http://www.repubblica.it/rubriche/spycalcio/2016/10/23/news/procura_figc_apre_inchiesta_sulle_nuove_accuse_a_tavecchio-150412588/
Procura Figc: ipotesi apertura inchiesta sulle nuove accuse a Tavecchio
23 ottobre 2016
Procura Figc: ipotesi apertura inchiesta sulle nuove accuse a Tavecchio
Carlo Tavecchio (agf)
La Procura federale della Figc, da poco affidata al superpoliziotto Giuseppe Pecoraro, sta valutando l'ipotesi di aprire un'inchiesta sulle notizie uscite in questi giorni sul quotidiano "La verità" e che riguardano il presidente Carlo Tavecchio. "Gli strani affari", è stato titolato. Si tratta di una vecchia storia, di quanto Tavecchio era alla guida della Lega Nazionale Dilettanti. Secondo il giornale di Belpietro ci sarebbero stati movimenti sospetti di denaro all'estero, nei paradisi fiscali, forse anche tangenti: tutto frutto di un'assicurazione alla Lega di Tavecchio. Coinvolto anche l'ex dirigente arbitrale Di Cola. Una storia poco chiara, ma che all'epoca fu seguita (pare) anche dalla Guardia di Finanza. Non ci furono sviluppi particolari. Non si sa se adesso ci sono fatti nuovi. Forse anche la Peocura della Repubblica di Roma (o Milano) potrebbe aprire un fascicolo. Tavecchio si è detto tranquillissimo e ha minacciato querele: ma sa bene che alla Lega Dilettanti ha lasciato molti amici ma anche qualche nemico che ricopriva (o forse ricopre ancora) ruoli importanti. E adesso, come noto, si dovrà votare presto per la Lega Dilettanti (si candiderà probabilmente anche il senatore Sibilia) e per la Figc (a febbraio 2017). Sta per iniziare una stagione di veleni? Speriamo di no. In passato Tavechio era stato coinvolto anche in storie sospette sui campi artificiali e sull'acquisto del palazzo della LND a Roma ma ne era uscito sempre senza problemi: ora è sicuro di fare altrettanto. Ma sa bene che i nemici sono in agguato...
Federazioni, non c'è ricambio: ma di chi è la colpa?
Ernfried Obrist è stato rieletto per la quarta volta alla carica di presidente dell'Unione italiana tiro a segno (Uits). Lo ha deciso l'Assemblea nazionale elettiva dell'Uits riunita a Roma. Il presidente uscente ha avuto un consenso quasi unanime ottenendo l'85% dei voti. "Vi ringrazio per questo risultato, proseguirò nel segno di continuità, stabilità, esperienza e crescita, 4 parole importanti che hanno segnato e segnano il mio impegno come presidente Uits", ha dichiarato Obrist reduce da una grande Olimpiade. Gli sfidanti sono stati surclassati: 14,22% per Pierluigi Borgioni e addiririttura 0,23% per Antonio Cantagallo. I presidenti in carica insomma resistono: Buonfiglio ha battuto l'ex campione Antonio Rossi e resta in sella alla Federcanoa (il riconteggio delle schede potrebbe aumentare addirittura le percentuali di Buondiglio che è anche vicepresidente Coni). Non sempre gli ex campioni ce la fanno: con Rossi si era candidato anche Daniele Scarpa. Ora Stefano Mei ci proverà contro Alfio Giomi (Fidal) ma anche lui parte sfavorito, più avanti toccherà a Jury Chechi la scalata alla Federginnastica (e pure per lui non sarà una passeggiata). Non sempre i grandi campioni diventano grandi dirigenti: alcuni credono basti il nome, non fanno gavetta (vedi Maldini), non studiano, non si impegnano con la base. E così stanno ai margini e magari si lamentano. Perché non si mettono in gioco? Vero che ci sono poche donne nel mondo dello sport a livello dirigenziale, ma molte ex campionesse, appena smesso, si dedicano ad altro e non intraprendono l'iter dirigenziale. Josefa Idem ad esempio poteva candidarsi, no? Ha preferito, almeno per ora, la carriera di senatrice, un altro mestiere. E così i presidenti di Federazioni (olimpiche) restano al loro posto, per anni, per decenni: Barelli, Gavazzi hanno respinto i loro rivali, Binaghi e Chimenti non hanno avuto nemmeno avversari. E' forse colpa loro se non c'è rinnovamento?
23 ottobre 2016
Ma la colpa di chi è?
Adesso capisco il perchè la signora Visconti se la prende con le sezioni.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/06/federazioni-al-voto-per-sport-la-casta-dei-presidenti-per-sempre-jury-chechi-sistema-non-permette-il-cambiamento/3292013/Federazioni al voto (per sport): la casta dei presidenti per sempre. Jury Chechi: ‘Sistema non permette il cambiamento’
di Lorenzo Vendemiale | 6 gennaio 2017
Sport & miliardi
Nonostante condanne e scandali, i vari numeri uno degli sport italiani restano in sella per decenni. Due esempi: Luciano Rossi e Sabatino Aracu, entrambi politici nel tempo libero, sono i numeri uno di tiro a volo e pattinaggio dal 1993. Merito (o colpa) di un insieme di regole che penalizza eventuali sfidanti. "Hanno in mano potere, cassa e giustizia. E questo fa sì che chi comanda oggi, al 90% lo farà anche domani”, spiega Marzio Innocenti, ex capitano della nazionale di rugby, che lo scorso settembre ha provato invano a sfidare l’ordine costituito. Soluzione? Cambiare le norme
Possono avere condanne o conflitti d’interesse, approvare bilanci in ritardo o in passivo, portare a casa risultati disastrosi gestendo risorse ed attività in maniera opaca. Verranno comunque rieletti. Sono i presidenti delle Federazioni sportive: padri padroni intoccabili, a volte anche per decenni, di discipline più o meno importanti su cui hanno un potere quasi assoluto.
La lista è lunga: si passa per grandi sport nazionali come scherma, basket, tennis o piccole nicchie semiamatoriali come bocce, pesca e tiro a segno. Una casta quasi impossibile da scalfire, perché nello sport italiano il potere si autopreserva grazie ad un sistema di prebende, terrore e regolamenti interpretabili. “I presidenti hanno in mano potere, cassa e giustizia delle Federazioni. E questo fa sì che chi comanda oggi, al 90% lo farà anche domani”, spiega Marzio Innocenti, in passato capitano della nazionale di rugby, che lo scorso settembre ha provato invano a sfidare l’ordine costituito. “Il sistema non permette il cambiamento”, ribadisce Jury Chechi, un altro dei tanti ex atleti che non ce l’hanno fatta all’ultima tornata di elezioni: come ogni quattro anni, infatti, a fine 2016 le Federazioni erano chiamate ad eleggere la propria guida al termine del ciclo olimpico. E anche stavolta hanno scelto di non cambiare.
Molto grave quel che scrive il fatto quotidiano.
Ciao