https://gazzettadireggio.gelocal.it/reggio/cronaca/2018/11/09/news/incendio-al-poligono-due-reggiani-sfuggono-alle-fiamme-1.17446691Incendio al poligono Due reggiani sfuggono alle fiamme
Dopo uno sparo si è sviluppato il rogo che ha distrutto tutto «Pensavamo di poterlo spegnere, ma non è stato possibile»
SERENA ARBIZZI 10 Novembre 2018
CORREGGIO
Uno sparo, poi le fiamme altissime e tre feriti. Tragedia sfiorata, ieri pomeriggio, al poligono di tiro di Cibeno, frazione di Carpi. In otto si trovavano sulle linee di tiro quando, dopo un colpo, è esploso l’incendio. Erano le 14.30 quando la struttura sportiva è trasformata in un inferno, con una gigantesca nube nera, visibile a chilometri di distanza.
Dalla linea 5 un frequentatore abituale, “Benni”, ha sparato un colpo. E nel giro di pochi secondi sono iniziate le fiamme. “Benni”, ferito a un dito, ha cercato di prendere l’estintore, ma il calore sprigionato dal rogo gli ha bruciato il viso. Un’ambulanza lo ha portato all’ospedale di Carpi, dove è stato medicato anche William Masoni, intrappolato nel bagno e liberato poi da polizia e vigili del fuoco. Una terza persona, ferita a un dito, ha rifiutato i soccorsi.
Il correggese Luciano Salvarani, ieri pomeriggio, era commissario: organizzava i tiratori sulle linee di tiro. Anche Salvarani ha cercato di prendere l’estintore, ma le fiamme hanno preso il sopravvento, spingendo tutti a scappare. Presente sul posto, ma non sulle linee di tiro, anche il presidente del poligono, Giuseppe Martinelli, che fino a ieri sera è rimasto con la polizia per individuare e classificare le armi, alcune delle quali, al momento del rogo, erano appoggiate alle pareti. Martinelli è stato sentito per ricostruire le cause dell’incendio.
«Hanno preso le immagini delle telecamere – spiega la moglie –. Mio marito, quando è scoppiato l’incendio, stava svenendo. Il rogo, da quanto sappiamo, non è stato provocato da una pallottola».
Al tirassegno sono arrivati i vigili del fuoco (con 4 camion e 2 autopompe, la botte, la scala e un fuoristrada), i carabinieri, la polizia e la Municipale. Per quanto riguarda le cause, da subito è stata esclusa la pista dolosa. Tra le ipotesi più accreditate, la presenza sul pavimento del poligono di materiale infiammabile depositato da tempo.
Francesco Ricaldone, tiratore di Fabbrico, era nel poligono: «Subito pensavamo di potere spegnere il rogo – racconta –. Ci siamo resi conto che non era così. “Benni” ha preso l’estintore, ma non è servito a nulla».—
SERENA ARBIZZI