Autore Topic: EDITORIALE DI ARMI E TIRO DI OTTOBRE...  (Letto 736 volte)

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Offline gunny

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EDITORIALE DI ARMI E TIRO DI OTTOBRE...
« il: Ottobre 02, 2018, 10:57:46 am »
che non trovate nell'edizione in distribuzione nelle edicole, a causa di un errore di stampa

http://www.armietiro.it/articoli/allegato/10170/1

ritengo interessante, chiaro e onesto, il testo di Massimo Vallini che purtroppo non ha visto la stampa, ma che comunque è disponibile sul sito web della rivista

Citazione da: Armi e Tiro - ottobre 2018
PAROLE CHE FANNO PAURA?

Non è vero che in Italia c’è una corsa ad armarsi (chiedetelo agli armieri): non c’è bisogno di impaurire la gente con questa minaccia

Arma da guerra, meglio se Kalashnikov o Ak47. Poi la lobby, le armi facili, il femminicidio.

Ne abbiamo sentite di tutti i colori nei giorni che sono seguiti alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto legislativo 104/2018 di recepimento della direttiva europea 2017/853. E, così, è ricominciata la manovra di disinformazione il cui inizio ho già descritto sul fascicolo precedente. “Manovra” perché sembra proprio che ci sia un “manovratore”. Ai colleghi giornalisti non è parso vero d’impadronirsi degli slogan abusati e delle parole di cui sopra. Hanno tirato in ballo il solito sedicente esperto Giorgio Beretta che deve soffrire per un cognome così “ingombrante”, lui che tira a campare puntando al disarmo unilaterale. E via così, tentando d’infarloccare l’opinione pubblica.
Addirittura l’Agenzia giornalistica italiana ha preteso di continuare a spacciare menzogne ammantandole come fact check.

L’informazione ai tempi di Internet è brutta, quando in rete ognuno può costruire ogni idiozia con quello che trova, quando l’obiettività non sembra necessaria perché i giornalisti benpensanti (per modo di dire), che già non riescono a leggere la realtà, hanno sempre un valore più importante da difendere, devono costruire “verità” di comodo e fare da megafono al partito, come mi ha riferito candidamente un collega de laRepubblica.

Ma chi ha interesse a disinformare in questo modo così smaccato e anche poco intelligente?
La Lega e Matteo Salvini sono stati messi all’indice anche in questo caso, per l’attenzione mostrata al settore, per la determinazione a occuparsi della sicurezza del Paese e degli italiani. Il gioco del manovratore è evidente: delegittimare il governo, rompere la coalizione e sputtanare una categoria di cittadini armati potenzialmente “eversivi”. Cosa che non è nemmeno così difficile, visto che sputtanati siamo già e qualcuno dei “nostri”, ingenuamente, sembra tenga particolarmente a non capire quando occorre misurare le parole, quando occorrono serietà e autorevolezza, quando non serve farsi pubblicità.

Un paio di network televisivi, Mediaset e Sky, hanno contattato noi di Armi e Tiro in qualità di esperti e non è stato così difficile spiegare dov’è la verità. Pacatamente. Farla, almeno, intravedere. In ogni caso, che si sappia, questo decreto l’hanno fortemente voluto l’Europa e anche certi burocrati del ministero dell’Interno, entrambi forzando la mano al diritto. E se il ministero è stato così solerte a predisporre decreto e circolare interpretativa, è stato semplicemente perché intendeva comprimere ancora di più i diritti dei cittadini armati, giocando sul tempo. Il risultato poteva essere decisamente più punitivo. Ma non ci diamo per vinti.

Dunque, chi ha interesse a “giocare” sulle armi? Senz’altro quei partiti che non sono mai riusciti a offrire sicurezza ai cittadini.

Quei partiti che per un malinteso senso umanitario spesso preferiscono stare dalla parte dei cattivi (che quasi mai sono i deboli e i diseredati) e non dei cittadini.
Quei partiti che trovano sponde al ministero. Hanno capito, i cittadini? Una larga parte della maggioranza silenziosa sì. Non si fa turbare dal pericolo che ogni giorno minacciano giornali e telegiornali. Perché non è vero che in Italia c’è una corsa ad armarsi (chiedetelo agli armieri): non c’è bisogno di impaurire la gente con questa minaccia. Gli omicidi commessi con armi da fuoco sono in continuo calo e, in ogni caso, studi autorevoli dimostrano che gli elementi che determinano la maggiore o minore incidenza di delitti commessi con armi da fuoco non hanno in pratica alcuna correlazione diretta con il numero di armi legittimamente detenute.

Il pressapochismo militante di certa stampa o, peggio, la volontà di disinformare alla fine si ritorceranno loro contro. L’onestà e l’utilità sociale di noi cittadini armati sarà resto riconosciuta.

unico dubbio, riferito alla parte evidenziata in rosso e sottolineata, è il riferimento ai "nostri"... sarebbe interessante sapere da Vallini se si rivolge a qualcuno in particolare oppure se è un monito generico ai legittimi possessori di armi...
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