Il tiro al volo, se non sbaglio, una volta si chiamava tiro al piccione...
Non sta così. Tiro a volo è inteso come tiro a piattello e tiro al piccine era una "pratica" del tutto separata.
Dopo l'abolizione il piccione è stato sostituito da un'elica che simulazze il piccione.
Non avevo visto che la risposta era già stata data...
Credo che sia inuitle guardarsi indietro. Erano altri tempi, e questi tempi sono cambiati.
Dal tiro sono stati tolti tutti i riferimenti ad "esseri viventi", vedi cinghiale e sagome di PA che "somigliavano" alla sagoma umana.
Oggi il mondo è dell'informazione e dei mass media. Viene preso in considerazione come verità assoluta tutto ciò che passa da loro e da loro viene detta. Un pò come predisse Orwell in 1984.
La mia proposta è semplice, quanto difficilmente attuabile in questo momento, ma potrebbe essere attuabilecome programma a lunga scadenza.
Occorrerebbe istituire un "vero" Ufficio Stampa federale, efficiente e che dia dei risultati. Cominciare a lavorare in tal senso con i giornali nazionali per acquisire spazio costante sulle pagine. In secondo luogo, altrettanto andrebbe fatto nelle sezioni, trovando tra iconsiglieri un referente che aiutato dall'Ufficio Stampa Federale, potesse stabilire dei contatti con i giornali locali. Questo attualmente viene fatto per iniziativa personale ed in maniera improvvisata, senza un vero metodo che sia al massimo efficiente.
Tutti gli altri sport (ho partecipato ad un seminario proprio su questo argomento) hannu un ufficio stampa che si occupa prevalentemente di queste cose e lo fa nella maniera giusta, sapendo chi contattare, fornendo un pezzo scritto nella maniera giusta e della lunghezza giusta.
Parallelamente a questo può essere fatto anche con le televisioni.
In queste cose non possiamo muoverci a casaccio, altrimenti si richia di bruciarsi delle occasioni d'oro.
In cambio potremmo offrire, iscrizioni corsi e gare per l'ordine dei giornalisti, e non solo l'unica gara come esempio isolato.
Per portare interesse sul nostro sport occorre coinvolgere i giornalisti in prima persona vacendogli "vivere" sulla loro pelle il nostro sport.