Autore Topic: IL GIUDICE MORI INOPPORTUNO?!?  (Letto 1410 volte)

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IL GIUDICE MORI INOPPORTUNO?!?
« il: Settembre 24, 2018, 09:07:57 am »
Riportiamo di seguito quanto apparso sulla versione on-line della rivista "Armi e Tiro", nella quale si critica aspramente l'intervento presso la commissione europea del giudice Edoardo Mori, in riferimento al recepimento della direttiva armi europea...

http://www.armietiro.it/dal-giudice-mori-un-atto-inopportuno-10122

Citazione da: Armi e Tiro
Dal giudice Mori, un atto inopportuno

L’ex giudice Edoardo Mori, noto agli appassionati per la sua attività di tutela del settore in particolar modo contro le paranoie del ministero, ha intrapreso una iniziativa che ha lasciato tutti di sasso: una vera e propria denuncia alla Commissione europea nei confronti dello Stato italiano, per non aver a suo avviso adempiuto correttamente all’obbligo di recepimento della direttiva 2017/853. In sostanza, gli strali del noto giudice si concentrano in particolare sulla disciplina delle armi comprese nella categoria A6 e A7, che secondo il testo del ricorso, sarebbe in pratica stata recepita in modo troppo morbido, ignorando specifici obblighi previsti dalla direttiva medesima, sia per quanto riguarda la modalità di possesso delle armi, sia per quanto riguarda le modalità di custodia.

Perché secondo noi è un errore.

Se da un punto di vista del tutto teorico e per amore di filosofia, le osservazioni di Mori possono essere anche legate a un fondamento di verità, occorre tuttavia ricordare due aspetti molto importanti: il primo, è che comunque ha poco senso creare uno stravolgimento profondo (più profondo di quanto sia già stato fatto) rispetto al regime giuridico precedente quando l’atto fondante di tale stravolgimento (cioè la direttiva) è comunque tuttora soggetto a una procedura di ricorso presso la corte europea di giustizia (il ricorso fu presentato dalla Repubblica ceca e vi si associò la Polonia); lo Stato italiano, malgrado ciò, era comunque tenuto a provvedere al recepimento perché la corte di giustizia europea non aveva sospeso l’efficacia dell’atto nell’attesa del giudizio di merito.
Il secondo aspetto fondamentale è che anche una direttiva europea deve comunque rispettare i principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale italiano e, a nostro avviso, sottoporre la facoltà di possedere determinate armi non soltanto (come previsto dal recepimento) a una iscrizione a una federazione sportiva, ma anche a un effettivo esercizio del tiro rappresenta un qualcosa di fortemente illegittimo e contrastante con i principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico. Pensiamo, tra l’altro, al fatto che la direttiva medesima non abbia in alcun modo previsto una procedura derogatoria per i tiratori sportivi che si trovino (per esempio) nella condizione di dover sospendere l’attività per un anno o più a causa di un infortunio. È vero che la direttiva prevede un riesame della situazione del tiratore sportivo ogni cinque anni anziché ogni anno, ma è altrettanto evidente che esista una ben precisa casistica nella quale sia possibile prevedere un ritiro della qualifica di “tiratore sportivo” per motivi contingenti, che comporterebbe inevitabilmente un obbligo di disfarsi delle armi in questione, salva la possibilità (onerosa e assolutamente non scontata nella concessione) di chiedere la specifica licenza di collezione.

Dispiace, più di tutto, constatare che ancora una volta il nostro settore inteso nel suo complesso abbia perso una ulteriore opportunità di dimostrarsi unito, anziché composto da una molteplicità di soggetti che agiscono in modo del tutto indipendente e scollegato rispetto agli altri.
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Re:IL GIUDICE MORI INOPPORTUNO?!?
« Risposta #1 il: Settembre 24, 2018, 09:13:58 am »
segue la replica del giudice Mori, pubblicata sul suo sito web:

http://www.earmi.it/varie/inopportuno.html

Citazione da: www.earmi.it
Mori, l' Inopportuno.

Leggo ora sul sito della Rivista Armi e Tiro (ottima rivista che con Armi Magazine e  Armi e Balistica si divide il magro mercato dei lettori di riviste sulle armi), che la mia sollecitazione alla Commissione Europea per costringere l'Italia a recepire correttamente la Direttiva sarebbe inopportuna.
È possibile, ma dallo scritto non riesco a capirne i motivi; forse io sono stato inopportuno e loro frettolosi.

Permettetemi quindi di fare alcune chiose allo scritto, al solo fine di far chiarezza.

"L’ex giudice Edoardo Mori, noto agli appassionati per la sua attività di tutela del settore in particolar modo contro le paranoie del ministero, ha intrapreso una iniziativa che ha lasciato tutti di sasso: una vera e propria denuncia alla Commissione europea nei confronti dello Stato italiano, per non aver a suo avviso adempiuto correttamente all’obbligo di recepimento della direttiva 2017/853. In sostanza, gli strali del noto giudice si concentrano in particolare sulla disciplina delle armi comprese nella categoria A6 e A7, che secondo il testo del ricorso, sarebbe in pratica stata recepita in modo troppo morbido, ignorando specifici obblighi previsti dalla direttiva medesima, sia per quanto riguarda la modalità di possesso delle armi, sia per quanto riguarda le modalità di custodia.
Se da un punto di vista del tutto teorico e per amore di filosofia, le osservazioni di Mori possono essere anche legate a un fondamento di verità.
"

CHIOSA: Che vuol dire da un punto di vista teorico e filosofico? Io quelle cose le ho sempre lasciate ai giornalisti. Io sono un giurista e ho fatto un ragionamento giuridico chiaro e preciso come la dimostrazione del teorema di Pitagora: il Ministero ha fatto carte false, o il gioco delle tre carte, per non applicare la Direttiva (altro che modo morbido!). Ha stabilito l'esatto contrario di ciò che impone la direttiva. Se qualcuno vuol sostenere che non è vero, me lo dimostri, articoli alla mano. Non si possono fare delle affermazioni, nascondendo il problema in discussione. È chiaro che ragionando con il metodo "Se mia nonna avesse avuto le ruote, sarebbe stata un tramvai", si può sostenere qualunque cosa.
Invece il punto di partenza ineluttabile è che l'Italia ha fatto una furbata (atto tipico di chi crede di essere furbo e non lo è) e che la Commissione Europea, prima o dopo, ci ordinerà di metterci in regola.
Io sono dell'idea che è meglio anticipare i tempi così evitando di essere sanzionati e arrivando ben preparati al momento delle contestazioni, piuttosto che attendere all'ultimo momento per poi uscire con provvedimenti storpi e raffazzonati come quello appena approvato. E a quel momento sarà bello poter dire "è vero c' è stato un errore, ma abbiamo già fatto la legge per correggerlo!

"occorre tuttavia ricordare due aspetti molto importanti: il primo, è che comunque ha poco senso creare uno stravolgimento profondo (più profondo di quanto sia già stato fatto) rispetto al regime giuridico precedente"

CHIOSA: Quale stravolgimento profondo? Nella mia proposta di legge ho trovato un modo intelligente per recepire la direttiva in modo che nessuno ne avrebbe sofferto, lasciando le cose come erano, spostando certe armi in collezione, ma consento di usarle con molta libertà. Forse era troppo intelligente, ma nessuno ha avuto la capacità di sostenerla e tutti hanno preferito plaudire alla furbata ministeriale, molto italica.
Il dannoso stravolgimento lo ha già fatto chi ha introdotto nel nostro sistema delle norme illegittime che non potranno restare in piedi. È come mettere un puntello ad un ponte che crolla, senza preoccuparsi del fatto che il puntello cederà dopo poco.

"quando l’atto fondante di tale stravolgimento (cioè la direttiva) è comunque tuttora soggetto a una procedura di ricorso presso la corte europea di giustizia (il ricorso fu presentato dalla Repubblica ceca e vi si associò la Polonia); lo Stato italiano, malgrado ciò, era comunque tenuto a provvedere al recepimento perché la corte di giustizia europea non aveva sospeso l’efficacia dell’atto nell’attesa del giudizio di merito. "

CHIOSA: Ma quando mai? Lo Stato italiano aveva tutto il tempo per adempiere; fino la 14 settembre gli unici Stati a fare il recepimento sono stati Francia, Portogallo, Regno Unit e Italia; la Germania a tutt'oggi ci sta ancora pensando., Perciò il fatto di correre a presentare il decreto ad agosto, da parte di un governo con le valige in auto, è stata solo una furbata organizzata dal Ministero per impedire una valutazione seria del provvedimento.
Circa i ricorsi di Repubblica Ceca e Polonia, il loro accoglimento, non prima di qualche anno, è utopistico e fino ad allora la Commissione Europea andrà per la sua strada, Direi che è stato grave illudere gli italiani che quella fosse la via giusta per la salvezza, così che non si sono preoccupati di affrontare la realtà fino a quando era troppo tardi.

"Il secondo aspetto fondamentale è che anche una direttiva europea deve comunque rispettare i principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale italiano e, a nostro avviso, sottoporre la facoltà di possedere determinate armi non soltanto (come previsto dal recepimento) a una iscrizione a una federazione sportiva, ma anche a un effettivo esercizio del tiro rappresenta un qualcosa di fortemente illegittimo e contrastante con i principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico. "

CHIOSA: Quale principio fondamentale? Non è possibile inventarselo. Se il legislatore decide di vietare tutte le armi da fuoco, lo può fare, Come può vietare tutti i poligoni privati. Come ha vietare le armi da guerra. Come ha vietato i casini. Mi pare pericoloso illudere i cittadini con ipotesi fantomatiche, ignote ai giuristi.

"Pensiamo, tra l’altro, al fatto che la direttiva medesima non abbia in alcun modo previsto una procedura derogatoria per i tiratori sportivi che si trovino (per esempio) nella condizione di dover sospendere l’attività per un anno o più a causa di un infortunio. È vero che la direttiva prevede un riesame della situazione del tiratore sportivo ogni cinque anni anziché ogni anno, ma è altrettanto evidente che esista una ben precisa casistica nella quale sia possibile prevedere un ritiro della qualifica di “tiratore sportivo” per motivi contingenti, che comporterebbe inevitabilmente un obbligo di disfarsi delle armi in questione, salva la possibilità (onerosa e assolutamente non scontata nella concessione) di chiedere la specifica licenza di collezione. "

CHIOSA: Questi sono problemi a cui deve pensare la legge di recepimento che non vieta certamente di fare aggiustamenti a seconda delle necessità dei vari Stati. L'importante è rispettare i principi base. Non vedo che centri il sottoscritto sul fatto che né il governo né i suoi consiglieri delle varie associazioni non abbiano pensato a ciò. Io sono l'unico che ha affrontato il problema per le corna chiedendo la collaborazione a tutti, e ricevendone molta, salvo che dalle associazioni che si sono defilate. Pare che anche per esse io fossi "inopportuno" nel proporre nuove leggi. O forse era un problema con troppe corna, visti gli interessati.

"Dispiace, più di tutto, constatare che ancora una volta il nostro settore inteso nel suo complesso abbia perso una ulteriore opportunità di dimostrarsi unito, anziché composto da una molteplicità di soggetti che agiscono in modo del tutto indipendente e scollegato rispetto agli altri."

CHIOSA: Non certo il sottoscritto; io fin da ottobre 2017 ho iniziato a lavorare alla nuova legge, l'ho portata a conoscenza di tutti, ho chiesto la collaborazione di tutti, ho adottato decine di suggerimenti ricevuti da privati, ho sempre detto che la legge era aperta ad ogni modifica seria, era implicito che il Parlamento avrebbe fatto le sue integrazioni e modifiche, mi sono attivati per avere consensi politici "dall'arco costituzionale", trovandoli.  Chi non si è unito è chi si è rinchiuso del suo pollaio senza capire nulla, senza prevedere nulla, criticando solo chi si dava da fare. Come diceva uno scrittore francese," il mondo è pieno di buoi bravi a criticare il toro che scopa".

CONCLUDO:

- È cosa inopportuna in Italia pretendere che la legge venga rispettata senza trucchi e senza inganni. Qualcuno vuol forse sostenere che bisogna fare i furbi, girarsi sempre dall'altra parte, accettare ogni porcata e ingiustizia?

- È cosa inopportuna cercare di aiutare i concittadini che stanno per essere trascinati in una situazione potenzialmente dannosissima senza che nessuno li avvisi? Ora sono stati convinti che è una burletta comperare dodici armi  sportive facendo solo finta di essere dei tiratori; molto correranno a riempirsi gli armadi senza  rendersi conto che quando la UE farà valere le proprie ragioni quelle armi non avranno più alcun valore, saranno stati soldi buttati via.
Siamo seri e smettiamola di prenderci per i fondelli: i miei sono piuttosto robusti, ma io mi preoccupo per chi ce li ha deboli e corro volentieri il rischio di essere inopportuno! Come direbbe Salvini,  "è una medaglia".

19-9-2018
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Re:IL GIUDICE MORI INOPPORTUNO?!?
« Risposta #2 il: Settembre 24, 2018, 09:26:10 am »
E poi, mi permetto di dire purtroppo, si arriva al punto che quando si hanno a disposizione persone competenti e in grado di poter fornire contributi importanti o comunque in grado di argomentare adeguatamente problemi ostici come tutti quelli che ruotano attorno al mondo delle armi, si riesce ad allontanarli...  ???

Citazione
BASTA CON LE ARMI

Sono 45 anni che mi occupo di diritto delle armi. Ho sviscerato tutti gli argomenti critici, ho posto fine all'andazzo dei giuristi di ossequiare ignobili sentenze della Cassazione come se fossero sempre Vangelo (anche quelle in cui si stabiliva solennemente che il revolver mod. 89 era da guerra per il suo eccezionale potere offensivo), ho insegnato che non si può scrivere di diritto delle armi se non si sa di che cosa si sta parlando, ho aiutato migliaia di persone a salvarsi dalla ignoranza di giuristi e di burocrati. Sono riuscito a far riconoscere il diritto all'esistenza dei poligoni privati. Sono riuscito a far capire alla Cassazione la differenza fra esplosivi micidiali e non micidiali, fra un coltello ed un pugnale, Sono riuscito a dare in mano a tutti materiale informativo  sufficiente per difendersi da pretese assurde di burocrati e magistrati. Ecc. ecc.

Per tre volte ho predisposto progetti di riforma della legge sulle armi, non giunti in porto per la caduta dei vari governi, Quando è uscita la nuova Direttiva Europea ho subito capito che il pericolo non era la Direttiva, come strepitavano i soliti orecchianti, ma l'occasione che si offriva al ministero di dare una ulteriore stretta burocratica ai cittadini. La Direttiva, ben applicata, con alcune semplificazioni burocratiche, ci lasciava indenni.

Ho subito scritto e spiegato ciò e non mi risulta che nessuno, comprese associazioni e stampa, lo abbia capito. Esattamente come è avvenuto sempre dal 1975 in poi quando, di fronte ad ogni modifica introdotta dal Ministero, associazioni varie sono corse a salvare un po' il loro orticello, fregandosene del quadro generale.
Ho predisposto ad ottobre, quando vi era tutto il tenpo per lanciarlo, una testo di legge per semplificare tutto il settore della detenzione ed uso delle armi e che avrebbe consentito un recepimento indolore della direttiva (che, sia chiaro, DEVE essere recepita correttamente e non facendo il giuoco delle tre carte da parte di chi continua a credere che gli italiani siano i più furbi e gli altri solo dei coglioni che si possono fregare come si vuole; era la fama dei greci di un tempo e li abbiamo raggiunti!) perché, con pochi doverosi e tollerabili controlli, consentiva di continuare a fare ciò che si faceva prima ed eliminava decine di inutili pastoie burocratiche e gli esasperanti scontri con l'inefficienza pubblica.

Nessuno ha letto la proposta o chi l'ha guardata non l'ha proprio capita, a cominciare da associazioni e stampa specializzata; ma cosa ci si può aspettare da chi, per ossequio strisciante verso il ministero, plaude al fatto che in Italia siano proibite le pistole in cal. 9 para o al fatto che il ministero stabilisca che per acquistare munizioni bisogna aver pagato le tasse per la licenza di caccia?  Hanno preferito stare alla finestra senza sentire e capire che cosa gli facevano alle spalle!

Ho sentito fare le barricate da chi si preoccupava per qualche arma in più o in meno in collezione e non capiva che la mia proposta consentiva di usare le armi in collezione senza troppi problemi, consentiva di portare le armi sportive, riduceva il numero delel armi che ora finiscono in collezione senza alcuna necessità,stabiliva misure di sicurezza senz'altro inferiori a quelle che ora potrà prescrivere ogni questore senza regole e controlli.

Ora si ritrovano con le armi in collezione completamente bloccate, con certe armi cat. A6 e A7 che si potranno detenere, ma solo con prescrizioni di sicurezza eccezionali a discrezione del questore, con il questore o prefetto liberi di limitare per ciascuno il numero di cartucce acquistabili in un certo arco di tempo, con il rischio di dover buttare via le loro armi se non dimostrano di essere ancora tiratori. E sono proprio curioso di ciò che scriverà il Ministero sui poligoni privati. Io avevo avvisato tutti per tempo e tutti hanno adottato la politica dello struzzo che nasconde la testa e lascia scoperto il culo!

Eppure molti si sono già affezionati al nuovo decreto; sono quelli che fanno tiro da combattimento con armi lunghe e che ne potranno detenere ben dodici esemplari; ma che non capiscono che ciò è esattamente il contrario di ciò che dice la Direttiva e che è una norna incostituzionale perché sottopone la stessa arma ad un diverso regime di custodia a seconda di chi la detiene; sarebbe come  stabilire che un soldato il suo fucile mitragliatore lo può appendere ad un chiodo e il civile lo deve tenere in cassaforte! Quindi una norma che avrà vita breve.

In Italia però non c’è solo il 5 per cento di chi vuole avere armi di tipo militare, ma c’è il 95 per cento di chi vuol solo avere le armi senza rischiare la galera ad ogni momento. Io ho il dovere di pensare a questi. Troppi italiani si accontentano di essere in poca merda; bisogna avere il coraggio di uscire dalla merda! E' giù arrivata alla gola!

A me tutti quelli che discutono di cose che non conosco o non capiscono, che guardano solo dal buco della chiave al loro interesse personale e sono contenti se riescono ad avere un contentino provvisorio, che non sanno vedere il futuro neppure del giorno dopo, mi ricordano tanto quel detto genovese che dice: Ese ciù abelinôu che u can du Leccia: o piggiava in to cû e o dixeiva ch'o beccia (spiegato per la gente di terra "essere più stupido del cane del signor Nava, che le prendeva in culo e diceva, che bello, oggi si chiava!).  Tutti questi lo hanno preso di dietro per la loro incapacità di capire e di agire … e li lascio godere!

Questa era solo una premessa per dire che mi sono rotto di perdere il tempo per star dietro a questa massa di incompetenti ed incapaci; già dicevano gli antichi che a lavar l'asino si perde il ranno e il sapone. Quindi dico a costoro ciò che disse nel 1918 Federico di Sassonia, abdicando: «D’ora in poi fate pure la vostra cacca da soli»! Le armi sono un prodotto di cultura da conservare e studiare e sono degli strumenti utili per tante cose, e perciò le ho difese. Se diventano solo oggetti per alimentare passioni distorte e becere, lascio il compito ad altri che condividono tale impostazione.

Continuerò a pubblicare i miei libri ed articoli, età e salute permettendo, ma non risponderò più ad email per spiegare all'infinito ciò che ho già scritto e si può leggere facilmente sul mio sito. Risponderò alle Forze dell'Ordine, avvocati e magistrati su questioni di interpretazione di diritto penale e di norme sulle armi.

18 settembre 2018
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Re:IL GIUDICE MORI INOPPORTUNO?!?
« Risposta #3 il: Settembre 24, 2018, 16:40:06 pm »
E poi, mi permetto di dire purtroppo, si arriva al punto che quando si hanno a disposizione persone competenti e in grado di poter fornire contributi importanti o comunque in grado di argomentare adeguatamente problemi ostici come tutti quelli che ruotano attorno al mondo delle armi, si riesce ad allontanarli...  ???

Citazione
BASTA CON LE ARMI

Sono 45 anni che mi occupo di diritto delle armi. Ho sviscerato tutti gli argomenti critici, ho posto fine all'andazzo dei giuristi di ossequiare ignobili sentenze della Cassazione come se fossero sempre Vangelo (anche quelle in cui si stabiliva solennemente che il revolver mod. 89 era da guerra per il suo eccezionale potere offensivo), ho insegnato che non si può scrivere di diritto delle armi se non si sa di che cosa si sta parlando, ho aiutato migliaia di persone a salvarsi dalla ignoranza di giuristi e di burocrati. Sono riuscito a far riconoscere il diritto all'esistenza dei poligoni privati. Sono riuscito a far capire alla Cassazione la differenza fra esplosivi micidiali e non micidiali, fra un coltello ed un pugnale, Sono riuscito a dare in mano a tutti materiale informativo  sufficiente per difendersi da pretese assurde di burocrati e magistrati. Ecc. ecc.

Per tre volte ho predisposto progetti di riforma della legge sulle armi, non giunti in porto per la caduta dei vari governi, Quando è uscita la nuova Direttiva Europea ho subito capito che il pericolo non era la Direttiva, come strepitavano i soliti orecchianti, ma l'occasione che si offriva al ministero di dare una ulteriore stretta burocratica ai cittadini. La Direttiva, ben applicata, con alcune semplificazioni burocratiche, ci lasciava indenni.

Ho subito scritto e spiegato ciò e non mi risulta che nessuno, comprese associazioni e stampa, lo abbia capito. Esattamente come è avvenuto sempre dal 1975 in poi quando, di fronte ad ogni modifica introdotta dal Ministero, associazioni varie sono corse a salvare un po' il loro orticello, fregandosene del quadro generale.
Ho predisposto ad ottobre, quando vi era tutto il tenpo per lanciarlo, una testo di legge per semplificare tutto il settore della detenzione ed uso delle armi e che avrebbe consentito un recepimento indolore della direttiva (che, sia chiaro, DEVE essere recepita correttamente e non facendo il giuoco delle tre carte da parte di chi continua a credere che gli italiani siano i più furbi e gli altri solo dei coglioni che si possono fregare come si vuole; era la fama dei greci di un tempo e li abbiamo raggiunti!) perché, con pochi doverosi e tollerabili controlli, consentiva di continuare a fare ciò che si faceva prima ed eliminava decine di inutili pastoie burocratiche e gli esasperanti scontri con l'inefficienza pubblica.

Nessuno ha letto la proposta o chi l'ha guardata non l'ha proprio capita, a cominciare da associazioni e stampa specializzata; ma cosa ci si può aspettare da chi, per ossequio strisciante verso il ministero, plaude al fatto che in Italia siano proibite le pistole in cal. 9 para o al fatto che il ministero stabilisca che per acquistare munizioni bisogna aver pagato le tasse per la licenza di caccia?  Hanno preferito stare alla finestra senza sentire e capire che cosa gli facevano alle spalle!

Ho sentito fare le barricate da chi si preoccupava per qualche arma in più o in meno in collezione e non capiva che la mia proposta consentiva di usare le armi in collezione senza troppi problemi, consentiva di portare le armi sportive, riduceva il numero delel armi che ora finiscono in collezione senza alcuna necessità,stabiliva misure di sicurezza senz'altro inferiori a quelle che ora potrà prescrivere ogni questore senza regole e controlli.

Ora si ritrovano con le armi in collezione completamente bloccate, con certe armi cat. A6 e A7 che si potranno detenere, ma solo con prescrizioni di sicurezza eccezionali a discrezione del questore, con il questore o prefetto liberi di limitare per ciascuno il numero di cartucce acquistabili in un certo arco di tempo, con il rischio di dover buttare via le loro armi se non dimostrano di essere ancora tiratori. E sono proprio curioso di ciò che scriverà il Ministero sui poligoni privati. Io avevo avvisato tutti per tempo e tutti hanno adottato la politica dello struzzo che nasconde la testa e lascia scoperto il culo!

Eppure molti si sono già affezionati al nuovo decreto; sono quelli che fanno tiro da combattimento con armi lunghe e che ne potranno detenere ben dodici esemplari; ma che non capiscono che ciò è esattamente il contrario di ciò che dice la Direttiva e che è una norna incostituzionale perché sottopone la stessa arma ad un diverso regime di custodia a seconda di chi la detiene; sarebbe come  stabilire che un soldato il suo fucile mitragliatore lo può appendere ad un chiodo e il civile lo deve tenere in cassaforte! Quindi una norma che avrà vita breve.

In Italia però non c’è solo il 5 per cento di chi vuole avere armi di tipo militare, ma c’è il 95 per cento di chi vuol solo avere le armi senza rischiare la galera ad ogni momento. Io ho il dovere di pensare a questi. Troppi italiani si accontentano di essere in poca merda; bisogna avere il coraggio di uscire dalla merda! E' giù arrivata alla gola!

A me tutti quelli che discutono di cose che non conosco o non capiscono, che guardano solo dal buco della chiave al loro interesse personale e sono contenti se riescono ad avere un contentino provvisorio, che non sanno vedere il futuro neppure del giorno dopo, mi ricordano tanto quel detto genovese che dice: Ese ciù abelinôu che u can du Leccia: o piggiava in to cû e o dixeiva ch'o beccia (spiegato per la gente di terra "essere più stupido del cane del signor Nava, che le prendeva in culo e diceva, che bello, oggi si chiava!).  Tutti questi lo hanno preso di dietro per la loro incapacità di capire e di agire … e li lascio godere!

Questa era solo una premessa per dire che mi sono rotto di perdere il tempo per star dietro a questa massa di incompetenti ed incapaci; già dicevano gli antichi che a lavar l'asino si perde il ranno e il sapone. Quindi dico a costoro ciò che disse nel 1918 Federico di Sassonia, abdicando: «D’ora in poi fate pure la vostra cacca da soli»! Le armi sono un prodotto di cultura da conservare e studiare e sono degli strumenti utili per tante cose, e perciò le ho difese. Se diventano solo oggetti per alimentare passioni distorte e becere, lascio il compito ad altri che condividono tale impostazione.

Continuerò a pubblicare i miei libri ed articoli, età e salute permettendo, ma non risponderò più ad email per spiegare all'infinito ciò che ho già scritto e si può leggere facilmente sul mio sito. Risponderò alle Forze dell'Ordine, avvocati e magistrati su questioni di interpretazione di diritto penale e di norme sulle armi.

18 settembre 2018

Gli inopportuni sono i "GIORNALAI".

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Re:IL GIUDICE MORI INOPPORTUNO?!?
« Risposta #4 il: Settembre 25, 2018, 10:50:34 am »

Gli inopportuni sono i "GIORNALAI".


quoto a 100%

Stavolta a mio modesto parere il direttore di Armi e Tiro (se ha scritto lui il pezzo) l'ha fatta fuori dal vaso nonostante gli vada dato atto che solo sulla sua rivista passino certe notizie spesso scomode e altrettanto spesso tenute nascoste.

Stavolta ha puntato il dito su Mori anziché su burocrati ministeriali, il provvedimento legislativo può anche per certi versi ritenersi "meno peggio", ma additare come "inopportuno" l'intervento di Mori in passaggi dove l'evidenza giuridica sulle manchevolezze del testo varato proprio stona e sembra solo un favore ai soliti noti... non di certo ai milioni cittadini interessati.
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