UITS non può porre vincoli all'esercizio dell'attività sportiva sociale/promozionale in ambito sezionale.
La realtà ci dice che sono le sezioni a sostenere economicamente UITS e non il contrario, quindi sarebbe nell'interesse della federazione che le sezioni organizzino e ospitino quante più gare possibile, anche con l'obiettivo di allargare la base associativa.
Ricordiamoci che proprio in forza dei contratti di concessione gratuita delle aree di proprietà della Difesa o di altre amministrazioni pubbliche (contratti che probabilmente godono di maggiore importanza rispetto l'affiliazione sportiva evidenziando la relazione diretta con il primo l'ente storicamente vigilante, ovvero il Ministero della Difesa), le sezioni si impegnano con proprie risorse derivanti dalle attività istituzionali e sportive a far fronte all'ordinaria e straordinaria manutenzione dei poligoni e delle aree concesse, nonché all'impianto di nuovi stand di tiro più moderni ed efficienti. Le parti attrici dei contratti di concessione d'uso sono appunto l'amministrazione pubblica (Difesa, comuni o province) e le sezioni!!! UITS non viene nemmeno citata proprio perché è un soggetto terzo ed estraneo.
Tant'è vero che UITS non mette un centesimo di tasca propria per la manutenzione delle strutture, ma si è inventata il "fondo poligoni" ovvero soldi delle sezioni che vengono redistribuiti alle sezioni, secondo criteri determinati dalla stessa UITS... e già qui ci sarebbe da discutere...
Inoltre fino a prova contraria le sezioni sono enti a base associativa di diritto privato che godono di autonomia amministrativa, gestionale e organizzativa proprie, lo ribadisce anche il D.P.R. 90/2010 (quello che ha riordinato UITS dopo che la stessa era stata decretata ente inutile nel 2008).
UITS può dettare le proprie regole, in sintonia con il CONI e ISSF solo nell'ambito delle proprie attività ed iniziative ufficiali, come i campionati italiani delle discipline dalla stessa riconosciute (ISSF e non). Le sezioni, senza violare alcuna legge "sportiva", e senza violare alcuna "destinazione d'uso" (ovvero la pratica del tiro a segno), possono organizzare qualunque gara e/o manifestazione sportiva purché vengano rispettati i regolamenti d'uso dei propri poligoni compatibilmente con l'agibilità riconosciuta (genio militare).
Nessuno si può permettere di proibire qualsivoglia attività sportiva promozionale e/o limitare le attività sociali di qualunque natura se queste rientrano tra gli scopi sociali e non violano leggi dello stato italiano.
Minacciare di sanzioni disciplinari coloro che vorrebbero ospitare gare CNDA oppure organizzare qualsivoglia gara di tiro a segno senza l'imprimatur federale, probabilmente dimostra l'inadeguatezza di un'intera classe dirigente federale la quale pare non comprendere che questi atteggiamenti dispotici producono solo astio e ulteriori contrasti indisponendo per prima la base silente dei tiratori i quali si vedono ingiustamente penalizzati per questioni che forse possiamo definire di lana caprina.
Sorge il dubbio che qualcuno voglia farci rimpiangere le passate gestioni Orati e Boriello, durante le quali situazioni come queste non erano nemmeno immaginabili dalle menti più ottuse e perverse.