Autore Topic: Il 68 e il tiro a segno  (Letto 1083 volte)

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Offline chebe

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Il 68 e il tiro a segno
« il: Febbraio 28, 2008, 12:46:47 pm »
      I più grandi fra di noi,ricordano il 68 con un po’ di nostalgia , sarà perché eravamo più giovani , sarà che, con l’avanzare dell’età ricordando il passato a volte ci si commuove pochi farà di noi hanno partecipato in maniera attiva allo svolgersi degli eventi politici e storici , qualcuno ha definito il 68 come l’ultima rivoluzione tentata nel mondo occidentale.
Tentata appunto………..perché in realtà poco è cambiato dopo il 68 i padroni sono rimasti padroni, ( adesso li chiamano capitalisti ) i proletari sono rimasti proletari, la casta dei politici è perfino peggioratà e allora tutti gli slogan e le idee di quel periodo dove sono finiti?
Ricordo ancora le scritte sui muri fatte con lo spry negli anni post sessantottini: “una risata vi seppellira”, “ quando la mer….. costerà  mille lire al chilo i proletari nasceranno senza culo”,” vietato vietare” ………..
Poi ci sono stati gli anni di piombo , attentati scioperi sequestri morti e feriti, alla fine però non è cambiato praticamente niente.
Gli ideali e le utopie del 68 sono rimasti tali , fumo parole e ancora fumo…….però a guardare bene qualcosa è nato in quel periodo, un virus che lentamente si è insinuato nella civiltà occidentale minandone le basi e che ancora oggi lavora corrodendo il nostro sistema di vita con l’obbiettivo di disintegrarlo.
Quale era  ed è il nemico numero uno dei sessantottini ? semplice…….l’Autorità, in qualunque forma essa si esprimesse l’Autorità era ed è per loro  un nemico da  abbattere e distruggere.
Nella loro concezione egocentristica del mondo non esiste il passato e neanche il futuro,  tutto è iniziato nel 68 , fino a prima il mondo dormiva , poi tutto d’improvviso ha scoperto la cultura la libertà , la giustizia.
Molti dei problemi dell’italia  dei giorni attuali per non dire tutti,  sono il risultato della mancanza di autorità, e pertanto sono figli del virus del 68.
Molti di quei contestatori che hanno trascorso i loro vent’anni fumando droga e parlando di rivoluzione stanno adesso nei posti di comando , nella politica nella magistratura nell’impresa, i risultati li vediamo ogni giorno nel nostro paese.
A questo punto qualcuno potrebbe dire: hai ragione oppure non hai ragione, ma tutti vi chiederete , ma cosa centra il 68 con il tiro a segno ? centra ragazzi ……………centra……..
Come dicevo prima nel 68 è nato un virus che nel tempo è mutato ed ha generato diversi tipi di neosessantottini il ceppo originario del virus ha generato gente come i noglobal giovani delinquenti che con la scusa di protestare non si sa bene contro chi, sfasciano e sporcano le nostre città , che poi lo stato ripristina con i nostri soldi. Il ceppo che a noi interessa (bacillus accademicus) si annida nei nostri poligoni ha generato e continua a generare un tipo particolare di tiratore , vediamo adesso come è fatto il tiratore malato, cerchiamo di capire quali sono le sue caratteristiche.
Il tiratore post sessantottino pratica solo il tiro accademico , in genere è un tiratore di carabina ma i pistoleri non sono immuni.
Per dare una idea del suo atteggiamento verso gli altri e tutto ciò che lo circonda io lo definisco tiratore caccademico.
Il caccademico è convinto che il poligono coincida con lo stand di aria compressa , tutto ciò che sta al di fuori non lo interessa, in virtù di quel pugno di 10 che riesce a fare con la sua carabina ad aria ipertecnologica ritiene che tutto gli sia dovuto.
“Gli altri “ vengono definiti in modo sprezzante con appellativi che cambiano a secondo della zona in cui loro sparano, “ sparacchiatori” “bottaroli” “borgaspari” .
Il caccademico è figlio del 68 ma il 68 non sa neanche cos’è almeno dal punto di vista storico, se gli chiedete cosa è il 68 difficilmente saprà darvi una risposta sensata , in genere lui non si occupa di politica , se gli chiedete una opinione difficilmente la sua risposta sarà farina del suo sacco, non perché sia un ignorante ma lui preferisce rispondere attingendo al sacco della farina comune, il sacco della moda e del conformismo.
Se chiedete cosa pensano a riguardo dei problemi dell’attualità avrete sempre le stessa risposte,
tutti contro la guerra, tutti contro la caccia tutti di sinistra, molto spesso non hanno neanche il coraggio di parlare la lingua  dei propi padri .
Fino a poco tempo fa il peso di questi signori all’interno dei consigli delle sezioni era elevato a causa del vecchio sistema elettorale , un iscritto normale un voto , un iscritto agonista due o più voti a seconda dell’anzianità adesso con il nuovo statuto delle sezioni imposto dall’uits non è più cosi.
Molte critiche sono state mosse nel forum di questo sito alla dirigenza uits , ma questa ventata di democrazia bisogna riconoscergliela, un iscritto un voto, che sia o no agonista, e questo è giusto.
Vedete ragazzi…………io sono convinto che, le due principali anime del nostro sport l’accademica e l’istituzionale debbano convivere pacificamente rispettandosi a vicenda il tiro è una cosa unica ed ognuno di noi deve essere libero di esprimerlo nella forma che preferisce.
Come voi ben sapete il nostro sport non ha molta visibilità spesso , per non dire sempre gli organi di informazione lo ignorano completamente, quelle poche volte che un nostro atleta ha un po di visibilità a seguito di importanti vittorie internazionali mette subito le mani avanti dichiarandosi non appassionato di armi e magari , anche contrario alle armi , fino a che ragioneranno cosi, da perfetti neo sessantottini non saranno mai i campioni di tutti i tiratori ma solo di una piccola parte , quei pochi accademici che per conformismo la pensano come loro.
Le linee sono vuote , i giovani scarseggiano, a questo punto mi sento in dovere di fare un appello a quelli che fra di noi hanno intrapreso la carriera di tecnico federale, a loro che sono i depositari della conoscenza tecnica a loro che sono i responsabili dell’avviamento al tiro dei giovani chiedo di riflettere su queste righe che ho scritto , non esiste solo il tiro accademico in un contesto di allenamento multilaterale il tiro con armi diverse può essere utile , fatelo capire ai giovani chissà che un giorno questo gap ideologico fra le due anime del tiro non possa restringersi in una nuova generazione di tiratori lontani dai modelli e dalle utopie del 68, periodo che in eredita ci ha lasciato solo disastro e degenerazione.

Offline gunny

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Re: Il 68 e il tiro a segno
« Risposta #1 il: Febbraio 28, 2008, 15:36:45 pm »
Q U O T O !!!
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a brusa suta l' Susa

emme emme

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Re: Il 68 e il tiro a segno
« Risposta #2 il: Febbraio 28, 2008, 16:16:36 pm »
D'accordo su tutto tranne per la ventata di democrazia della dirigenza sugli statuti :'(!
E' pur vero che oggi uno non vale 4 (voti tesserati) ma un gruppetto di associati gestisce in certi casi decine di migliaia di euro provenienti dalle tasche di chi non ha diritto al voto o a partecipare alla vita sociale.
Se le sezioni con lo statuto non consentono la partecipazione dell'iscritto alle iniziative sociali, quel guppetto di associati resterà pur sempre un gruppetto!
Il materiale umano su cui lavorare e tentare una fidelizzazione nel tempo c'è, ma lo statuto ce li fà andare via.
Molti associati di oggi erano coloro che hanno conosciuto la sezione per il rilascio del certificato e poi sono stati coinvolti dall'avviso in bacheca di una iniziativa sociale come ad esempio un corso di avancarica-caricamento munizioni-cena sociale etc.
Ieri a queste persone non era precluso oggi sì!
L'iscritto è visto solo come un portatore sano di soldi e siccome non può votare :"Me ne Frego"!
CCCCCCCCIIIIIIIIIIIIIIAAAAAAAAAAAAOOOOOOOOOOOOOO

Offline lumau

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Re: Il 68 e il tiro a segno
« Risposta #3 il: Febbraio 29, 2008, 19:19:22 pm »
nulla di nuovo sotto il sole.....!All inizio anni '70 ..tutto era simile ad oggi: 1 presidente giusto e valido  5 ruffiani,indecisi ,incerti....1 presidente onesto....2 ..non proprio..........commissari bravi altri raccomandati per far numero e voti .......   1tiratore vero ....10 presuntuosi ...allenatori chetuttosannomanonhannomaifattopunti!  CHE cosa è cambiato....???? SOLO una :QUELLA INUTILE DEMAGOGICA INGIUSTA LEGGE 18 APRILE 1975 che ancora oggi ,dopo30 anni ,NON serve a nulla se non a rompere le scatole a noi ed alla amministrativa.......mentre i delinquenti più di prima importano,trafficano usano armi illegali. A QUANDO il BUON SENSO(politico)???????Noi onesti siamo 3milioni di persone schedati,controllati,visitati da medici legali,paghiamo e ripaghiamo!........(i tiratori accademici hanno un metro di misura che è uguale per tutti ed(il bersaglio) e voi no.)ciao