QUESITO
Nell'ambito delle associazioni, come lo sono le Sezioni di TSN in Italia, i soci devo annualmente presentare il certificato medico, altrimenti non possono procede al rinnovo, o prima iscrizione.
La domanda è: chi controlla l'esistenza e la validità dei certificati medici di coloro i quali sono dipendenti o titolari di una qualsivoglia relazione di lavoro o collaborazione con le Sezioni di TSN?
Inoltre se un socio dovesse intuire che qualche persona appartenete ad una delle categorie sopra descritte possa avere problemi psichiatrici in atto, basandosi solo sula mera osservazione, come si deve comportare? A chi deve riferire?
Grazie a chiunque potrà dare informazioni.
Per i dipendenti (contratto di lavoro subordinato, full-time o part-time) esiste il medico del lavoro e li non si scappa.
Per tutte le associazioni sportive (ASD) per i soci, che sono tutti uguali, compresi i dirigenti, il certificato medico si differenzia il relazione al tipo di tesseramento contratto con la federazione/ente di promozione a cui si è affiliati, fondamentalmente di due tipologie:
1) frequentatore
2) agonista
Nel caso di frequentatore è sufficiente il certificato medico generico per la pratica sportiva non agonistica (sostituibile dal PDA nelle sezioni TSN), mentre per gli agonisti occorre sempre e comunque il certificato emesso da un medico dello sport, con prove ECG sotto sforzo o meno a seconda del tipo di sport, per il tiro a segno è sufficiente quello a riposo.
Quindi tutti i soci di ASD devono avere un certificato, non esistono eccezioni di sorta... tranne per UITS quando definisce i soci tesserati come sostenitori che possono non presentare alcun certificato ma allo stesso tempo non "potrebbero" sparare nemmeno un colpo...
Dimenticavo...
L'unico responsabile della raccolta dei certificati medici, e/o del loro aggiornamento alla scadenza annuale riferita alla data del certificato stesso, sono i presidenti delle ASD, in quanto legali rappresentanti. In caso di sinistro o incidente sportivo che possa essersi verificato durante lo svolgimento della pratica sportiva (agonistica e non agonistica) da parte di un socio, la prima cosa che viene accertata è proprio l'esistenza del certificato medico, allo scopo di tutelare l'associazione dal rischio di accettare soci potenzialmente inabili o privi di adeguate caratteristiche psico-fisiche alla pratica dell'attività.
Se successivamente alla fornitura da parte del socio di regolare certificato, dovessero mutare le sue condizioni psico-fisiche in maniera constatabile da chiunque non sia un medico, è nell'interesse del presidente e dell'associazione, richiedere al socio di procurare nuova e idonea certificazione, sospendendolo in via cautelare dall'attività sportiva.
Qual'ora, l'attività sportiva sia caratterizzata da rischi particolari, per i quali ne può andare anche dell'incolumità di altri soci, come nel caso delle discipline che prevedono l'uso di armi (anche di libera vendita), ritenuta comunque attività ad alto rischio, chiunque può segnalare all'autorità di Pubblica Sicurezza, l'esistenza di condizioni inidonee, qualora non provveda per tempo il presidente dell'associazione, il quale andrebbe sempre e comunque informato (meglio se in forma scritta, o verbale con testimoni).