Autore Topic: ATTO SENATO 361 - LIMITE MANDATI DIRIGENTI CONI  (Letto 3028 volte)

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ATTO SENATO 361 - LIMITE MANDATI DIRIGENTI CONI
« il: Ottobre 05, 2015, 15:19:51 pm »
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=SommComm&leg=17&id=940334
 
Legislatura 17ª - 7ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 220 del 30/09/2015
 
(361) RANUCCI e Francesca PUGLISI.  -  Modifiche al decreto legislativo 23 luglio 1999, n. 242, in materia di limiti al rinnovo dei mandati degli organi del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e delle federazioni sportive nazionali
 
(Seguito e conclusione dell'esame) 
 
Riprende l'esame, sospeso nella seduta del 22 luglio.
 
Il PRESIDENTE ricorda che la relatrice Idem ha presentato due ulteriori proposte emendative - rispetto a quelle già votate dalla Commissione nella seduta del 15 luglio 2015 - ossia gli emendamenti aggiuntivi 2.0.1 e 3.0.1. Nella seduta del 21 luglio 2015 è stato altresì fissato il termine per la presentazione di subemendamenti riferiti agli emendamenti 2.0.1 e 3.0.1, entro il quale sono pervenuti i subemendamenti 2.0.1/1, a firma del senatore Bocchino, e 2.0.1/2, a firma del senatore Carraro (pubblicati in allegato al resoconto della seduta del 22 luglio 2015).
 
Sui sopracitati emendamenti e subemendamenti la Commissione affari costituzionali ha espresso parere non ostativo in data 4 agosto 2015, mentre la Commissione bilancio nella seduta del 24 settembre scorso ha espresso parere di "semplice contrarietà". Il Presidente precisa che il parere di "semplice contrarietà" non produce gli effetti procedurali preclusivi - di cui all'articolo 102-bis, comma 1 del Regolamento - conseguenti invece al parere di contrarietà motivato con riferimento all'articolo 81 della Costituzione.
 
Si passa all'illustrazione dei subemendamenti 2.0.1/1 e 2.0.1/2.
 
Il senatore BOCCHINO (Misto-AEcT)illustra il subemendamento 2.0.1/1, a propria firma, evidenziando che lo stesso recepisce l'esigenza, sottolineata dal senatore Carraro nel corso della seduta del 21 luglio 2015, di distinguere il CONI, che ha natura di ente pubblico finanziato per gran con risorse statali, da altri organismi operanti nel settore, che hanno natura privatistica e che ricevono erogazioni pubbliche in percentuali differenziate a seconda dei casi. Alla luce di tale quadro, il subemendamento in esame propone di circoscrivere l'operatività della disciplina limitativa in questione ai soli enti di promozione sportiva che ricevano finanziamenti pubblici per un ammontare superiore al 20 per cento del totale delle entrate.
 
Il subemendamento 2.0.1/2 viene dato per illustrato.
 
Il PRESIDENTE ricorda che gli emendamenti aggiuntivi 2.0.1 e 3.0.1 sono già stati illustrati dalla relatrice nella seduta del 21 luglio 2015 (e pubblicati in allegato al resoconto di tale seduta).
 
Si passa all'espressione dei pareri da parte della relatrice e del rappresentante del Governo sui subemendamenti ed emendamenti.
 
La senatrice IDEM (PD) esprime parere contrario sui subemendamenti 2.0.1/1 e 2.0.1/2, raccomandando invece l'accoglimento degli emendamenti, a propria firma, 2.0.1 e 3.0.1.
 
Il sottosegretario SCALFAROTTO si conforma ai pareri testé espressi dalla relatrice.
 
Si passa alla votazione dei subemendamenti riferiti all'emendamento 2.0.1, nonché alla votazione della proposta emendativa in questione.
 
Con separate votazioni la Commissione respinge i subemendamenti 2.0.1/1 e 2.0.1/2.
 
Viene poi approvato l'emendamento aggiuntivo 2.0.1.
 
Il senatore BOCCHINO (Misto-AEcT)chiede chiarimenti in merito a taluni profili di coordinamento formale inerenti alla disciplina contenuta nell'emendamento 3.0.1.
 
Il PRESIDENTE fa presente che le esigenze di coordinamento formale sottolineate dal senatore Bocchino sono già state recepite nell'emendamento 3.Coord.1.
 
Il senatore BOCCHINO (Misto-AEcT)interviene per dichiarazione di voto sull'emendamento 3.0.1, preannunciando il proprio voto favorevole sullo stesso.
 
La Commissione, con apposita votazione, approva l'emendamento 3.0.1.
 
Si passa alla votazione delle proposte di coordinamento formale.
 
Con separate votazioni vengono approvati gli emendamenti 3.Coord. 1 e 4.Coord.1 (entrambi pubblicati in allegato al resoconto della seduta odierna).
 
Si passa alle dichiarazioni di voto finali.
 
La senatrice PUGLISI (PD) preannuncia, anche a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il proprio voto favorevole sul disegno di legge in titolo, evidenziando che tale disciplina è ispirata da ragioni di civiltà ed altresì che la stessa determina la cessazione di "regni perpetui" nel settore in questione.

Il sottosegretario SCALFAROTTO prende la parola per sottolineare brevemente che la disciplina contenuta nel disegno di legge in titolo soddisfa esigenze di buona organizzazione e di trasparenza.
 
La Commissione conferisce quindi mandato alla relatrice Idem a riferire favorevolmente in Assemblea sul disegno di legge n. 361, come emendato, apportando i necessari coordinamenti di forma.

Offline gunny

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Re:ATTO SENATO 361 - LIMITE MANDATI DIRIGENTI CONI
« Risposta #1 il: Ottobre 07, 2015, 15:45:33 pm »
ok!

dovrebbero però estendere tale vincolo anche alle società sportive di ogni ordine e grado ASD
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a brusa suta l' Susa

Offline attiliofanini

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Re:ATTO SENATO 361 - LIMITE MANDATI DIRIGENTI CONI
« Risposta #2 il: Ottobre 08, 2015, 12:52:59 pm »
Presidenti federali anche per 30 anni E le nuove regole allungano la carriera

Redazione  08-10-2015 - Ore 07:19

Presidenti federali anche per 30 anni E le nuove regole allungano la carriera

 

CORRIERE DELLA SERA - DE CAROLIS - Un dirigente sportivo è per sempre? Esiste una «casta» dello sport più forte di ogni tentativo di rinnovamento? Di sicuro nelle Federazioni il turnover non va molto di moda: chi è in carica, in genere, riesce a farsi rieleggere. Anche per vent’anni. Spesso, dicono i maligni, riservando più attenzioni (e soldi) alla propria campagna piuttosto che alle attività federali. Con alcuni casi limite finiti dentro inchieste penali: Lucio Felicita, ex padre-padrone del pentathlon, è stato radiato dopo 17 anni ininterrottamente in sella, per aver fondato «associazioni sportive affiliate alla federazione, non effettivamente operative, e utilizzate quale bacino di voti». Insomma un sistema di società fantasma per raccogliere consensi. Alcuni presidenti sono personaggi bizzarri come Ernfried Obrist, numero uno dell’Unione Italiana Tiro a Segno, accusato dai partigiani dell’Anpi (che ne chiesero le dimissioni) di aver posato con uomini in divisa nazista, altri hanno dato vita a sorta di dinastie come Matteo Pellicone, per 32 anni presidente della Federazione judo, lotta, karate, arti marziali, deceduto nel 2013, quando ha preso il suo posto Domenico Falcone, storico segretario della Fijikam dal 1999. Anche se regolarmente eletto, il club dei longevi è comunque ben nutrito: Sabatino Aracu (condannato nel 2013 a quattro anni in primo grado in un’inchiesta sulla sanità) è presidente della Fihp (Federazione hockey e pattinaggio) dal 1993, lo stesso anno in cui sono entrati in carica Romolo Rizzoli (Bocce) e Luciano Rossi (Tiro a volo). E ancora: Carlo Magri guida la pallavolo dal ’95, Vincenzo Iaconianni la motonautica dal ’97, come Francesco Purromuto la pallamano e Siro Zanella lo squash.

Su 45 presidenti di Federazione 27 sono in carica da più di due mandati. Ma ha senso regolare la vita di una Federazione per legge? A metà luglio il Movimento 5 Stelle presentò un emendamento al disegno di legge per porre un limite ai mandati degli organi del Coni e delle Federazioni sportive che rischiava di spazzare via un’intera classe dirigente. La prima firmataria, la senatrice grillina Enza Blundo, parlò di «ventata di democrazia e trasparenza». Dall’estate però il vento della riforma è diventato più una leggera brezza. «Eravamo partiti con l’opposizione del governo e c’è stata una sollevazione contro l’emendamento. All’inizio era un no secco, poi è diventato un nì. Noi le proposte le facciamo, però in commissione cultura siamo tre e non decidiamo da soli. Non era ciò che volevamo, ma è meglio di niente».

Il nodo al quale hanno legato le loro poltrone gran parte dei presidenti federali è quello della retroattività. Anche chi è in carica da oltre vent’anni potrà continuare a occupare il posto almeno per i prossimi otto, ma a conti fatti si tratterà di un decennio. Dal 2004 una norma impone di ottenere almeno il 55% dei voti per poter avere un terzo mandato. La futura legge, se passerà in Parlamento (e nella migliore delle ipotesi entrerà in vigore dall’1 gennaio 2017) ripulirà il curriculum, con un colpo di spugna sul passato. Tutti saranno rieleggibili per altri due mandati. I già citati Aracu, Rizzoli e Rossi potrebbero chiudere (se rivotati) le loro esperienze nel 2025, dopo più di trent’anni. «Rischiavamo una valanga di ricorsi con una legge retroattiva — precisa la Blundo —. Esistono dei casi limite, ma meglio non si poteva fare, il rischio era paralizzare le Federazioni. Almeno abbiamo limitato la piaga dei voti per delega». Nella nuova legge non si potrà rappresentare più di due persone.

Negli ultimi mesi la Commissione Cultura del Senato, prima di licenziare il testo, ha dovuto fronteggiare non poche pressioni. L’esito, però, secondo l’ex presidente Figc e oggi senatore di Forza Italia Franco Carraro, è stato un «pastrocchio indecoroso». «Intanto non c’è nessun Paese omologo all’Italia che pone un limite di mandati alle Federazioni. È vero che ricevono contributi pubblici (comunque infinitesimali rispetto al giro d’affari che muovono), ma i presidenti rappresentano il vertice di una piramide di volontari. Non sono favorevole a un’imposizione dello Stato. Nel caso, comunque, avrebbe senso ispirarci al Cio i cui membri restano in carica 12 anni, quindi tre mandati. In otto anni i presidenti non hanno il tempo di farsi conoscere a livello internazionale. E poi, con la scusa di non fare una norma retroattiva, chi è già in carica da una vita può continuare. Era meglio fissare il limite dei tre mandati: chi era già in carica da due mandati ne avrebbe fatto un altro, chi da uno altri due e tutti, anche i più vecchi, almeno uno per organizzare il ricambio».

Di parere opposto l’ex canoista Josefa Idem, vincitrice di cinque medaglie olimpiche, e presidente della Commissione. «In quel modo si rischiava di finire nel caos invece di semplificare, con la possibilità di ricorsi infiniti per la retroattività della norma. Si è arrivati a una sintesi corretta. Lo so che qualcuno è entrato in Federazione con i brufoli e ora ha i capelli bianchi, ma molto meglio la nuova legge: dopo due mandati si decade. Punto. Chi viene eletto ora si mette già nell’ottica di preparare la propria successione. Si apre una nuova stagione sportiva».

 

Fonte: CORRIERE DELLA SERA - DE CAROLIS

Offline gunny

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Re:ATTO SENATO 361 - LIMITE MANDATI DIRIGENTI CONI
« Risposta #3 il: Ottobre 08, 2015, 14:45:58 pm »
siamo proprio in ITAGLIA...  >:(

fare una riforma che avrà effetto fra 8 anni è davvero roba da ITAGLIANI...  ::)  ::)  ::) c'è voluto proprio un bello sforzo!!! soprattutto quando sarà il momento di sicuro qualcuno interverrà per ulteriori modifiche!

potremmo aggiungere all'affermazione dell'on.IDEM che qualcuno è entrato con i brufoli e uscito con i piedi in avanti... passato a miglior vita per vecchiaia  ??? :o  ::)

questa è la politica che ci meritiamo! anche il M5S dimostra che a parole sono molto bravi a voler schiodare dalle poltrone i gerontocrati, mai poi hanno paura dei ricorsi!!! bravi!!! proprio bravi!!!

per l'estinzione dei gerontocrati cosa dobbiamo fare? aspettiamo che ci cada un altro asteroide sulla testa oppure un'invasione degli U.f.o.???
« Ultima modifica: Ottobre 09, 2015, 09:11:14 am da gunny »
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Re:ATTO SENATO 361 - LIMITE MANDATI DIRIGENTI CONI
« Risposta #4 il: Ottobre 08, 2015, 23:04:29 pm »
Bastava emendare la legge Melandri nella parte in cui stabiliva già il limite dei mandati non solo per i Dirigenti Nazionali

ma per tutti i dirigenti sportivi, ma molti senatori e deputati provengono dal Coni, quindi, non se ne farà mai niente.

Mentre andrà in appicazione nel 2024 la L. 361 presentata dal sen. Ranucci ci sarà quella che innalzerà il limite a 3 

mandati dopo il 2024.

Ha fatto bene l'UITS a prevedere da statuto le procedure quando un presidente tirerà le cuoia alla veneranda età di

150 anni.

Pregheremo perchè l'applicazione delle procedure, per divina provvidenza, avvenga al più presto.

Il sintomo della regressione dell'Italia è in questo, non meravigliamoci di nulla.



Offline diamante

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Re:ATTO SENATO 361 - LIMITE MANDATI DIRIGENTI CONI
« Risposta #5 il: Marzo 30, 2019, 23:34:47 pm »
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/03/27/coni-sul-limite-dei-mandati-meglio-non-svegliare-il-can-che-dorme/5066969/

Volontari non retribuiti?
Farebbero a botte, altro che:"non si trova nessuno disponibile a candidarsi".
Probabilmente hanno il loro tornaconto.
Ciao