http://altoadige.gelocal.it/sport/2012/09/08/news/tiro-pattuglia-altoatesina-agli-italiani-juniores-1.5663358Tiro: pattuglia altoatesina agli Italiani juniores
Ai campionati a Napoli partecipano una quarantina di atleti e 12 squadre
In Alto Adige il movimento conta 32 sezioni più 12 affiliate e 700 soci
di Antonella Mattioli
BOLZANO. Sono in corso a Napoli i campionati italiani juniores di tiro a segno (carabina e pistola): tra i partecipanti anche 44 atleti altoatesini e 12 squadre (ne fanno parte tre tiratori ciascuna). Cifre queste che confermano come quello altoatesino sia un movimento particolarmente vivace che negli ultimi anni ha espresso un'atleta di altissimo livello come Petra Zublasing, 23 anni. Originaria di Appiano, studia (è iscritta ad Ingegneria) e vive nel West Virginia dove si allena e gareggia con la squadra di tiro con la carabina del college. Ha partecipato alle Olimpiadi di Londra e ha già promesso che fra quattro anni sarà a Rio de Janeiro.
La Zublasing si è innamorata di questa disciplina a 10 anni dopo che, in occasione del suo compleanno, un amico aveva portato una pistola ad aria compressa per giocare in giardino. «Ho provato per gioco - racconta - e mi sono subito appassionata. Ho insistito con i miei genitori per poter andare al poligono, ma all’inizio è stata dura. Loro dicevano che è una disciplina riservata ai maschi. Alla fine sono riuscita a convincerli ed è iniziata la mia splendida avventura in questa disciplina».
In base ai regolamenti nazionali i 10 anni sono l'età minima per avvicinarsi alla disciplina. Ma c'è chi come Hermann Tragust, presidente del comitato provinciale tiro a segno, ha scoperto questo sport a 40 anni: «E'stata mia moglie a farmelo conoscere».
«In Italia – spiega Tragust – ci sono 300 sezioni di tiro a segno per un totale di 700 mila soci. In Alto Adige le sezioni sono 32, più 12 affiliate, con 1700 soci».
Una realtà piccola con tanti iscritti: la passione si spiega anche con la presenza in Alto Adige delle compagnie di Schützen?
«Non direi proprio. Gli Schützen hanno molti iscritti giovani ma sono pochissimi quelli che poi diventano nostri soci. La passione per questa disciplina si eredita in genere in famiglia o si viene contagiati da qualche amico».
I praticanti sono più maschi o più femmine?
«La percentuale è più o meno la stessa. Certo è che le donne, in genere, ci mettono più impegno e hanno più grinta».
Il poligono più moderno?
«Sicuramente quello di Appiano. Ha otto linee ed è uno dei pochi a livello nazionale ad essere in galleria: ciò significa che ci si può allenare dodici mesi all'anno. Proprio per questa ragione la nazionale si allena in quel poligono. Le altre strutture, essendo all'aperto, da noi si usano in media nove mesi all'anno». Quando non è all’estero per ragioni di studio, Niccolò Campriani, toscano laureato in ingegneria, un master in corso in Inghilterra, fidanzato di Petra, oro a Londra nella carabina da 50 metri e argento in quella da 10, si allena proprio ad Appiano.
Qual è l’età giusta per cominciare a frequentare il poligono?
«A 10 anni i ragazzi possono usare armi ad aria compressa. In genere le mette a disposizione il poligono. Uno può andare e provare tre volte, se gli piace può iscriversi e diventare socio del poligono pagando 8 euro l'anno. Nella mia associazione facciamo poi pagare un euro a seduta, una cifra simbolica, nella convinzione che sarebbe sbagliato dare tutto gratis. Per chi vuole fare agonismo l'iscrizione alla federazione costa 80 euro. È comunque uno sport alla portata di tutti anche perché il nostro obiettivo non è fare cassa, ma cercare di avvicinare i giovani a questa disciplina».
Quali caratteristiche servono per avvicinarsi al tiro a segno?
«Innanzitutto una grande capacità di concentrazione accompagnata ad una buona preparazione atletica: bisogna lavorare bene per rafforzare la muscolatura».
Il presidente del comitato altoatesino del tiro a segno, oggi più impegnato sul fronte organizzativo che al poligono, spera che il vivaio cresca ulteriormente e ragazzi e ragazze seguano le orme della Zublasing. Dopo quattro anni passati negli Stati Uniti, l’atleta di Appiano il prossimo anno ha in programma di laurearsi.
Quindi rientrerà in Italia. Petra e Niccolò vorrebbero stabilirsi proprio ad Appiano: «Con una laurea in ingegneria in tasca, il primo progetto che mi piacerebbe fare è quello della nostra casa: qui c’è un’ottima qualità di vita oltre ad un poligono d’avanguardia dove potremo allenarci dodici mesi all’anno. Più di così non si può avere».
La presenza in Alto Adige di Petra e Niccolò, due atleti di altissimo livello, non potrà che dare nuovo impulso a questo sport.