http://www.tiropratico.com/doc/2012/la%20verita.htmL'ITALIA DEGLI SPORT SBAGLIATI:
DOPO L'ABOLIZIONE DELL'ART.1 DEL D.L.79/2012
Alla fine non resta che riderci sopra.
Esporre tutto ciò che è successo in questa ultima settimana o poco meno richiederebbe troppe pagine e servirebbe a poco, moltissimi sanno cosa è successo. Quello che invece ci si chiede è cosa succederà ora.
Difficile a dirsi i questo "caos", ormai sono in campo troppe persone e associazioni che nemmeno perseguono lo stesso obbiettivo anzi, alcune non hanno alcun obbiettivo ma cavalcano a spron battuto per sposare la tesi vincente: avrebbero sposato l'art.1 del D.L.79 se fosse passato dichiarandolo il miglior decreto dalla fine del catalogo, (cazzata senza fine).
In campo oggi troviamo: (a) una manciata di associazioni di settore, legate alle industrie, (b) alcune associazioni private interessate al settore e (c) alcuni privati che hanno interessi nel settore.
Non si è sentita la voce dell'UITS che dovrebbe in teoria essere quella del settore sportivo del tiro accademico o quella della FITDS che rappresenta il nuovo tiro sportivo in Italia. (A parte forse la FITDS Sardegna che si è fatta sentire in un comunicato pubblico). Anzi, le associazioni hanno protestato solo perchè abbiamo istigato al "boicottaggio" delle sezioni di tiro ! Del resto a loro sembra non interessi affatto come cambierà la legge, quello è un problema per i tiratori non per le società di tiro a cui interessa il conto di cassa a fine settimana. Sarà Vero ?
Intanto alcuni Senatori erano riusciti a modificare il D.L. a tal punto da farlo sembrare un ottima soluzione piuttosto che niente ma sembra che le solite baruffe al Parlamento abbiano infine fatto decadere anche queste e cosi il decreto è finito nella spazzatura: salvo ora ripescarlo alla Camera. E forse ci riusciranno ma non ci sarà nessuno a salvare gli sportivi.
COSA SUCCEDE VERAMENTE ?
Nella realtà delle cose, il Ministero e molti Ministri non vedono di buon occhio l'importazione di armi che assomiglino troppo ad armi da guerra, hanno una smisurata paura nell'essere indicati come coloro che hanno permesso le importazioni libere di queste armi; le imprese da parte loro non vogliono responsabilità nell'importazione di armi e chiedono a gran voce un ente che le cataloghi e ne decida la classificazione: sportive, comuni, da caccia ......
Tutti si sono buttati sulla fine del catalogo come eroi e oggi chiedono a gran voce che torni un qualcosa capace di sostituirlo perchè senza non si può stare.
Se c'è un posto strano al mondo questo è sicuramente nel nostro Paese, unico a classificare le armi sportive e a non permetterne il porto. Pensate che un cacciatore d'oltralpe non può cacciare in Italia perchè qui la sua arma da caccia è classificata sportiva. Avete notato come fioriscono le agenzie di caccia in altri Paesi mentre nel nostro sembrano svanite, anche a causa di una burocrazia per le importazioni farragginosa. Una fetta di turismo e di introiti mancati. Non vogliamo poi pensare alle gare di tiro dinamico che in mezzo mondo vengono fatte con armi in 9x19: a questi tiratori l'Italia è preclusa. Ma lo è anche per i tiratori classici, infatti non possono entrare nel nostro Paese per fare gare se la loro arma non è catalogata tra le nostre !!! Avete notato come siano poche le gare a cui partecipano stranieri in Italia ??
In Italia dovrebbero innanzi tutto dimenticare e per sempre la parola "s p o r t i v e", le armi sono comuni o da guerra, le prime detenibili dal cittadino le seconde solo dalle forze armate Nazionali. Cosa serve di più ? Un controllo sull'importatore ? Bene facciamolo, ma in modo semplice: perchè vogliamo coinvolgere il BPN per farci dire che un arma è da guerra ? Cosa che ormai sa fare chiunque abbia un minimo di esperienza nel settore: forse c'è da appesantire la macchina burocratica e far spendere dei soldi allo Stato ?! Se eliminassimo la classificazione delle armi sportive, le industrie potrebbero importare armi bancate in un qualsiasi Banco Nazionale riconosciuto ed esportare le proprie armi prodotte dopo averle bancate a Gardone. Solo che in questo modo import ed export vanno di pari passo mentre nel primo caso l'importazione è gravata di un passaggio in più. Chi ci guadagna ?
Forse sbagliamo noi !! L'unico ad aver espresso le sole nostre idee è stato il Sen. Saia insieme a pochi altri, (Divina e Orsi) e forse perchè non siamo schierati. Sono ancora molti a chiederci il sostegno per far passare un decreto che fissi i parametri per classificare le armi sportive, ciò ci riporterebbe fuori dal resto del mondo del tiro, ora che possimo finalmente unificarci alle altre Nazioni cerchiamo in tutti i modi di discostarcene. Un paradosso !
E' snervante e stancante continuare a combattere circondati da gruppi che vanno ognuno per conto suo, questa è la battuta finale di una breve corsa nella speranza che il mondo delle armi comprendesse qualcosa, ma cosi non è stato. Possiamo dichiarare decaduta ogni forma di lotta e tornare ai nostri interessi di ogni giorno pregando che tuto finisca nel migliore dei modi, quello che abbiamo potuto fare lo abbiamo fatto, la sua utilità ? Lo vedremo forse tra molto tempo.