Autore Topic: ELEZIONI CONI e MANCATA RATIFICA UITS  (Letto 175210 volte)

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Re:ELEZIONI CONI e MANCATA RATIFICA UITS
« Risposta #30 il: Maggio 05, 2017, 12:17:06 pm »
"c'è un corto circuito tra le istituzioni" ???  :o :o :o

ma come mai? è impossibile visti gli ottimi rapporti che ci sono sempre stati tra i vertici UITS e le "istituzioni"!!!

noi rimaniamo fiduciosi e in trepida attesa della riconferma e conseguente ratifica, che alcune voci ci danno in dirittura di arrivo... forse entro la fatidica data dell'11/05 p.v.

anche perché lo scorso 30 aprile sono scaduti i contratti di molti collaboratori UITS, tra i quali pare ci sia anche quello del segretario generale, quindi urge la ratifica per non mandare in blocco l'ente pubblico!!!

incrociamo le dita!!!
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Re:ELEZIONI CONI e MANCATA RATIFICA UITS
« Risposta #31 il: Maggio 07, 2017, 19:51:55 pm »
http://www.repubblica.it/rubriche/spycalcio/2017/05/07/news/ecco_cosa_aspetta_malago_-bis_ma_con_una_giunta_viva_-164856266/


Ecco cosa aspetta Malagò-bis (ma con una Giunta "viva"...)
07 maggio 2017

Tempo di elezioni anche per il mondo dello sport. Giovedì 11 maggio assemblea Coni a Palazzo H. Se la battaglia ci sarà per entrare nella Giunta, traguardo ambitissimo, di sicuro Giovanni Malagò sarà confermato al suo secondo mandato, non per acclamazione perché probito (alla danza non lo sapevano...) ma con una schiacciante maggioranza. Al suo rivale, rivale si fa per dire, l'ingegnere nucleare Grifoni, converrebbe fare un passo indietro, ma se dovesse davvero presentarsi giovedì, beh, potrebbe intercettare al massimo qualche scheda bianca. Gli scontenti della gestione Malagò non sono molti: forse una decina su 73 o 74 votanti (fuori Leoni e Obrist, Scarso aspetta con ansia un nulla osta). Malagò ha fatto bene, è stato umile (ormai non lo si può più chiamare Megalò...), ha sbagliato a pensare che il Movimento 5 Stelle fosse un partito tradizionale e come tale dovesse essere trattato, da lì è arrivato quel no a Roma 2024 che brucia ancora. Ma, tranquilli: chi ipotizza, o teme, un Ventennio di Malagò alla guida dello sport, evidentemente non lo conosce. Lui è ambizioso, punta sempre a grandi traguardi: il prossimo è entrare in Giunta Cio, poi, chissà, potrebbe anche puntare alla Figc, visto che il calcio è una sua antica passione insieme alla Formula 1, o lasciarsi convincere dalle sirene della politica (tolti appunto i grillini sa essere bipartisan). Ma restare vent'anni inchiodato al Foro Italico, sempre che le norme lo consentano, non è certo la sua aspirazione. Il Cio è un traguardo possibile e anche abbastanza vicino: nel 2018 e 2019 i due rispettabilissimi membri di lungo corso Pescante e Carraro concluderanno la loro carriera internazionale. Limiti di età. Pescante ora è apprezzato e attivo rappresentante Cio alle Nazioni Unite (siede al Palazzo di Vetro vicino a Vaticano e Palestina...), Carraro è coordinatore della commissione, importantissima, che stabilisce il programma olimpico. Carica che conserverà anche quando sarà membro onorario (ma dove sono tutti quei ragazzi che vanno sugli skate nei parchi?). Si liberano quindi due posti italiani al Cio: uno, come detto, è ambitissimo da Malagò, l'altro potrebbe andare al suo nemico acerrimo Paolo Barelli che a luglio punterà alla presidenza della Fina, la Federazione mondiale del nuoto, carica che successivamente gli potrebbe aprire le porte del Cio. Che beffa sarebbe se i due si ritovassero insieme a Losanna: ma di far fare la pace fra i due duellanti ormai ci hanno rinunciato tutti, anche uno come Carraro che pure conosce l'arte della diplomazia.

Torniamo a Malagò: ha fatto ottime cose in questi anni, ha curato la base, stretto rapporti saldi con Lotti che qualche risultato (vedi Ryder e Cortina 2021) lo hanno portato, dato impulso-anche se ancora modesto-allo sport nello scuola dopo troppi anni di silenzi. Ora lo aspetta la sfida più difficile: messo da parte un buonismo a volte eccessivo, figlio della riconoscenza per chi a sorpresa l'aveva preferito a Lello Pagnozzi, dovrà fare ordine fra le Federazioni, snellire la giustizia sportiva, impedire i troppi conflitti di interessi e mettere da parte gli spioni che viaggiano con cimici e registratori... Un lavorone. E poi ci sarà da decidere, in base all'esito di Lima (Parigi o Los Angeles nel 2024?), se sarà davvero il caso di fare correre Milano, che non ha impianti sportivi, per i Giochi 2028. Molto dipenderà anche da chi fare parte del governo dello sport: come detto c'è ressa per entrare in Giunta, ma a Malagò convorrebbe essere circondato da persone "vive", attive e anche propositive, e non da yes-man, o yes-girl, capaci solo di approvare le delibere senza averle manco lette. Nella rinnovata Giunta ci saranno di sicuro Cammarelle (new entry) e la Sensini (una conferma), nessun problema per la Turisini (in quota tecnici), via libera anche a Talento e Sturani (Enti territoriali), Gallo (enti di promozione sportiva). Poi, ovviamente, i tre membri Cio Carraro, Pescante e Ferriani, in carica dalla scorsa estate e molto stimato anche da Bach. Le cose si complicano un po' per quanto riguarda presidenti e dirigenti. Troppi candidati, pochi posti e compagna elettorale accesissima. Fra i presidenti Chimenti sarà probabilmente il più votato (per lui una poltrona da vicepresidente Coni), poi via libera a Roda, Binaghi e Giomi. Resta un posto solo: se lo contenderanno, in un testa a testa ancora incerto, Di Rocco, che ha preso il posto di Barelli dimissionario, e Luciano Rossi. Come portabandiera delle Federazioni non olimpiche si è candidato Claudio Matteoli, presidentissimo della Pesca (Fipsas) ma purtroppo per lui i risultati sportivi contano poco o nulla, almeno in questo caso. Contano il prestigio, le amicizie, il frenetico lavoro di lobby (quante correnti e correntone, c'è da pigliar freddo...). In quota dirigenti, via libera al potentissimo Ricci Bitti, che sarà anche vicepresidente, mentre l'altro posto se lo giocano Fabio Pigozzi, rettore dell'Università dello sport e conosciutissimo anche a livello internazionale, e Carlo Magri, ex storico presidente del volley. Gli altri ci resteranno male.

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Re:ELEZIONI CONI e MANCATA RATIFICA UITS
« Risposta #32 il: Maggio 07, 2017, 20:12:45 pm »
http://www.armietiro.it/perche-obrist-e-ancora-presidente-8508

Perché Obrist è ancora presidente
Il terzo mandato è vietato dallo statuto del 2011 che però gliene “abbuona” uno. Il ministero della Difesa starebbe ancora verificando la legittimità dell'elezione.
Il “problema” si manifesta ora, con maggiore evidenza, perché l'11 maggio prossimo si terrà il congresso che eleggerà il nuovo governo dello sport. Ernfried Obrist, presidente dell’Uits, potrebbe non essere ammesso a votare. "C'è un corto circuito fra le istituzioni", ha spiegato il presidente del Coni, Giovanni Malagò: manca il via libera degli organi competenti alla rielezione ed è assai improbabile, se non impossibile, che per l’11 Obrist potrà votare.
Secondo il comma 1 dell’articolo 39 dello statuto dell’Unione italiana Tiro a segno “i componenti degli organi Uits restano in carica per un quadriennio olimpico e possono essere confermati nella medesima carica una sola volta per un solo ulteriore mandato”. Presidente dal 2008, Ernfried Obrist a ottobre è stato rieletto con l’85% dei voti per un terzo mandato che la carta federale non prevedrebbe. Tale statuto è stato approvato dal ministero della Difesa lo scorso 15 novembre 2011 e, tuttavia, nell’ultimo articolo prevede anche che “il limite alla rieleggibilità dei componenti degli organi dell’Uits di cui all’articolo 39 entra in vigore dal primo rinnovo degli organi dell’Uits successivo all’approvazione del presente statuto”.
Come è noto ai lettori, l’Uits è una federazione un po’ particolare: per la parte sportiva ricade nell’alveo del Comitato olimpico nazionale, ma per l’attività istituzionale è ente pubblico sottoposto alla vigilanza della Difesa: tocca al ministero proporre la nomina del presidente sulla base dei risultati delle urne. Fino a ora, però, sembra non l’abbia fatto, ma ha fatto sapere che “la questione è nota ed è all’esame per la verifica degli estremi di legittimità”. Gli uffici legislativi di via XX settembre sarebbero orientati a dare il via libera, dal momento che la revisione dello statuto del 2011 (in cui fu inserito il limite) azzererebbe il conto di un mandato: Obrist sarebbe solo al secondo, quello della riconferma come prescrive lo statuto del 2011. Il presidente, da noi intervistato recentemente, conferma e ostenta serenità.



L'articolo contiene un errore in quanto Obrist non è in carica dal 2008 ma dal 2004, pertanto è addirittura al quarto

mandato, inoltre, la sua candidatura ad ottobre non è in violazione allo statuto ma ad una legge del 1978 e come tutti

sanno uno statuto non può superare una legge ma qui siamo in Italia "banana republic".



Offline gunny

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Re:ELEZIONI CONI e MANCATA RATIFICA UITS
« Risposta #33 il: Maggio 08, 2017, 10:41:04 am »
Stranamente, nessuna rivista di settore, ad eccezione di "Armi e Tiro" fino ad ora s'era posta il problema ratifica...

al di là degli errori come il mancato conteggio di un quadriennio e il ritenere la clausola transitoria dello statuto UITS, sufficiente a superare l'oggettivo ostacolo, meno male che finalmente qualcuno ne parla oltre a Concentrica...
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Re:ELEZIONI CONI e MANCATA RATIFICA UITS
« Risposta #34 il: Maggio 09, 2017, 14:20:15 pm »
http://www.repubblica.it/rubriche/spycalcio/2017/05/09/news/coni_anche_la_scherma_non_vota_e_la_figc_-165003755/

Coni, anche la scherma non vota. E la Figc...

Obrist (presidente tiro a segno), Leoni (Aerclub) e Scarso (scherma) non voteranno giovedì 11 maggio alle elezioni del Coni. Leoni lo aveva già assicurato a Malagò, dopo che era stato sospeso e dopo che era già stato stabilito che l'AreoClub sarebbe andato (presto) di nuovo alle urne. Obrist aspetta dei passaggi formali che non arriveranno in tempo ("un corto circuito istituzionale" l'aveva definito Malagò dopo l'ultima Giunta). Scarso non voterà in autotutela: nel senso che lui si sente legittimato a farlo, ma il Coni, in attesa degli utimi atti formali, gli chiederà di astenersi. Il n.1 della scherma è deluso e si sente parte lesa in una vicenda che ha interessato anche la Prefettura di Roma e l'Avvocatura dello Stato. Ma non si può rischiare che qualcuno faccia un esposto per chiedere di invalidare le elezioni del Coni nel caso che votassero sia Obrst che Scarso. E' la prima volta che nella storia del Coni tre presidenti di tre importanti Federazioni, di cui due olimpiche, non hanno diritto al voto. E si è rischiato che non votasse nemmeno il calcio: il presidente della Figc, Tavecchio, infatti avrebbe dovuto partecipare al congresso Fifa in Bahrein, che è concomitante con l'assemblea del Coni. Ma Tavecchio ha assicurato a Malagò che giovedì sarà a Palazzo H (alla Fifa ci andrà il dg Michele Uva). Il calcio è fuori dal governo dello sport, come si sa, ma Tavecchio responsabilmente vuole fare la sua parte. Insomma, alla fine, a meno di qualche defezione per motivi personali, i votanti saranno solo 73, quorum 39. Lo sfidante di Malagò, l'ingegner Sergio Grifoni, produttore di vino ad Arezzo, avrà 10 minuti di tempo per fare il suo discorso (attenzione, con Carraro presidente di assemblea non si sgarra...), poi tornerà nell'ombra. Malagò prenderà circa 60-65 voti, forse anche di più perché un certo numero di schede bianche è fisiologico. Più combattuta ovviamente la lotta per entrare in Giunta: fra i presidenti probabile via libera per Roda, Binaghi, Giomi e Rava, ballottaggio Di Rocco-Luciano Rossi. In risalita però le quotazioni di Sabatino Aracu (presidente mondiale e italiano dello skateboard che entrerà a fare parte dei Giochi di Tokyo 2020) e Claudio Matteoli, portavoce delle Federazioni non olimpiche. Fra i dirigenti, strada spianata per Ricci Bitti, stimatissimo da Bach (e da Malagò), mentre per l'altro posto duello all'ultimo voto fra Fabio Pigozzi, rettore dell'Università del Foro Italico, e Carlo Magri, da poco scalzato dalla presidenza della Fipav. Magri potrebbe rosicchiare qualcosina a Ricci Bitti. Non dovrebbero esserci, fra presidenti e dirigenti, passi indietro dell'ultimissima ora (anche se forse auspicati...). Fra i "territoriali" dovrebbero farcela D'Antoni e Talento. Domani (mercoledì) ultimo Consiglio nazionale della prima gestione Malagò, in serata tutti a cena all'Aniene. Chissà se nella notte della vigilia, secondo tradizione, cambierà qualcosa? 
E' fatta, Andrea Abodi presto presidente della Banca dello Sport
 Il prossimo Consiglio dei ministri, subito dopo le elezioni Coni, nominerà Andrea Abodi presidente dell'Ics, l'Istituto di credito sportivo, l'importante banca dello sport commissariata ormai da cinque anni. Un riconoscimento prestigioso per un manager di esperienza e collaudata capacità. Abodi ha battuto la concorrenza (vedi Spy Calcio dell'11 aprile); la sua è una nomina bipartisan sostenuta dal ministro Lotti. Importante quando, almeno nel mondo dello sport, non si guarda il colore politico.


Anche oggi 9 maggio ne parla Repubblica ed è oramai certo che Obrist non voterà.
Peccato che l'occasione per dire faccio un passo indietro e dico tutta la verità null'altro che la verità sia stata specata dal Presidente decaduto.
Obrist doveva solo dire:"ERO INCANDIDABILE STOP E SONO DECADUTO" altro che passaggi formali.
E' da ottobre che è stato eletto da ineleggibile........qui le donne per far figli ci mettono meno tempo.

Ciao
« Ultima modifica: Maggio 09, 2017, 14:21:58 pm da diamante »

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Re:ELEZIONI CONI e MANCATA RATIFICA UITS
« Risposta #35 il: Maggio 09, 2017, 15:07:02 pm »
intanto incamera lauti compensi... renderà mai un soldo quando sarà deposto???
saluti ai presidenti (?)
carlo

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Re:ELEZIONI CONI e MANCATA RATIFICA UITS
« Risposta #36 il: Maggio 09, 2017, 16:53:55 pm »
andiamoci piano... attenzione ai colpi di coda!!!
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Re:ELEZIONI CONI e MANCATA RATIFICA UITS
« Risposta #37 il: Maggio 10, 2017, 16:24:41 pm »
http://www.governo.it/articolo/consiglio-dei-ministri-n-28/7328

Convocazione del Consiglio dei Ministri n. 28

10 Maggio 2017.

Il Consiglio dei Ministri è convocato per giovedì 11 maggio 2017 alle ore 9.30 a Palazzo Chigi, per l’esame del seguente ordine del giorno:

- VARIE ED EVENTUALI.


Abbiate fede miscredenti-disfattisti e detrattori che il Miracolo è alle porte.

A Roma i miracoli si vendono sulle Bancarelle a Porta Portese.

Questo CDM è stato convocato apposta per far votare l'UITS domani 11.05.2017 per il rinnovo delle cariche al CONI.

Appena ratificato, il Presidente, già con tuta e scarpette, in trepidante attesa sotto la presidenza del consiglio dei ministri, correrà da palazzo Chigi alla sede del Coni al foro

Italico prima che si concluda l'assemblea elettiva per gridare ai posteri:"C'ero anch'io".



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Re:ELEZIONI CONI e MANCATA RATIFICA UITS
« Risposta #38 il: Maggio 10, 2017, 19:30:12 pm »
anche i detenuti indossano scarpette da tennis e tute sportive.
« Ultima modifica: Maggio 10, 2017, 19:39:39 pm da caricato »

Offline diamante

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Re:ELEZIONI CONI e MANCATA RATIFICA UITS
« Risposta #39 il: Maggio 11, 2017, 07:20:48 am »
http://www.governo.it/articolo/consiglio-dei-ministri-n-28/7328

Convocazione del Consiglio dei Ministri n. 28

10 Maggio 2017.

Il Consiglio dei Ministri è convocato per giovedì 11 maggio 2017 alle ore 9.30 a Palazzo Chigi, per l’esame del seguente ordine del giorno:

- VARIE ED EVENTUALI.


Abbiate fede miscredenti-disfattisti e detrattori che il Miracolo è alle porte.

A Roma i miracoli si vendono sulle Bancarelle a Porta Portese.

Questo CDM è stato convocato apposta per far votare l'UITS domani 11.05.2017 per il rinnovo delle cariche al CONI.

Appena ratificato, il Presidente, già con tuta e scarpette, in trepidante attesa sotto la presidenza del consiglio dei ministri, correrà da palazzo Chigi alla sede del Coni al foro

Italico prima che si concluda l'assemblea elettiva per gridare ai posteri:"C'ero anch'io".




http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05/10/casta-delle-federazioni-sticchi-damiani-confermato-allaci-ma-manca-la-ratifica-di-mattarella-votero-lo-stesso-per-il-coni/3576007/


Casta delle federazioni, Sticchi Damiani confermato all’Aci ma manca la ratifica di Mattarella: “Voterò lo stesso per il Coni”
Sport & miliardi

Il problema è che il numero uno dell’Automobile Club è diventato vicepresidente di Sara Assicurazioni. Per questo motivo il decreto che dovrebbe ratificare la sua nomina ancora non c’è alla vigilia delle elezioni del Comitato olimpico, ma questo non sembra preoccuparlo: “Io - dice - sono pienamente legittimato dal risultato dell’assemblea elettiva". Per un caso molto simile Ernfried Obrist, numero uno dell’Unione Tiro a segno, ne sarà escluso
di Lorenzo Vendemiale | 10 maggio 2017
La saga dei presidenti delle Federazioni continua. Proprio alla vigilia delle attese elezioni Coni che riconfermeranno alla presidenza per altri quattro anni Giovanni Malagò, salta fuori un altro caso di una Federazione “sub iudice”. Stavolta si tratta dell’Aci, l’Automobile Club d’Italia che lo scorso novembre ha confermato con percentuali bulgare Angelo Sticchi Damiani, vicino anche al ministro dello Sport, Luca Lotti. La sua nomina, però, non è mai stata ratificata dal presidente della Repubblica, come prevede lo statuto, ponendo più di un problema in vista del voto per la presidenza Coni. Bloccata da una possibile incompatibilità per conflitto d’interessi per delle cariche rivestite in una compagnia di assicurazioni, di cui il governo (ed in particolare il Ministero dei Beni culturali, l’organo vigilante) è al corrente da mesi senza dire nulla.

Dal 2012 Angelo Sticchi Damiani è presidente dell’Automobile Club, un dinosauro con 3mila dipendenti e un bilancio da oltre 300milioni di euro, con i conti spesso rimessi in ordine da aiuti ed aiutini da parte del governo. Come l’Unione Tiro a Segno e l’Aeroclub, l’Aci ha una natura ibrida: metà Federazione sotto la vigilanza del Coni per l’attività sportiva, metà ente pubblico sotto l’egida del governo. Pertanto la scelta del presidente prevede diversi passaggi: il movimento svolge le sue elezioni interne, e in base ai risultati il governo propone la nomina al Capo dello Stato. Un iter burocratico che è stato seguito pedissequamente nel 2012. Ma non nel 2016, quando Sticchi Damiani è stato riconfermato col 97% dei voti dei suoi soci. Del decreto di ratifica, però, stavolta non c’è traccia: né sul sito dell’Aci, né tantomeno su quello del Senato (dove invece ci sono le carte di quello precedente). E lo stesso diretto interessato conferma: “Effettivamente il decreto ancora non c’è, ma è una questione un po’ complessa”, spiega contattato da ilfattoquotidiano.it.

Il problema è che intanto Sticchi Damiani è diventato vicepresidente di Sara Assicurazioni e presidente di Sara Vita, compagnia assicuratrice dell’Automobile Club (che ne detiene il 54% delle quote) e che opera anche nel ramo vita e gestione fondi. Un doppio incarico che un anno fa di questi tempi era anche finito al centro di un’interrogazione parlamentare in cui la senatrice di Sel, Loredana Depetris, paventava un possibile conflitto d’interessi, rimanendo totalmente ignorata dal governo: “Non mi hanno mai risposto, nonostante abbia presentato tre solleciti”, dice lei. Anche lo statuto dell’Aci fa venire qualche dubbio, visto che all’articolo 6 fra i casi di ineleggibilità prevede qualsiasi “attività privata, industriale, commerciale o artigianale, effettuata per conto o in concorrenza con l’Aci”. Gli incarichi in Sara possono configurarsi come tale? Secondo Sticchi Damiani assolutamente no: “Sara è una società pubblica, io non svolgo un’attività privata ma istituzionale, rappresento l’azionista. Abbiamo decine di pareri a riguardo, per anni il presidente di Sara e Aci sono state la stessa persona”.

La questione, però, non sembra essere del tutto risolta. A quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, proprio in relazione a questa vicenda il Ministero dei Beni culturali (che, contattato ripetutamente, non ha risposto alle nostre domande), avrebbe chiesto un parere all’Anac di Raffaele Cantone su una possibile incompatibilità. “Ma è una cosa ben diversa dall’ineleggibilità: se mai dovesse essere accertata, a quel punto dovrei optare per una delle due cariche”, prosegue il numero uno dell’Automobile Club. Intanto, però, il decreto che dovrebbe ratificare la sua nomina ancora non c’è alla vigilia delle elezioni del Coni, ma questo non sembra preoccuparlo: “Io sono pienamente legittimato dal risultato dell’assemblea elettiva, si deve solo completare un percorso burocratico, ma questo non toglie nulla alle mie funzioni”. Fra queste rientrerebbe pure quella di votare per il presidente del Comitato olimpico. Per un caso molto simile (elezione non ratificata dal ministero della Difesa per un’incongruenza da sciogliere sullo statuto) Ernfried Obrist, numero uno dell’Unione Tiro a segno, ne sarà escluso. Lui, invece, non ha alcuna intenzione di rinunciare: “Sarò al Foro Italico e voterò, non c’è motivo per cui non lo faccia”. Un’altra spina per il Coni: proprio quando è arrivata la notizia della registrazione da parte della Prefettura del controverso statuto della Federscherma (si salva il presidente Giorgio Scarso), ai casi del Tiro a segno e dell’Aeroclub si aggiunge pure quello dell’Aci. Domani il presidente dell’assemblea elettiva, il decano Franco Carraro (coadiuvato da Alberto De Nigro nella verifica poteri), avrà un gran da fare prima di poter riconfermare Giovanni Malagò alla guida del Coni.



Ma perchè la escludono Presidente Obrist?
Questa è un'ingiustizia!
Ciao
« Ultima modifica: Maggio 11, 2017, 07:39:59 am da diamante »