Non ho mai capito questa diatriba UITS- CNDA ... Una ha i poligoni, ho meglio gli hanno le Sezioni, l altra è l unica a essere riconosciuta a livello internazionale.
Altra cosa che sta emergendo in questi giorni e con un po' di disappunto dei tiratori è l obbligo per chi fa specialità noissf del certificato medico agonistico.
La cosa assurda da quello che capisco io nella mia ignoranza , è che è obbligatorio per chi l anno scorso ha fatto la finale, gli altri hanno tempo di essere ammessi... Altra cosa... E chi fa il camp ex ordinanza a 300mt? Lì non esiste la finale.
Questo potrebbe causare un forte calo di partecipanti.
Quella del certificato medico agonistico per le specialità "non ISSF" è questione assai spinosa, ma dal momento in cui una federazione riconosce UFFICIALMENTE una disciplina sportiva, e di questa assegna il titolo nazionale, va da sé che le regole che valgono per le specialità olimpiche e non del circuito ISSF, valgono anche per le non-ISSF, così sarebbe se parlassimo di calcio, basket o pallavolo.
La peculiarità del tiro a segno, tale da non richiedere prestanza fisica specifica o particolare e che quindi vede un'età media degli agonisti decisamente ben più alta rispetto a qualunque altra disciplina sportiva agonistica, porta ad avere una quota di partecipanti ai quali la medicina dello sport probabilmente negherebbe l'abilità alla pratica agonistica.
E allora delle due l'una: se si pratica una disciplina sportiva per "competere" e non per "svago" purtroppo il certificato è da ritenersi obbligatorio, soprattutto a chi partecipa alle fasi nazionali in cui si assegnano titoli, perché in realtà il certificato è condizione indispensabile per disputare la finale, non solo per il rinnovo l'anno successivo.
Chi non può ottenere la certificazione, per i motivi più disparati (e teniamo presente che alcuni farmaci salvavita sono doping, senza appello), deve tenere conto con debito anticipo che in caso di qualifica alle finali dovrà rinunciarvi, oppure UITS dovrà semplicemente declassare tali discipline ad amatoriali non agonistiche senza finali e senza assegnare un titolo di "campione italiano assoluto".
Di fatto è quello che accade per gli altri sport con i vari campionati organizzati dagli enti di promozione sportiva (CSI, UISP, CSEN, ecc...), quindi avremo il titolo Italiano amaroti CSI e amatori UISP per la medesima specialità, ma senza valore di titolo "assoluto" a livello nazionale. Una federazione con visione al futuro e spirito promozionale degno di tal nome, invece di fare la guerra a realtà come come CNDA per l'avancaria, e BRITALIA per il bench-rest, ecc, dovrebbe invece farsele alleate e amiche delegando la gestione di quei campionati a chi ha esperienza e competenza, disimpegnadosi da queste discipline pur conservando il patrocinio, proprio per non disperdere una pontenziale utenza più interessata a un impegno "diversamente agonistico" forse più ludico (senza sminuire affatto il valore tecnico espresso dai tiratori), rispetto alle prerogative della sfera ISSF.
Ma per arrivare a tanto, occorre appunto una capacità di visione che non è mai appartenuta alla classe dirigente UITS.
Ottima l'osservazione sui campionati senza finali, in questo caso il certificato agonistico andrebbe richiesto fin dall'inizio!!! Ma siamo nel paese dove fare le regole a trovare il modo di aggirarle è lo sport più praticato di tutti!