Autore Topic: CONI - UNA CASTA DA ABOLIRE  (Letto 22058 volte)

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Offline luis

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Re:CONI - UNA CASTA DA ABOLIRE
« Risposta #20 il: Gennaio 13, 2015, 12:09:46 pm »
difficile non essere d'accordo con gunny, ma alla fine si scivola nell'ovvietà :'( 8)

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Re:CONI - UNA CASTA DA ABOLIRE
« Risposta #21 il: Gennaio 13, 2015, 17:35:58 pm »
l'ovvietà è l'alibi opposto quando non si reagisce al danno provocato pur essendone consci.

Offline diamante

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Re:CONI - UNA CASTA DA ABOLIRE
« Risposta #22 il: Gennaio 13, 2015, 23:00:14 pm »
no, non siamo impotenti... semmai indifferenti

nulla cambia perché il cambiamento comporta assunzione di responsabilità, qualche sacrificio e il dover dedicare il proprio tempo agli altri

la pigrizia, la comodità, l'egoismo e il fancazzismo generale portano al disinteresse verso la gestione delle cose comuni, e così va a finire che i pochi che se ne occupano (troppo spesso con finalità molto personali) poi si trasformano in veri e propri feudatari

sarebbe bello dare un bel calcione nel sedere alla geronto-oligarchia italiota ma forse, per come siamo messi in quanto a corruzione e malaffare, nemmeno la terza guerra mondiale riuscirebbe nello scopo... potrebbero invece riuscirci ISIS o AL QUAEDA ma non credo ce lo si possa augurare...

Gunny è ovvio secondo LUIS!


difficile non essere d'accordo con gunny, ma alla fine si scivola nell'ovvietà :'( 8)

Essere ovvi è avere un alibi opposto quando non si reagisce  in coscienza rispetto al danno provocato!

Questo punto di vista di Luis è da me rispettato a non condiviso perchè Gunny è reattivo.


l'ovvietà è l'alibi opposto quando non si reagisce al danno provocato pur essendone consci.


Quante Pippe Mentali ed è proprio su di esse che ha gioco facile l'attuale GOVERNANCE.

Ciao

« Ultima modifica: Gennaio 13, 2015, 23:11:59 pm da diamante »

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Re:CONI - UNA CASTA DA ABOLIRE
« Risposta #23 il: Gennaio 13, 2015, 23:17:49 pm »
le mie scelte le ho gà fatte in tempi non sospeti. lascio a voi una decisione almeno dignitosa....

Offline gunny

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Re:CONI - UNA CASTA DA ABOLIRE
« Risposta #24 il: Gennaio 14, 2015, 14:23:25 pm »
non penso di esserlo, ma se vengo ritenuto/giudicato ovvio non mi offendo  ;)

ma se l'ovvietà è la realtà ciò significa che siamo una "banda di cazzoni" dove conta solo essere "furbi" e "forti", in pratica la filosofia del bulletto

c'è chi ci prova ad essere meno ovvio, e non per vantarmene ma mi sento da quella parte, puntualmente viene ghettizzato o isolato dai colleghi che fanno parte della massa dell'ovvietà, oppure punito con il maglio di ferro dalla "giustizia divina" pardon federale

a me di avere degli "amici" forti e furbi pronti a pugnalarti alle spalle non interessa, preferisco degli avversari/nemici che mi dicono in faccia quello che pensano, nel bene o nel male, il problema è che spesso è difficile capire chi ti pugnalerà alla schiena per primo se l'abile amico o il vile nemico...

non credo sia possibile valutare lealtà e correttezza quando rivolte agli "amici", è facile dare o avere ragione con chi in qualche modo sta dalla tua parte...

la convenienza e i giochetti di potere contano purtroppo di più di qualunque altra cosa, recentemente  ho avuto la personale riprova che sono veramente poche le persone che hanno una parola sola e il coraggio di mettere in pratica e condividere le proprie idee, è veramente  più facile trovare chi sembra essere l'agnello ma che poi si lascia abbindolare dai "30 denari"

ovvio!   :P
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a brusa suta l' Susa

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Re:CONI - UNA CASTA DA ABOLIRE
« Risposta #25 il: Gennaio 14, 2015, 18:41:33 pm »
prima dicevo presidenti, adessp aggiungo tiratori. oh bischeri!!!

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Re:CONI - UNA CASTA DA ABOLIRE
« Risposta #26 il: Gennaio 14, 2015, 23:28:41 pm »
"Guardati dai segnati di zio".

I peggiori silenti o sostenitori dei regimi, in genere, sono i Militari corrotti, che i più definiscono "manichini porta divisa".

La divisa, al tempo di eroi morti per ciò che essa rappresentava,  era un insieme di valori ed oggi non vale nulla però ciò

non dipende dall'era che viviamo ma da chi la indossa.


Offline diamante

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Re:CONI - UNA CASTA DA ABOLIRE
« Risposta #27 il: Febbraio 07, 2015, 19:51:01 pm »


http://www.repubblica.it/sport/2015/02/03/news/istat_federazioni_corte_dei_conti-106454886/?rss

La Corte dei Conti contro le Federazioni: "Devono entrare nell'Istat"

La procura generale presso la Corte dei Conti dice che le federazioni sportive italiane devono essere considerate amministrazioni pubbliche e come tali devono essere inserite negli elenchi Istat e, quindi, per loro devono valere le stesse ragioni di spending review (austerity interna) applicate a tutta la pubblica amministrazione dal 2012
di CORRADO ZUNINO
 

03 febbraio 2015

(agf) ROMA - Dice la procura generale presso la Corte dei Conti che le federazioni sportive italiane devono essere considerate amministrazioni pubbliche e come tali devono essere inserite negli elenchi Istat e, quindi, per loro devono valere le stesse ragioni di spending review (austerity interna) applicate a tutta la pubblica amministrazione dal 2012.
La questione è, si comprende, importante e definirà il futuro economico (e, a ricasco, sportivo) delle 45 federazioni italiane a cui la legge Melandri nel 2009 regalò l'abito di "associazioni con personalità giuridica di diritto privato". A partire dal 2006 l'Istat ha inserito le federazioni sportive, che rispondono tutte al Comitato olimpico nazionale, negli elenchi delle amministrazioni pubbliche. Dopo diversi ricorsi al Tar, nel novembre 2007 l'Istituto di statistica ne aveva reinserite 31 su 45, ma il Tribunale amministrativo del Lazio nel 2010 cancellò nuovamente le federazioni dai pubblici registri. Di fronte a questo contenzioso inasprito l'Istat ha chiesto alla Corte dei conti  -  una sorta di giudice ultimo in materia contabile  -  di definire in maniera certa la questione e, alla vigilia di una serie di sentenze sulle singole federazioni sportive, la procura generale (l'accusa all'interno della giustizia amministrativa) ha consegnato ai giudici una prima memoria di diciannove pagine che ribadisce che le federazioni sportive devono essere considerate "a tutti gli effetti" istituti di pubblica amministrazione.

Lo scorso 28 gennaio ci sono state le prime due udienze: Federboxe e cronometristi. Oggi tocca a una realtà importante e larga come il basket. Le sentenze, però, non si conosceranno presto. Tra l'altro, venti federazioni si sono rivolte a un unico studio legale producendo ricorsi "in fotocopia" (definizione della procura della Corte dei conti).

Se la tesi dell'accusa sarà fatta propria dalle prossime sentenze, le federazioni dovranno stravolgere la loro organizzazione interna e iniziare a produrre fatture elettroniche, dovranno cambiare i criteri di contabilità, riordinare la disciplina interna su pubblicità e obbligo di trasparenza, partecipare alla piattaforma di certificazione dei crediti. Soprattutto, dovranno fare propri i limiti di spesa per trasferte, convegni, mostre, sponsorizzazioni, noleggi d'auto e costi d'albergo. "Con le nuove regole non potremo più prendere un taxi", assicura un presidente di federazione. Nelle carte della procura, tuttavia, si trovano diversi esempi di sprechi e costi fuori controllo.

Secondo la procura della Corte dei conti, la prova regina che consente di definire "pubbliche" le federazioni è data dal cosiddetto test market, ovvero la verifica della quota di contributi pubblici sul fatturato totale. Tutte le federazioni sportive hanno una percentuale preponderante di finanziamenti di Stato e di enti locali rispetto agli introiti interni. Per esempio, la Federmoto indica in undici milioni i "proventi autofinanziati" e sono: "Affiliazione e tesseramento" (5,8 milioni), "licenze" (2,6 milioni), "tasse" (2,4 milioni in totale). Per la procura questi undici milioni sono "chiaramente di origine pubblicistica" e concorrono con i 4,1 milioni di contribuzione diretta del Coni a formare il 75 per cento delle entrate Fim. Discorso analogo per la Federazione cronometristi dove dei 2,4 milioni di valore della produzione annuale solo 10.785 euro sono ricavi da pubblicità e sponsorizzazioni, un'inezia.
Per ora, grazie a una proroga di governo, le federazioni sportive italiane non sono state inserite nell'elenco Istat: tutto è rimandato al gennaio 2016. Le sentenze delle prossime settimane, però, faranno giurisprudenza e oggi l'accusa della Corte dei conti chiede che le federazioni siano "legittimamente incluse" nell'elenco Istat 2014. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, sostiene preoccupato: "Con questo inserimento il nostro mondo sarebbe messo in seria difficoltà operativa".
Nella battaglia Istat-federazioni molti ritengono fondamentale il ruolo di Raffaele Squitieri, presidente della Corte dei conti e già in ruoli decisionali sportivi: è stato presidente del Collegio dei revisori dei conti del Coni ed è membro della Commissione di garanzia della giustizia sportiva della Federcalcio.

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Re:CONI - UNA CASTA DA ABOLIRE
« Risposta #29 il: Marzo 31, 2016, 11:23:09 am »
http://bari.repubblica.it/cronaca/2016/03/31/news/sannicandro_e_il_caso_coni-136581940/?refresh_ce



Coni Puglia, anche gli incarichi per le piscine erano assegnati in famiglia: l'ipotesi di un commissario
Elio Sannicandro

Si allarga la vicenda, partita da articolo di Repubblica, sui progetti che il presidente regionale Elio Sannicandro avrebbe affidato al nipote e a un collega di studio. Al setaccio gli incarichi al Comune di Bari

di FRANCESCA RUSSI
31 marzo 2016
Il caso Puglia arriva sul tavolo del presidente del Coni, Giovanni Malagò. C’è un intero fascicolo a Roma sulle anomalie nella gestione del comitato olimpico regionale targata Elio Sannicandro. Il progetto di rifacimento della pista di atletica dello stadio Puttilli a Barletta - quella su cui si allenava un giovanissimo Pietro Mennea - affidato dal presidente del Coni Puglia a nipote e collega di studio, è soltanto la punta dell’iceberg. Spuntano vecchi esposti e nuovi accertamenti. E la prospettiva di un commissariamento del Coni Puglia.

 Ma andiamo con ordine. Il Comune di Barletta stipula un protocollo di intesa con il Coni Puglia per disporre uno studio di fattibilità per ristrutturare la pista dove si allenava Pietro Mennea. Il presidente Sannicandro affida lo studio agli ingegneri Luca La Bombarda e Pierino Profeta (nipote e collega di studio). Li definisce “abituali collaboratori del Sis, il Servizio impianti sportivi del Coni”. La sigla compare anche nel documento che presentano al Comune di Barletta. Ed è qui che il Coni nazionale ci vuole vedere chiaro e avvia le verifiche. In meno di 48 ore il dossier, dettagliatissimo, è sul tavolo di Malagò. «Sis è una definizione degli anni Ottanta, non esiste più – è la smentita da Roma – Luca La Bombarda e Pierino Profeta non sono dipendenti Coni, hanno avuto soltanto piccoli incarichi in ambito locale». La Bombarda circa 3mila euro nel 2014-2015 e Profeta un compenso da 6.100 euro nel 2015 su un progetto a Brindisi oltre a un incarico del 2011 da 11mila euro per un intervento allo stadio della Vittoria a Bari.

 Ma allora, si chiedono a Roma, perché i due ingegneri firmano su carta intestata Coni e con la sigla Sis che non esiste più? I due professionisti, che non sono dipendenti Coni ma collaboratori occasionali a giudicare da incarichi e importi, lavorano gratuitamente allo studio di fattibilità. Vero. Poi però, su sollecitazione di Sannicandro, che scrive una insolita lettera al sindaco di Barletta, Profeta ottiene un incarico da oltre 40mila euro per il completamento dei lavori allo stadio. Dopo che Repubblica solleva il caso, si muove il Comune di Barletta. «L’amministrazione comunale intende fare chiarezza e prendere provvedimenti», ha spiegato l’assessore allo Sport, Vincenza Di Maggio.

 Ma non c’è soltanto Barletta. Al centro del confronto che ci sarà la prossima settimana a Roma tra Malagò e Sannicandro spuntano vecchie segnalazioni. Tra cui un esposto al Coni datato 2013 dell’avvocato barese Davide De Vivo, rappresentante dell’associazione sportiva dilettantistica Apulia Nuoto. È il legale a segnalare irregolarità nella gestione della piscina comunale di Bitonto affidata prima direttamente al Coni e poi, a seguito di una lettera di “suggerimento” da parte di Sannicandro al Comune di Bitonto, alla Acquazzurra srl. Che, scrive Sannicandro, “ha affiancato il Coni negli ultimi due anni”. Nonostante ci siano altre società disposte a prendere in gestione la piscina a titolo oneroso, il Comune l’affida ad Acquazzurra senza pretendere soldi.

«Tra i collaboratori di Acquazzurra – si legge nell’esposto – vi sarebbero la moglie e la sorella del segretario del Coni Puglia. Si potrebbe scorgere in questa tenace sponsorizzazione un danno all’immagine di un’istituzione che invece di tutelare le società sportive, verrebbe ridotta a mero soddisfacimento di interessi patrimoniali dei singoli collaboratori». E c’è poi il caso del sito Internet. Nonostante le ripetute sollecitazione alla chiusura di una pagina ritenuta “fuorviante”, Sannicandro ha tenuto in vita sportpuglia.net: un sito web parallelo a quello ufficiale del Coni Puglia. Infine, il Comune di Bari. Dove l'ingegner Sannicandro è stato per anni assessore ai tempi delle giunte di Michele Emiliano: anche qui Profeta ha ottenuto numerosi incarichi, ma all’epoca nessuno ha sollevato l’inopportunità.