Quanti personaggi pensi di trovare (a gratis) che si prendano la responsabilità della conduzione della sezione, dover essere presenti, miriadi di scartoffie da gestire che solo per entrare nel meccanismo non ti basta un anno di pratica e poi la responsabilità di tutti gli atti amministrativi (l'Iva le fatture i pagamenti , lo sportivo ecc ) e ce ne sono a decine di adempimenti ripeto sempre ( a gratis ) qui se si sbaglia si va nel penale, ma penso che tutti vogliano fare sonni tranquilli, ci si prova a trovare un ricambio ma è molto ma molto difficile oppure la soluzione più facile la chiusura delle sezioni e si va tutti a pescare.
Tutto vero, tra ciò che sarebbe giusto e ciò che è possibile ovviamente c'è sempre molta differenza.
La responsabilità amministrativa è assunta in solido da tutto il CD (consiglio direttivo = organo direttivo), quella penale, per quanto di penale ci può essere, è personale ed è a carico di chi viene a trovarsi coinvolto in una notizia di reato (denuncia).
Il presidente della sezione è l'espressione del CD e infatti da statuto si può dimettere dalla carica pur rimanendo consigliere.
In quanto rappresentante legale dell'associazione, in nome e per conto dell'organo amministrativo, si carica di responsabilità oggettive derivanti dalla 110/75 (e qui il penale c'è sempre), ma davanti a un giudice può essere chiamato anche per una "banale" causa di risarcimento danni a seguito infortunio avvenuto nel perimetro del poligono, una semplice distorsione della caviglia per aver inciampato in un gradino non segnalato..., se venisse rilevata responsabilità oggettiva per l'evento. Ciò accadrebbe in qualunque associazione, noi in più abbiamo la 110/75 e per le nostre attività utilizziamo armi, di per se attività ritenuta pericolosa e ad altro rischio.
Ma ricordiamoci sempre che il primo a finire alla sbarra in caso di incidenti sulle linee di tiro è il direttore di tiro, che spesso, anzi quasi sempre è un volontario che si carica sulle spalle una responsabilità pazzesca... il presidente ne risponde sempre e comunque come legale rappresentante, a prescindere... se per qualcuno è un peso, siccome non lo ordina il dottore, può sempre fare un passo indietro... ma ciò non giustificherà mai alcun piglio o atteggiamento autoritario.
Il fatto che non si sia ricambio non è una scusa valida, nonostante sia verissimo che la stragrande maggioranza dei soci sia solo interessata a frequentare. Occorrono delle regole che impongano il ricambio anche solo parziale dei CD e di conseguenza di chi fa il presidente.
Nessuno nasce imparato e non può essere una scusa la mole di adempimenti, perché se ci sono 5/7 consiglieri, e tutti e 5/7 condividono la responsabilità amministrativa, allora invece di accentrare bisogna delegare e dividere il carico.
Non occorrono né la laurea né una particolare abilitazione... solo buon senso e rispetto delle regole.
Se nel corso degli anni in diverse sezioni si è assistito alla radicazione sulle poltrone forse è anche per colpa di chi la poltrona la occupa, forse perché non c'è stata la volontà di crescere e formare il senso di responsabilità negli altri consiglieri, perché diciamocelo, per qualcuno il titolo è importante.
Altrimenti nessuno proibisce di modificare il sistema di governo dell'associazione con l'elezione diretta del presidente, che in questo caso in quanto espressione della volontà assembleare (e non più nominato dal consiglio), assume un rilievo decisamente più importante essendo quasi sempre il consiglio espressione dello stesso presidente; ciò però comporta che se cade il presidente cade anche il consiglio.
E' una soluzione altrettanto valida, se qualcuno ritene di volerla adottare. Nemmeno UITS potrebbe aver qualcosa da dire visto che è il medesimo sistema di elezione dei proprio vertici.
Ma appunto una soluzione del genere si presta a realtà che hanno necessità di un governo forte dove il "faro" è appunto il presidente, nelle sezioni (fatta eccezione per quelle grandi) tale sistema sarebbe forse più un capestro che altro.
E quindi forse quindi conviene mantenere un sistema più elastico, ovvero quello del CD, dove dovrebbe essere implicita la condivisione della responsabilità.
Per concludere, il ricambio c'è se si vuole che ci sia, e se la coscienza di chi è al proprio turno (o all'ennesimo turno) di carica direttiva comprende che solo passando per il cambiamento si può ambire alla crescita, anche perché nessuno è eterno e nessuno può sempre essere la persona giusta per tutte le stagioni.