http://espresso.repubblica.it/inchieste/2014/08/12/news/carlo-tavecchio-e-solo-la-punta-dell-iceberg-oltre-al-calcio-lo-sport-travolto-dagli-scandali-1.176883INCHIESTA
Epurazioni, scandali, sprechi e malagestione
Il disastro dello sport oltre Tavecchio e il calcio
L'elezione del nuovo numero uno del pallone italiano ha mostrato quanto sia difficile rinnovare. Ma le altre federazioni del Coni, dal beach volley alla ginnastica, se la passano anche peggio: tra impresentabili in sella da decenni, sportivi cacciati perché critici coi dirigenti e sperperi milionari
DI GLORIA RIVA
13 agosto 2014
Non solo Carlo Tavecchio e non solo Figc: di storture nelle federazioni sportive del Coni ce ne sono parecchie, ma fanno meno rumore.
Ieri Tavecchio, 71 anni, è stato eletto presidente della Federcalcio con il 63,63 per cento dei voti, e insieme a lui hanno vinto le potenti quattro leghe e i poteri forti. A restare in panchina è il desiderio di rinnovamento che non si respira solo nel calcio, ma anche in molti altri sport. Infatti, in scia a quanto successo nel pallone italinao, l'Espresso ha ricevuto email e lettere da parte di chi fa parte di federazioni più piccole, dalla ginnastica, al tiro a segno, per raccontarci che anche in casa loro funziona così.
Partiamo da Padova, dove vive Riccardo Zillio, astro diciannovenne della ginnastica italiana, condannato prima a un anno di sospensione e poi ad altri sei mesi dalla Commissione di Giustizia sportiva per aver detto che, secondo lui, qualcosa all'interno della federazione ginnastica d'Italia (Fgi) non andava.
La sua colpa è aver contestato la procedura con cui, a fine 2012, è stato eletto il presidente della Fgi, Riccardo Agabio, 78 anni, al suo quarto mandato. Zillio, in forza alla società Corpo Libero di Padova, il 15 dicembre 2012, aveva votato all’assemblea per la nuova presidenza e gli organi direttivi. Quel voto, annullato e ripetuto quando alcuni atleti avevano già lasciato la sede delle elezioni, provoca il ricorso del ragazzo, che non essendo stato informato della necessità di una nuova votazione, non lo ritiene regolare.
«La battaglia di Zillio, per far valere i propri diritti, viene contrastata dalla federazione perché non vuole un rinnovamento e l'avvento di una nuova classe dirigente più giovane. L'atleta viene squalificato a complessivi 18 mesi per condotta non conforme ai principi della lealtà, della probità e della rettitudine sportiva», racconta Andrea Facci, presidente del team padovano dove il giovane atleta si allena. In buona sostanza la colpa del portacolori della società Corpo Libero Team sarebbe quella di aver contestato la votazione riservata agli atleti: «Nello sport di alto livello, prima di fermare un atleta, bisogna pensarci non una ma dieci volte. Così la carriera di Zillio è stata interrotta perché l'atleta ha avuto il coraggio di contestare il potere di una classe dirigente che comanda da decenni e che decide le nomine dei tecnici e come distribuire i contributi economici, ovvero i soldi pubblici che arrivano dal Coni», dice Facci, che da tempo sta cercando di scardinare questo sistema.
Il primo settembre il Tnas, il Tribunale nazionale di arbitrato per lo sport, un ente diverso dalla federazione, deciderà se Zillio andava davvero punito. E a ottobre si esprimerà anche il Tar su tutta questa storia. Ma intanto un anno di gare e possibili medaglie se n'è andato e la famiglia del ragazzo ha speso 70 mila euro per la battaglia legale, mentre la federazione utilizza i soldi pubblici del Coni per pagare i propri difensori.
«L'assurdità è che il procuratore federale che ha promosso i procedimenti disciplinari contro Zillio, l'avvocato Michele Rossetti, è anche colui che presiedeva la commissioneverifica poteri dell'assemblea elettiva della Fgi del dicembre 2012, il cui operato è stato ampiamente contestato nei ricorsi di Zillio», racconta Facci.
Un meccanismo non molto diverso da quello applicato all'Unione Italiana Tiro a Segno, dove chi critica viene deferito. E' successo ad Attilio Fanini, che fino al 2012 era presidente della sede di Vergato, nel bolognese, della Uits, ma quando ha criticato il bilancio nazionale della federazione, perché secondo lui i conti non tornavano, il consiglio di disciplina lo ha condannato a due anni di sospensione.
Fanini, reputando il provvedimento un po' esagerato, ha fatto ricorso alla Commissione d'appello, ottenendo una riduzione della pena a 8 mesi di sospensione da qualsiasi attività sportiva e sociale. Finalmente, il 6 luglio 2014 (8 mesi dopo il 6 novembre 2013) si conclude la sospensione e Fanini chiede di rientrare nella federazione, ma il nuovo segretario generale si mette di traverso.
«Ho scoperto, consultando l'elenco del programma gestionale della Uits, di essere stato allontanato dalla federazione fino a novembre 2015, ma non so per quale motivo», racconta Fanini, che ha anche scritto a Giovanni Malagò, presidente del Coni, per chiedere il suo intervento. Ma Malagò gli ha risposto con un'email dicendo di non avere alcun potere, perché le federazioni operano in autonomia. Però ha aggiunto: «Ad ogni modo, tengo a rappresentarle che, animato dall’esigenza di risolvere le non poche criticità che sin dal mio insediamento ho riscontrato nell’ambito dei vari sistemi di giustizia federale, ho fortemente voluto e realizzato la riforma della giustizia sportiva. Uno dei capisaldi della riforma sarà costituito proprio dalla Procura Generale dello Sport, che entrerà in vigore a tutti gli effetti entro il prossimo mese di ottobre e che avrà il compito di vigilare sulle procure federali e di cooperare con le stesse, al fine di evitare il prodursi di situazioni spiacevoli e di non solare chiarezza», scrive Malagò.
Riforma che tuttavia potrà poco di fronte agli sprechi e alle storture della Uits, un ente pubblico che era nella lista degli enti inutili da abolire già nel 2008 e invece riceve 1,4 milioni di euro dal Coni. Soldi che servono a pagare i 2.100 euro al mese che il presidente Ernfried Obrist spende per il residence romano dove soggiorna. Più un'indennità di 4,2 mila euro al mese netti. «E a me fan pagare milleduecento euro per depositare il ricorso al Coni», commenta Fanini.
Il caso della federazione tiro a segno è una goccia in un mare di sperperi, alimentato da oltre 400 milioni di euro distribuiti dal Coni e provenienti dal Tesoro, quindi dalle tasche dei cittadini. Il record di sprechi lo detiene la Federazione Italiana Sport Equestri, che ha fatto un buco di 7 milioni. Della gestione allegra della Fise se n'era accorta la nuova presidente Antonella Dallara, salita ai vertici nel 2012 e portavoce di un netto cambio di rotta rispetto al passato. Ma è stata subito disarcionata per via del commissariamento, che dura ormai da più di un anno. Il Coni sta continuando a prorogare il tempo del commissariamento nonostante ci sia una sentenza del Tar del Lazio che dice: «Il commissariamento è un fatto eccezionale che il Coni non può continuare a prorogare». E ora la Dallara intende andare a fondo in tutta questa storia: ha chiesto gli atti ufficiali della giunta del Coni e minaccia di ricorrere alla giustizia, anche penale.