Vorrei portare il mio contributo a questa iniziativa, allegando una lettera che io consegnai brevi manu al Presidente Obrist il 27 agosto 2005.
In essa, "il cavallo di troia" consisteva nell'inversione dei punti di vista con cui si affronta di solito questo gravoso problema.
Dato che non ha mai avuto risposta, chissà che non possa essere utile ora.....
Ecco la lettera:
Bologna, 27 Agosto 2005
OGGETTO: Proposta di una strategia per l’incremento del numero dei giovani praticanti lo sport del Tiro a Segno
Obiettivo
Questo documento, vuole essere una linea guida per una nuova strategia di avvicinamento al Tiro a Segno dei giovani delle scuole medie superiori (età 14 – 19).
Ciò anche per dare corso a quanto previsto dalla circolare di presentazione del PSF 2006:
”Lo sforzo e l’impegno dell’Unione sono protesi a migliorare la gestione dell’attività sportiva per ampliare sempre più il numero dei praticanti della nostra disciplina. In tal senso è chiesta la piena ed indispensabile collaborazione delle sezioni e degli Organi Periferici.”
Premessa
Sappiamo tutti quali siano le difficoltà principali che si incontrano nell’avvicinare i giovani al nostro sport, attraverso la scuola.
Ho notizie di volontari del TSN che sono riusciti ad entrare nelle scuole solo in casi di conoscenze dirette (non ufficiali), oppure attraverso la Federazione Disabili (che rappresentano sicuramente una forza di penetrazione estremamente efficace nel mondo della diffidenza nei nostri confronti).
E nelle città è più difficile che nei paesi competere con altri sport ed è più facile incontrare pregiudizi, che utilizzano sempre i soliti luoghi comuni: uso delle armi, ecc.
Strategia
Le Sezioni di Tiro a Segno, hanno la caratteristica di essere distribuite capillarmente sul territorio e di essere ben radicate su di esso: questo mi sembra essere un grosso vantaggio da sfruttare, perché in qualsiasi dimensione si voglia operare (comune, provincia, regione, nazione) c’è sempre un riferimento locale!
A mio parere occorre invertire il punto di osservazione del problema: anziché essere NOI ad andare nelle scuole occorre fare in modo che siano le scuole a venire da NOI.
In che modo?
Utilizzando una strategia che non focalizzi l’attenzione degli insegnanti o dei dirigenti scolastici sullo sport, ma su di una attività scolastica che abbia come oggetto la Sezione di Tiro a Segno presente nel territorio in cui si trova l’Istituto Scolastico stesso.
Strumento
Un bando di concorso per tutti gli Istituti di una certa area, per disegnare il nuovo logo della Sezione di Tiro a Segno più importante in quel territorio.
(Poi, se nessuno vorrà cambiare un simbolo che può avere anche 100 e passa anni di storia e di gloria, sarà un problema della Sezione: l’obiettivo non è ovviamente il simbolo nuovo! Anche l’Unione ha due simboli: uno storico ed uno più moderno.)
Occorrerebbe motivare opportunamente gli Istituti con premiazioni sia di partecipazione (nessuno si deve sentire escluso) sia per i vincitori, che potrebbero essere premi in danaro, o apparecchiature informatiche (work-station grafica, ecc..), o comunque apparecchiature utili per gli Istituti scolastici; poi pacchetti di accessi gratuiti alle linee TSN, iscrizioni gratuite per un certo numero di ragazzi, ecc.
La premiazione finale, con invito alle varie autorità scolastiche e UITS, potrebbe rappresentare il sigillo a questo nuovo modo di proporre lo sport.
Ovviamente il bando dovrebbe prevedere l’incontro (meglio se più di uno) tra i vari Istituti (corpo docente e ragazzi) con i dirigenti del Poligono all’interno dei locali della Sezione (presa di visione diretta con la struttura), che diventerebbe il punto di raccolta delle informazioni utili alla stesura del compito con la documentazione storica della Sezione e della storia del movimento TSN in Italia.
Ovviamente, le Sezioni interessate andrebbero sensibilizzate opportunamente affinché il contatto delle scuole con le nostre strutture fosse il migliore possibile.
Non solo, dovrebbero istituire anche una “commissione giovani” composta da persone che poi si dovrebbero dedicare ad accogliere i ragazzi che volessero poi continuare a frequentare.
Questa ultima proposta deriva principalmente dallo studio e dalle informazioni, reperite anche con sondaggi, dalle quali risulta che mentre il numero di persone che si avvicina al TSN è abbastanza consistente, ci sono poi difficoltà a farli rimanere, e questo si può ottenere solamente dedicando loro il tempo necessario (non bisogna lasciarli soli).
Proposta
Eseguire un esperimento in un’area ristretta (avvalendosi di una Sezione disposta a fare da “cavia”).
Se l’esperimento riuscisse, si potrebbe poi utilizzare l’esperienza per altri comuni, province ed altre regioni.
Il budget a disposizione sarebbe il fattore per determinare l’ampiezza dell’esperimento, e i Comitati Regionali potrebbero svolgere un ruolo primario coordinando le attività e svolgendo il ruolo di interfaccia con la UITS.
Il costo dell’operazione sarebbe da quantificare nel dettaglio, e sarebbe da suddividere con la seguente modalità:
- la premiazione finale a carico UITS (Comitato Regionale);
- gli altri premi a carico della sezione organizzatrice.
Conclusioni
Così come ho scritto nell’OGGETTO, questo documento vuole essere una proposta, un metodo tra altri che possono esistere, per portare più giovani a praticare il nostro sport.
Qualora la Dirigenza UITS ritenesse opportuno discutere il contenuto di questa lettera, al sottoscritto sarebbe gradito conoscerne le opinioni e le risultanze.
Un cordiale saluto
Marco Masetti