http://messaggeroveneto.gelocal.it/pordenone/cronaca/2016/01/03/news/la-prefettura-sospende-l-attivita-del-poligono-1.12712836?refresh_ce La Prefettura sospende l’attività del poligono
Pordenone, la struttura non è ritenuta a norma. «Riapertura soltanto dopo i lavori». Il direttivo del Tiro a segno ribatte: nessun problema di agibilità e sicurezza di Giulia Sacchi
03 gennaio 2016
PORDENONE. La Prefettura dispone la sospensione dell’attività al poligono di Pordenone in quanto la struttura non è a norma, ma il consiglio direttivo della sezione provinciale del Tiro a segno nazionale sostiene che non sussistono problemi legati ad agibilità e sicurezza.
All’ingresso dell’area è stato appeso un cartello con cui si informano i tiratori che il complesso è «chiuso per lavori in corso» e vengono realizzate soltanto attività di segreteria. Infine l’avviso che «si riapre a gennaio». In realtà, la data della ripartenza resta, per ora, un’incognita.
La chiusura, a detta del direttivo, «è avvenuta per un’errata interpretazione della normativa». Consiglio e comitato composto dalle mamme degli atleti agonisti chiedono quindi al prefetto Maria Rosaria Laganà la sospensione di un provvedimento che penalizza 927 soci, non soltanto del Pordenonese, tra cui figurano atleti – una cinquantina sono agonisti – e forze dell’ordine.
A gennaio viene avviata la campagna tesseramenti, ma, se il poligono è chiuso, i tiratori non possono rinnovare l’iscrizione e sono costretti a rivolgersi alle strutture di Vittorio Veneto o Udine oppure Tolmezzo, per citare quelle più vicine a Pordenone. Una perdita non da poco: il direttivo teme pure per la sopravvivenza del sito. La provincia, insomma, rischia di perdere un altro servizio.
Ma sul caso il prefetto è stato chiaro. «Il poligono non è a norma: ci sono adeguamenti sul fronte della sicurezza da realizzare, di cui il direttivo è a conoscenza da tempo – ha spiegato Laganà –. Non dimentichiamoci che la struttura, in passato, è stata teatro di un incidente mortale e che esistono precise norme finalizzate a tutelare chi frequenta il poligono. Nonostante richiami e solleciti di Prefettura e vigili del fuoco, gli interventi non sono stati realizzati e dunque abbiamo disposto la sospensione dell’attività. Abbiamo anche dato tempo per fornire eventuali chiarimenti, ma le indicazioni pervenuteci non sono risultate sufficienti. Non appena i lavori saranno portati a compimento, comunque, il poligono potrà riaprire i battenti».
Ma il direttivo non ha esitato a dichiarare che «è tutto in regola. Abbiamo l’agibilità rilasciata dal ministero della Difesa ed è valida sino a ottobre – ha chiarito la consigliera Daniela Ellero, che è pure referente del comitato delle mamme degli atleti –. Il poligono è stato chiuso per problemi burocratici e non di sicurezza. Alla base del provvedimento c’è un’errata interpretazione della normativa: strutture come la nostra seguono le direttive, anche inerenti all’agibilità, imposte dal ministero della Difesa e non da quello dell’Interno, cui, per il nostro caso, stanno facendo riferimento Prefettura e vigili del fuoco. Chiediamo a Laganà di congelare il decreto in attesa di chiarire le questioni burocratiche. Se la legge impone di realizzare interventi, invitiamo le istituzioni a darci tempo per adempiere, ricordando che investiremo risorse provenienti dalle nostre attività. Se il poligono non riaprirà a breve, però, verrà meno la possibilità di finanziarsi e quindi di sopravvivere. Gli agonisti né potranno allenarsi né saranno supportati economicamente per le gare. La struttura, tra l’altro, offriva comodi servizi anche alle funzioni pubbliche. La provincia rischia di perdere un altro pezzo, peraltro storico».
Gli incontri in Prefettura sinora non hanno dato i risultati sperati dal direttivo, il quale ha chiesto l’intervento del Comune di Pordenone, che però non ha fornito risposte, e della Provincia, che ha intanto raccolto la documentazione al riguardo. Il caso è seguito anche dall’avvocato dell’Unione italiana tiro a segno, che ha scritto a Laganà. La risposta è arrivata la vigilia di Natale. Un riscontro che non lascia spazio all’interpretazione: l’iter seguito dalla Prefettura è corretto.