http://www.repubblica.it/rubriche/spycalcio/2017/05/10/news/nasce_il_nuovo_governo_malago_ma_quanti_problemi_dovra_risolvere_-165095724/Coni, via libera a Scarso, ma ci saranno anche Obrist, Sticchi Damiani e Leoni
Giovanni Malagò (ansa)
Giovedì 11 maggio, Palazzo H, primo piano: nasce il nuovo governo Malagò. Al comando dal 19 febbraio 2013-quando a sorpresa riuscì a battere Lello Pagnozzi 40 a 35-l'imprenditore romano stavolta non avrà avversari. Prenderà almeno 65 voti, qualche deluso (c'è sempre) metterà scheda bianca o darà la sua preferenza all'altro candidato, l'ingegner Sergio Grifoni, che nel suo programma suggerisce un patto con la politica. Forse non sapendo che da cinque anni l'Ics, Istituto di credito sportivo, è commissariato (ma venerdì sarà nominato presidente Andrea Abodi); che da anni i parlamentari litigano per venire a capo dei mandati del Coni e delle Federazioni sportive; che della riforma della legge '91 non si parla nemmeno più; che della riforma "Melandri" ha parlato Lotti a febbraio e non si è più saputo nulla; che dello sport nella scuola se n'è discusso per decenni ma solo ora (merito di Malagò e del suo predecessore Petrucci) qualcosina si sta timidamente muovendo. Vero che Renzi aveva difeso la candidatura di Roma 2024, finita come si sa, e che Lotti almeno ha salvato la Ryder Cup e i Mondiali di Cortina. Ma il rapporto politica-sport non è mai stato felicissimo: l'ing.Grifoni propone un'Alleanza (assai rischiosa) con i ministeri, Malagò più scafato si augura che possa "essere snellito il sistema". Ma è un nodo che certo va sciolto, prima o poi. Altrimenti senza riforme non si va avanti. Malagò promette coraggio nel prossimo quadriennio, e per lui l'occasione è unica: non deve più da dir grazie a nessuno stavolta. Saldati i debiti elettorali, potrà davvero mettere ordine nello sport italiano: basta con i conflitti d'interesse, con le Federazioni che vanno per conto loro e che diventano autentiche Caste, con chi nasconde le cimici o i registratori sotto la giacca, con una giustizia sportiva che non è riuscita a mettere una parola fine alla vicenda della canoa (dopo 7 mesi...) e che non chiude una facile inchiesta sulle bocce. Ci sarà anche da decidere cosa fare con le candidature ai grandi eventi, fra cui le Olimpiadi: Roma 2024 ormai è una ferita che fatica rimaginarsi, che fare con Milano? Intanto, dipende da cosa deciderà il Cio: Bach, per togliersi dai guai, vorrebbe un'assegnazione unica, 2024 a Parigi (e per fortuna che ha vinto Macron) e 2028 a Los Angeles. I tre membri Cio italiani ( Carraro, Pescante e Ferriani) dovranno vigilare per evitare questa follia. A Milano chi spinge davvero è solo Maroni, Milano non ha impianti sportivi di alto livello (Roma li ha, per il resto meglio lasciar perdere). Il sindaco Sala e lo stesso capo dello sport italiano sono assai prudenti. Comunque, a settembre le idee saranno più chiare a tutti.
Malagò è uomo da grandi sfide: chi lo conosce, assicura che il Coni forse gli sta pure stretto. Per questo diventerà membro Cio, per questo magari fra quattro anni punterà dritto verso la Federcalcio (o ci manderà il suo amico Cosimo Sibilia). Renzi lo voleva sindaco di Roma, ricordate?, e chissà se le cose sarebbero cambiate nella Città Eterna. Forse un futuro governo lo vorrà ministro (dello sport), perché lui-grillini a parte- va d'accordo con tutti, o Malagò si aprirà spazi verso la Formula 1 che resta, col calcio, la sua grande passione. Ma il futuro non gli farà certo dimenticare l'oggi: rieletto alla guida del Coni, si metterà subito al lavoro, perché forse negli ultimi tempi la macchina un pochino si era arrugginita.
In tanti vorrebbero fare parte del nuovo governo Malagò: qualcuno resterà deluso. In Giunta certa la elezione, in quota presidenti, di Chimenti e Roda. Partita aperta fra Binaghi, Giomi, Di Rocco, Luciano Rossi e Aracu. In quota dirigenti certa la elezione di Ricci Bitti, si andrà all'ultimo voto fra Magri e Pigozzi. Chimenti e Ricci Bitti saranno i due vicepresidenti al posto di Scarso e Buonfiglio. Non ci saranno più in Giunta i due nemici di Malagò, Abete e Barelli (che punta dritto alla Fina). Roberto Fabbricini, uomo di fiducia del presidente, sarà confermato come segretario generale. Carlo Mornati sarà ancora il vicesegretario e responsabile della preparazione olimpica (lo aspettano i Giochi invernali 2018 ed estivi 2020). Il cambio della guardia fra Fabbricini e Mornati è previsto più avanti.
Giorgio Scarso potrà votare per le elezioni Coni.
Il via libera per il presidente della Federscherma è arrivato in extremis. Il quorum resta comunque a 39. La Fis oggi pomeriggio ha fatto un comunicato: “La Federazione Italiana Scherma, per il tramite del suo presidente, Giorgio Scarso, eserciterà regolarmente il proprio diritto al voto nella fase elettiva del Presidente e della Giunta Coni in programma domani, 11 maggio 2017. Il vertice federale è infatti pienamente legittimato ad esprimere il proprio voto, anche alla luce della nota del 10 maggio 2017 a firma della Prefettura di Roma che comunica d’aver provveduto all’iscrizione delle modifiche apportate allo statuto della Federazione Italiana Scherma, così come approvato dalla Giunta Nazionale del CONI con delibera n.47 del 23 settembre 2016, nel Registro delle persone giuridiche, ai sensi dell’articolo 2 del DPR n.361 del 10 febbraio 2000. Il provvedimento della Prefettura di Roma arriva alla luce di alcuni esposti con i quali venivano richieste verifiche sullo Statuto federale attualmente in vigore, di cui si ipotizzavano presunte irregolarità nelle procedure di approvazione. La Prefettura di Roma, dopo aver svolto opportuni approfondimenti ed acquisito la necessaria documentazione da parte del Coni, ha provveduto alla sua registrazione in quanto conforme alla normativa vigente. “La nota della Prefettura di Roma con la quale ci viene comunicata l’approvazione e l’iscrizione delle modifiche allo Statuto federale nel Registro delle persone giuridiche – dichiara Giorgio Scarso - conferma quanto più volte ribadito nelle varie sedi circa la piena legittimità dell’operato federale, consolida la certezza di avere sempre agito nel pieno rispetto delle regole e delle norme, nell’esclusivo interesse della scherma, e soprattutto chiude una vicenda che lascia l’inevitabile amarezza nell’aver visto macchiata, con intenti a volte denigratori, l’immagine non mia personale quanto della Federazione Italiana Scherma che mi onoro di presiedere. Una realtà sportiva che merita rispetto per la sua storia, per il ruolo che riveste nel panorama dello sport italiano, per i valori che punta a veicolare e per il movimento che essa rappresenta, fatto da dirigenti appassionati, tecnici preparati ed atleti capaci di inorgoglire ed onorare l’Italia sulle pedane di tutto il Mondo. Un movimento che non poteva essere e non sarà privato del suo legittimo diritto ad esprimere il voto per i vertici del Comitato Olimpico Nazionale Italiano”. Scarso nella vicenda si è sempre sentito parte lesa, ora finalmente tutto è stato chiarito. Solo per la presidenza e non per la Giunta potrebbero Sticchi Damiani (Aci) e Obrist (tiro a segno) che hanno le loro situazioni societarie in sospeso. Inoltre pare che anche il senatore Leoni voglia essere presente giovedì ma è stato sospeso dalla presidenza AeroClub: forse voterebbe anche lui per la presidenza? Non è ancora certo. In un primo tempo Leoni aveva garantito a Malagò che non si sarebbe fatto vedere: ora ha cambiato idea? Per la presidenza non ci saranno sorprese, per la Giunta sì. Se qualcuno non avesse titolo per votare, allora ci potrebbero essere dei ricorsi. Ma speriamo di no.
Lega Pro: Gabriele Gravina e quella tentazione di lasciare...
Stanco no perchè lui è un combattente ma un po' disamorato sì: gira voce che Gabriele Gravina, dirigente di lungo corso e leader ormai consolidato della Lega Pro (l'ex serie C), abbia intenzione di mollare. Gravina, si sa, era per l'innovazione: per questo ha candidato con la sua Lega, e appoggiato con forza, Abodi alla presidenza della A. Ma ha vinto Tavecchio. Da allora si è mosso poco, ben poco (e la colpa non è solo di Tavecchio, che fanno gli altri?): Leghe, o almeno quel che resta, e componenti non si sono ancora trovate per avviare un tavolo di “riforme”, quanto mai necessarie per il calcio. La Lega A è commissariata con Tavecchio, la B non va avanti e Lotito non si arrende (avrebbe dieci club dalla sua, gliene bastano ancora due e diventa presidente). Tommasi sta defilato, e non si è nemmeno presentato all'ultimo consiglio federale. Gravina aveva idee, vedi le seconde squadre e il rating, che sono finite nelle secche, e non (solo) per colpa sua. Per questo starebbe meditando un passo indietro, forse dopo l'estate. Intanto da lunedì 15 maggio Mario De Luca, ex responsabile tesseramenti della Figc, sarà il nuovo direttore generale della Lega Pro al posto di Francesco Ghirelli che diventerà il segretario generale.
Da come riporta l'articolo sembrerebbe che Obrist poteva votare per il Presidente e non per la giunta.
Secondo me però non ha votato.
Per prima cosa perchè la scherma ha fatto un comunicato in cui dice che Scarso il suo Presidente ha votato regolarmente mentre l'UITS non l'ha fatto e poi
perchè se il quorum è 39 i votanti dovevano essere 78, invece gli aventi diritto a voto sono stati 75.
Di tutta evidenza i 3 mancanti sono UITS, Aeroclub e ACI, proprio le 3 federazioni ente pubblico.
A mio avviso non è un caso.