CONI non fa rima con Berlusconi…
Per la volata al CONI, alla discesa in campo di Paolo Barelli (presidente del nuoto e senatore Pdl) il Sottosegretario allo Sport Rocco Crimi estrae il cartellino rosso “E’ gioco pericoloso, nessuno può tirare in ballo Berlusconi, l’autonomia dello sport
martedì 21 aprile 2009
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Per l’elezione del presidente del CONI, che si terrà il 6 maggio a Roma, è dunque sceso in campo anche il Sottosegretario allo Sport per sancire l’autonomia dello sport, e soprattutto a far sapere che mai il leader del Governo si è sognato di metterci lo zampino. Bene, avanti con jucio Pedro... per dirla col Manzoni. Verum quod inutile, dicevano i latini, la verità non ha bisogno di dimostrazioni, ma non si sa mai, guidare il CONI è una grossa responsabilità, e di fatto preoccupa un’azienda che spende 600 milioni di euro all’anno glorificando le medaglie ma lasciando irrisolti altri problemi, lo sport sociale, la scuola, gli impianti ormai invecchiati e costosi.
Pronosticato quale responsabile del Turismo, a sorpresa (piacevole) l’onorevole Rocco Crimi ha invece avuto l’incarico di Sottosegretario allo Sport nel Governo Berlusconi, che marcia verso il primo anno di vita. Ruolo svolto fino ad oggi dal medico messinese con mano felpata e in maniera impeccabile. Ma se qualcuno avesse mai pensato a un politico che parla da politico, tentennante, a un pesce fuor d’acqua nel mondo dello sport - insomma a una figura minore - è stato smentito quando rispondendo a una domanda sulla candidatura al CONI ispirata direttamente da Berlusconi come ha dichiarato Paolo Barelli, ex campione di nuoto, presidente della Federnuoto e senatore Pdl, ha risposto così al suo collega di partita con una metafora sportiva: “Si è trattato di un’entrata a gioco pericoloso che sarebbe stato meglio evitare”.
Nell’ambito del suo mandato, Crimi aveva auspicato non una ma più candidature, ma forse con altre modalità. Il 10 aprile Franco Chimenti, federgolf, che pur essendo il meno giovane ha scelto la volata lunga partendo il 1° ottobre proprio per approfondire in tutti gli aspetti i punti del programma e concordare con tutti i colleghi e i delegati un’azione riformatrice univoca, è stato anche il primo a ufficializzare la candidatura. Si è accodato due giorni dopo Gianni Petrucci, 64 anni, da un decennio capo dello sport italiano presentando il modulo per il terzo mandato, anche se si parla da mesi di un suo possibile incarico politico alle europee. Infine, vero colpo di teatro, subito dopo le elezioni dei rappresentanti degli atleti e dei dirigenti, cosa ancor più strana: il 15 aprile, a poche ore dalla chiusura delle liste, arriva la terza candidatura alla poltroni del CONI , quella di Barelli, 54 anni, (il non laureato dei tre) il quale vanta però il miglior curriculum sportivo: molti record e molti scudetti e un bronzo olimpico nel ’72.
La sua decisione solleva un vero vespaio, sullo sfondo di un’inchiesta di Repubblica di presunti finanziamenti e abusi edilizi che sarebbero legati alla realizzazione di piscine e centri natatori privati per mondiali di nuoto in programma dal 17 luglio al 2 agosto nella capitale. Ma dopo quella di Giulio Andreotti, che a 30 anni di distanza dal famoso “fuori lo sport della politica” che permise alla squadra di Coppa Davis di giocare in Cile superando i cortesi di protesta popolare, arriva dal nord anche la voce autorevole del sindaco Chiamparino, il quale fa sapere che “diffiderei da un presidente che si fa sostenere dal mondo della politica”.
Ecco quindi l’arbitro, o quel che si dice l’”autorità vigilante”, di fronte al “gioco pericoloso” è stato costretto a intervenire ufficialmente, per chiarire che Berlusconi era estraneo, per restare a una metafora sportiva, a qualsiasi invasione di campo.
“Non ho fatto altro che il mio dovere di vigilante – afferma il sottosegretaria allo Sport- dovendo garantire l’autonomia dello sport e anche il rispetto del presidente del Consiglio. Nessuno può tirarlo in ballo, tutti sanno quanto sia un vero sportivo”
- In effetti, domandiamo a Crimi, nessuno credeva che Berlusconi impegnato più che mai nei problemi dell’Abruzzo, liberista anche come sportivo avesse tempo e voglia di occuparsi della corsa al CONI.
“Posso solo riaffermare che il presidente Berlusconi è sempre super partes, e l’ha dimostrato in tutte le occasioni, a cominciare dalla finanziaria, e successivamente quando di fronte a possibili tagli è intervenuto nuovamente. E poi è persona gentile e cordiale nei confronti di tutti”
- Lei ha dato un segnale chiaro e autorevole da parte della politica di rispettare l’autonomia dello sport, era dai tempi di Andreotti sulle polemiche per non mandare la squadra di Davis in Cile che non accadeva…
- “Ho l’abitudine di essere chiaro. Il 6 di maggio per la scelta del presidente si deve poter votare in piena autonomia e nel segreto dell’urna”
- Anche i suoi toni sono apparsi modulati ma convincenti, un vero colpo di cesello
“Ho una delega del presidente del Consiglio e la applico. E’ il mio modo di pensare e agire, con coerenza e correttezza”.
- Cosa auspica? Che Barelli faccia un passo indietro?
“Mi auguro che vinca il migliore, che ci sia una squadra forte e in grado di far crescere lo sport, sia di vertice ma anche di base”.
- Sta seguendo la candidatura italiana per i mondiali di basket 2014?
“Il Governo ha dato tutte le garanzie richiesta, ma la corsa è fra Italia, Spagna e Cina, non si tratta di una cosa semplice”.
Vedremo se dopo essere scivolato su questa “buccia di banana” che ha creato un forte disappunto dentro il suo schieramento, Barelli continuerà la sua corsa. Gli conviene insistere? Lui minimizza, ripete che spera di cambiare il CONI, promette più spazi, più campi di gara, più gente che sappia insegnare. Dichiarazione che solleva le orecchie: più spazi, più campi uguale cementificazione?. Il personaggio è molto esposto, è stato scelto per incarichi delicati, vedi la vicepresidenza della commissione Pubblica Istruzione e Beni Culturali e membro di vigilanza Tv, e ha forti impegni imprenditoriali in prima persona (una società di ricerca di managers) ed è impegnato anche nelle ricostruzioni di zone disagiate. In questo momento avrebbe inoltre anche molto da fare coi mondiali, per i ritardi nella realizzazione degli impianti, e la promozione dell’evento che nasce fra polemiche nocive all’immagine del paese in questo sofferto pot-terremoto nel contesto di una crisi economica, con la classe politica sotto la lente d’ingrandimento dell’opinione pubblica.
Gianni Petrucci intanto continua il suo giro d’Italia per incassare consensi (i votanti sono 79, con 40 si vince) ripetendo in un linguaggio andreottiano di “confidare nel buon zio”, il professor Franco Chimenti mantiene tutta la sua determinazione, cosa che crea mistero e preoccupa i rivali sapendo che la sua specialità sono le vittorie in volata nelle corse più difficili e da dalla sua l’esperienza nel mondo dell’istruzione, nel mondo della medicina e della salute (è docente e preside della facoltà di Farmacia alla Sapienza) e anche il rispetto degli ambientalisti (vedi l’alleanza con lega ambiente per il rispetto della natura nei circoli di golf), e la convinzione a livello alto che il cambiamento, e quindi un possibile autofinanziamento del “CONI succhia soldi” sia possibile solo con un uomo della sua tempra e preparazione. E’ l’uomo della discontinuità, vuole cambiare e poi lasciare a un giovane la sua eredità, sembra di capire.
In ogni caso da questa partita sappiamo adesso che Rocco Crimi è un importante acquisto per lo sport. Ha raccontato di tenersi in forma ogni tanto all’Aniene, ricorda di essere stato un appassionato praticante a livello dilettantistico di tennis, calcio e sci e una vera promessa nel 100 metri ai tempi della scuola.
Ha dimostrato, in effetti, questa qualità per lo scatto breve, ma si è anche scoperto che per il nostro sport, che lui definisce “una piacevole liason” è una fortuna avere un esperto come lui, studioso e scrittore di tesi di lotta al doping, materia trattata in alcuni libri fondamentali per indicare un intervento drastico su questo flagello. Il suo bersaglio sono gli integratori che rovinano la salute e lo sport.
“Alla riunione dei ministri europei dello sport – spiega come intende affrontare il problema – ho posto un tema importante secondo la mia esperienza. Quello degli integratori alimentari nello sport, usati largamente nelle palestre. Non bisogna abusare di questi bibitoni, salvo entrare nella pericolosa linea di confine che è l’anticamera del doping, quindi è importante attuare un sistema adeguato di prevenzione”.
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