Un caro saluto a tutti,
si è chiusa l'attività agonistica di tiro alle Olimpiadi, vissuta con trepidazione da parte di ogni appassionato, con gli eccellenti risultati di Campriani e Tesconi, e sui quali si è scritto e riscritto su molti quotidiani,
e su qualcuno di essi si è anche rappresentata la vita e le condizioni vissute dai nostri 2 atleti per raggiungere tali risultati, fatiche e difficoltà note a tanti di noi, ma non alla massa degli italiani.
Quoto in pieno Gianvi,
la base accorre pure ma difficilmente resta
anche io ho visto tante persone affacciarsi al mondo del tiro, tempo fa mi ricapitò in mano una vecchia rivista UITS con in prima pagina la foto conclusiva di una finale dei Campionati Italiani Juniores di molti anni fa, e pochi ragazzi di quelli allora ripresi svolgono ancora attività di tiro agonistica.
Il mondo del tiro non è gestito al meglio sotto l'aspetto "frequenza poligoni", davvero occorrono passione e perseveranza (le prime doti di un tiratore), perchè l'abbandono è più semplice (ma chi me lo fa fare ... è il pensiero più ricorrente).
Di azioni politiche PROTIRO se ne sono succedute tante, ma purtroppo è vera la considerazione di Gianvi: " ... oggi dopo 5/6 anni di apertura=grandi incassi dall'istituzionale e sportivi ridotti al lumicino".
I tiratori sportivi andrebbero secondo me aiutati in ogni frangente, da quello economico a quello di assistenza in linea.
I fondi raccolti con l'istituzionale potrebbero davvero essere massimalmente spesi per sostenere l'attività sportiva, pochissime Sezioni lo fanno, e con diversità di azioni e comportamenti. Tirare costa, e se non concorrono alle spese sia le Sezioni, inizialmente, che i Gruppi Sportivi (che poi, massimalmente, includono i tiratori di elite), l'attività resta davvero solo sporadica.
Si potrebbe davvero fissare un livello di eccellenza delle sezioni che reinvestono nell'attività sportiva i propri incassi relativi all'istituzionale, da compensare con un ulteriore premio a cura di UITS, veicolando magari, in aggiunta, ulteriori quote CONI in proporzione, qualcosa occorrerà fare se vogliamo assistere al ripopolamento delle sezioni e non al successivo esodo, altrimenti davvero le medaglie saranno servite al solo palmares dell'Italia, e a far ricordare che , generalmente, in Via del tiro a segno c'è una Sezione.
TUTTI i vertici sezionali sanno come funziona il Sistema TIRO, farsi carico poi di promozione e assistenza diventa per molti proibitivo per i più svariati motivi, è vero che gestire una Sezione comporta dei costi, impegno, rischio, ma quanto sarebbe bello rivedere frequenza nelle Sezioni, ... molti degli anziani mi raccontano che in tempi andati molte famiglie trascorrevano la domenica in sezione, al mattino tiro, poi pranzo nelle aree verdi anche con i pasti portati da casa, poi ancora tiro (magari con più allegria, ... vino permettendo ...) e poi a casa. Molto dipenderà dalle realtà locali, ... scelte dal popolo, mi auguro che questo entusiasmo davvero si tramuti in maggiore credibilità e fiducia nel Sistema, anche da parte dei ministeri vigilanti, il tiro e le armi non sono solo violenza ma anche ricerca e credo sportivo per tanti di noi.