Petra non è stata convocata perchè deve riposarsi in vista delle Olimpiadi....
Tornando al vento, ho potuto verificare insieme ai miei compagni di squadra CLT che anche quando ci alleniamo volutamente in condizioni critiche nel poligono di casa (5 linee, largo poco meno di 10mt) anche se c'è tempesta l'influenza è relativa o meglio non evidente come ad esempio quando si spara a Bologna o Milano, dove l'ampia larghezza e l'altezza dei bonetti crea disturbi differenti lungo il percorso del proiettile, anche se apparentemente sembra che ci sia meno vento.
Se il vento fosse costante basterebbe compensare la deriva con la diottra, spesso in diagonale per l'effetto giroscopico della palla; l'uso di un anemometro non aiuterebbe, proprio perchè lo strumento legge la velocità nel punto in cui si trova, il nostro proiettile deve percorrere ben 50 metri e pesa 40 grani e viaggia a 340m/s circa (quindi relativamente lento).
L'unica soluzione sarebbe disseminare di bandierine il campo di gara (ma abbiamo un regolamento al quale attenerci che ce lo impedisce), nella speranza di non gareggiare in poligoni con diagrammi e "vele" in mezzo ai piedi, che lasciano vedere solo le bandierine poste lungo la propria direttrice di tiro.
Purtroppo in realtà il vento soffia a raffiche ed è da escludersi a priori che forza e direzione si ripetano ugualmente, quindi non resta che guardarsi bene intorno, anche e soprattutto le bandierine poste 5/6 linee oltre la propria; la lettura del vento data dalla bandierina è storica, inerzia e oscillazioni successive possono ingannare, quindi come ha detto Ricky (sicuramente più competente di me in materia) agire sulla diottra potrebbe risultare un paliativo e solo fonte di deconcentrazione e disturbo.
Infine bisogna incrociare le dita quando la linea è vicina a un muro, perchè a seconda della direzione del vento e per le leggi della fisica, anche l'aria contro un ostacolo "rimbalza"... con sorprese poco piacevoli.
Sinceramente davo per scontato che ai tiratori di un certo livello venissero preparati con sedute di allenamento specifiche... i poligoni dove trovare condizioni critiche e difficili non ci mancano, e a priori vanno scartati quelli con meno di 15 linee, troppo stretti, i muri di contenimento laterali fanno da freno.
Campriani e Zublasing che si allenano negli States sicuramente hanno potuto affinare anche questo aspetto in modo molto più approfondito.
Non concordo con Ricki, quando ne fà un problema di costi, visto quello che spende e spande la federazione proprio per i tiratori di interesse nazionale e olimpico... non sarà certo qualche seduta a Milano, Bologna o altro poligono idoneo a fare la differenza...