https://www.repubblica.it/rubriche/spycalcio/2020/08/15/news/la_legge_sullo_sport_rischia_di_bloccarsi_fra_semafori_gialli_e_verdi_-264704493/a
15 agosto 2020
Il testo unico dello sport - sul quale il ministro Vincenzo Spadafora sta prendendo, almeno per ora, solenni bocciature - da qualcuno è stato già battezzato la "legge del semaforo". Sì perché nell'ultima bozza, datata 7 agosto, alcuni punti sono sottolineati in verde, altri in rosso, altri ancora in giallo. Ma attenzione, non è assolutamente detto che i punti messi in rilievo in verde, che, come vedremo, hanno un certo rilievo, garantiscano il via libera. Anzi, sono proprio i punti critici sui quali il ministro non ha ancora registrato una convergenza con le forze di maggioranza, mentre per quelli in giallo significa che sono ancora oggetto di trattativa con il Mef (e anche qui son dolori...). Il rosso significa i punti critici in attesa di confronto con altri Ministeri ed Enti. Insomma, la legge è in alto mare e Spadafora, che voleva chiudere in fretta, portandola in consiglio dei ministri ai primi di agosto, ora si trova davanti un cammino tortuoso, con il rischio sempre maggiore che la legge delega finisca nel nulla. Anche se Spadafora resta ottimista e via Instagram ai suoi fans ha spiegato: "La riforma? La porteremo a casa. Mi critica chi sta lì da 20-30 anni...".
Il ministro, cercando di blindarsi, il 7 agosto ha scritto ai capi delegazione dei partiti di maggioranza (Bonafede, Franceschini, Bellanova e Speranza) e li ha convocati il 27 agosto per una videocall. Inoltre, il 3 settembre è previsto il Tavolo ufficiale di maggioranza a Largo Chigi, al Ministero. Già ci sono state critiche, sospetti di eccesso di delega e rilievi da parte dello stesso Movimento di Spadafora, i 5 Stelle, oltre che da Pd e Italia viva. Anche il testo del 7 agosto, l'ultimo (siamo a quota 5-6, non si sa...), pare che non convinca molto. Ma non convince nemmeno lo stesso ministro visto che i punti evidenziati in verde, vale a quelli su cui non c'è accordo, sono tanti, e di un certo rilievo. Qualche esempio.
Articolo 12 (organi), comma 2: "Gli organi del Coni restano in carica quattro anni. I componenti che assumono le funzioni nel corso del quadriennio restano in carica fino alla scadenza degli organi. Il Presidente e gli altri componenti della Giunta nazionale, ad eccezione di quelli di cui al successivo articolo 15, comma 1, lettera b), non possono svolgere più di tre mandati. Le previsioni di cui al precedente periodo non si applicano ai Presidenti e ai membri degli organi direttivi delle strutture territoriali del Coni". L'articolo 15, comma 1, lettera b, spiega appunto le eccezioni, vale a dire i soggetti che non sono tenuti al limite dei tre mandati. Si tratta dei "membri Cio". Giovanni Malagò, che appunto è membro Cio, quindi può tranquillamente ricandidarsi al Coni nel 2021 per il suo terzo mandato e andare anche oltre (quanto non si sa, non è fissato alcun limite).
Altro punto su cui non c'è alcun accordo politico. Articolo 53 (attività e natura giuridica), comma 4: "L'assunzione e il mantenimento della carica di Presidente nelle Federazioni sportive nazionali e nelle discipline sportive associate è incompatibile con le seguenti cariche di indirizzo politico delle amministrazioni statali: Presidente del Consiglio dei ministri, Ministro, Vice Ministro, Sottosegretario di Stato e Commissario Straordinario del Governo di cui all'articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400, parlamentare. L'assunzione e il mantenimento della carica di Presidente regionale nelle federazioni sportive nazionali e nelle discipline sportive associate è incompatibile con le seguenti cariche di indirizzo politico delle amministrazioni regionali e locali: Presidente della giunta o Sindaco, assessore o consigliere nelle regioni, nelle province, nei comuni e nelle forme associative tra enti locali". Se dovesse essere approvato questo articolo Barelli, Costa, Barbaro e altri rischierebbero di dover scegliere fra il Parlamento e la carica sportiva. La bozza parla di "mantenimento". Barelli verrà eletto il 5 settembre per la sesta volta alla presidenza della Federnuoto: se ad esempio la legge venisse varata in novembre decadrebbe? Ha valore retroattivo? Su questo c'è una grande battaglia. E qualcuno sostiene anche che questo articolo avrebbe profili di incostituzionalità.
Anche sull'articolo 55 coma 2 c'è uno scontro fortissimo. "Il presidente e i membri degli organi direttivi (delle Federazioni sportive e delle discipline sportive associate, ndr) restano in carica quattro anni e non possono svolgere più di tre mandati". Se fosse davvero così, andrebbero a casa tutti quelli che hanno già toccato quota tre mandati, e sono tantissimi (Binaghi, Chimenti, Luciano Rossi, Barelli, Buonfiglio, Matteoli, Casasco, Urso, Di Rocco, Aracu, eccetera mentre il caso Petrucci è controverso non essendo i suoi mandati consecutivi, anche se questa distinzione non è presente nella legge). Su questo punto, il Pd è stato già chiaro, non ne vuole sapere di vedere cancellata la legge Lotti che consente ai presidenti l'ultima "finestra", anche a chi ha alle spalle magari sei mandati... Spadafora però resiste. Il Consiglio nazionale del Coni ha bocciato all'unamimità la riforma dello sport, così com'è, e la questione è arrivata sul tavolo del premier Giuseppe Conte. Non solo: il testo dovrebbe passare ancora all'esame della Conferenza Stato-Regioni (e qui il centrodestra è già pronto allo scontro) e al vaglio del Consiglio di Stato dove ci potrebbero essere problemi.
P
oi, come detto, nella bozza del 7 agosto ci sono tutti i punti che sono ancora oggetto di trattativa con il Mef, oppure sono stati bocciati. Il ministro si è interessato anche dell'Unione italiana tiro a segno. All'articolo 231, comma 1, è scritto: "A decorrere dall'entrata in vigore del presente decreto legislativo, le funzioni connesse all'agibilità dei campi e degli impianti di tiro a segno esercitate dal Ministero della difesa sono trasferite in capo all'Unione italiana tiro a segno. Con decreto del Ministero della Difesa possono essere previste forme di collaborazione dell'Unione italiana tiro a segno con il predetto Ministero, con individuazione delle risorse umane, strumentali e finanziarie da trasferire". Poi, tra parentesi, è stato aggiunto: "Il Ministero della Difesa non ci ha fatto ancora pervenire sue valutazioni". Chissà, se sotto Ferragosto hanno risposto...