Come tutti, nutrivo grandi aspettative con il commissariamento della federazione.
Con grande sforzo, si era riusciti a superare un periodo nel quale il culto della persona superava l'interesse per il bene comune. I fatti avevano dimostrato che c'era la necessità di un rinnovamento della classe dirigente e, perchè no, di una revisione di quella struttura “pseudo-legale”, che era stata di supporto alla vecchia governance.
Invece, dopo appena un anno il commissario "di provenienza Coni" si è così bene allineato al vecchio sistema e, pur ergendosi a grande rinnovatore, è andato via lasciando pieni poteri (cosa che certo non aveva lui stesso il potere di fare) al cardinale Richelieu della situazione.
Alla sua uscita di scena, non si poteva che esultare e riporre la fiducia, quasi incondizionata ad un commissario "di provenienza ministeriale". E non credo di essere il solo che ha creduto in lui.
Nulla di più sbagliato. Sebbene possa sembrare impossibile, il secondo commissario si è dimostrato anche peggio del primo. Invece, di incentivare la crescita e la presa di responsabilità da parte dei soci e della federazione, ridandole dignità e capacità di camminare con le proprie gambe, ha dimostrato di pensare solo a se stesso. Scordando, evidentemente, quella che è la sua missione, cioè traghettare la federazione oltre il momento emergenziale, molto inopportunamente, ha fatto allineare lo statuto alle sue caratteristiche personali per candidarsi a presidente della federazione. Al di la di quelli che possono essere gli aspetti legali, certo questa decisione è presa in barba a qualsiasi principio etico che si accompagna alle personalità che rivestono posizioni super partes. Come se non bastasse, utilizzando i potenti mezzi federali, formula critiche, con melensi toni paternalistici, a quanti contestano il suo operato. E tesse, invece, grandi lodi al co-responsabile di tale situazione di degrado, conseguente a decisioni irrazionali ci cui, certamente, il commissario è stato messo a conoscenza. Mi auguro che l'assemblea nazionale, se mai si si dovesse svolgere, sappia scegliere qualcuno veramente all'altezza del ruolo. Un primo tra i pari che possa riportare serenità all'ambiente, e condivida con il consiglio federale le scelte strategiche utili alla crescita delle nostre discipline sportive. Personalmente sono stanco dei proclami vanagloriosi che dimostrano solo la grandezza, in piccolo, di chi li fa.