Chi ci vede da fuori ci ritiene, errando ma convinti, "sezioni UITS"
Questo sottile (ma neanche tanto) equivoco ha permesso il viatico al baratro a cui pare destinato il TSN dopo 150 anni si storia.
E forse in questo equivoco ci inciampano pure tanti soci volontari, sportivi e obbligati e purtroppo tanti dirigenti. Questi ultimi però non sono scusabili ne perdonabili, perché nel ruolo che sono chiamati a svolgere dovrebbero aver ben chiaro ciò che è scritto in statuti, leggi e regolamenti, ovvero che le "sezioni Uits" NON ESISTONO, se non nell'immaginario collettivo, nella fantasia di qualche dirigente federale e nelle errate convinzioni di tanti funzionari ministeriali.
Quindi, se UITS ha potuto approfittare di questo equivoco purtroppo è grazie all'"ignoranza" e l'"incosciente assenza di identità" che regna nelle sezioni, a cui dobbiamo unire lo spirito dell'"orticello" che talvolta pervade alcuni dirigenti (presidenti, consiglieri e segretari).
Al punto in cui siamo è palese che a UITS non importa nulla del destino delle sezioni TSN, perché nella progettualità del riordino è insita la trasformazione delle sezioni TSN in sezioni UITS, che potranno essere impersonate anche da soggetti privati.
Meno sezioni TSN = meno problemi
Meno problemi soprattutto per il Ministero della Difesa (leggasi, agibilità, cause per inquinamento acustico, incidenti, incendi, ecc..). La strada è segnata e almeno a me pare evidente che le sezioni che potranno salvarsi sono quelle che dimostreranno di essere in grado di offrire il miglior sevizio possibile all'utenza (obbligati e cittadini interessati al CIMA), dotate di organizzazione efficiente, con impianti agibili e all'avanguardia (soprattutto per gli aspetti di sicurezza, attiva e passiva). La gestione sportiva sarà possibile in sezioni sufficientemente grandi per poterla sostenere le quali aumenteranno i criteri di selezione e diminuiranno le opportunità di "sfruttare gratuitamente" gli impianti e ricevere benefits di varia natura a coloro che di "tiratore" hanno solo il tesseramento (ma non i punti).
Non siamo stati capaci di difendere un istituto, il TSN, che tutto sommato non grava sulle casse pubbliche pur offrendo un servizio di pubblica utilità, luogo in cui per legge può sparare anche chi non è in possesso di licenze di porto d'arma, luogo in cui anche i minori di 18 anni possono avviarsi al tiro a fuoco sportivo dai 14 anni e unico luogo dove per legge anche i bambini dai 10 anni in poi possono imbracciare un arma ad aria compressa (ricordiamoci che la legislazione attuale inibisce ai minori di anni 18 anche quelle di libera vendita di modesta capacità offensiva).
Attualmente nei campi di tiro di privati tutto ciò non è possibile, ma il legislatore e i funzionari ministeriali di certo faranno del loro meglio (o peggio) per completare l'opera, con il grave e concreto rischio che si limiti ulteriormente la libertà nell'uso e impiego legale delle armi a scopi ludici e sportivi.
L'unica cosa che possiamo augurarci è un "colpo di coda" delle sezioni TSN, di quelle che si sento ancora tali, che potrebbero scegliere di affrancarsi dal "cappio" Uits unendosi in qualcosa di nuovo che tuteli davvero i loro interessi, il Tiro a Segno Nazionale... perché se hanno avuto voce in capitolo i poligoni privati tramite la loro ANPP (associazione nazionale poligoni privati) giunta persino all'accreditamento presso le commissioni parlamentari di camera e senato, forse ci possono riuscire che le Sezioni TSN