Autore Topic: Armi facili con la scusa del “tiro sportivo”.  (Letto 655 volte)

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Offline VENDETTA

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Offline pierpu

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Re:Armi facili con la scusa del “tiro sportivo”.
« Risposta #1 il: Gennaio 26, 2023, 11:52:55 am »
che va letto l'articolo integrale.
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Offline diamante

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Re:Armi facili con la scusa del “tiro sportivo”.
« Risposta #2 il: Gennaio 26, 2023, 19:45:16 pm »
Il buongiorno si vede dal mattino.
Il titolo è più che sufficente per comprendere che tra non molto, grazie alle allegre gestioni, ne pagheremo le conseguenze.
Ciao

Offline gunny

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Re:Armi facili con la scusa del “tiro sportivo”.
« Risposta #3 il: Febbraio 08, 2023, 20:04:01 pm »
Vabbé i giornalisti sono bravi a scrivere ciò che la loro pancia suggerisce, purtroppo però i fatti non lasciano scampo.
Statisticamente i fatti di sangue che vedono coinvolte armi "legali" si contano con due mani, decisamente più numerosi quelli con armi illegali, e preponderanti tutti gli altri casi con armi così dette "improprie".
Ma ne basta uno per sollevare il clamore mediatico. Giusto, sbagliato non saprei, ma poco importa perché il sensazionalismo vince sempre.

Noi che viviamo le sezioni conosciamo la realtà, chi ne sta fuori la immagina a modo suo e con i propri preconcetti spesso nozionistici.

Si poteva evitare? Si!!! certo che sì! però purtroppo chi si è reso "complice" nell'aver inconsciamente agevolato un pazzo delinquente riverserà le proprie responsabilità su tutte le sezioni.

Le ispezioni sono partite a tappeto, ci sarà chi potrà dimostrare di saper lavorare con la massima sicurezza possibile nonostante il nostro sia un ambiente di volontari, e chi forse evidenzierà vulnerabilità e/o superficialità, adducendo per prima la scusa che siamo appunto volontari e per seconda che le risorse economiche non consentono di implementare servizi di sicurezza attivi e passivi per scongiurare nel limite del possibile che accadano fatti devastanti come quelli di Roma.

Ma di sciagure si tratta, casi eccezionali del tutto straordinari... ma forse anche questa è una scusa.

Si può prevenire? Certo!!! Iniziamo dal codificare procedure stringenti nel noleggio e gestione delle armi sezionali a soci non "agonisti", in particolare a quei soci che non hanno armi proprie e/o non in possesso di alcuna licenza di porto, ma ciò sarebbe estremamente ingiusto e limitante per chi un porto d'armi non lo vuole (e non vuole armi in casa) pur avendo la passione per il tiro, e per chi non lo può avere per problemi ben diversi dalla violenza o dalla pericolosità sociale (non dimentichiamo l'ampia discrezionalità degli organi preposti che sempre più spesso sfocia nell'abuso di potere, documentato dalle censure di parecchie sentenze di TAR, CdS e Cassazione).

Quindi come si fa a sapere se un socio è idoneo ad avere un titolo di polizia e se no, perché? Ma aggiungo se a un socio viene ritirato il porto d'armi per fatti riconducibili alla pericolosità sociale, dopo la sua iscrizione a un TSN chi lo comunica agli organi sezionali?

Si potrebbe pensare a strumenti di collaborazione tra questure e Tsn, canali privilegiati affinché si possa impedire soprattutto a soggetti potenzialmente pericolosi per la propria incolumità e quella altrui (sicurezza pubblica), di poter frequentare una sezione TSN, unico luogo in cui vige una deroga importante che va preservata e tutelata, ovvero quella che consente di utilizzare un arma da fuoco senza necessariamente aver conseguito una licenza di porto d'armi, addirittura ai minorenni dai 14 anni in su.
Le licenze di porto d'armi sono a loro volta una deroga al generare divieto di portare le armi, limite ricorrente nei sistemi totalitari e nelle dittature, ma teniamo sempre a mente che il TULPS è stato emanato nel ventennio fascista e "rinforzato" negli anni del brigatismo rosso e nero (dove si utilizzavano prevamente armi illegali), quindi tutto torna...
Poi alla fine ci si scontra con la legge sulla privacy e l'assenza di comunicazione tra questure e sistema sanitario nazionale. A differenza dell'attitudine alla violenza e o alla delinquenza (cose solitamente già note alle forze dell'ordine), il malessere psicologico spesso non è manifesto e non facile da riconoscere.

Occorre salvare capra e cavoli, ma l'esperienza ci insegna che invece il conto sarà salato... come lo è stato quello sulle agibilità e altre storie che guarda caso hanno avuto genesi sempre a Roma... caput mundi...

Eppure UITS, l'ente vigilante per eccellenza che da anni pretende di gestire le sezioni TSN senza però di contro assumersi alcuna responsabilità, è li poco lontano dal TSN di Roma... com'è che mai nessuno ha rilevato determinate criticità?

Lo so è moralmente discutibile sparare sulla croce rossa, ma mai come ora si può dire che chi è causa del suo male, pianga se stesso... peccato che a piangere saremo in tanti, anche i meglio organizzati e più efficienti.
« Ultima modifica: Febbraio 08, 2023, 20:13:40 pm da gunny »
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Online Valerio

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