Forse nemmeno lui conosce te!
Informati, se è un iscritto UITS segnalalo alla procura federale per "Lex Iulia maiestatis".
La Lex Iulia maiestatis era una legge emanata nell'8 a.C. su impulso dell'imperatore Augusto, che riordinò l'intera materia del crimine di lesa maestà, cioè di qualunque offesa o minaccia arrecata alla figura dell'imperatore e quindi alla sua auctoritas.
Erano sanzionati come crimen maiestatis contro il princeps le seguenti condotte:
oltraggio alla memoria degli imperatori defunti;
oltraggio a statue o altre immagini imperiali
uccisione di ostaggi
tutte le attività mirate a promuovere iniziative di guerra "senza l'ordine dell'imperatore" (ad es. arruolare soldati, muovere battaglia, ecc.)
rifiuto di riconoscere l'imperatore come divinità (questa norma colpirà soprattutto i cristiani, ma verrà considerato reato soltanto in epoca tarda).
L'uso della tortura
Tra le misure previste dalla Lex Iulia per contrastare questa fenomenologia crinimosa, vi era la tortura: i magistrati inquirenti erano autorizzati a usare metodi anche brutali nell'ambito degli interrogatori relativi al crimen maiestatis.
La disposizione che legittimava l'uso della tortura non era nuova, ma risaliva ad altre precedenti normative:
la Lex Varia de maiestate
la Lex Appuleia de maiestate
la Lex Cornelia Sullae de maiestate
Nelle Pauli sententiae si legge che "nessuna posizione sociale esonera dalla tortura" (nulla dignitas a tormentis excipitur): pertanto, essa fu applicabile anche nei riguardi dei cives romani.
La pena per il delitto di crimen maiestatis
La pena prevista era la pena di morte, ma il condannato poteva evitarla scegliendo di sottoporsi alla interdictio aqua et igni.
Di solito, la pena era eseguita bestiis obici (uccisione a mezzo di bestie feroci) oppure con la vivi crematio (il condannato veniva arso vivo).
Ciao