 2009. La scadenza del 31 marzo 2009 è stata via via prorogata al 31 ottobre 2009; il decreto di assegnazione delle risorse ai Ministeri non ha mai visto la luce, né gli obiettivi di risparmio sono stati conseguiti perché molti enti «inutili» sono diventati, nel frattempo, «utili».
Per l'anno in corso, non si provvederà alla riduzione della rappresentanza politica locale, bensì ad un taglio generalizzato dei trasferimenti ai comuni.

PRESIDENTE. Deve concludere.

GAETANO PORCINO. Signor Ministro, le chiediamo se e come intenda provvedere per dare efficacia alle politiche di semplificazione normativa e riduzione dei costi.

PRESIDENTE. Il Ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, il percorso iniziato con il decreto-legge n. 112 del 2008 non ha consentito di raggiungere i risultati sperati in termini di riduzione del numero degli enti pubblici non economici a causa delle discutibili ma, purtroppo, insindacabili resistenze delle amministrazioni vigilanti che hanno l'onere di dichiarare l'utilità di un ente. Ciò nonostante, si è riusciti a procedere alla loro razionalizzazione attraverso trentacinque regolamenti di riordino.
Tale operazione ha comportato l'eliminazione di 480 componenti di organi collegiali, una razionalizzazione degli organi stessi e una contrazione della spesa strutturale delle amministrazioni vigilanti, con un risparmio complessivo e certo - che confermiamo - per il 2009, pari a 415 milioni di euro.
In relazione alla riduzione dei costi della politica, la legge finanziaria per il 2010 ha anticipato, con efficacia a partire dalla prima tornata elettorale del 2010, misure di razionalizzazione già contenute Pag. 61nel cosiddetto codice delle autonomie. Purtroppo, l'accorpamento delle elezioni amministrative a quelle regionali ha determinato un'anticipazione dell'usuale finestra per il rinnovo degli enti locali.
La riduzione del numero dei seggi, a poche settimane dall'indizione dei comizi elettorali, avrebbe comportato gravi difficoltà organizzative al Ministero dell'interno, con il rischio di una compressione delle prerogative democratiche e del conseguente contenzioso.
Al fine di garantire l'assoluta regolarità delle procedure, il Governo ha conseguentemente emanato un decreto-legge che rinvia alla tornata elettorale del 2011 l'avvio delle misure di razionalizzazione. Tale rinvio ha però consentito di estendere il taglio anche ai consiglieri provinciali e di porre un tetto allo stipendio dei consiglieri regionali, già dal 2010 (quindi, dall'anno in corso), con conseguente ulteriore risparmio di spesa. Altre misure di razionalizzazione verranno proposte dal Governo in sede di conversione del decreto-legge.
In merito ai presunti tagli generalizzati dei trasferimenti ai comuni previsti per l'anno 2010, paventati dagli interroganti, per amore di verità, il taglio per i comuni ammonta a complessivi 12 milioni di euro, che, tenuto conto del numero complessivo di abitanti, comporterà una riduzione, per abitante, pari a 20 centesimi, ovvero per il 70 per cento dei comuni, un taglio pari o inferiore a mille euro.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Sul fronte delle misure di semplificazione normativa, i provvedimenti attuativi hanno ridotto le fonti primarie e vigenti dalle circa 50.000 del periodo antecedente il 2008 alle 10 mila di oggi, consentendo una contrazione della spesa pubblica, per oneri amministrativi, stimata in circa 75 miliardi di euro.
Il Governo, nel mese di marzo, intende procedere poi all'emanazione di un decreto legislativo e di un regolamento che concluderanno il percorso soppressivo, cancellando complessivamente 225 mila norme.
Nel contempo, è stato avviato il lavoro di codificazione delle residue 10 mila leggi, che ha già portato all'approvazione di due codici, quello dell'agricoltura e quello della difesa.
Per concludere, comunico che dal mese di marzo tutte le leggi vigenti saranno, gratuitamente e per la prima volta, consultabili sul primo sito pubblico denominato «Normattiva».

PRESIDENTE. L'onorevole Porcino ha facoltà di replicare.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio della risposta. Lei ci ha parlato delle cose che farete. Noi, invece, ci aspettavamo di sentire qualcosa sulle cose che avreste già dovuto fare. Era la risposta che mi aspettavo di sentire e, quindi, non sono meravigliato, signor Ministro. Allo stesso modo sono convinto che non si meraviglierà lei se le dico che la sua risposta è insoddisfacente, perché rimane il fatto che per il 2010 il Governo ha deciso di soprassedere ai tagli delle poltrone, così come avevate annunciato.
È insoddisfacente, signor Ministro, perché ormai siamo avvezzi al vostro modo di fare. Abbiamo capito qual è la vostra tecnica e il metodo di Governo. Si fanno annunci e proclami, se possibile con grande enfasi e roboanti, e così si imboniscono gli elettori. Agli annunci che vengono costantemente fatti ad arte per i media, però, mai seguono i fatti conseguenti, come in questo caso o, per meglio dire, i fatti arrivano ma sempre diversi dagli annunci che sono stati fatti.
Come vede si fa poco o nulla per diminuire i costi, signor Ministro, e ancora meno per recuperare le risorse. Poi sistematicamente si dice che mancano i fondi per fare fronte a problemi seri e che non si riesce ad intervenire perché manca la disponibilità e la copertura finanziaria.
Non si affrontano, invece, problemi seri come quello, ad esempio, dei lavoratori dell'Embraco Aspera di Chieri, signor Ministro. Pag. 62A questi signori sono anni che si dice che non ci sono soldi. Per quei lavoratori, esposti per anni al rischio di amianto, continuate a dire che siccome mancano i fondi e le risorse finanziarie - i soldi, detto volgarmente - non potete loro riconoscere il sacrosanto diritto ai benefici previdenziali, che sono previsti da norme già esistenti e riformulati da una proposta di legge presentata dal sottoscritto e da altri parlamentari che giace, da oltre un anno, in attesa di essere discussa. Per recuperare i fondi basterebbe dare corso e realizzare i fatti che avete annunciato e mantenere quello che avevate promesso, come il provvedimento di specie.
Mi sono fatto carico, signor Ministro, e me ne farò carico ancora di dire a tutti questi signori, ai lavoratori, di fronte ai problemi seri che hanno, come stanno i fatti e come si comporta il Governo. Magari loro lo capiranno, ne prenderanno nota e spero che già dalle prossime elezioni amministrative vi diano la risposta adeguata in base a come vi comportate (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).




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Offline Daniele Puccioni

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Re:ENTE INUTILE - QUELLO CHE I MEDIA PENSANO DI NOI
« Risposta #8 il: Aprile 16, 2010, 13:26:38 pm »
http://www.repubblica.it/politica/2010/04/15/news/inchiesta_enti_inutili-3379888/

Estratto dall'articolo originale della Repubblica:

Citazione
AVIATORI E TIRO A SEGNO
La lista degli enti e dei loro organi collegiali salvati è lunga, al ministero della Semplificazione. Ecco l'Opera nazionale dei figli degli aviatori. Organo vigilante: il ministero della Difesa. Un consiglio di amministrazione di nove membri, presieduto dal generale Piergiorgio Crucioli e composto da altri 5 generali e tre tenenti colonnelli e poi un segretario generale e un collegio dei revisori di tre membri. Tutti nominati dal ministro della Difesa su proposta del capo di stato maggiore dell'Aeronautica militare.

L'attività? "Svolta ad esclusivo favore dei figli degli aviatori - si legge nello statuto - allo scopo di provvedere alla educazione morale, intellettuale, fisica, all'assistenza religiosa ed alle cure igieniche e sanitarie, allo scopo di prepararli ad un avvenire adeguato alle loro capacità e tendenze". Impegno che include, sia chiaro, anche la benemerita assistenza dei 320 orfani figli di militari dell'Aeronautica. Ma sarà davvero necessario un cda affollato come quello di una multinazionale?

Deve la propria sopravvivenza allo stesso ministro della Difesa Ignazio La Russa l'Unione italiana tiro a segno, riacciuffata lo scorso anno dalla fossa degli organismi da cassare. E invece rieccola, viva e vegeta, consiglio direttivo di 17 componenti, in parte gli stessi del consiglio di presidenza di 7 membri guidato (come il primo) da Obrist Ernfried, 5 revisori dei conti. Forse non a caso la pagina Internet si apre con foto del ministro La Russa in visita al Poligono di Legnano.

Offline mimmo

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Re:ENTE INUTILE - QUELLO CHE I MEDIA PENSANO DI NOI
« Risposta #9 il: Aprile 19, 2010, 15:54:11 pm »
Corriere di Roma


L'ITALIA DELLE INUTILI SPESE PUBBLICHE 
1000 uffici pubblici inutili depredano le casse dello stato italiano. Ci vuole un intervento deciso che cancelli nepotismi e clientelismi

 
ROMA – In Italia 1 miliardo di euro l’anno viene sperperato per il mantenimento di enti ed istituti pubblici che potrebbero tranquillamente esser cancellati o comunque ridotti nell’organico. Il 2009 ha visto svilupparsi una delle più grandi crisi economiche dal dopoguerra in poi; la popolazione fatica ad arrivare alla fine del mese e la disoccupazione ha toccato abbondantemente il 7%, lasciando così a casa molti giovani neo-laureati, ma ci sono caste di intoccabili all’interno della pubblica amministrazione. Un esercito di “ex”: ex consiglieri comunali, ex deputati ed ex senatori, ex consiglieri provinciali ecc. Tutti questi signori hanno ormai persi da tempo ogni minima speranza di essere rieletti, ma per loro la giostra degli incarichi (sempre pubblici) non si ferma mai. Il ministro per la semplificazione Roberto Calderoni si è inventato una black list di tutte le poltrone inutili che in Italia assicurano un facile impiego per molti. Si contavano, fino a poco tempo fa, ben 1500 incarichi futili; ora, con un drastico intervento cominciato nel 2001, e messo a punto con la finanziaria del governo Prodi (2007) e intensificato con il decreto Calderoni, se ne sono cancellati un terzo, ma ancora mille poltrone (troppe) garantiscono ad altrettanti “ex” un sicuro posto di lavoro sulle spalle dei contribuenti. L’Opera Nazionale dei Figli degli Aviatori vigilata dal ministero della difesa, l’Ente per le ville vesuviane, l’Agenzia Nazionale per i Giovani presieduta da Paolo Giuseppe Di Cario, ex militante-dirigente di AN e primo dei non eletti PdL nelle ultime elezioni politiche in Sicilia, l’Unione Italiana tiro a segno voluta dal ministro della difesa Ignazio La Russa. E ancora troviamo l’Istituto Agronomico per l’Oltremare, l’Istituto Opere Laiche Palatine  fondato con regio decreto nel 1936, il Banco Nazionale Prova Armi da Fuoco, l’Istituto di Beneficenza Vittorio Emanuele III fondato nel 1907 e che offre assistenza agli ufficiali pensionati delle forze armate e della Guardia di Finanza, e piò vantare al suo attivo Villa Lieta a Sanremo, un complesso monumentale in stile liberty. C’è insomma un Italia che vive di gettoni; è l’italia dei comitati, dei collegi, dei consigli. Insomma, di organi collegiali sconosciuti e di cui pochi ne sentono una vera esigenza.


Alessandro Cuzzoni