E' una porecheria mostruosa ma non c'è da aspettarsi nulla e nulla di diverso ormai il nostro TSN è nella degenerazione totale e finirà con l'implosione .
Tutti attaccati alla seggiolina , commissioni ingigantite per creare spazio a tutti , sostituzioni che ormai hanno ricoperto l'apparato del sissignore , giocassimo a scacchi si chiamerebbe arroccamento. L'ultima sostituzione fatta riguarda il tecnico Tosi , ma con chi l'hanno sostituito ? Sistema Sistema ! va bene così ma sento solo una leggera e confusionale sensazione di nausea nei confronti di questi soggetti che credono poter essere i costruttori del futuro TSN , sarà anche così , ma sarà solo il loro TSN non quello di tutti.
http://www.renonews.it/vergato/2013/08/26/vergato-al-tiro-segno-campus-lo-sport-ed-il-divertimento/Vergato, al Tiro a Segno un campus per lo sport ed il divertimento
26 agosto 2013 14:47
Il campus al Tiro a Segno di Vergato
Il presidente Prezzi: creare disponibilità e scoprire talenti”
Presenti anche l’argento olimpico Tesconi e il Ct azzurro Masetti
Un’esperienza certamente formativa ma anche divertente.
Il perfetto connubio tra convivialità, sport e spirito di squadra. Così si può riassumere adeguatamente ciò di cui hanno fatto tesoro i partecipanti al campus che si è svolto presso il tiro a segno di Vergato il weekend del 24 e 25 agosto. Un appuntamento giunto ormai all’invidiabile traguardo del tredicesimo anno, che ha raccolto il consenso di un sempre più folto numero di ragazzi, dai quattordici ai vent’anni.
È stato sorprendente osservare come esista una grande sinergia tra sport e lavoro all’interno di questa iniziativa e come ogni attività sia ideata e svolta con l’obiettivo di creare motivazione e di socializzare, oltre allo scopo di avvicinarsi alla disciplina del tiro a segno, per far muovere i primi passi agli appassionati o per coinvolgere chi ha già una pur piccola esperienza in questo sport.
Il grande lavoro è svolto egregiamente da un folto gruppo di volontari e vede la partecipazione di tecnici ed allenatori competenti, che seguono i ragazzi per tutta la durata del campus.
Elio Prezzi, assessore del comune di Vergato ha parlato a Reno News circa la nascita di questa iniziativa e di come sia stata fondamentale la grande volontà e la passione per portarla avanti di anno in anno, rendendola sempre più conosciuta nel territorio e contribuendo al suo continuo sviluppo.
Elio Prezzi
“Tutto nacque nel 1999, quando si pensò di fare un raduno di ragazzi in questa struttura, associando il divertimento all’interesse per questa disciplina, creando responsabilità ma anche con lo scopo di formare magari nuove promesse nell’ambito del tiro a segno. Il successo è stato tale da apportare, negli anni, il numero chiuso di partecipanti a causa di motivi logistici e gestionali perché le richieste sono andate via via aumentando. Ci piace dire che, da questo campo, sono passati anche campioni , come la medaglia d’argento di Londra Luca Tesconi, Sabrina Sena, premiata nelle precedenti olimpiadi ed altri. Oltre che motivo d’orgoglio, è anche la prova dell’importanza di continuare a mettere in atto questo progetto e magari migliorarlo ancora di più”.
Quali possono essere i problemi organizzativi con i quali ci si scontra per concretizzare questo tipo di attività?
“Problematiche di questo tipo si verificano sempre, tuttavia si riesce a far fronte nel migliore dei modi. La struttura è completamente a norma, sia per la cucina, i servizi igienici e sanitari ed il dormitorio. Come struttura sportiva di volontariato godiamo di una efficienza ben consolidata”.
Da cosa deriva la sua passione per questa disciplina sportiva?
“È stata una bella fregatura, ovviamente in senso buono. Mi sono impegnato, assieme ad altri amici per impedire la chiusura di questa struttura, circa venticinque anni fa. Ci proponemmo come gestori ed io venni eletto presidente. Dopo aver appunto scongiurato il pericolo della chiusura, mi misi d’impegno e frequentai un corso di tecnico di tiro. Negli anni, ho avuto le mie belle soddisfazioni, non posso negarlo”.
Quindi, il tiro a segno può coinvolgere a qualsiasi età?
“Esattamente. Pur non essendo praticante, io sono la prova di come l’entusiasmo per questo sport possa nascere e coinvolgere in qualunque momento ed a qualsiasi età. Il tiro a segno è una disciplina che può essere praticata dai dieci anni fino all’infinito. Chiaramente, per chi inizia ad interessarsi e non più giovanissimo, non può petendere risultati agonistici di chissà quale livello ma le soddisfazioni personali sono veramente intense e meritano ogni sforzo compiuto ed ogni sacrificio che questo sport, come del resto gli altri, richiedono sia fisicamente che mentalmente”.
Ospite di questa edizione del campus è stato anche il CT della nazionale di pistola Marco Masetti, bolognese e già allenatore del campione Luca Tesconi (anch’egli presente al campus), che ha tenuto una interessante lezione per spiegare ai ragazzi ciò che devono essere le motivazioni e gli obiettivi. Reno News ha rivolto qualche domanda anche a lui, raccogliendo i suoi entusiastici commenti in merito a quel che si riesce a creare di anno in anno all’interno della struttura e di come si riesca ad instaurare un clima familiare che avvolge piacevolmente istruttori, membri dello staff ed i ragazzi.
“L’aspetto conviviale che si crea all’interno di questa struttura è molto importante e si va a coniugare perfettamente con quelli che sono i caratteri espressamente sportivi. Si alternano teoria, pratica e gioco. Da tenere conto che qui si insegna anche la responsabilità del detenere quelle che sono comunque armi, sia pure a bassa capacità offensiva, visto che stiamo parlando di pistole e carabine ad aria compressa, ma pur sempre armi. Questa è una regola base di un’attività del genere, anche perché a tutt’oggi c’è ancora una sorta di mentalità chiusa e timorosa verso le iniziative che parlano di tiro a segno ed un’avversione in generale alla parola arma.”
Quanto c’è di preparazione fisica e quanto mentale in una disciplina di questo tipo?
Su questa domanda si potrebbe aprire un interessante dibattito. Se vogliamo esprimere il discorso in percentuale, possiamo parlare di un venti percento che riguarda la preparazione tecnica e fisica, mentre il restante ottanta è rivolto ad un corretto sostegno psicologico. Sono iscritto all’associazione italiana di psicologia dello sport perché credo fermamente nella formazione mentale. Chiariamo che non voglio assolutamente sostituirmi ad un professionista del settore e non è mia intenzione assumere un ruolo che non è il mio ma penso e sono convinto che anche raccontare le mie esperienze e le mie sensazioni sia utile per svolgere al meglio il lavoro di allenatore. È bene anche partire da un presupposto: a questo livello, non è necessaria la presenza di uno psicologo perché altrimenti si correrebbe un terribile rischio e cioè quello di dare la colpa ad un fatto mentale nel caso che il risultato di una prestazione fosse deludente. Non è assolutamente così: prima di pensare ad un percorso mentale è assolutamente necessario disporre di una base tecnica ben solida. Questo è uno sport strano: è uno dei pochi, infatti (se non l’unico), che da un feedback immediato alla prestazione. Dopo aver sparato sai subito il risultato e non è detto che un buon punteggio sul tabellone equivalga ad aver sparato bene o viceversa. L’obiettivo essenziale, il primo da avere ben in testa e da raggiungere, è quello di sparare bene e non di fare punti.
C’è una sinergia mondiale fra i vari paesi che praticano questo sport oppure ogni stato ha delle regole a sé?
Esiste una federazione mondiale che detta le regole di carattere generale. È essa a gestire tutto lo sport del tiro nel mondo. Ogni continente ha poi una propria federazione con regole che però non si discostano da quelle definite dalla federazione mondiale. Ogni stato può avere poi anche una sola federazione per quello che riguarda tutte le discipline di tiro, mentre in Italia abbiamo una federazione per il tiro a segno, una per il tiro con l’arco, una per il biathlon, ecc…
C’è spazio per il proprio estro nel tiro a segno o è tutta una questione di tecnica?
Certo che c’è spazio anche per l’aspetto caratteriale. Questo si rifà anche al buon lavoro dell’allenatore che deve saper comprendere, oltre alla capacità tecnica, anche l’aspetto caratteriale dell’atleta per implementarne le prestazioni e lasciarlo anche libero di porre la propria impronta nel suo percorso sportivo.
I ragazzi che sono qui hanno già le idee chiare se questo è il loro sport oppure è una scelta ancora difficile da prendere?
È chiaro che abbiamo a che fare con dei giovani. In base all’età, al carattere ed anche ad aspetti che possono essere i più diversi (famiglia, studio, affetti, ecc…) si assiste a diversi cambiamenti in merito alle scelte che essi prendono. Si vedono ragazzi che partono in sordina, magari senza essere convinti al massimo, poi acquistano fiducia e passione e vanno avanti senza ripensamenti. Altri invece sembrano decisi e dopo un anno mollano tutto, inaspettatamente.
Sono aspetti psico-bio-sociali in continuo mutamento, che determinano le scelte ed è quindi difficile, anche come allenatore, fare una previsione su quali saranno i futuri talenti di questo sport.
Ci sono stati episodi di doping nel tiro a segno?
Il problema più grande di questo sport è dato dall’aspetto emozionale. Ci sono farmaci, i cosiddetti betabloccanti, che inibiscono l’agitazione che si può avere all’atto della prestazione, prima di sparare (il respiro in aumento, i battiti del cuore che vanno a mille). Quindi, i betabloccanti, nel tiro a segno, sono considerati dopanti.
Ospite del campus anche gli atleti Luca Tesconi (medaglia d’argento alle olimpiadi di Londra 2012) e Marica Masina, della nazionale italiana carabina ad aria compressa.
Luca Tesconi ci ha svelato anche importanti novità circa il suo lato artistico e la sua grande passione per la fotografia, di cui avevamo raccontato quando fu ospite del Panathlon Valle del Reno, e che tratteremo a breve sempre su Reno News in una interessante intervista con una personalità certamente positiva ed eclettica.