Autore Topic: Tiro nelle scuole: una borsa di studio  (Letto 10733 volte)

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Offline Daniele Puccioni

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Tiro nelle scuole: una borsa di studio
« il: Settembre 02, 2008, 17:17:32 pm »
Anche la pausa di pranzo può essere utile per pensare e magari avere qualche idea...

Inserisco l'idea a caldo, con tutte le deficienze del caso, ma penso che sia comunque  utile inserirla per affinarla e per verificarla, sottoponendola a discussione.

Lo scopo è sempre il solito: avere la possibilità di entrare nelle scuole, con le maggiori garanzie di successo.
Chiunque ci abbia provato, e che non sia parente del Direttore Didattico, o dell'insegnante di attività fisica, sa benissimo quali sono i problemi, quanta fatica bisogna fare e quanto poco ritorno c'è dietro un duro lavoro.

Quindi occorre trovare un sistema per ottenere il massimo rendimento possibile con il minimo sforzo.
Per questo potremmo adottare una specie di cavallo di Troia, mascherando le informazioni che intendiamo dare sul nostro sport dietro ad una iniziativa che coinvolga gli studenti delle scuole superiori.
Perchè quelli delle superiori e non delle medie?
Sempre per ottenere il massimo ritorno.
Uno dei motivi della scelta è il fattore età, se vogliamo che il "fattore abbandono" sia il più basso possibile, occorre puntare su studenti che abbiano già capacità decisionali di un certo tipo, che siano abbastanza maturi e che se sapientemente motivati possano anche raggiungere risultati di un certo rilievo.
Gli alunni delle medie sono molto più dipendenti dai genitori, con tutto ciò che ne consegue.

DI CHE SI TRATTA
L'idea di base sarebbe quella di istituire una specie di borsa di studio (diciamo così) che sarebbe assegnata (con valore a decrescere) ai primi tre classificati di P10 e C10 del Campionato Studentesco per le Scuole Superiori.

NEL DETTAGLIO
Con la collaborazione del CONI, l'UITS potrebbe stampare dei manifesti e dei volantini da inserire nelle scuole superiori dove verrebbe descritta l'iniziativa.
Affinchè il programma sia preso sul serio ci dovrebbe essere scritto in testa "IN COLLABORAZIONE CON IL CONI" con tanto di logo ecc.
Il manifesto potrebbe essere bello grande, del tipo 100X70.
Il contenuto potrebbe riportare appunto il... "manifesto" della nostra disciplina:
1 - VALORI DEL TIRO A SEGNO
2 - CENNI STORICI
3 - DATI SPORTIVI (OLIMPIADI, MONDIALI, CHI SONO I NOSTRI ATLETI)
4 - CENNI SUL PROGETTO E SULLE FINALITA' PSICOMOTORIE (attraverso il quale potremmo ottenere una moltitudine di dati)
5 - Caratteristiche del Campionato Studentesco e Regolamento
6 - FINALE DEL CAMPIONATO
7 - PREMIAZIONE, MANIFESTAZIONE E MEDIA

Parallelamente insieme al manifesto andrebbero consegnati un certo numero di volantini.

A questo punto le Sezioni TSN interessate, avendo l'avvallo del CONI, potrebbero più facilmente consegnare il materiale e nei casi più fortunati fornire anche una spiegazione di quello che si tratta.
Successivamente le sezioni si dovrebbero occupare dell'istruzione e della selezione, attraverso la quale dovranno ottenere un massimo di tre persone per specialità per poter partecipare come squadra, sotto la quale solo come individuale.
Il campionato prevede l'iscrizione riservata ai soli non tesserati, che si avvicinano a questo sport solo per la prima volta.
La forma più semplice di questa manifestazione prevede la sola gara della finale, ma potrebbe anche essere ampliata con delle prove intermedie, svolte sotto forma di incontri amichevoli tra sezioni della stessa regione.

LE PREMIAZIONI
Come da oggetto si tratterebbe di un premio in denaro sotto forma di una borsa di studio da utilizzare per l'acquisto di libri e/o attrezzature scolastiche.
Gli importi: €. 1.000 per il primo, €.800 per il secondo, €.600 per il terzo; premiazione sia per la P10 che per la C10.
E' chiaro che il premio attirerebbe molto, tenendo conto che non ci stiamo rivolgendo a degli appassionati, ma a chi di tiro non ne sa niente, quindi la borsa di studio potrebbe essere il giusto incentivo per una buona partecipazione.

Il premio alla squadra andrebbe alla sezione e potrebbe essere anche una pistola e carabina offerta dagli sponsor per la prima classificata e materiale di consumo a decrescere per la 2° e 3° classificata.

Le spese di trasferta dei ragazzi sarebbero a carico della sezione, con un accompagnatore della sezione stessa.

La finale dovrebbe essere organizzata come una festa dello sport, una manifestazione pubblicizzata dai media e che dovremmo far intervenire, RAI compresa.

L'idea forse è un pò grezza, sicuramente da affinare nei particolari, ma potrebbe essere una via per far capire che esiste altro dietro ai soliti luoghi comuni.

PS: Ho "sparato" troppo in alto? Do' le tacche?

Offline woodcock

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Re: Tiro nelle scuole: una borsa di studio
« Risposta #1 il: Settembre 02, 2008, 19:18:19 pm »
Vorrei portare il mio contributo a questa iniziativa, allegando una lettera che io consegnai brevi manu al Presidente Obrist il 27 agosto 2005.
In essa, "il cavallo di troia" consisteva nell'inversione dei punti di vista con cui si affronta di solito questo gravoso problema.
Dato che non ha mai avuto risposta, chissà che non possa essere utile ora.....

Ecco la lettera:

Bologna, 27 Agosto 2005


OGGETTO: Proposta di una strategia per l’incremento del numero dei giovani praticanti lo sport del Tiro a Segno



Obiettivo
Questo documento, vuole essere una linea guida per una nuova strategia di avvicinamento al Tiro a Segno dei giovani delle scuole medie superiori (età 14 – 19).
Ciò anche per dare corso a quanto previsto dalla circolare di presentazione del PSF 2006:
”Lo sforzo e l’impegno dell’Unione sono protesi a migliorare la gestione dell’attività sportiva per ampliare sempre più il numero dei praticanti della nostra disciplina. In tal senso è chiesta la piena ed indispensabile collaborazione delle sezioni e degli Organi Periferici.”


Premessa
Sappiamo tutti quali siano le difficoltà principali che si incontrano nell’avvicinare i giovani al nostro sport, attraverso la scuola.
Ho notizie di volontari del TSN che sono riusciti ad entrare nelle scuole solo in casi di conoscenze dirette (non ufficiali), oppure attraverso la Federazione Disabili (che rappresentano sicuramente una forza di penetrazione estremamente efficace nel mondo della diffidenza nei nostri confronti).
E nelle città è più difficile che nei paesi competere con altri sport ed è più facile incontrare pregiudizi, che utilizzano sempre i soliti luoghi comuni: uso delle armi, ecc.

Strategia
Le Sezioni di Tiro a Segno, hanno la caratteristica di essere distribuite capillarmente sul territorio e di essere ben radicate su di esso: questo mi sembra essere un grosso vantaggio da sfruttare, perché in qualsiasi dimensione si voglia operare (comune, provincia, regione, nazione) c’è sempre un riferimento locale!

A mio parere occorre invertire il punto di osservazione del problema: anziché essere NOI ad andare nelle scuole occorre fare in modo che siano le scuole a venire da NOI.


In che modo?
Utilizzando una strategia  che non focalizzi l’attenzione degli insegnanti o dei dirigenti scolastici sullo sport, ma su di una attività scolastica che abbia come oggetto la Sezione di Tiro a Segno presente nel territorio in cui si trova l’Istituto Scolastico stesso.

Strumento
Un bando di concorso per tutti gli Istituti di una certa area, per disegnare il nuovo logo della Sezione di Tiro a Segno più importante in quel territorio.

(Poi, se nessuno vorrà cambiare un simbolo che può avere anche 100 e passa anni di storia e di gloria, sarà un problema della Sezione: l’obiettivo non è ovviamente il simbolo nuovo! Anche l’Unione ha due simboli: uno storico ed uno più moderno.)


Occorrerebbe motivare opportunamente gli Istituti con premiazioni sia di partecipazione (nessuno si deve sentire escluso) sia per i vincitori, che potrebbero essere premi in danaro, o apparecchiature informatiche (work-station grafica, ecc..), o comunque apparecchiature utili per gli Istituti scolastici; poi pacchetti di accessi gratuiti alle linee TSN, iscrizioni gratuite per un certo numero di ragazzi, ecc.

La premiazione finale, con invito alle varie autorità scolastiche e UITS, potrebbe rappresentare il sigillo a questo nuovo modo di proporre lo sport.

Ovviamente il bando dovrebbe prevedere l’incontro (meglio se più di uno) tra i vari Istituti (corpo docente e ragazzi) con i dirigenti del Poligono all’interno dei locali della Sezione (presa di visione diretta con la struttura), che diventerebbe il punto di raccolta delle informazioni utili alla stesura del compito con la documentazione storica della Sezione e della storia del movimento TSN in Italia.

Ovviamente, le Sezioni interessate andrebbero sensibilizzate opportunamente affinché il contatto delle scuole con le nostre strutture fosse il migliore possibile.
Non solo, dovrebbero istituire anche una “commissione giovani” composta da persone che poi si dovrebbero dedicare ad accogliere i ragazzi che volessero poi continuare a frequentare.
Questa ultima proposta deriva principalmente dallo studio e dalle informazioni, reperite anche con sondaggi, dalle quali risulta che mentre il numero di persone che si avvicina al TSN è abbastanza consistente, ci sono poi difficoltà a farli rimanere, e questo si può ottenere solamente dedicando loro il tempo necessario (non bisogna lasciarli soli).


Proposta
Eseguire un esperimento in un’area ristretta (avvalendosi di una Sezione disposta a fare da “cavia”).
Se l’esperimento riuscisse, si potrebbe poi utilizzare l’esperienza per altri comuni, province ed altre regioni.
Il budget a disposizione sarebbe il fattore per determinare l’ampiezza dell’esperimento, e i Comitati Regionali potrebbero svolgere un ruolo primario coordinando le attività e svolgendo il ruolo di interfaccia con la UITS.
Il costo dell’operazione sarebbe da quantificare nel dettaglio, e sarebbe da suddividere con la seguente modalità:
-   la premiazione finale a carico UITS (Comitato Regionale);
-   gli altri premi a carico della sezione organizzatrice.


Conclusioni
Così come ho scritto nell’OGGETTO, questo documento vuole essere una proposta, un metodo tra altri che possono esistere, per portare più giovani a praticare il nostro sport.

Qualora la Dirigenza UITS ritenesse opportuno discutere il contenuto di questa lettera, al sottoscritto sarebbe gradito conoscerne le opinioni e le risultanze.


Un cordiale saluto
Marco Masetti

Offline Daniele Puccioni

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Re: Tiro nelle scuole: una borsa di studio
« Risposta #2 il: Settembre 02, 2008, 19:37:13 pm »
Avevo sentito parlare di questa proposta. Non so se ho letto qualcosa sul sito UITS oppure nel tam tam vocale.
Fatto sta che poi non ne ho più sentito parlare...  :-\

Sicuramente è una proposta più facilmente realizzabile della mia e con minor dispendio di energie, per lo scopo di avvicinamento alle scuole e diffusione degli intenti.

Io ho cercato anche di trovare un modo per "raccattare" qualche giovane promessa, ma rileggendo adesso le difficoltà oggettivamente non sono poche...  ::)

Offline chebe

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Re: Tiro nelle scuole: una borsa di studio
« Risposta #3 il: Settembre 02, 2008, 20:31:10 pm »
Treviso, proposta dei professori: «Gli alunni al poligono di tiro»
Presidi divisi sull' iniziativa Il sindaco Gentilini: «Saper maneggiare un' arma è una virtù»

TREVISO - Nella città-fortezza del sindaco sceriffo Giancarlo Gentilini, campione italiano di «tolleranza zero» («Rudolph Giuliani e Haider? Sono miei allievi»), presto anche i ragazzi potrebbero impugnare una pistola e sparare. Per davvero. Puntare, mirare e fare fuoco. Certo, non per strada ma al chiuso di un bel poligono di tiro, non per far la guerra ma «per sport»: concentrazione, nervi sciolti e pum pum. Si chiama tiro al bersaglio e 30 docenti di educazione fisica della provincia di Treviso, addestratisi appositamente, si preparano a fare entrare la disciplina - riconosciuta dal Coni - fra le attività inserite nell' offerta formativa delle loro scuole. Sia medie sia superiori. Frequentati i corsi con la benedizione del provveditorato agli studi, per passare le armi dalle mani dei prof a quelle degli studenti manca solo il placet dei collegi docenti. Se questo arriverà, oltre alla Divina Commedia e alla geometria durante l' orario scolastico si studierà l' angolo di caduta del proiettile. Naturalmente ad esplodere non sono solo i colpi delle pistole (e della carabine), ma le polemiche e qualcuno boccia l' iniziativa. «Personalmente sono contrario all' uso delle armi - afferma Afro Groppo, preside della scuola media Coletti - ma ho visto la proposta di attività di tiro a segno accantonata dagli insegnanti perché era più urgente fare educazione stradale dato che la maggior parte dei ragazzi viene a scuola in bicicletta». Molti insegnanti di educazione fisica hanno trovato non solo normale ma anche utile il corso proposto da Mario Bruniera, presidente della sezione trevigiana del Tiro a segno. Si aspettava una manciata di docenti e invece ne sono arrivati trenta, un record. Addirittura entusiasta Mario Bernes, cinquantenne insegnante dell' Istituto tecnico industriale Fermi. «Sono felice - ha detto a fine corso il professore - il tiro a segno è una disciplina che aiuta a misurarsi con se stessi e ad autodisciplinarsi. Ho già proposto ai miei allievi questa esperienza e ho incontrato un grande interesse. Ora spetto solo l' ok del collegio docenti. Preoccupazioni? I genitori stiano tranquilli, non c' è alcun pericolo. La pratica avviene in un contesto molto protetto e professionale». E se fra i ragazzi si nascondessero degli aspiranti Rambo? «Chi si presentasse con questo atteggiamento - spiega - resterebbe deluso. L' esercizio di questa disciplina impone tante di quelle regole di autocontrollo da frustrare un approccio sbagliato. Non c' è spazio per l' esaltazione». Gongola, da parte sua, il «borgomastro» leghista Gentilini: «Saper maneggiare le armi è una virtù - spiega lo "sceriffo" -. Quando in un ambiente sicuro impari a conoscere un' arma capisci anche quali possano essere i rischi che corri se non la sai usare. E poi credete che sia meglio che i ragazzi giochino in strada con le pistole simulando la guerra o che sparino a un bersaglio con spirito esclusivamente agonistico?». Alessandro Russello

Russello Alessandro


Pagina 23
(14 ottobre 2002) - Corriere della Sera


Offline biagio

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Re: Tiro nelle scuole: una borsa di studio
« Risposta #4 il: Settembre 02, 2008, 21:14:30 pm »
Ok! ma cosa è poi successo dal 2002?

Offline gunny

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Re: Tiro nelle scuole: una borsa di studio
« Risposta #5 il: Settembre 02, 2008, 21:25:15 pm »
quoto l'idea del bando... (e mi sembra anche chiaro il perchè questo direttivo non abbia colto al balzo la porposta di woodcock...  ;))

mi accodo alla domanda di Biagio... la curiosità è tanta...  ::)
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a brusa suta l' Susa

Offline diamante

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Re: Tiro nelle scuole: una borsa di studio
« Risposta #6 il: Settembre 02, 2008, 23:42:25 pm »
Bravo Wood, ottima idea e proprio perchè tale non è stata accettata!
Essa non poteva essere accettata perchè ha un limite, è troppo semplice ed è difficile complicarla da parte di chi lo sport e la sua promozione, a livello federale, lo ignora.
Ti conviene rivolgerti ad altri o, eventualmente, far si che, se credi in quello che hai elaborato, ti conviene occupartene in prima persona.
Chi ha le capacità di elaborare un' idea merita di concretizzarla.
Ahhh, se trovassimo una trentina di persone di buona volontà, tra consiglieri, commissioni etc., come l'amico wood, disponibili a portare avanti le proprie idee con sagacia ad iniziare dal 16 Novembre!
Speriamo beneCiao e complimenti per l'idea.

Offline biagio

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Re: Tiro nelle scuole: una borsa di studio
« Risposta #7 il: Settembre 03, 2008, 20:25:52 pm »
mentre attendiamo dallo storiografo Chebe la seconda puntata della iniziativa in quel di Treviso sottopongo alla attenzione alcuni commenti relativi all'idea di Puccioni ed a quella di Masetti.

Entrambe le idee mi sembrano accattivanti e interessanti (anche se con necessità di sponsor), non in contraddizione tra loro e facilmente unificabili.
L'unico punto su cui non sono d'accordo è relativo all'età: secondo me i ragazzi vanno pescati tra la 2° e la 3° media inferiore perchè vi è maggior tempo per formarli bene ed impiegarli utilmente dopo...ma...visti i numeri in giro chiunque venga è "grasso che cola" :D

...ma....entrambe le idee fanno sempre e comunque riferimento alla scuola.

Al di là di qualunque meccanismo incentivante la partecipazione di istituti e studenti, vorrei evidenziare due aspetti forse un pò trascurati:
1) la partecipazione ad attività curricolari e no è sempre limitata all'ambito dell'orario ufficiale della scuola; fanno eccezione le gite scolastiche.
2) qualunque attività curricolare o no deve essere prevista dal POF (credo significhi:piano dell'offerta formativa) il che implica una pianificazione superiore ai dodici mesi.

Vorrei, peraltro segnalare, due iniziative che hanno interessato le scuole e che sembra abbiano avuto buon successo:
- nel corsi di aggiornamento per 2° liv.( nov 2005) appresi che la sezione di Udine aveva coinvolto direttamente gli insegnanti di educazione fisica con una iniziativa ludico-godereccia; l'interesse per il tiro è stato poi passato agli studenti e la sezione ha avuto un afflusso notevole di studenti che ha compromesso la capacità di gestione di un numero elevato di studenti. Non so quando è stato fatto nè se ci sono stati degli ulteriori sviluppi.

- il Comitato Regionale ligure ha attivato tempo fa una campagna informativa presso gli istituti superiori savonesi utilizzando anche un simulatore. La campagna di per sè ha avuto successo ma non mi sembra di aver visto molti tiratori juniores savonesi in giro. Non ho i dettagli di questa operazione (periodo e modalità) ma credo che Giuliani e Marci possano dare utili informazioni.

Last but not least....
.................sondaggi, dalle quali risulta che mentre il numero di persone che si avvicina al TSN è abbastanza consistente, ci sono poi difficoltà a farli rimanere, e questo si può ottenere solamente dedicando loro il tempo necessario (non bisogna lasciarli soli).
.............................................

e questa è per me la vera chiave di volta del problema: chi si avvicina al tiro (giovane o meno) non deve sentirsi abbandonato e deve avere un qualcuno cui fare riferimento per la formazione prima e gli allenamenti poi.(ndr: vedansi tutti gli argomenti tirati fuori per gli allenatori e company, proposte comprese!)

baciamo le mani Biagio
« Ultima modifica: Settembre 03, 2008, 21:08:30 pm da biagio »

Offline gunny

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Re: Tiro nelle scuole: una borsa di studio
« Risposta #8 il: Settembre 04, 2008, 09:30:24 am »
quoto biagio,

e metto l'accento sull'ultima parte, ovvero trattenere e appassionare coloro che si avvicinano al TSN, spesso solo per ottenere l'abilitazione al maneggio.

Questa problematica penso sia sentita da tanti, anche nella nostra sezione spesso se ne parla e si cercano soluzioni come ad esempio il "comitato d'accoglienza" ovvero tiratori della sezione che volontariamente, assistono le nuove leve trasferendo loro le basi, in pratica persone che volontariamente affiancherebbero il direttore di tiro

semplice a dirsi, purtroppo realizzabile con poca costanza...

anche questo potrebbe essere oggetto di studio e valutazione di idee e soluzioni affinchè in tutti i TSN si seguano delle regole condivise, non fosse altro che utlizzando tutti lo stesso metodo almeno ci si potrebbe confrontare sull'efficacia e i risutati...
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a brusa suta l' Susa

Offline chebe

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Re: Tiro nelle scuole: una borsa di studio
« Risposta #9 il: Settembre 04, 2008, 10:28:35 am »
Non sono riuscito a trovare altro a riguardo sul Web, bisognerebbe sentire qualcuno di Treviso, che potrebbe raccontarci come è andata a finire.
Treviso batti un colpo se ci sei.

Saluti chebe