Ciao |V| e ciao a tutti,
ho letto con interesse i vari articoli postati di commento alle Olimpiadi, e i post riguardanti le notizie non-notizie sugli allenatori federali e non.
Il bilancio Olimpico è lì, sul medagliere, sport minori o non minori sono sempre competizioni, essere ammessi alle Olimpiadi è già un vanto e un premio per un atleta, portarsi a casa una medaglia (O PIU' DI UNA) non può che essere POSITIVO,
chiunque sia stato l'allenatore il merito va all'atleta, poi la scheda notizie può riportare qualsiasi dato, esistono allenatori di CLUB, federali, nazionali, Direttori Sportivi, (già commentati come
carrozzone) ognuno spero abbia potuto contriubuire nel suo piccolo al risultato. Il risultato si costruisce con fatica, esercizio, forza mentale, perspicacia, e volontà, una enorme volontà, perchè di sacrifici se ne debbono fare davvero tanti per essere leader mondiale o già per essere solo ammessi alle Olimpiadi.
Mi spiace notare come si parli del doping di SCHWARZ (o Schwazer?) solo come un caso, Messner stesso si congratula con se stesso perchè ai suoi tempi (dice che) doping non c'era, e si propone addirittura di rinunciare allo sport come fattore sociale.
Cito da Wikipedia: (tra parentesi mie considerazioni)
Lo sport è l'insieme di quelle attività fisiche compiute al fine di intrattenere chi le pratica o anche chi ne è spettatore [ed è quindi solo INTRATTENIMENTO e SPETTACOLO].
La diffusione della pratica sportiva in quasi tutte le società del mondo contemporaneo è il segno dell'importanza che lo sport ha assunto in quelle realtà da un punto di vista sociale, economico e politico. Lo sport è parte integrante della cultura di una società
e si sviluppa in simbiosi con i cambiamenti che la contraddistinguono. Si pensi solamente al bagaglio di tradizioni che le discipline sportive tradizionali apportano alle culture delle nazioni in cui sono praticate o agli stretti legami che intercorrono tra sport e media. [Poi lo stato sociale lo ha fatto diventare lavoro, professione, ... e in ultimo
calderone)]
Una concezione, largamente diffusa soprattutto nei paesi con maggiori tradizioni sportive, è che lo sport debba essere considerato un mezzo di trasmissione di valori universali e una scuola di vita che insegna a lottare per ottenere una giusta ricompensa e che aiuta alla socializzazione ed al rispetto tra compagni ed avversari. Per questo motivo l'educazione fisica ha una parte fondamentale nell'educazione dell'individuo già all'interno della scuola. Ma vi sono anche opposte posizioni che vedono nell'agonismo (magari accentuato dall'elemento economico), nella esasperata contrapposizione individuale, un pericoloso segnale che potrebbe tendere a far risaltare lo spirito competitivo come naturale parametro di rapporto fra gli esseri umani. Altre posizioni, un po' più critiche, ravvisano nell'antagonismo esasperato e nella ricerca del successo con qualunque mezzo un traviamento dei valori e del senso di vita cristiano; inoltre temono che lo sport possa divenire uno "specchietto per allodole" utilizzato da governi autoritari per distrarre, imbonire, plasmare le menti oltreché i corpi. Molti storici dello sport, tra i quali Antonino Fugardi, ricordano nei loro libri il raccapricciante utilizzo dello sport e delle Olimpiadi che venne effettuato da Hitler sia a fini propagandistici, sia a fini formativi.
Per contro, l'importanza assunta dallo sport a livello sociale e mediatico, induce sempre più frequentemente una sua commistione con la politica al punto da utilizzarlo come trampolino di lancio per istanze di rivendicazioni sociale (come alle Olimpiadi di Città del Messico) o come strumento di dialogo fra popoli.
Sport dilettantistico e professionistico: Cominceremo dicendo che nello sport dilettantistico l’atleta esercita al solo scopo di migliorare le proprie prestazioni fisiche e psicologiche, senza ricevere alcun compenso infatti chi svolge questo tipo di sport lo fa solo per soddisfare necessità ricreative e formative, impiegando il tempo libero. Mentre gli sportivi che praticano a livello professionistico ricevono dei compensi per le loro prestazioni. Inoltre i giocatori sono soggetti a delle regole ferree, comportamentali, alimentari e di allenamento. [quanti di noi lo fanno nel tempo libero? TUTTI]
... e altro ancora, ... anche sullo sport in Italia, consultabile al seguente link
http://it.wikipedia.org/wiki/SportTornando al tema, mi dispiace che il dramma umano di un uomo a cui forse era richiesto di vincere
sopra tutto non sia stato posto neanche in discussione, il dramma di un atleta porta a volte anche alla
bastarda, come è a volte stata chiamata anche su questo sito il dramma della condizione dell'atleta quando non è più atleta.
GAREGGIARE non è facile, a volte dò quasi ragione a chi dice "chi me lo fa fare", il divertimento si può avere lo stesso senza competizione, ad esempio con
il tiro in giardino nel nostro sport.
OLIMPIADE 2012: ancora un estremo GRAZIE a chi a portato il TIRO A SEGNO alla rilevanza di massa, speriamo di poter continuare così, e a voler uscire dal
giardino. GRAZIE per essere entrati nelle case degli ITALIANI con un successo senza mai eguali, e grazie anche a tutta la rappresentativa che ha fatto SQUADRA. Da soli non si va da nessuna parte (o perlomeno è più difficile)!!
GRAZIE CAMPRIANI,
GRAZIE TESCONI,
grazie TEAM azzurro del tiro.
Tra un pò reiniziano le competizioni nazionali con i Campionati Italiani, spero che l'auge del successo e del sacrificio si profondi in ognuno degli ammessi per partecipare, con risultati di rilievo, il SUCCESSO DEL TIRO!