Autore Topic: INCIDENTE POLIGONO - GLI AMERICANI NON SCHERZANO  (Letto 2012 volte)

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Offline diamante

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INCIDENTE POLIGONO - GLI AMERICANI NON SCHERZANO
« il: Agosto 27, 2014, 08:46:24 am »
http://www.corriere.it/esteri/14_agosto_26/usa-bimba-9-anni-mitraglietta-uccide-istruttore-armi-38f77740-2d69-11e4-b2cb-83c2802e5fb4.shtml

TRAGEDIA
Milano, 26 agosto 2014 - 23:54
Bambina di 9 anni con mitraglietta uccide l’istruttore al poligono di tiro
L’incidente in un tiro a segno in Arizona. La ragazzina non ha controllato il rinculo dell’arma e un colpo ha centrato accidentalmente il suo insegnante
di Redazione Online

Una bambina di 9 anni ha ucciso accidentalmente un istruttore di tiro con una mitraglietta automatica Uzi, di fabbricazione israeliana. L’incidente è avvenuto in un poligono all’aperto a White Hills, in Arizona, una cittadina pressoché disabitata a 20 chilometri a nord di Dolan Springs, non lontano dal confine con il Nevada. Secondo la prima ricostruzione, l’uomo stava mostrando l’arma alla ragazzina per insegnarle a maneggiarla quando dalla mitraglietta è partito un colpo che ha centrato l’uomo alla testa. La bambina, in particolare, non sarebbe riuscita a trattenere l’arma dopo il rinculo seguito al primo colpo.


La vittima
La vittima è Charles Vacca, 39 anni, morto dopo l’arrivo allo University Medical Center di Las Vegas dove era stato trasportato dopo l’incidente. L’annuncio del decesso è stato dato dall’ufficio dello sceriffo della contea di Mohave. La ragazzina, secondo quanto riferito dalle autorità, si trovava al poligono assieme ai suoi genitori. I responsabili del tiro a segno, contattati dall’Associated Press, hanno declinato ogni commento sull’accaduto.

Hamburger & proiettili
Negli Stati Uniti molti poligoni consentono l’ingresso ai minori e permettono loro di sparare affiancati da un istruttore. Solitamente però è l’istruttore stesso a trattenere l’arma mentre il minore prende la mira. «Non puoi dare una Uzi in mano ad una bambina di 9 anni e pretendere che la sappia controllare» è stato l’amaro commento dell’esperto di armi da fuoco Ronald Scott, citato dalla stessa agenzia di stampa. Il poligono in cui è avvenuta la tragedia appartiene alla Bullets and Burgers di Las Vegas che offre, tra l’altro, escursioni con sessioni di tiro che promettono un’atmosfera da «Desert Storm» (il nome dell’operazione militare americana nel corso della prima Guerra del Golfo) all’interno di un’area di proprietà del ristorante Arizona Last Stop, un noto locale sulla strada che collega Arizona e Nevada dove i partecipanti alle escursioni possono poi consumare il pasto. Il limite di età previsto per l’utilizzo delle armi in questa struttura è di soli 8 anni, anche se è prevista la supervisione obbligatoria da parte dei genitori o di un tutore. «I nostri ospiti hanno l’opportunità di sparare con un’ampia gamma di armi automatiche e armi speciali» annuncia il sito di Bullet and Burgers. Tra le tante anche la famigerata Uzi.


Offline VENDETTA

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Re:INCIDENTE POLIGONO - GLI AMERICANI NON SCHERZANO
« Risposta #1 il: Agosto 27, 2014, 22:18:56 pm »
http://www.corriere.it/opinioni/14_agosto_27/se-uccidere-diventa-gioco-38717cde-2df6-11e4-833a-cb521265f757.shtml

Quando uccidere diventa un gioco
La morte «accidentale» dell’istruttore di tiro nel poligono dell’Arizona: l’omicidio colposo lo hanno commesso i genitori della ragazzina che ha sparato

di ALESSANDRO SALA


Chissà se i genitori della bambina che lunedì ha accidentalmente ucciso un istruttore di tiro in un poligono nel deserto dell’Arizona si sentono responsabili della morte dell’uomo. Dovrebbero.
Quanto accaduto tra le rocce di White Hills non può essere derubricato a semplice fatalità. Mettere nelle mani di una ragazzina un’arma da guerra fortemente letale dovrebbe valere di per sé un’accusa per omicidio colposo. La ragazzina non ne ha colpa, chi l’ha portata in quel posto ne ha eccome.
E’ vero, ci sono discipline olimpiche di tiro a segno e anche in Italia sono aperte ai minorenni (a partire dai 10 anni ). Ma sorvolando su quanto possa essere etico insegnare a sparare ai ragazzini - c’è stato un tempo in cui si metteva perfino in discussione l’opportunità di regalare pistole e fucili giocattolo ai bambini -, c’è una differenza enorme: nel tiro a segno si spara ad un bersaglio di cartone o di compensato rappresentato da cerchi concentrici ed è sostanzialmente un esercizio di mira e di controllo dell’arma; nel poligono della Bullets and Burgers, la società che, come dice il nome, organizza le escursioni all inclusive spara&mangia, si punta invece sagome umane, proprio come fanno i militari o le forze di polizia durante le sessioni di addestramento.
Cosa spinge un padre e una madre a decidere di far provare alla figlia di 9 anni l’ebbrezza di maneggiare una micidiale Uzi, una mitraglietta inventata negli anni Cinquanta dal capitano dell’esercito israeliano Uziel Gal per le specifiche esigenze delle forze speciali? Cosa li induce a mettere nella testa di una bambina che dovrebbe sognare di emulare Bridget Mendler o Debby Ryan (le protagoniste di alcune delle più note serie tv per adolescenti negli Usa ma non solo) uno scenario da «Desert Storm» (il nome dell’operazione americana nella prima guerra del Golfo, utilizzato sul proprio sito anche dai gestori del poligono) in cui si emula l’uccisione di un essere umano? Succede anche nei videogames, certo. Ma con un controler o un joystick tra le mani, non con una mitraglietta vera.
Tante volte abbiamo preso posizione contro il ricorso ai bambini soldato delle nazioni africane o contro l’arruolamento di ragazzini da parte di guerriglieri o gruppi terroristici (ancora oggi una denuncia dell’Onu). E’ giusto farlo e continueremo. Ma concettualmente possiamo dire che è tanto diverso insegnare ai figli che sparare e farlo dal vivo può essere un divertimento e che immaginare di colpire e uccidere qualcuno – o qualcosa che impersonifica qualcuno - sia semplicemente parte del gioco? Quando il gioco diventa tragica realtà la risposta appare scontata. Ma troppo tardi.

Offline diamante

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