Nel 2004 si pensava di aver sconfitto il "vecchio sistema" Orati, ma il nuovo che doveva avanzare ha deluso parecchia gente, soprattutto chi credeva e ha sostenuto quelle persone provenienti da aree geografiche dove l'autonomia è realtà più che consolidata, pensando e sostenendo che ciò avrebbe generato un processo virtuoso di ammodernamento di UITS.
Dopo 12 anni possiamo tranquillamente sostenere, supportati da fatti oggettivi, che si è andati in direzione opposta con la scusa di voler salvare le sezioni TSN, quando in pericolo c'erano solo le indennità di carica di presidente e segretario generale della federazione "ente pubblico", le sezioni non sono mai state in pericolo, anzi il D.P.R. 90/2010 ne ha chiaramente confermato le funzioni e l'autonomia.
Uno dei fatti più eclatanti e gravi del quadriennio 2005-2008 è stato il non aver convocato l'assemblea per l'approvazione del bilancio per 3 anni.
Le successive elezioni del 2008 hanno visto un testa a testa grazie alla presenza di due schieramenti ben definiti e contrapposti, con un'opposizione che si riconosceva nei contenuti veicolati anche tramite il sito "
www.presidentitsn.it" (del quale purtroppo non è rimasta traccia su internet, peccato...), se non erro il coordinatore all'epoca di tale iniziativa fu il presidente della sezione di Roma, tutt'ora in carica, Carlo Mantegazza.
Chissà che fine hanno fatto le tesi e le rimostranze di allora, che rilette oggi pare non abbiano affatto perso di valore e attualità.
Obrist venne riconfermato per un pugno di voti e in quel consiglio però riuscirono ad entrare alcuni elementi dell'"opposizione": Billi, Giannini, Sportelli e Vespasiano; ma abilmente sono stati relegati a semplici comparse grazie alla costituzione di un consiglio di presidenza che li vedeva sistematicamente spettatori delle decisioni assunte.
Talvolta qualcuno dall'"opposizione" ha provato a dissentire e puntare i piedi, come nella questione delle quote Cima sollevata da Vespasiano, purtroppo senza successo. Ma la cosa forse peggiore sono stati i "silenzi assordanti" delle approvazioni annuali del bilancio all'unanimità da parte dei presidenti di sezione, eppure i presidenti che si lamentavano erano tanti, ma come si dice: "la paura fa 90!!!" e il ricorrente strumento del commissariamento "politico" è stato mezzo assai convincente, quanto illegittimo, per mettere in riga i dissenzienti.
Nel 2011 è stato approvato praticamente a larghissima maggioranza dall'assemblea generale il nuovo statuto UITS (se non ricordo male ci fu qualcuno che votò contro, stigmatizzato come fosse un'appestato), che di fatto ha gettato le basi al fine ultimo di esautorazione delle sezioni TSN da parte della dirigenza federale, che ha trovato poi compimento nel quadriennio successivo.
Infatti nel 2012, abbiamo assistito al "teatrino" delle elezioni elettroniche (con spoglio manuale per manifesta inefficienza del sistema). E guarda caso l'esito ha visto la riconferma del consiglio uscente con numeri "bulgari", anche grazie alla totale assenza di un'opposizione organizzata, solo battitori liberi anche se tenaci come Lorenzino Unio, ma correre da soli è stato e sarà sempre molto difficile.
Dalle elezioni 2012 in poi abbiamo assistito alla vera e propria azione di "demolizione" delle sezioni TSN, avente come obiettivo finale la creazione di sezioni UITS direttamente controllate da Roma. La riprova di questa tesi è nei fatti a partire dall'ottobre del 2013 dove abbiamo assistito alla discutibile invenzione e imposizione del certificato elettronico per giustificare una posizione dominante di UITS su compiti tutt'ora per legge delle sezioni TSN e poi successivamente nell'aprile del 2015, dopo anni di profonda riflessione (di dubbia consistenza), con l'approvazione da parte del CD federale di un modello di statuto delle sezioni (che definire "capestro" è un complimento), imposto con modalità incostituzionali e illegittime, che non trova precedenti e/o uguali nella storia della Repubblica Italiana, ma pari forse a quell'altra scellerata iniziativa che nel ventennio fascista trasformò le Società di Tiro in sezioni TSN privandole dei loro beni e della loro autonomia ponendole sotto il diretto controllo del Ministero della Guerra con il R.D. 479 del 1930.
Siamo giunti al 2016 alla chiusura del terzo mandato quadriennale a guida Obrist, e di persone (presidenti e tiratori) che si dicono scontenti della realtà attuale, sia per quanto riguarda la situazione istituzionale che per quella sportiva, ce ne sono veramente tante; purtroppo la maggior parte di esse preferisce restare nell'ombra perché il rischio di eventuali ritorsioni in caso di ennesima riconferma dell'attuale dirigenza è veramente alto e ciò è umanamente comprensibile.
Ed è più che comprensibile che molti presidenti onesti, che operano volontariamente senza alcuna indennità di carica da anni nelle proprie sezioni, con l'obbiettivo ultimo e disinteressato di creare le migliori condizioni possibili per i propri soci sportivi, frequentatori amatoriali e obbligati, temano che tutto il lavoro svolto anche grazie al contributo gratuito di tanti altri volontari, per arricchire e far crescere le sezioni, possa andare in fumo in pochi istanti con un commissariamento solo per aver "osato" criticare i vertici federali o il loro operato.
Stessa cosa dicasi dei tiratori e dei tecnici, che potrebbero vedersi privati della possibilità di gareggiare o allenare nelle discipline di cui sono fortemente appassionati, solo per una "parola di traverso" contro i vertici.
E' assurdo doverlo ammettere ma è così, tutto ciò non ha un senso!
Vivere in questo clima da "caccia alle streghe" ha stancato tutti, tranne quei pochi che in qualche modo hanno tratto qualche particolare beneficio o favore, in troppi forse si sono semplicemente ed egoisticamente tappati occhi, orecchi e bocca per quieto vivere.
Ora però, a differenza del 2012, c'è una vera e propria ALTERNATIVA, di nome e di fatto i cui propositi sono ampiamente illustrati nel manifesto e nei comunicati pubblicati sul sito
www.tsnalternativa.itMolto probabilmente sarà una bella sfida se la democrazia verrà garantita e se soprattutto verrà esercitata da chi ha il diritto di voto.