Nel link sotto riportato il testo sulla decisione sul ricorso al TAR presentato dalle 80 sezioni contro la mancata convocazione dell'assemblea elettiva.
Il TAR rinvia la valutazione finale al 7 aprile, ovvero dopo il 15 marzo, data di previsto svolgimento delle elezioni (salvo eventuale rinvio per causa di forza maggiore), quindi di fatto i giudici non hanno ritenuto esserci le condizioni per una sospensione cautelare del comunicato del commissario dello scorso 3 settembre 2020 in risposta ai 180 presidenti che chiedevano la convocazione dell'assemblea elettiva.
I giudici fanno notare che gli 80 ricorrenti non si sono opposti al decreto di prolungamento del commissariamento del 18 novembre nel quale appunto si fa riferimento all'ipotesi di elezioni entro il 15 marzo, pertanto analizzata la situazione, evidentemente le azioni del commissario sotto questo profilo non sono censurabili, tanto la non indizione delle elezioni quanto l'iter sullo statuto.
In questo modo, si evidenzia (a mio personale avviso), che i principi di base su cui si era fondato il ricorso, ovvero il non coinvolgimento dell'assemblea nazionale su statuto ed elezioni, non sono stati sufficienti per censurare l'attività del commissario, legittimandone invece i poteri straordinari.
Oltretutto, sempre i giudici del TAR, già prevedono che per cause di forza maggiore debitamente documentate da Ministero Difesa e UITS, la data delle elezioni potrebbe slittare e di conseguenza anche l'esito del loro giudizio.
Buco nell'acqua o boomerang?