Cari amici e caro Daniele,
mi rammarico davvero,ora per allora, che un tesserato non abbia ricevuto risposta dalla sua Federazione. So che a volte si possono ingenerare equivoci quando non si ha perfetta conoscenza di una argomentazione e magari si è preferito adottare la soluzione: NON RISPOSTA è un NON PROBLEMA (da ingenerare). A volte nelle decisioni si favorisce qualcuno e si scontenta qualcun altro. Non so se le tue lettere erano semplici informative o precludevano l’adozione di alcune linee di condotta. Sai meglio di me che obbligatoriamente la UITS deve curare il rispetto degli Statuti (Federale e Sezionale), e controllare l’azione dei Comitati e dei vari Disposti adottati.
Può darsi che la tua richiesta sia stata considerata di secondo piano (e spero che tale fosse a questo punto).
In ambito consigliare invece quando abbiamo adottato soluzioni di contributi alle Sezioni lo si è fatto con decisioni di voto, frutto delle varie progettualità dirigenziali locali. Le munizioni, per quanto so, sono assegnate ai soli tiratori della Nazionale su proposta del C.T., che viene generalmente avvalorata, mentre per quanto attiene a Caldaro, le relative attività erano gestite dalla Dirigenza Tecnica e non diventavano decisioni di Voto. Vi si concordava per fiducia ai vertici Tecnici. Smentirli voleva dire sfiduciarli.
Il lavoro fatto credo che abbia portato qualche frutto. Onori a chi ha lavorato.
Per quanto attiene invece il “VI” e non il “CI” conoscono" ho usato impropriamente la prima voce perché ero seduto tra loro, non volevo sminuire nessuno né tantomeno la collettività del Sito.
Per Verlicchi mi auguro che continui a lavorare nello Staff, non possiamo perdere una così valida, dal lato tecnico, persona.
Circa le spese che sostiene ogni tiratore, mi riallaccio a quello che qualche volta ho letto scritto da Pratesi: il nostro è uno sport povero, e per divertirsi a praticarlo è normale spendere, di propria tasca, qualche soldino, come quando si frequenta una piscina o un campo di tennis. E’ però vero che le munizioni costano, ed ecco allora l’adozione di certe politiche sezionali, a me note, che rimborsano i tiratori in base ai risultati. E i propri vertici li sceglie la base, con sistema di voto. Anche io ci ho rimesso del mio, solo la mia attrezzatura (in milioni), me ne è costata 21, in 20 anni di attività (una cosina alla volta).
Il sistema funziona per meritocrazia, con una base di tiratori, dei vertici Sezionali di loro diretta conoscenza, dei vertici Tecnici per la parte sportiva, con conoscenza quanto più ampia delle soluzioni da mettere in campo per la risoluzione dei problemi che vive ogni soggetto (tiratori/Sezioni). E ne conosco di persone che sanno operare e agire.
Si siede al tavolo dei bottoni per aiutare il mondo del tiro a risolvere questi problemi, a volte anche con divisione della torta, per quanto mi riguarda con ordine di priorità correlato alle esigenze. Non altro (storie del tipo agli amici degli amici e così via, che troveranno sempre contesto per la nostra natura di uomini e di latini).
La base è considerata, come in ogni organizzazione verticistica, STEP by STEP. Non può il Presidente accogliere la richiesta del singolo tiratore (base) se non condotta per giusto tramite (è come nelle organizzazioni militari, la licenza o il permesso mica lo si richiede, direttamente, al generale?). Se si vuole invece con questi conferire si attiva la catena dello STEP by STEP con la trafila di tutti gli intermedi, capaci magari di risolvere la questione (nel nostro caso a livello Sezionale, di Comitato Regionale, di Segretario Generale, e poi Consiliare, se ritenuta a fattor comune di altre problematiche o di interesse collettivo). Il sistema non permette soggettività, come si vuole, a volte, palesare.
Le regole di comunicazione (orizzontale e verticale) non sono facili da gestire, non avete idea di quante volte ho proposto sul sito dell’UITS un Link diretto ai Consiglieri o un FAQ per la gestione delle più semplici problematiche, ma senza risultato. Ma già oggi ogni tiratore può avere accesso all’Intranet: un passo alla volta. O creare una “casistica”,o l’adozione di procedure di Qualità Aziendali. Con calma!
Vi posso assicurare però che i Dirigenti parlano con la base. Smentitemi volentieri per chi mi conosce. Almeno io l’ho fatto, e so che tanti ex-colleghi l’hanno fatto, recependo ogni genere di consiglio (magari risultato poi inattuato, ma non sempre si riesce in ogni buon proposito).
Saluti